[Free!] In un pomeriggio d'estate

Jul 21, 2014 13:39

Titolo: In un pomeriggio d'estate
Fandom: Free! Eternal Summer
Rating: verde
Personaggi: Haruka Nanase, Rin Matsuoka
Pairings: Haruka/Rin
Riassunto: " I capelli di Rin gli piacevano un sacco, anche se non avrebbe saputo spiegarne il bizzarro motivo: gli piaceva come gli cadevano sulla fronte formando ciuffi dalla volontà propria, come gli s’incollavano al viso quando usciva dall’acqua, il modo in cui li tirava indietro con gli occhialini e l’aria negligentemente seducente che assumeva quando si faceva quell’assurdo codino."
Disclaimer: Free! e tutti i suoi personaggi appartengono a Kouji Ouji e alla Kyoto Animation.
Note: Scritta per la Notte Bianca #4 di
free_perlatrama ispirata al prompt "Haruka, preso da chissà quali istinti, gioca con i capelli di Rin mentre costui dorme. Finisce per fargli le trecce.".
Beta:
Word count: 971 (fdp)


Era un tranquillo pomeriggio d’estate, nella più classica delle visioni: le cicale frinivano tra i cespugli del giardino e i panni stesi ondeggiavano dolcemente nella brezza leggera. Faceva caldo, tropo caldo, in quelle ore appena dopo pranzo, quando il sole batteva a picco e sembrava voler sciogliere ogni cosa, azzerando ogni volontà di movimento. Persino l’acqua della canna per innaffiare il giardino, che in un primo momento sarebbe potuta sembrare un’oasi di refrigerio, era in realtà tiepida al tatto e per nulla confortevole. La luce giungeva soffusa sotto il portico, appena ombreggiata dal lenzuolo bianco steso poco distante. Il silenzio regnava sovrano.
Haruka era in piedi accanto alla porta finestra, con alcuni piatti in mano, interrotto nel tragitto tra il tavolo e il lavello dai giochi di luce che si rincorrevano sul pavimento di legno e che avevano attirato la sua attenzione.
Quel giorno non c’era nessuno, nessuno tranne loro e, per quanto potesse sembrare strano, l’atmosfera era incredibilmente pacata e sonnolenta. Rei e Nagisa erano andati al mare, trascinati dall’irrefrenabile desiderio del biondino di passare la giornata sulla spiaggia, tra sguazzi tra le onde e castelli di sabbia. Makoto, per quanto si fosse dichiarato terribilmente dispiaciuto per la diserzione, aveva dovuto accompagnare i fratellini al parco acquatico. Haruka lo invidiava al solo pensarci, ma era anche vero che avrebbe preferito di gran lunga una semplice piscina: il caos dei parchi lo infastidiva. Anche dall’altro “lato”, a quanto pareva, erano tutti impegnati: Gou aveva un appuntamento, sosteneva con un’amica, ma la cosa era sospetta. Nitori era stato trascinato da Momotaro a caccia di costumi e Sousuke, miracolosamente, era tornato a casa dai suoi. Insomma, era una pacifica quanto anomala domenica in cui erano solo loro due.
Rin si era disteso sul portico qualche minuto prima, con la scusa di riposare, e Haru si era infastidito perché non lo aveva aiutato a sparecchiare. Rin aveva riso dicendogli che parlava come una casalinga, Haru aveva borbottato qualcosa e gli aveva voltato le spalle, mentre immagini improbabili gli attraversavano la mente. Come sarebbe stato avere a che fare con Rin quotidianamente? Se lo chiedeva mentre se ne stava lì, con i piatti in mano, ad osservare il sole abbagliante che strappava riflessi purpurei dai suoi capelli. Come sarebbe stato avere la certezza che Rin sarebbe rimasto nella sua vita, che non sarebbe saltato fuori, di nuovo, l’ennesimo problema, l’ennesimo dramma, che avrebbe portato ad una nuova frattura? L’Australia, la loro competizione infantile, il trasferimento alla Samezuka, la rabbia, il senso di colpa, Sousuke… Haruka era stanco di perdere Rin, era stanco di avere sempre qualcosa che si intrometteva tra loro, e quei rari momenti pacifici e silenziosi gli apparivano come una sorta di paradiso.
