Titolo: Cedere alla rabbia
Rating: Rosso
Genere: Erotico
Personaggi: Ariok, Kilrogg Deadeye
Wordcount: 2958 (
fiumidiparole)
Prompt: 75. A dangerous method dalla mia cartellina per la
Maritombola #7 @
maridichallenge + 'Slegami e la mia rabbia te la farò assaggiare, Kilrogg!' per il
P0rnfest #10 @
fanfic_italiaTimeline: Ambientato durante "Warlords of Draenor".
Note: Blowjob, Lemon, Missing Moment, Non-con, Rough!sex, Violence, Yaoi
«I tuoi muscoli sono impressionanti, Ariok... così gonfi, così... possenti...» ogni parola di Kilrogg era pronunciata come se la stesse assaporando, godendosi con il tatto quanto stava apprezzando verbalmente.
Deadeye gli strofinò contro l'interno di una coscia il profilo rigido della sua erezione attraverso le braghe di cuoio.
«Mi piace la tensione nel tuo corpo, Ariok» disse, mentre raccoglieva la sua mazza.
La Cittadella del Fuoco Infernale era un luogo opprimente e cupo che trasudava Vilmagia da ogni mattone sudicio e annerito e saturava l'aria fuoriuscendo dalle pozze di Vile disseminate ovunque. Le stesse fredde e dure mattonelle sotto le ginocchia di Ariok erano separate da stretti canalicoli in cui scorreva quell'abominevole liquido verdastro.
L'Orco continuava a lottare contro la sete di sangue che premeva dentro di lui per fuoriuscire e si dibatteva contro le catene di ferro che lo trattenevano in quella sala ampia e umida.
Era indebolito dalle torture che il Capoclan dei Guerci Insanguinati, Kilrogg Deadeye, aveva esercitato per settimane su di lui col preciso intento di fiaccarne lo spirito e fargli perdere il controllo.
Ariok però non gliel'avrebbe data vinta facilmente. Avrebbe lottato fino alla fine per non cedere. Lui era l'unico figlio sopravvissuto di Eitrigg, uno dei fondatori stessi dell'Orda, il Consigliere più fidato di Thrall, e non avrebbe contribuito a distruggere i suoi compagni di spedizione in nome della Legione Infuocata. Era una questione d'onore.
Udì il rumore di una porta in lontananza che sbatteva e seppe che la sua tortura stava per ricominciare.
Ariok si alzò in piedi e gonfiò le spalle massicce, continuando a dibattersi con le catene che lo trattenevano piegato al suolo. Non avrebbe dato a Kilrogg la soddisfazione di trovarlo già nella posizione che preferiva, annichilito e carponi sul pavimento.
Deadeye entrò nella sala e puntò il suo unico occhio sul suo prigioniero, il quale emise un minaccioso grugnito.
Una smorfia si dipinse sul viso dell'Orco guercio mentre avanzava lentamente verso di lui.
«Ah, Ariok... la tua tenacia è impressionante...!» commentò sogghignando mentre arrivava vicino all'Orco incatenato.
«Saresti sicuramente il miglior Berserker che il mio clan abbia mai prodotto...» disse.
«Piuttosto mi lascerei bersagliare da una cannoniera dell'Orda» ghignò Ariok, le gambe flesse leggermente per riuscire a stare in posizione eretta nonostante le catene.
Kilrogg gli si avvicinò ulteriormente, la sua mazza irta di lunghe ossa puntute ben stretta nella mano e sollevata in atteggiamento aggressivo.
Ariok non sbatté le palpebre mentre il primo colpo arrivava e le spine gli si conficcavano a fondo nel torace muscoloso e gonfio. Kilrogg torse la mazza e i buchi divennero strisce nella sua carne che spillavano sangue fresco. Non emise nemmeno un grugnito, serrando la mandibola con forza, per non dargli la benché minima soddisfazione.
L'Orco guercio accarezzò la ferita fresca con una mano e Ariok percepì con la forza di un pugno in pieno stomaco la brama di sangue. L'odore era inebriante e si ritrovò costretto a combattere contro il desiderio impellente di sentirne altro, di assaggiarlo, di vederlo fuoriuscire zampillando da cadaveri orrendamente sfigurati dalle sue stesse mani.
I suoi muscoli si tesero nello sforzo di contenere quel violento accesso e si agitò nelle catene ringhiando contro Kilrogg. Quest'ultimo rise di lui e si portò la mano sporca del suo sangue alle labbra sotto i suoi occhi, assaggiandolo.
