Vacanze al sud ben motivate

Jul 25, 2012 14:33

Titolo: Vacanze al sud ben motivate
Rating: Rosso
Genere: Erotico, Romantico
Personaggi: Antonio Fernandez Carriedo (Spagna), Francis Bonnefoy (Francia), Gilbert Beilschmidt (Prussia), Lovino Romano Vargas (Sud Italia)
Wordcount: 1988 (fiumidiparole)
Prompt: 192. Cosa riesci a vedere? @ 500themes_ita + Celestial Sunshine / #10 - Sud @ diecielode
Note: Blowjob, Linguaggio, Self!love, Voyeur, Yaoi
«Potevamo andare in vacanza in un milione di posti... perché proprio in Sud Italia?» protestò Francia pettinandosi all'indietro i capelli biondi con le dita.
Prussia scrollò le spalle.
«Fosse stato per me saremmo potuti andare a casa tua, ma Spagna ha tanto insistito per venire qui...» disse quest'ultimo in tono di sufficienza «Comunque non è mica un postaccio questo...» aggiunse dopo qualche momento, guardandosi attorno.

«Potevamo andare in vacanza in un milione di posti... perché proprio in Sud Italia?» protestò Francia pettinandosi all'indietro i capelli biondi con le dita.
Prussia scrollò le spalle.
«Fosse stato per me saremmo potuti andare a casa tua, ma Spagna ha tanto insistito per venire qui...» disse quest'ultimo in tono di sufficienza «Comunque non è mica un postaccio questo...» aggiunse dopo qualche momento, guardandosi attorno.
I due stavano percorrendo uno dei corridoi dell'hotel dove alloggiavano, diretti alla loro stanza. L'edificio non aveva un'estetica esteriore particolare e all'interno era altrettanto semplice, arredato secondo il gusto delle cose poco appariscenti ma funzionali. Non era un hotel a cinque stelle, ma neppure un tugurio orripilante e invivibile.
Francia e Prussia erano di ritorno dalla spiaggia dopo una mattinata passata a nuotare, giocare e farsi i dispetti come se fossero tornati improvvisamente ragazzini. Il mare in Sicilia era bello, anche se le enormi spiagge affollatissime erano un po' fastidiose. Il sole aveva battuto sulla sabbia impietoso fino a mezzogiorno senza nessuna nuvola che intervenisse per recare loro un po' di sollievo. Il risultato era stato una camminata - o forse era più corretto definirla corsa - sulla sabbia ardente per tornare all'hotel - e a niente erano valse le infradito indossate dai due poveretti.
Questi si erano sfiniti per bene anche senza l'aiuto di Spagna, che quella mattina aveva detto loro di non aver voglia di andare in spiaggia e di voler dormire un po' per riprendersi dal lungo viaggio - che tanto lungo poi in realtà non era stato. Francis e Gilbert non avevano obiettato e l'avevano lasciato in camera, anche se era suonato strano ad entrambi il fatto che fosse stanco proprio lui, che era sempre allegro, parecchio attivo e più giocoso come comportamento rispetto a loro.
«Chissà che c'è di buono per pranzo al ristorante...» sospirò il Beilschmidt posandosi una mano sulla pancia «Ho una fame...!».
«La cucina italiana è buonissima» constatò il Bonnefoy con l'aria di chi la sapeva lunga «... anche se non tanto quanto quella francese» puntualizzò subito dopo: non si considerava inferiore a nessuno in fatto di bravura in cucina.
«Però ad essere sinceri, io piatti tipici meridionali non ne ho mai assaggiati...» commentò in un secondo momento il biondo, sovrappensiero.
«Be', non potranno esserci poi tante differenze tra nord e sud. Dopotutto sono fratelli...» osservò l'albino in tono ovvio, paragonando mentalmente la situazione e le relazioni interne delle Italie con quelle tra sé e suo fratello: anche se avevano vissuto vicissitudini differenti e per lungo tempo erano stati divisi, lui e Germania mangiavano le stesse cose.