Dopo aver posato i piatti nel lavandino, tornò indietro in punta di piedi, spiando oltre la porta finestra il volto dell’amico. Non aveva pensato a cosa dire, né a come rispondere se Rin avesse notato quello strano comportamento, ma non ce ne fu bisogno, poiché il rosso si era pacificamente addormentato, la testa appoggiata su un braccio ripiegato sul pavimento. Le ciglia abbassate gli ombreggiavano leggermente le guance e alcuni ciuffi gli ricadevano sulla fronte, spargendosi sul braccio e sul pavimento. Mosso da chissà quale istinto, Haruka allungò un braccio e glieli scostò dagli occhi con delicatezza. I capelli di Rin gli piacevano un sacco, anche se non avrebbe saputo spiegarne il bizzarro motivo: gli piaceva come gli cadevano sulla fronte formando ciuffi dalla volontà propria, come gli s’incollavano al viso quando usciva dall’acqua, il modo in cui li tirava indietro con gli occhialini e l’aria negligentemente seducente che assumeva quando si faceva quell’assurdo codino. Amava il loro colore, così particolare: probabilmente era la cosa che maggiormente lo aveva colpito al loro primo incontro da bambini, insieme al fuoco dei suoi occhi, ed ora era dolcemente nostalgico ripensarci.
Mentre fantasticava non si rese conto che le sue dita avevano preso a districare quasi automaticamente quelle ciocche scomposte, pettinandole gentilmente fino a renderle setose. Più la sua mente spaziava nei ricordi, rincorrendo gli attimi silenziosi, rari come perle, passati in compagnia di Rin, più le sue mani continuavano la loro paziente opera, assaporando la morbidezza di ogni ciuffo e districando delicatamente ogni nodo. Tra loro c’era sempre stato fin troppo chiasso, o meglio, Rin da sveglio era chiassoso oltre misura e quando non si trattava di schiamazzi effettivi era confusione mentale, che puntualmente lasciava nei pensieri di Haru dopo ogni loro incontro, pacifico o meno che fosse. Perché se Haruka era una pozza d’acqua tranquilla, Rin era l’uragano che la sconvolgeva ogni volta.
Sospirando, il giovane tornò con i piedi per terra, in quel luminoso pomeriggio estivo, dove non vi era traccia di tempeste, ma solo il suo amico addormentato sotto il portico di casa, i piatti che aspettavano di essere lavati e le lenzuola stese da ritirare. Sarebbe stato bello se fosse potuto durare per sempre. Si chinò in avanti, in silenzio, e posò un bacio sulla fronte di Rin, prima di alzarsi e tornare alle faccende.

Non appena i passi di Haruka voltarono l’angolo, gli occhi di Rin si aprirono di scatto mentre il ragazzo si augurava che il rossore delle sue guance si confondesse con il riflesso del sole sui suoi capelli. Cos’era appena successo…?
Si rialzò a sedere lentamente, massaggiandosi il braccio leggermente indolenzito e chiedendosi se quei tocchi gentili e quel bacio li avesse sognati o fossero stati effettivamente reali. Un gesto meccanico lo indusse a portarsi una mano alla nuca, nel tipico movimento che compiva quando era imbarazzato e le sue dita incontrarono una consistenza anomala, che lo spiazzò quando si rese conto che si trattava di alcune sottili treccine che scendevano a lato della fronte.
Ma che…? Lo stava per caso prendendo in giro? Tutti quei gesti teneri, tutta quell’aspettativa e poi…
«HARU! »
Altro che bacio sulla fronte, adesso gliel’avrebbe fatta vedere lui!

fandom_free! iwatobi swim club, pg_haruka nanase, pg_rin matsuoka, pair_rin/haruka, oneshot

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