Orchi, biscotti e coccole estreme

Dec 31, 2016 10:40

Titolo: Orchi, biscotti e coccole estreme
Rating: Verde
Genere: Fluff, Romantico
Personaggi: Aggra, Murg, Thrall (Go'el)
Wordcount: 3374 (fiumidiparole)
Prompt: 9. Biscotti di pan di zenzero dalla mia cartellina per la Maritombola #7 @ maridichallenge
Timeline: Ambientata durante l'espansione "Warlords of Draenor".
Note: Het
«Grazie Murg, vedrai che sarai contento di me!» disse, posandogli un bacio sulla fronte pelata.
Murg divenne di un verde un po' più acceso a quella manifestazione di ringraziamento. Ci mise qualche momento a riprendersi. Scuotendo il capo brontolò: «Non sono io che devo essere contento ma il tuo compagno!».

La Vigilia di Grande Inverno era ormai alle porte e anche nella Draenor alternativa i valorosi soldati dell'Orda erano intenzionati a festeggiare la ricorrenza come si doveva.
Peoni, Grunt e Cacciatori dell'Ombra, tutti avevano contribuito agli addobbi della Guarnigione di Rocciafredda. Erano state appese luminarie colorate e piazzato un colossale abete adornato di luci e palline vicino all'ingresso laterale che dava sulla miniera e nonostante fossero lì per fermare l'Orda di Ferro, qualche Orco aveva anche deciso di mettere via la solita armatura per adottare uno stile più consono alla festività.
Anche Aggra si sentiva molto in sintonia con lo spirito di Grande Inverno in quei giorni, e stava ponderando su cosa poter fare per trasmettere un po' di quello stesso spirito in suo marito Go'el.
L'ex Capoguerra dell'Orda passava gran parte del suo tempo organizzando strategie militari e squadre di esploratori da inviare nelle altre regioni di Draenor per monitorare l'avanzata dell'Orda di Ferro. Per quanto Durotan e Draka lo aiutassero, era palese che si stesse sobbarcando il grosso del fardello e ciò lo rendeva così terribilmente agitato. Aggra non sopportava di vederlo così.
L'Orchessa decise di andare a fare un giro nella piccola piazza centrale della Guarnigione in cerca di un'idea, qualcosa che le permettesse di distrarre Go'el dai suoi doveri e permettergli di rilassarsi e riposarsi per qualche ora senza che pensasse a tutti i suoi incarichi.
Per la festa di Grande Inverno erano arrivati a Draenor anche i Goblin che si occupavano solitamente della gestione della merce tipica della festività.
Aggra si avvicinò a Trudarjo Jinglepocket e gli sorrise a labbra strette.
Il piccoletto verde ghignò all'Orchessa scoprendo i piccoli denti aguzzi e le accennò un garbato e forse troppo profondo inchino.
«Cosa desidera acquistare?» chiese in tono untuoso.
Aggra si sporse a guardare la sua merce, rispondendo tranquillamente: «Prima vorrei dare un'occhiata».
Doveva essere lei a guidare la cosa, altrimenti sarebbe finita vittima inconsapevole del gorgo di chiacchiere di quelle orribili creaturine dedite solo al denaro.
Trudarjo fece del suo meglio per non trasformare la sua espressione in una smorfia di delusione.
«Naturalmente» disse in tono un po' rude, andando ad occuparsi di una Tauren dall'aria innocente che si era appena accostata. Un candido pollo da spennare.
La sciamana non si fece intimidire dai suoi modi burberi. Era sicura che se avesse acquistato qualcosa sarebbe subito diventato estremamente incline alla gentilezza nei suoi confronti. I Goblin erano tutti così.
Si mise ad esaminare la mercanzia: si trattava di ingredienti per la maggior parte. In aggiunta ad essi vendeva solo delle ricette e dei modelli per vestiti festivi.
Aggra esaminò le ricette con più attenzione, fortemente tentata di mettere alla prova l'abilità culinaria acquisita col matrimonio. Non era molta in verità, era ancora una principiante in materia, ma sperava che bastasse.