«Ma qui il clima è abbastanza diverso tra nor...».
Francia avrebbe desiderato fare il saputello gastronomico ancora un po' - a dispetto di tutto lui in Italia aveva passato abbastanza tempo da imparare qualcosa in merito alla cultura e alla cucina, oltre all'affezionarsi profondamente a Veneziano - ma si zittì quando udì una voce abbastanza familiare gridare qualche porta più in là quello che pareva essere un veemente: «Coglione!».
«Italia?» domandò Prussia, inarcando sorpreso entrambe le sopracciglia.
«Veniva dalla nostra camera o sbaglio?» intervenne l'altro in tono un po' meno stupito: sapeva bene che Spagna era stracotto dell'Italia del sud.
I due si scambiarono un'occhiata perplessa, avvicinandosi poco a poco alla loro stanza con passo felpato, come se temessero che qualche altro ospite li scoprisse - anche se, dopotutto, non stavano facendo niente di male o di illegale. Raggiuntala, notarono che la porta era accostata e, non riuscendo a resistere alla curiosità, si acquattarono davanti ad essa e sbirciarono all'interno. Dalla fessura intravidero un sottile scorcio dell'estremità del letto centrale - quello che avevano deciso essere di Spagna - sul quale era seduto quello che senza ombra di dubbio era Romano.
«Ti prego, sono venuto apposta per stare con te!» stava dicendo Spagna da un punto al di fuori della visuale dei due spioni «È stata una faticaccia convincere Francia e Prussia a venire qui in vacanza e non andare da qualche altra parte...!».
«Ah, ha insistito tanto solo perché voleva stare con il suo ragazzo, brutto figlio di put...!» sibilò imbestialito il prussiano, sfregandosi le nocche per contenere l'impulso di entrare come un toro e massacrare Antonio fino a fargli sputare le budella.
Un cenno della mano del francese lo mise bruscamente a tacere.
«Vuoi che ti senta?» lo riprese.
«Figurati se mi sente...! Ha occhi e orecchie solo per quel codardo!» ringhiò a mezza voce Prussia.
«Va bene, questa te la do vinta...» concesse con uno sbuffo l'altro «... ma non dirmi che se fanno qualcosa di intimo non vorresti guardarli...?» seguitò in tono stuzzicante, lasciando intendere bene a cosa stesse alludendo. Sembrava impaziente di assistere alla scena che già nel pensiero stava ampiamente pregustando.
«Oh...» sussurrò l'albino, allettato dall'idea. In effetti, non sarebbe stata poi una cosa così malvagia da vedere. Improvvisamente era curioso di sapere come la situazione all'interno della stanza si sarebbe evoluta.
«E allora? Non me ne importa un cazzo che tu sia venuto!» gridò irritato Lovino, attirando l'attenzione dei due spettatori.
Si era alzato in piedi e pareva arrabbiato.
«Non è vero che non ti importa» lo contraddisse Fernandez «Me l'hai chiesto tu di venire a trovarti a casa per una volta...».
Il Vargas iniziò a balbettare a mezza voce insulti e giustificazioni, evidentemente a disagio.
«Non è molto romantico...» commentò Francis, inarcando infastidito un sopracciglio «... anzi, è fin troppo scorbutico. Certo che Spagna si è scelto proprio un bel tipetto...».
«Ehi, guarda...!».
Il prussiano gli diede una lieve gomitata nelle costole per zittire le sue riflessioni ad alta voce. Gli accennò col capo alla scena oltre la fessura, sulla quale il biondo si apprestò a concentrarsi nuovamente.
Adesso nel sottile spiraglio era entrato anche il Carriedo, che aveva stretto attorno al corpo del Vargas le braccia.
I pochissimi centimetri di dislivello tra di loro giocavano a suo favore e lo spagnolo li sfruttò per calare un bacio sulle labbra dell'altro. Romano non lo fermò: si limitò ad arrossire ed assumere un cipiglio a metà tra l'indignato ed il soddisfatto.
