Per una fetta di pizza

Jan 17, 2015 16:02

Titolo: Per una fetta di pizza
Rating: Rosso
Genere: Erotico, Slice of life
Personaggi: Dante, Nero
Wordcount: 1442 (fiumidiparole)
Prompt: Devil Trigger per il p0rn fest #8 @ fanfic_italia
Note: Age difference, Angry!sex, Lemon, Yaoi
«Esigo qualcosa in cambio visto che fino all'ora di cena le pizzerie a domicilio sono tutte chiuse e il frigo è vuoto!» esclamò Dante, incrociando le braccia sul torace e sollevando il mento con espressione alterata.
Nero lo fissò per qualche momento, accigliato; dopodiché allargò le braccia come ad offrirsi a lui.
«Possiamo scopare» disse «Quello in genere ti distrae da tutto il resto» aggiunse sarcastico.

Dante si raddrizzò stiracchiandosi sulla sedia, muovendo le lunghe gambe indolenzite dalla prolungata immobilità, urtando il telefono nel movimento e facendolo cadere giù dalla scrivania. 
Non si curò minimamente delle sorti dell'oggetto, esibendosi in uno sbadiglio tale che gli lacrimarono gli occhi. 
Gettò un'occhiata veloce al vecchio orologio appeso alla parete, scoprendo che aveva dormito per buona parte del pomeriggio. Si sorprese di esserci riuscito: da quando conviveva con Nero non riusciva più ad avere molto tempo per poltrire nell'arco della giornata. Il ragazzo non sopportava di essere ignorato a lungo. 
«Avrà trovato altro da fare o qualcun altro da importunare...» si disse mentre poggiava a terra i piedi e si ergeva in tutta la sua notevole statura. 
Sbadigliò di nuovo e nel farlo sollevò un braccio e l'afferrò con l'altro passando dietro la testa, flettendo la schiena intorpidita, che difatti emise una serie di piccoli scricchiolii. 
Era consapevole del fatto che dormire stravaccato per metà sulla sedia con le gambe appoggiate sulla scrivania non era esattamente la migliore posizione per la sua spina dorsale, però la trovava decisamente comoda e conciliante il sonno, per cui continuava ad usarla anche se ogni volta che si svegliava aveva bisogno di fare un po' di stretching dorsale. 
Mentre si piegava in avanti un borbottio cupo proveniente dal suo stomaco gli ricordò che l'ora della merenda pomeridiana era già passata da un po'; così si diresse verso la porta della cucina, seminascosta nell'ombra delle scale. 
Aprendola scoprì che Nero non era uscito, come aveva ipotizzato: era in piedi vicino al frigorifero socchiuso e gli stava dando le spalle. Non sembrava neanche che si fosse accorto della sua presenza. 
«C'è ancora la pizza avanzata di ieri sera...?» domandò Dante con voce ancora assonnata, dirigendosi verso il più giovane. 
Fece in tempo a posargli una mano sul culo che Nero si girò a guardarlo per metà con l'aria di chi era stato colto in fragranza di reato, un dito sporco di pomodoro che affiorava in parte tra le sue labbra. 
Da sopra la sua spalla Dante vide che sul bancone dinanzi a lui si trovava il cartone della pizza della sera prima, aperto e vuoto. Non gli ci volle molto a tirare le somme. 
«Ragazzo...» esordì ghermendogli entrambe le spalle «Hai finito la mia pizza?!». 
Dal tono sarebbe potuto passare per un demone fatto e finito; tuttavia Nero era certo che per quanto si potesse incazzare non gli avrebbe mai fatto quello che avrebbe fatto a chiunque altro che si fosse permesso di mangiare la pizza avanzata al posto suo. 
«Non era la tua pizza» disse, svincolandosi dalla sua dolorosa presa per voltarsi completamente nella sua direzione «Era la nostra cena» puntualizzò aggrottando le sopracciglia in un'espressione irritata «Quindi avevo diritto di mangiarla quanto te! E comunque stavi dormendo e in frigo non c'era altro!» soggiunse, puntandogli l'indice ancora unto di olio e pomodoro contro il viso. 
Dante strinse le labbra assumendo un cipiglio rabbioso ma imbarazzato mentre fissava quel dito accusatore rivolto verso di lui. 
A sorpresa e contro ogni possibile previsione di Nero, il più grande gli leccò il polpastrello e poi lo prese tra le labbra, succhiandolo per un istante. Il sapore della pizza che si percepiva ancora fu come benzina gettata sul fuoco della sua rabbia. 
«Esigo qualcosa in cambio visto che fino all'ora di cena le pizzerie a domicilio sono tutte chiuse e il frigo è vuoto!» esclamò Dante, incrociando le braccia sul torace e sollevando il mento con espressione alterata. 
Nero lo fissò per qualche momento, accigliato; dopodiché allargò le braccia come ad offrirsi a lui. 
«Possiamo scopare» disse «Quello in genere ti distrae da tutto il resto» aggiunse sarcastico. 
Dante lo guardò con cipiglio pensieroso per qualche minuto, quindi lo baciò con tutta la foga di cui era capace, sbattendolo contro il bancone. 
Nero mugugnò di dolore nella sua bocca mentre cercava di calmare i suoi ardori, evitando così ad entrambi di finire soffocati dall'impeto del bacio. Purtroppo fallì nel tentativo, arrendendosi alle violente attenzioni del suo partner. 