La scelta in fatto di ricette si riduceva a tre diversi prodotti: pan di zenzero, zabaione e sidro brûlé. Per quest'ultimo non era ancora abbastanza ferrata in cucina, ma per gli altri due sì.
Il cibo poteva essere una via piuttosto semplice per riuscire nel suo intento, è sicuramente con gli scarsi mezzi a sua disposizione non poteva permettersi altro eccetto proposte di un certo tipo.
All'atto pratico non aveva molta scelta.
«Spero tanto che a Go'el piaccia...!» rifletté tra sé mentre a voce alta diceva: «Trudarjo, vorrei comprare queste due ricette!».
Il Goblin tornò da lei alla velocità della luce.
«Subito!» esclamò con entusiasmo, poi aggiunse: «Per il pan di zenzero le serviranno anche queste spezie festive».
Le mostrò un panciuto sacchettino rosso chiuso con un nastrino verde e recante un'etichetta che recitava "'Spezie' festive".
Quelle virgolette non le ispiravano molta fiducia, però se la ricetta includeva effettivamente delle spezie festive, dubitava di trovarne da altre parti.
«D'accordo, ne prendo un sacchetto allora» dichiarò infine dopo alcuni minuti di pausa.
Il Goblin le diede la sua spesa e l'Orchessa pagò, quindi si affrettò in direzione della locanda di Rocciafredda.
In quel periodo la locanda era particolarmente affollata, non solo dagli avventurieri che erano soliti bazzicare la taverna in cerca di qualche buonanima che li aiutasse in missioni impervie, ma anche dai lavoratori di Guarnigione in cerca di un po' di allegria e del buon grog.
Grande Inverno era certamente una scusa valida per ogni Peone lavativo per perdere un po' di tempo in più a gozzovigliare.
Aggra entrò ignorando pressoché tutti e marciò verso il cuoco della locanda, un nerboruto Orco che indossava un grembiule pieno di patacche e un cappello da chef.
Era in cucina, al solito, intento ad occuparsi di svariate preparazioni contemporaneamente.
«Murg? Ho bisogno di te...».
L'Orchessa si era rivolta al cuoco svariate volte negli ultimi tempi, per migliorare la sua capacità in cucina, e ormai l'Orco si era abituato ai suoi modi un po' bruschi e ai suoi arrivi a sorpresa.
Senza scomporsi alzò lo sguardo dalla carne che stava insaporendo e chiese: «Cosa vuoi che ti mostri, stavolta? Sono un po' impegnato coi preparativi per la cena di stasera...».
Il tono era burbero come sempre ma Aggra aveva imparato a percepire la disposizione d'animo del suo "maestro" dietro al tono che utilizzava con lei. E nonostante gli impegni evidenti, era disposto a darle tutto l'aiuto possibile.
La sciamana si fermò vicino ad un piano libero e vi posò sopra il suo misero sacchettino, quindi estrasse le due ricette e le mostrò a Murg.
«Non voglio il tuo aiuto, stavolta... solo un posto dove poter cucinare senza essere vista. Vorrei preparare questi per Go'el, stasera...» disse, mostrando le due ricette all'Orco, in cerca di supporto.
Murg si pulì sommariamente le mani sul grembiule, aggiungendo qualche altra macchia d'unto alla sua collezione, quindi prese le ricette, le lesse e poi scoppiò a ridere.
«Dopo quello che mi hai chiesto di insegnarti a preparare le altre volte, vorrei ben vedere se non fossi in grado di preparare queste» esclamò di fronte all'espressione interrogativa di Aggra, la quale si tramutò quasi subito in un cipiglio più rilassato.
Non le aveva ancora detto di andare a cucinare da qualche altra parte.
«Grazie Murg, vedrai che sarai contento di me!» disse, posandogli un bacio sulla fronte pelata.
Murg divenne di un verde un po' più acceso a quella manifestazione di ringraziamento. Ci mise qualche momento a riprendersi. Scuotendo il capo brontolò: «Non sono io che devo essere contento ma il tuo compagno!».