«Che scena zuccherosa...» esclamò Gilbert, disgustato, osservando i due senza distoglier loro gli occhi di dosso neppure per un momento.
Lovino allacciò tremando le braccia sulla sua schiena, mentre Antonio risaliva ad accarezzargli i capelli, infilandovi dentro le dita.
«Finalmente un po' d'amore vero...!» esultò il Bonnefoy trionfante, gli occhi accesi di improvvisa passione. Sembrava carico di energia dopo aver visto quel bacio.
«Non riesco a capire tutto questo interesse per un bacio... sono stomachevoli...» borbottò il prussiano, lanciandogli una fugace occhiata di sbieco.
«Come se tu e Austria non lo foste mai quando siete in intimità...» controbatté Francis in tono del tutto naturale, lasciando a bocca aperta il suo compagno.
«Co-come fai a...? Tu brutto...!»
«Guarda, gli sta strofinando il ricciolo...!» lo interruppe Francia.
Prussia si concentrò di nuovo sullo spettacolo all'interno della camera, ma si ripromise che poi avrebbe regolato i conti con quello spione pettegolo.
Spagna stava strofinando tra pollice ed indice il ricciolo dell'italiano, il quale stava tremando impotente tra le sue braccia, in viso un'espressione di indescrivibile piacere.
Era la prima volta che Francis e Gilbert assistevano ad una cosa del genere: non avevano mai visto qualcuno godere tanto solamente perché gli veniva toccato un capello.
«Si starà eccitando?» bofonchiò Francia.
«Credo proprio di sì» replicò Prussia, esaminando con attenzione il volto del Vargas.
«S-Spagna...» riuscì a dire quest'ultimo con un fil di voce «Ah... bastardo...».
«Romano... ti amo» gli sussurrò Antonio, portando la mano libera sul retro dei suoi pantaloni, accarezzandogli una natica voglioso.
«Avanti... fate qualcosa...!» sibilò il Beilschmidt, ansioso di vedere in che modo faceva l'amore lo spagnolo.
Come se l'avesse udito, Fernandez risalì con le dita verso la cintura ed iniziò ad abbassare i pantaloncini color terra di Lovino, lasciandolo in mutande in un batter d'occhio. Attese ancora un momento, poi rimosse anche quelle, lasciandolo nudo dalla vita in giù.
L'italiano provò ad opporre un briciolo di resistenza, ma non riusciva a far niente fintantoché il Carriedo non toglieva le dita dal suo ricciolo.
Venne spinto dapprima seduto sul bordo del letto e poi parzialmente sdraiato su di esso, a gambe divaricate.
Francia e Prussia sbatterono la testa l'uno contro l'altro per la fretta di guardare.
«Ahw...!» udirono sospirare pesantemente dall'altra parte, al che si affrettarono a dimenticare il piccolo incidente e tornare a spiare.
Notarono subito l'erezione del Vargas, dritta verso l'alto e non riuscirono a fare a meno di sgranare gli occhi ed umettarsi le labbra mentre la osservavano: era da parecchio che non facevano sesso con i loro partner ed un po', adesso che lo stavano vedendo fare, ne avvertivano il bisogno.
Spagna cessò di stuzzicare il ricciolo e si inginocchiò ai piedi del letto, sporgendosi tra le gambe di Romano. Portò la bocca sempre più vicino alla sua erezione, finché non la raggiunse, leccandola lentamente per poi chiudervi attorno la bocca.
«Cosa riesci a vedere?» domandò Gilbert frettolosamente, spostandosi per lasciar guardare meglio il compare. Di certo era una spia migliore di lui se era riuscito a guardarlo in intimità con Roderich senza che nessuno dei due se ne accorgesse - e l'austriaco era sempre stato un tipo attento, specialmente quand'era in sua compagnia.
«Ah, niente. Spagna copre tutto con la testa...!» si lamentò il francese, facendosi leggermente da parte per lasciar guardare di nuovo anche il prussiano.