«Davvero sicuro di non volerne un po'...?» lo tentò Deadeye, l'unico occhio rimasto che luccicava malvagio e divertito.
L'accesso di rabbia che lo investì in quel momento fu difficile da placare, ma ci riuscì. Il suo autocontrollo era forte e Kilrogg non poteva averla vinta.
«Stai attento, Kilrogg, stai rischiando tanto...» sputò Ariok pieno di odio.
«I miei metodi sono sempre stati rischiosi, ma senza un po' di pericolo non ci sarebbe nessun divertimento» rise il Capoclan dei Guerci Insanguinati.
Le spine della sua mazza tornarono ad accarezzare la pelle di Ariok, graffiandogli il fianco destro e poi risalendo verso le scapole mentre Kilrogg si portava alle sue spalle.
L'Orco Berserker sapeva esattamente cosa aspettarsi adesso e i suoi tentativi di liberarsi si intensificarono.
Il guercio rise.
«Non puoi liberarti, Ariok. Sei a mia completa disposizione» lo derise mentre lasciava cadere la mazza a terra.
Ariok lo sentì cingergli il bacino - decisamente più stretto delle sue spalle e del suo torace - e afferrargli con le mani la fibbia della cintura. La aprì e lasciò cadere l'indumento; in tal modo i suoi pantaloni scesero leggermente sulle cosce e il guercio poté agevolmente abbassarli.
Erano gli unici abiti che indossava, raffazzonati per la sua nuova taglia dopo che era stato trasformato in Berserker all'arrivo della spedizione da Azeroth nella Giungla di Tanaan. Una volta tolti quelli, le sue gambe e il suo sedere nudi erano alla mercé dei più nefandi desideri di Kilrogg.
Quest'ultimo emise un lungo e roco sospiro di apprezzamento nell'accarezzargli le cosce muscolose, risalendo verso le sue natiche scure.
Ariok ringhiò: percepiva la sua libidine come un'aura palpabile che permeava l'aria attorno a lui, un odore che gli saturava le narici e scatenava in lui l'ira più furiosa. Lo odiava e voleva ucciderlo, specialmente visto che era consapevole di ciò che stava per accadergli.
«I tuoi muscoli sono impressionanti, Ariok... così gonfi, così... possenti...» ogni parola di Kilrogg era pronunciata come se la stesse assaporando, godendosi con il tatto quanto stava apprezzando verbalmente.
Deadeye gli strofinò contro l'interno di una coscia il profilo rigido della sua erezione attraverso le braghe di cuoio.
«Mi piace la tensione nel tuo corpo, Ariok» disse, mentre raccoglieva la sua mazza.
Picchiò un colpo secco con la parte sguarnita di spuntoni ossei al centro della schiena del suo prigioniero, proprio dove si trovava il leggero solco della spina dorsale.
Ariok mugghiò come una bestia ferita e si accasciò sul pavimento, carponi.
Era perfetto. Kilrogg ghignò mentre si abbassava i calzoni e gli strusciava la cima dell'erezione tra le natiche, bruscamente e freneticamente, in cerca dell'ingresso.
Ariok cercò di rialzarsi ma venne colpito di nuovo, stavolta da diversi pugni violenti di Kilrogg, e costretto a rimanere curvo a terra.
L'Orco guercio trovò il buco. Utilizzò la saliva per lubrificarsi per lo stretto indispensabile a far entrare la sua erezione nel culo di Ariok, già violato a sufficienza in passato perché potesse opporre una vera e propria resistenza. Kilrogg si approfittava regolarmente della sua condizione di prigioniero inerme per soddisfare i suoi perversi desideri sessuali.
Ariok soffocò un lamento mentre avvertiva il suo sedere aprirsi al passaggio del grosso pene turgido di Kilrogg.
Il Capoclan dei Guerci Insanguinati si spinse più a fondo possibile, ignorando il dolore che poteva star causando alla sua controparte ed eccitandosi per quello che stava provando lui stesso a causa dell'attrito.
Quando fu entrato per bene fuoriuscì per metà e riaffondò con un colpo secco, ripetendo il gesto più e più volte, con sempre maggior foga. Ad ogni colpo inferto Ariok grugniva leggermente, il fondoschiena che gli bruciava per la mancanza di lubrificazione.