Tornò ad occuparsi delle sue pentole sfrigolanti sul fuoco e della carne.
Aggra sorrise per i suoi fasulli modi burberi, preparandosi a cucinare.
«Murg, hai delle uova nella dispensa?» chiese mentre tirava fuori ciotole e altri attrezzi che le sarebbero serviti.
L'Orco sbuffò sonoramente, al che l'Orchessa puntualizzò: «È l'ultima volta che ti disturbo, Murg, promesso».
Il cuoco scrollò le ampie spalle e mise da parte un vassoio di tagli di carne assortiti che aveva appena finito di allestire.
«Sono sullo scaffale più alto, vicino alle ceste di verdura» le indicò prima di tornare a dedicarsi ai suoi piatti.
Aggra andò a recuperare le uova - che trovò senza nessuna difficoltà - dopodiché si mise al lavoro piena di aspettative per la cena di quella sera.

Thrall uscì dal municipio della Guarnigione di Rocciafredda insieme a Durotan, il viso tirato e il cipiglio cupo di chi aveva passato ore a discutere di strategia, della logistica di numerose truppe e delle notizie giunte da informatori disseminati per tutta Draenor.
L'aria fredda e la neve della Landa di Fuocogelo gli rinfrescarono la mente mentre si avviava verso lo sperone di roccia che si affacciava sulla conca al centro della Guarnigione: lì si stavano radunando tutti intorno al falò per la cena.
«Non vedo l'ora di vedere cosa ha preparato il cuoco per stasera...» commentò Durotan in tono impaziente, battendo una mano sull'ampia spalla di Thrall «Discutere della guerra contro l'Orda di Ferro mette fame, non trovi?» aggiunse in tono più leggero e divertito.
L'ex Capoguerra dell'Orda gli rivolse un cenno col capo. In effetti aveva appetito, anche se non poi così tanto come forse Durotan pensava.
La sua mente andava sempre al pensiero che Garrosh era a piede libero da qualche parte sul pianeta, ancora fuori dalla sua portata. Doveva trovarlo, era suo dovere.
Scese le scale insieme a Durotan e andò a sedersi su uno dei numerosi sgabelli che erano stati aggiunti intorno al falò per la cena.
Si guardò intorno con espressione incuriosita, seguendo i movimenti dei Peoni che si affrettavano a prendere posto, desiderosi di riempire la pancia. Qualcuno era vestito per Grande Inverno, cosa che strappò un tenue sorriso a Thrall, ricordandogli che era già quasi finito un altro anno.
Il suo stomaco brontolò ma lo considerò solo relativamente.
«Oh, si direbbe che qualcuno stasera abbia fame».
La voce di Aggra lo raggiunse poco prima che sentisse le sue mani accarezzargli le spalle e vedesse la sua figura comparire dinanzi a lui.
Era bellissima e forte e alla luce del falò i tratti del suo viso acquisivano un che di ancor più intrigante.
«Amore mio...» disse Thrall, allungando una mano ad accarezzarle una guancia.
Aggra prese la sua mano con le sue, accarezzandone il dorso e poi abbassandole mentre si accomodava vicino a lui.
«Come procedono le ricerche?» chiese con una nota di apprensione nel tono. Thrall era abituato ad interagire con lei ormai e capì senza fatica che la sua preoccupazione era rivolta a lui, non al tema del suo quesito.
«Ancora niente di certo, solo voci riguardo la presenza di Garrosh a Gorgrond insieme a suo padre...» replicò l'Orco, deluso.
Stavolta fu Aggra ad accarezzargli la guancia.
«Largo, toglietevi stupidi Peoni, altrimenti niente cena per voi!».
La voce gentile di Murg attirò l'attenzione della coppia sul cuoco che si stava facendo largo in mezzo alle mani dei Peoni che cercavano di arraffare una razione extra di carne dal suo vassoio.
Aggra ridacchiò per la scena e poi, approfittando della momentanea distrazione del marito, si protese a baciargli una guancia.