«Accidenti...!» borbottò quest'ultimo, ritornando al suo posto.
Dall'interno iniziarono ad arrivar loro gemiti frequenti ed intensi, languidi, pieni di passione e piacere. Il biondo e l'albino ammutolirono ed iniziarono a sudare, avvertendo un nodo di calore nascere e crescere nella loro area inguinale.
«Oh...!» sussurrò il Beilschmidt, portandosi una mano sul membro. Iniziava ad avvertire il proprio pene gonfiarsi e drizzarsi nei pantaloncini.
Era da tanto che non lo faceva e, doveva ammetterlo, la sensazione di spasmodica attesa e tensione che avvertiva strisciargli dentro gli era mancata parecchio.
«È... così suggestivo...» mormorò il Bonnefoy, imitando inconsapevolmente l'amico.
Più Romano sospirava e gemeva e più loro due avvertivano la necessità di fare qualcosa.
Spinti dall'impulso, prima Prussia e poi Francia superarono il limite rappresentato dal margine dei loro pantaloni fino a posizionare le mani sul loro membro senza staccare gli occhi dallo scorcio di Spagna che riuscivano a vedere. Lì, in quel corridoio a quell'ora poco affollato, i due si masturbarono con foga e passione seguendo il ritmo dei sospiri del Vargas.
Prussia, accaldato e sudato come se fosse appena uscito da una sauna, procedeva a ritmo serrato pensando ad Austria. Quest'ultimo aveva preferito andare in vacanza tra le montagne svizzere assieme al suo amico d'infanzia e a Liechtenstein piuttosto che andare in spiaggia assieme a lui e alla sua combriccola ed era da ben tre settimane che non lo vedeva.
Gli mancava enormemente anche se non lo dava a vedere. In quel momento, masturbandosi, stava dando modo alla mancanza che avvertiva di manifestarsi in modo veramente egregio.
Francia, le labbra contratte e gli occhi azzurri socchiusi, stava godendo visceralmente mentre s'immaginava il suo ragazzo, Inghilterra, nudo ed ammiccante, provocarlo apertamente.
I gemiti di Lovino si fecero più forti e loro si fecero trasportare verso l'apice del piacere fino a che non vennero, sospirando grevemente mentre raggiungevano l'orgasmo. Alla fine sentirono anche Antonio gemere estasiato.
«Mon Dieu...!» disse Francis, senza fiato, accarezzandosi con i polpastrelli lo scroto.
«Non lo facevo da... tantissimo» esalò Gilbert, lasciando la mano mollemente appoggiata sul suo membro.
«Maledetto...» udirono il Vargas inveire contro il Carriedo «Perché... lo hai fatto lì? Cazzo...».
«Avresti preferito da qualche altra parte...?» domandò languido Fernandez, la voce minata da qualche ansito occasionale.
«Stanno per passare alla relazione vera e propria...» esclamò il prussiano, togliendosi la mano dai calzari e rimettendosi in piedi.
«Non vuoi rimanere a guardare ancora?» gli domandò il francese, rimanendo chino a terra.
«Stavolta passo. Mi è venuta davvero troppa fame per rimanere ancora qui...» asserì l'albino, posandosi la mano pulita sullo stomaco, mentre l'altra andava in cerca di un fazzoletto all'interno di una tasca.
«D'accordo, vengo anch'io. Ho fame» convenne il biondo, alzandosi in piedi.
«E con loro due...? Quando si decideranno a liberare la stanza...? Mi vorrei fare una doccia per togliermi il sale di dosso...» disse Prussia, avanzando lungo il corridoio.
«Quando avranno finito di farsi le coccole immagino...» sospirò il Bonnefoy, posando amichevolmente un braccio sulle spalle del Beilschmidt, in atto di compassione «Intanto... meglio precederli al ristorante...».

pairing: spagna/sud italia, pairing: francia/inghilterra, fandom: axis powers hetalia, rating: nsfw, pairing: prussia/austria

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