«Oh, Ariok...» esclamò Kilrogg in tono di godimento «Non la senti... la rabbia?».
Lui si stava divertendo ed eccitando e allo stesso tempo sapeva di stare facendo infuriare Ariok, che era il suo obiettivo finale in quella sede.
Sapeva che il suo metodo poteva essere pericoloso, però doveva riuscire a fargli perdere la ragione. Doveva riuscire a farlo diventare un Berserker al suo comando. Sarebbe stato invincibile.
Ariok sentiva montare dentro la furia, come sempre. Kilrogg gli dava il voltastomaco e la sua arroganza e impudenza gli faceva ribollire il sangue avvelenato dalla magia corrotta dei Guerci Insanguinati. Contenersi e rimanere lucido gli riusciva davvero complicato in quel momento, nonostante facesse del suo meglio per riuscirci.
Kilrogg cominciò ad emettere grugniti e gemiti di piacere che contribuirono solamente a far arrabbiare la sua controparte ancor di più.
Ariok percepiva l'ira vibrargli dentro, in profondità, sempre più intensa. Cercò per l'ennesima volta di liberarsi dalle catene, invano.
Ringhiò più forte, frustrato, i muscoli contratti nello sforzo di non cedere. Kilrogg, dalla sua posizione, si accorse del suo disagio.
«Perché resisti al tuo sangue, Ariok? Cedi alla tua rabbia» esclamò Deadeye, iniziando ad agitarsi con più vigore alle spalle di Ariok.
Era prossimo all'orgasmo e al suo obiettivo. Lo percepiva nei muscoli del suo prigioniero, nei suoi versi e nella maniera in cui tentava ancora senza successo di liberarsi dalle sue catene.
Forse quella volta sarebbe stata quella buona.
Il guercio si aggrappò ai fianchi dell'Orco Berserker con entrambe le mani, spingendosi bene a fondo e poi uscendo quasi del tutto.
L'affondo successivo fece sobbalzare Ariok per la forza impiegata e gli strappò letteralmente di bocca una minaccia ringhiata con tutto l'odio di cui al momento era carico: «Slegami e la mia rabbia te la farò assaggiare, Kilrogg!».
Il diretto interessato sghignazzò e continuò imperterrito, anche se per poco: arrivò all'orgasmo nel giro di breve tempo, premurandosi di premere bene la sua erezione nel culo di Ariok per non far fuoriuscire neanche una gocciolina del suo seme.
L'autocontrollo dell'Orco Berserker stava cedendo nonostante i suoi tentativi di tenerlo insieme e aggrapparsi disperatamente ad esso. Era come un velo che si stava lacerando sotto l'assalto di una belva furiosa.
Ariok stava per cadere preda della furia omicida del suo sangue corrotto. Stava perdendo la sua guerra dopo tanta fatica fatta fino ad allora.
Non riusciva a tollerare che Kilrogg lo utilizzasse come uno scarico per il suo sperma.
Improvvisamente, nel turbine trascinante e sempre più opprimente e profondo della sua rabbia, percepì la magia che permeava le catene indebolirsi. Kilrogg, venendo, stava allentando la sua presa sulla sua magia.
Ariok sentiva contemporaneamente la sua forza crescere con l'acuirsi della sua ira. Doveva tentare. Gli si stava presentando l'opportunità non solo di liberarsi ma anche di vendicarsi del suo aguzzino.
Cedette alla sua rabbia fino a che non si sentì talmente forte che niente avrebbe potuto resistergli. Era inebriato dalla potenza dei suoi muscoli e dalla brama di violenza che scorreva dentro di lui.
Improvvisamente si raddrizzò con il torace e divelse le catene, portando via anche le mattonelle cui erano ancorate.
Un ruggito di bestiale trionfo gli sgorgò naturalmente dalla gola mentre protendeva una mano ad afferrare il braccio di Kilrogg - grosso come uno stuzzicadenti nella sua presa - e se lo strappava di dosso, scaraventandolo sul pavimento davanti a sé. Quasi non aveva sentito il dolore per la brusca fuoriuscita del suo pene dal suo fondoschiena.
Deadeye grugnì all'impatto tra la sua schiena nuda ed il gelido pavimento. Giacque lì qualche secondo, guardando lo sguardo colmo di odio che Ariok gli stava rivolgendo.
Adesso era libero e rabbioso. Ce l'aveva fatta, aveva vinto.