«Dopo cena ho una sorpresa per te nella nostra stanza...» gli sussurrò all'orecchio, al che Thrall sobbalzò leggermente.
«Una sorpresa? Che tipo di sorpresa?».
Sua moglie sorrise criptica.
«Lo vedrai da te» disse, poi aggiunse «Adesso mangiamo, sono sicura che Murg abbia preparato qualcosa di ben cotto apposta per te».
Il repentino cambio di argomento lo lasciò ancor più perplesso di prima, ma non era esattamente dell'umore per essere polemico con Aggra.
«Speriamo...» disse semplicemente.
Come Aggra aveva suggerito, il cuoco della Guarnigione aveva avuto un occhio di riguardo per i gusti particolari dell'ex Capoguerra dell'Orda, preparandogli in un vassoio a parte che gli servì personalmente alcuni tranci di carne decisamente cotti. Nello spessore non c'era neanche una misera traccia di carne rimasta rosa e l'odore era talmente appetitoso che stuzzicò non poco Thrall, riuscendo a valicare almeno in parte quel perenne macigno di angoscia che gli impediva puntualmente di godere di piccoli piaceri come il consumare cibo in compagnia dei suoi soldati, dei suoi genitori "alternativi" e soprattutto di sua moglie.
Quest'ultima, vedendolo mangiare con una dedizione che recentemente era diventata un miraggio lontano nel tempo, sorrise rincuorata. Era lieta che avesse ritrovato un po' del suo vecchio e sano appetito.
Lei cenò come tutti gli altri, servendosi dalle portate che venivano fatte passare tra i soldati, ma non senza rivolgere al suo compagno soventi occhiate per assicurarsi che continuasse a mangiare.
Quando Thrall terminò la sua portata si alzò e andò ad aggiungere il suo vassoio alla catasta di stoviglie pronte per essere pulite, quindi fece per andarsene.
«Aspettami».
Aggra gli arrivò al fianco subito, bloccandolo con una semplice stretta sul polso. Stava ancora finendo di masticare il suo ultimo boccone per la fretta con cui si era premurata di arrivare al marito.
«Puoi finire di mangiare con calma, io sono stanco e voglio andare a dormire» le disse Thrall in tono gentile.
L'Orchessa lo guardò in cagnesco, cogliendoli alla sprovvista.
«Ti avevo detto che c'era una sorpresa, no? Quindi a dormire tu non ci puoi ancora andare!» brontolò stizzita, muovendosi per superarlo e trascinandoselo dietro quasi di peso «Forza, andiamo!».
Sotto gli ilari sguardi dei compagni di Guarnigione, il più potente sciamano di Azeroth si lasciò condurre via senza opporre resistenza, come un bambino cattivo consapevole di meritare una punizione severa dalla madre.
«A-Aggra... non volevo dire che la tua sorpresa fosse di poco conto...» disse Thrall, cercando di rimediare al pessimo umore scatenato nella sua dolce metà.
L'Orchessa sbuffò sonoramente alle sue parole: non le servivano le sue scuse, voleva solo che vedesse ciò che gli aveva preparato prima di valutare quanto fosse o meno apprezzabile il suo sforzo. Non aveva fatto assaggiare il frutto del suo pomeriggio in cucina nemmeno a Murg: voleva che fosse Go'el a giudicare per primo - nonostante lei fosse fermamente convinta di aver preparato qualcosa di assolutamente squisito.
Lo guidò fino alla locanda di Rocciafredda, al momento deserta visto che erano ancora tutti riuniti vicino al fuoco. Salirono insieme le scale fino alla camera da letto a loro riservata.
Aggra si fermò solo una volta che ebbe trascinato il marito all'interno, lasciando andare la presa sul suo polso per andare a chiudere la porta alle loro spalle. Non voleva essere disturbata per nessun motivo, neanche se Grommash Hellscream in persona fosse venuto a bussare alle porte della Guarnigione per sfidare al Mak'gora Thrall o Durotan.
