Titolo: Incidenti di percorso
Fandom: Free! Eternal Summer
Rating: giallo
Personaggi: Rin Matsuoka, Sousuke Yamazaki, implicit Haruka Nanase
Pairings: Rin/Haruka
Riassunto: "«Sei credibile come una donna vittima delle violenze domestiche del marito. » commentò acido.
A quelle parole Rin arrossì inevitabilmente e sbottò: «Ma quali violenze domestiche, è stato un incidente! » prima ancora di rendersi conto della reale entità di quell’affermazione."
Disclaimer: Free! e tutti i suoi personaggi appartengono a Kouji Ouji e alla Kyoto Animation.
Note: Scritta per la
Notte Bianca #4 di
free_perlatrama ispirata al prompt "Rin compare improvvisamente con un livido ben visibile sul volto e Sousuke va in bestia. Bonus se detto livido si creò durante circostanze particolari riguardanti un Haruka Nanase a caso.".
Beta:
Word count: 758 (fdp)
Rin aveva tentato di nasconderlo in tutti i modi, ma l’ematoma era lì, in bella vista, appena sopra il suo occhio destro. Aveva addirittura pensato di ricorrere alla sorella per farsi prestare qualche sorta di trucco per mascherarlo, ma sarebbe servito a poco. In ogni caso, quando avesse indossato la cuffia in piscina e i capelli non l’avrebbero più coperto, sarebbe stato visibile a tutti e domande e ipotesi si sarebbero sprecate. Del resto non avrebbe mai immaginato che sarebbe diventato così viola, la sera prima quasi non si vedeva nulla.
Era intento a controllarlo allo specchio, quando Sousuke aprì la porta della loro stanza, di ritorno dal jogging mattutino.
«Ma che hai fatto? » esclamò il moro, spalancando gli occhi non appena lo vide.
Rin, preso alla sprovvista e senza una scusa valida, sviò lo sguardo nel tentativo di minimizzare la cosa.
«Sono caduto dal letto. »
«Ah, sì? E quando? Nella mezz’ora in cui sono stato fuori? »
La voce di Sousuke iniziava ad alterarsi, segno che l’amico se la stava prendendo più del dovuto.
«É solo una sciocchezza. » tentò ancora Rin, dandosi arie di noncuranza.
«Sì, è una sciocchezza, una grossa sciocchezza. Rin! Non avrai fatto a botte, vero? Sai che questo potrebbe costarti la sospensione da scuola e dalle attività del club! Sei il capitano, un fatto del genere avrebbe un peso non indifferente! »
Il rosso dovette ammettere che quello scenario era piuttosto inquietante, se si fosse sparsa la voce e considerando il suo modo di fare non esattamente tranquillo dell’anno precedente, la situazione non sarebbe stata rosea.
«Non sono un attaccabrighe, Sou. » tentò di difendersi.
«Ah, no? Allora dimmi come te lo sei fatto. »
«Te l’ho detto, sono caduto. »
Lo sguardo cristallino del compagno si fece tagliente.
«Sei credibile come una donna vittima delle violenze domestiche del marito. » commentò acido.
A quelle parole Rin arrossì inevitabilmente e sbottò: «Ma quali violenze domestiche, è stato un incidente! » prima ancora di rendersi conto della reale entità di quell’affermazione.
In effetti sì, non c’era stato nulla di voluto in quel livido, frutto forse solo dell’eccesiva foga, della passione e degli ormoni adolescenziali in subbuglio, figlio del suo stupido desiderio di nuotare di nuovo all’Iwatobi Swim Club, riaperto di recente. E non era nemmeno colpa di nessuno se la sera prima gli spogliatoi erano stati completamente deserti, al punto che persino in coach Sasabe se n’era andato lasciando loro le chiavi. Beh, forse un po’ colpa di Haru lo era, perché uscire dalla doccia in quel modo, con solo un asciugamano legato in vita, sarebbe risultato un attentato per chiunque. Rin era una persona sensibile, d’accordo, ma non era mai stato un santo. Non si era nemmeno reso conto di come lo avesse spinto di nuovo in quella doccia, mentre le mani accarezzavano ogni centimetro di pelle, inaspettatamente ricambiate, di come le bocche si erano ritrovate ad esplorarsi a vicenda e di come l’acqua continuasse inevitabilmente a scorrere su di loro rendendo il tutto tremendamente sexy.
In realtà non avrebbe saputo dire nemmeno cosa fosse successo esattamente in seguito: ricordava solo il corpo di Haruka premuto contro il suo, la sua stessa mano che scendeva ad accarezzargli una coscia e faceva forza per sollevare la gamba, poi l’improvviso senso di vuoto e il dolore alla testa.
Quando si era ripreso, Haru gli stava appoggiando sulla fronte una borsa del ghiaccio improvvisata con i materiali del pronto soccorso della piscina.
Rin avrebbe potuto giurare di averlo sentito ridacchiare, ma forse era stata solo un’allucinazione. Dopotutto avrebbe anche potuto capirlo: chi non si sarebbe fatto una grossa risata nel vedere il proprio ragazzo che, nel bel mezzo di un incontro bollente in una doccia, mette un piede in fallo e crolla come un sacco di patate? Ma Haru non era il tipo, anzi, doveva essersi fatto male anche lui visto che gli era caduto addosso.
«Allora? »
Il tono incalzante di Sousuke lo riportò alla realtà.
«Se stai mettendo a rischio la tua carriera per una scemenza, non ti perdonerò. Oggi ti farai vedere dal medico della scuola, è pur sempre una botta alla testa. E adesso sputa il rospo.»
Rin alzò le mani, in un gesto di resa apparente.
«D’accordo, d’accordo, non volevo dirlo perché è imbarazzante, ma ieri sera sono scivolato nella doccia. »
A quell’affermazione, l’espressione di Sousuke si rilassò un poco, al punto che quasi gli scappò un risolino mentre si passava una mano sulla faccia.
«Sei senza speranze. » concluse, mentre Rin si augurava che il suo rossore fosse credibile come semplice imbarazzo per la figuraccia e che non gli tornasse in mente che la sera prima non era rientrato fino a tardi.