«Kilrogg!!» urlò Ariok, gonfiando il petto e aprendo le braccia. Le catene che ciondolavano dai suoi massicci polsi facevano rumore sul pavimento, agitandosi mentre il Berserker inalava ed esalava pesantemente l'aria.
Il Guercio Insanguinato fece una smorfia di disprezzo: la sua creazione attualmente aveva in lui il suo primo e unico bersaglio.
Ariok sollevò le braccia e cercò di schiantargli addosso le catene. Kilrogg rotolò di lato e si lanciò lontano, evitandole per un soffio. Si distese supino con l'intento di alzarsi; purtroppo non fu abbastanza veloce per evitare il nuovo assalto di Ariok, che stavolta si lanciò con tutto il suo enorme corpo nerboruto su di lui.
Kilrogg si ritrovò con le braccia aperte e schiacciate sotto le gambe di Ariok, che si era inginocchiato sopra di lui con le gambe aperte e i pantaloni ancora tirati giù.
Lo guardò nell'unico occhio rimastogli è una risata roca gli gorgogliò nella gola.
Kilrogg era certo che lo avrebbe squartato a unghiate e ridotto le sue carni a brandelli sanguinolenti praticamente subito, invece se ne stava lì a fissarlo con odio e quella che pareva quasi... soddisfazione? Eppure non era possibile, doveva per forza aver ceduto totalmente alla rabbia irrazionale della corruzione del sangue, altrimenti non riusciva a spiegarsi come fosse stato in grado di liberarsi.
«Ora sei mio prigioniero, Kilrogg» sogghignò Ariok con tono compiaciuto.
Deadeye a quel punto fu completamente sicuro che la sua conclusione era stata del tutto errata: i Berserker non erano in grado di articolare frasi del genere. Grugnivano, ruggivano e spaccavano tutto ciò che capitava loro a tiro. Erano bestie senza cervello che lui poteva controllare a suo piacimento.
Ariok non era diventato un Berserker vero e proprio. Era tale solo nell'aspetto esteriore.
L'Orco Berserker godeva nel vedere il suo aguzzino nonché l'autore della sua maledizione finalmente costretto a sottomettersi a lui. Riusciva a fiutare il suo terrore e la cosa lo eccitava in maniera paurosamente innaturale.
Spinse gli stinchi sulle braccia di Kilrogg, sentendo le ossa gemere piano sotto il suo enorme peso. Gli sarebbe bastato niente per spezzarle, come innocui ramoscelli, ma non sarebbe stato sufficiente a placare la sua sete di vendetta. No, doveva ripagarlo con la stessa tortura che Kilrogg aveva usato su di lui per tutta la sua prigionia. Avrebbe giocato col suo corpo, l'avrebbe fatto soffrire.
Il solo pensiero faceva convergere il suo sangue tra le sue gambe, inturgidendo un'erezione proporzionata rispetto alle sue attuali dimensioni ed enorme se confrontata con le dimensioni del corpo del Capoclan dei Guerci Insanguinati.
Kilrogg aveva una visuale privilegiata di tale avvenimento. Ariok si chinò a strofinargli contro il naso la punta della sua erezione.
«Ti piaccio ancora, Kilrogg? Così grosso...» esclamò mentre si afferrava il pene e cominciava a masturbarsi per renderlo ancora più turgido. Si piegò a farlo ad un'angolazione tale per cui Deadeye poteva guardarlo in tutta la sua notevole dimensione.
Non gli ci volle molto prima di raggiungere il limite di sopportazione: era talmente elettrizzato all'idea di ciò che stava per fare a Kilrogg che masturbarsi presto divenne troppo poco per lui.
Con la mano libera ghermì la mandibola del guercio e lo costrinse ad aprirla.
«Ti avevo detto che ti avrei fatto assaggiare la mia rabbia» gli ricordò con un ghigno folle sulla faccia, mentre si sporgeva ad infilargli in bocca il pene. Era talmente grosso che graffiò la pelle contro i denti acuminati della sua vittima nell'entrare, ma riuscì a farlo per intero, riempiendogli la bocca fino quasi ad arrivargli in gola.
Kilrogg iniziò a recalcitrare, agitandosi col torso e scalciando, poiché era incapace di muovere le braccia.
Ariok gli diede un pugno sul naso con tale forza da farlo sanguinare.