Allacciò le braccia intorno al suo collo e con le gambe gli cinse il bacino, aiutandosi col bordo del bancone contro cui era barbaramente sbattuto in continuazione. 
Dante gli afferrò le natiche, stringendole tra le dita ed affondandovi le unghie, che per fortuna erano corte. 
La passione e la furia del bacio eccitarono Dante più di quanto razionalmente si sarebbe aspettato: generalmente serviva qualcosa in più di un bacio per farlo diventare duro. Attribuì parte della colpa di quella precoce erezione al particolare stato d'animo in cui si trovava, senza porsi ulteriori dubbi. 
Senza alcun preavviso lasciò le natiche di Nero e gli afferrò le braccia, costringendolo a lasciarlo andare. 
Il ragazzo non capì cosa avesse in mente finché non percepì la sua stoica presa sui suoi fianchi mentre veniva voltato e schiacciato contro il piano del bancone. In quella posizione aveva lo stomaco compresso contro l'angolo del piano e il sedere facilmente accessibile. 
«Ah! Dante!» protestò indignato col fiato corto data la esagerata pressione applicata alla sua cassa toracica. 
Se voleva picchiarlo che lo facesse come avevano sempre fatto: direttamente! 
Il più grande strusciò il suo inguine contro il suo culo, cosicché Nero ebbe modo di percepire distintamente il profilo duro del suo pene premuto tra le sue natiche. 
Si sorprese di sentire già la sua erezione così grossa, specialmente perché lui cominciava ad eccitarsi solo in quel momento a causa del contatto in corso. 
Cercò di divincolarsi dalla mano che lo premeva sul bancone ma senza successo: il ridotto apporto di ossigeno lo rendeva più debole e facilmente soggiogabile. 
Dante gli slacciò la cintura con la sola mano libera e gli calò sia i pantaloni sia i boxer sempre con la stessa mano. Ormai aveva sviluppato una certa abilità nell'uso di un solo arto per quel genere di incombenze, per cui fu estremamente rapido e non accusò alcun sintomo di sforzo. 
Senza aspettare oltre gli infilò un paio di dita bagnate di saliva dentro il culo, allargando l'orifizio senza alcun garbo. 
«A-ah! Fa' piano maledizione!» si lamentò Nero, digrignando i denti per il dolore della violenta intrusione. 
Per tutta risposta Dante sostituì all'improvviso le falangi con la sua erezione. 
«Oh!» gemette il più giovane nel sentire qualcosa di grosso, duro e caldo che gli riempiva il fondoschiena. 
Le spinte del suo partner arrivarono con uno scarto di appena pochi secondi, incalzanti e poderose. 
Più si dimenava e più sentiva crescere l'aggressività e la rabbia nei confronti del suo partner. 
A Nero doleva il sedere a furia di subire colpi tanto forti che gli apportavano solo una minima parte del piacere che in genere provava. 
Nel turbolento vortice d'ira in cui si trovava, Dante si trasformò ed assunse le sue sembianze demoniache quasi senza accorgersene. Al contrario, il più giovane se ne rese conto eccome: così come il resto del suo corpo, anche il suo pene cambiò aspetto e consistenza, divenendo più rigido e un tantino più ingombrante. 
Nero sobbalzò e strinse i denti, reprimendo i commenti che gli vennero spontanei alle labbra. Non voleva dare a Dante la soddisfazione di sentirlo protestare. 
«Oh, finalmente sento qualcosa...!» esclamò invece, cercando di mentire in maniera convincente. 
Dante emise un verso simile ad un ringhio, continuando a spingere mentre con una mano andava a masturbare il suo fidanzato. 
Quest'ultimo apprezzò profondamente il gesto, specialmente perché la sua erezione adesso gli faceva quasi unicamente male. 
Dopo diversi minuti il ragazzo venne emettendo un sospiro roco ed eiaculando contro il bancone. 
Dante continuò a spingere senza nessun riguardo nei suoi confronti finché non arrivò all'orgasmo anche lui. Si svuotò nel suo corpo tirando un sospiro di sollievo; dopodiché uscì lentamente dal suo fondoschiena. 
Nero si accasciò sul bancone, improvvisamente esausto. 
«Cazzo, Dante!» esalò indignato «Non trasformarti mentre scopiamo!». 
«E perché no?» chiese l'altro con voce più profonda, trasformata dalla metamorfosi. 
«Perché il tuo cazzo entra appena nel mio culo!» ringhiò l'altro portandosi una mano al sedere «E comunque adesso spero tu ti sia vendicato a sufficienza per la tua pizza, perché ho intenzione di ripagarti con la stessa moneta...!». 
Nel dire ciò si sollevò e alle sue spalle comparve l'ombra azzurra del torso di cavaliere che appariva sempre ogni volta che attivava il suo Devil Trigger. Nella mano destra il cavaliere impugnava una versione opalescente della Yamato che pareva essere più concreta del normale. 
«Ehi! Non puoi farlo, io avevo un motivo!» esclamò Dante mentre una singolare sensazione di imminente pericolo gli s'insinuava in petto. 
«Spiacente, il tuo Devil Trigger non era incluso» Nero sorrise compiaciuto mentre sollevava il Devil Bringer verso il suo partner «Vediamo se ti piace avere una spada infilata nel culo...».

fandom: devil may cry, rating: nsfw, pairing: dante/nero

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