Go'el si guardò intorno in cerca di qualcosa che gli indicasse il tipo di sorpresa che sua moglie aveva preparato per lui e della quale si preoccupava con tanto fervore perché la vedesse. Subito la sua attenzione fu catturata da qualcosa che era stato appoggiato sul loro letto, esattamente al centro della folta pelliccia che fungeva da calda coperta contro il gelo notturno della regione.
La cosa in questione era sepolta sotto un candido telo bianco e a giudicare dalla sagoma sembrava essere composta da due metà distinte. L'Orco si avvicinò al letto e vi si inginocchiò sopra, muovendosi come per strisciare verso l'oggetto misterioso quando un paio di mani gli ghermirono uno stivale dell'armatura, trattenendolo.
«Non pensarci nemmeno a salire lì sopra con questi ancora addosso!» lo sgridò Aggra. Il suo tono di voce era più leggero e scherzoso rispetto a prima, segno che si era un po' rilassata.
Thrall sbuffò sonoramente e si mise seduto sul bordo del letto, iniziando a sfilarsi gli stivali e poi il resto dell'armatura. Sotto gli occhi di sua moglie rimase praticamente nudo, fatta eccezione per la biancheria e per la tunica aperta anteriormente che aveva deciso di rimettere dopo essersi spogliato.
Aggra si stava bevendo con lo sguardo il suo compagno, ammaliata dalla sua prestanza fisica.
«Così va bene?» chiese lui allargando le braccia con fare arrendevole, incurvando teneramente le labbra intorno alle zanne.
Aggra lo abbracciò.
«Così va bene» rispose stringendolo.
Insieme salirono sopra il letto e andarono a sedersi nella metà superiore, dove era più facile per loro sollevare la pelliccia e nascondercisi sotto.
«Allora... vediamo cosa c'è qui sotto» disse Go'el. Si sentiva meglio adesso, più rilassato. Era merito di sua moglie.
Alzò il telo bianco e si trovò di fronte ad un vassoio coperto da una montagna di biscotti e accompagnata da una ciotola contenente qualcosa di bianco e cremoso. L'odore dei biscotti era particolare e non riusciva a capirne l'origine.
«Li ho preparati io» disse Aggra, stringendogli un possente braccio «Assaggiali».
Thrall obbedì, stupito e contento insieme per il suo gesto. Prese un biscotto, ne inzuppò un'estremità nella ciotola, poi lo assaggiò.
Sgranò gli occhi percependo il gusto lievemente speziato accompagnato dal sapore dolce della crema. Non era abituato a mangiare tanti dolci, però doveva ammettere che sua moglie era stata davvero brava.
«Sono davvero buoni» commentò sorridendole mentre ancora masticava. Le posò un bacio sulla fronte.
«A cosa sono?».
Lo chiese mentre prendeva ed inzuppava un altro biscotto, già consapevole che qualsiasi fosse stata la sua risposta non avrebbe certamente potuto fargli cambiare idea in merito ai biscotti.
«Biscotti di pan di zenzero e Zabaione Fresco di Grande Inverno» rispose Aggra prontamente «Sono contenta che ti piacciano» aggiunse mentre faceva strisciare piano un braccio più in basso a cingergli almeno in parte l'ampia schiena.
Thrall emise un grugnito di apprezzamento, la bocca troppo piena per formulare una qualsiasi combinazione di parole di senso compiuto.
Appoggiò una guancia sulla sua tempia in un gesto affettuoso, poi la baciò di nuovo, stavolta sulle labbra, non appena ebbe terminato di masticare. Il suo era stato un pensiero veramente tenero.
Aggra compì una rapida e scherzosa incursione con la lingua tra le sue labbra, poi lo guardò dritto nei suoi atipici, incantevoli occhi azzurri e sorrise teneramente.
«Cosa c'è?» chiese suo marito, percependo un divertimento intrinseco nei suoi occhi. Distolse lo sguardo per prendere altri biscotti e altro zabaione.