«Comincia a succhiare, Kilrogg. Lo sai come si fa, no?» ringhiò l'Orco più grosso, muovendo con la mano l'erezione nella sua bocca «Oppure vogliamo scoprire quanto riesce a resistere il tuo braccio prima di rompersi...?» chiese.
Ovviamente nella sua stretta animalesca si sarebbe spezzato subito e Kilrogg non voleva rimanere anche privo di un arto. Le braccia gli servivano entrambe.
Sul punto di soffocare, respirò rumorosamente dal naso, inalando anche alcune goccioline di sangue, ed eseguì quanto richiesto da Ariok nonostante le dimensioni atipiche della sua erezione. Era talmente grossa che a fatica riusciva a trattenerla in bocca.
Ariok cominciò a gemere con la sua voce greve e roca, picchiando i pugni a terra di quando in quando per sfogare parte del suo godimento. Per il resto si agitava parecchio, andando incontro ai movimenti stentati del guercio con impeto.
Quando venne la prima volta, Kilrogg fu aggredito da un attacco di nausea sentendo quell'abbondante fiotto caldo e liquido riversarglisi direttamente in gola. Ebbe diversi conati di vomito ma Ariok non uscì; anzi, continuò con ancora più enfasi, per cui Kilrogg dovette cercare di placarsi per non soffocare sul serio.
Il Capoclan dei Guerci Insanguinati sperava che a quel punto fosse finita; invece Ariok aveva ancora voglia di soddisfare i suoi perversi desideri sessuali, a giudicare da come il suo pene rimase ben duro nella sua bocca.
Ariok era divertito e soddisfatto per le smorfie di terrore e sgomento che si alternavano sulla faccia di Kilrogg.
Quest'ultimo si chiedeva come poteva essere successo che Ariok si fosse liberato. Era certo che le catene magiche reggessero.
I suoi metodi pericolosi non lo erano mai diventati così tanto. Su di lui gravava la certezza che avesse commesso il passo falso fatale.
Il gigantesco Orco gonfio di muscoli sorrise mostrando le zanne fuori scala.
«Mi sto ancora riscaldando» disse Ariok, estraendo per metà la sua erezione e riprendendo a masturbarsi con foga.
Quando la coppia di tank varcò l'ingresso della sala dove loro e gli altri avventurieri avrebbero dovuto combattere contro Kilrogg Deadeye e cercare di liberare Ariok, si trovarono davanti una scena a dir poco incredibile: il Capoclan dei Guerci Insanguinati giaceva sul pavimento, entrambe le braccia spezzate che formavano angoli innaturali e la faccia ricoperta di liquido bianco che si mescolava a sangue secco, probabilmente fuoriuscito dal naso rotto. Di Ariok non c'era traccia.
Uno dei due tank, un Tauren paladino, si avvicinò leggermente per controllare lo stato del boss: non era mai successa una cosa del genere.
Avvicinandosi vide la mandibola aperta esageratamente e lo sguardo pieno di terrore rivolto verso il soffitto. Con disgusto si rese conto che il liquido bianco che gli schizzava la faccia era stato anche messo a riempire la sua orbita cava.
Era morto, non c'era alcun dubbio.
«E mo' che facciamo, cumpà?» si levò una voce femminile dalla folla di avventurieri.
«È già morto» disse il Tauren, rivolgendosi ai compagni «Andiamo avanti, il prossimo boss è Goref...».
«E Ariok?! Non possiamo neanche reclutare lui?».
Stavolta a parlare era stato un maschio, dal tono probabilmente un Elfo del Sangue.
Un coro di lamenti si levò dalla folla.
«Dovrò riprovare ancora la prossima settimana?!»
«Uffa, avevo lasciato un posto per Ariok in Guarnigione!»
«Ancora niente achievement...».
Il Tauren levò spadone e scudo come a proteggersi da eventuali assalti da parte dei più insoddisfatti.
«Ehi, ehi! Calma, non è colpa mia! Sono deluso quanto voi!» disse con la sua voce profonda «Ma non ci possiamo fare niente! Kilrogg è già morto e di Ariok non c'è traccia! Finiamo il raid!» disse, guardando la platea.
Nonostante ci fossero ancora un po' di dissensi, finalmente gli altri decisero di tornare all'ordine e seguirono il Tauren paladino e l'Orco guerriero - l'altro tank - oltre la grata dall'altra parte della sala, già alzata ovviamente, che conduceva all'ala del boss successivo della Cittadella Infernale.