L'Orchessa ridacchiò e appoggiò la testa sulla sua spalla, gli accarezzò un pettorale nudo morbidamente e disse: «È bello vederti un po' rilassato. Sei sempre così teso e con la mente rivolta ai tuoi doveri come capo della spedizione dell'Orda...».
L'Orco emise un sospiro e le accarezzò i capelli: per Aggra non doveva essere piacevole, immaginava.
«Mi dispiace...» borbottò contrito «Non volevo... farti stare in pena per me».
L'Orchessa lo strizzò leggermente, con affetto.
«Devi smetterla di fartene una colpa per le azioni di Garrosh... capito?» gli rimproverò gentilmente.
Go'el chinò il capo in atto pentito.
«Ci proverò» disse.
«Bene» Aggra assentì con un breve cenno del capo «Ora... fai "aaah"...» proseguì, prendendo un biscotto e portandoglielo alla bocca dopo averlo usato per prendere una generosa porzione di zabaione.
Thrall rise e si lasciò imboccare senza fare storie.
Nel mentre che suo marito mangiava, Aggra cambiò posizione almeno un milione di volte, rimanendo sempre saldamente ancorata al solido corpo di Go'el, il tutto accompagnato da baci, abbracci e teneri sguardi. A Thrall piacque ritornare per un po' alla quiete della vita familiare prima di quell'avventura su una Draenor "alternativa" e prima che Garrosh perdesse il cervello.
Tra un po' di abbracci e un po' di altre moine varie, l'Orco si spazzolò l'intero vassoio di biscotti e ripulì la ciotola di zabaione con la stessa diligenza che avrebbe avuto un Orco digiuno da alcuni giorni. Si leccò via i resti della crema e pulì la barba dalle briciole dei biscotti, il tutto sotto il divertito sguardo di sua moglie.
Sazio per la cena e il dessert, Thrall si abbandonò contro la parete dietro la testata del letto, esibendosi in uno sbadiglio da record.
Aggra lo costrinse ad alzarsi per togliergli da sotto il sedere la pelliccia e lo coprì alla meglio fino alla pancia.
«Sei già stanco, cuore mio?» domandò dandogli un debole pizzicotto sulla guancia.
Thrall assentì con un breve e quasi impercettibile cenno del capo. Non gli capitava da tanto di sentirsi così sonnolento e in pace con se stesso come era in quel momento. Faceva fatica a tenere gli occhi aperti.
«Ho... veramente tanto sonno, amore mio» borbottò a voce bassa «Spero tu non... avessi dei piani per stanotte» proseguì, reprimendo solo in parte un altro grosso sbadiglio.
Aggra sorrise teneramente.
«No, nessun programma» disse, accarezzando la barba di suo marito, scendendo poi a grattargli piano la pelle sotto al mento «Se vuoi dormire fai pure».
L'Orchessa scivolò fuori del letto e Go'el si stese per bene sotto la pelliccia, rimanendo supino.
«Vado a portare via il vassoio» spiegò Aggra «Torno tra poco».
«Buonanotte...» biascicò il suo compagno.
La sciamana fu davvero veloce come aveva detto a portar via le stoviglie sporche, aggiungendole a quelle che dovevano ancora essere pulite dai Peoni addetti ad assistere Murg; ciononostante, quando tornò in camera fu accolta dal familiare e quieto russare di Go'el.
Si bloccò sulla porta per qualche momento, osservando la figura robusta della sua metà sotto la pelliccia. Un sorriso colmo di gioia e amore le sbocciò sulle labbra. Finalmente era riuscita a farlo rilassare un po' e sperava di riuscirci ancora, almeno durante le festività per Grande Inverno.
Si avvicinò piano al letto, spogliandosi della sua tunica, quindi salì sul materasso e si sdraiò al fianco di suo marito. Gli passò un braccio sull'ampio torace e lo strinse piano, quindi si posizionò in modo da poter usare la sua spalla come cuscino.
«Buonanotte, amore mio» mormorò, allungandosi a baciare la mandibola pelosa di Thrall, sorridendo un'ultima volta.

fandom: warcraft, rating: safe, pairing: thrall/aggra

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