Ovviamente ogni volta che mi riprometto di fare un seguito di un post, succedono eventi
nel mondo vero che mi distraggono dai miei doveri internettiani.
E il risultato e' che nel frattempo il mondo cambia, e le cose succedono.
Ad esempio volevo raccontare del clima di attesa che si percepiva, in Macedonia, per la decisione della NATO se invitare o no questo piccolo paese a farne parte.
Pare che gli USA fossero contentissimi di invitarli nella grande famiglia, e nessun altro membro dell'alleanza avesse alcunche' da obiettare, tranne la Grecia. E per questo tipo di decisioni ci vuole l'unanimita'.
Ho assistito a un tg dai toni affascinantemente drammatici, in cui si passava dalla conferenza stampa in cui una ministra greca con voce conciliante spiegava che loro non chiedevano poi tanto, solo di cambiare nome (tipo Alta Macedonia), al rappresentante americano che raccomandava ai due litiganti di trovare un accordo in tempi brevissimi, perche' questo meeting della NATO sarebbe stato (per motivi che non ha spiegato e che forse gia' tutti da quelle parti sanno, ma io no) l'ultimo treno possibile per ottenere l'invito all'adesione.
Suonava molto come un "e dai cambiate nome, su, che vi costa", per cui i macedoni con cui avevo la ventura di guardare la tv in quel momento (e probabilmente tutti i macedoni davanti a tutte le tv del paese in quel momento) inveivano contro lo schermo mentre parlava.
Qualche giorno fa ho letto che niente, alla fine la Grecia ha mantenuto il veto e non c'e' stato l'invito della NATO alla Macedonia.
Mi e' dispiaciuto, sembravano davvero tenerci.
Ma riprendiamo da dove avevo interrotto nello scorso post:
Macedonia e Bulgaria
La Bulgaria non ha mai fatto troppe storie alla Macedonia e la riconosce come stato. I bulgari sono pero' unanimemente concordi su un fatto: la Macedonia esiste, ma i macedoni no.
La mia guida turistica di Sofia, nel descrivere i rapporti di similitudine della lingua bulgara con il resto del ceppo slavo, specifica riguardo alla
lingua macedone che essa non esiste, trattandosi in effetti di un dialetto del bulgaro. Prevedibilmente, menzionare questo a un macedone e' causa di convulsioni.
Un importante storico bulgaro, di cui leggo un interessante pezzo sulla rivista gratuita della Air Bulgaria, viene presentato come autore di svariati best-seller, tra cui uno che si intitola "Le dieci bugie del macedonismo".
Mi si racconta di una discussione tra alcuni dei miei local companions macedoni e alcuni bulgari riguardo all'appartenenza di una certa famosa canzone popolare, che i bulgari consideravano indisputabilmente parte della tradizione bulgara. La canzone si intitola "Aquila che bevi l'acqua del fiume Vardar", o qualcosa del genere. Il fiume Vardar attraversa la Macedonia e non passa dalla Bulgaria. Sebbene questo possa sembrare un argomento convincente, comincio ormai a capire la psicologia balcanica abbastanza da intuire
come mai per un bulgaro il fiume Vardar sia bulgaro.
Macedonia e Serbia
Non ho capito se i rapporti con la Serbia sono buoni o cattivi. Probabilmente entrambe le cose.
C'e' una lunga e complicatissima storia che coinvolge un importante prelato ortodosso e su cui i macedoni saranno molto lieti di raccontarvi con passione come mai i serbi siano dalla parte del torto. Le chiese ortodosse sono, se ho ben capito, nazionali. Ovvero esiste una chiesa ortodossa greca, una serba, ecc., e quella di Costantinopoli e' solo prima inter pares. Durante il titismo la chiesa macedone si e' dichiarata autonoma da quella serba; quest'ultima ha preferito all'epoca non fare troppe storie perche' dati i tempi era meglio per qualunque chiesa mantenere un profilo basso.
Finito il comunismo, poi dissolta la Jugoslavia, la questione ha cominciato immediatamente a riscaldarsi. Attualmente in Macedonia ci sono la Chiesa Ortodossa Macedone e la Chiesa Ortodossa Serba di Macedonia, quest'ultima ampiamente minoritaria, e sia la Serbia che la Macedonia strumentalizzano la faccenda in chiave nazionalistica.
Ma a parte questo, i legami economici sono molto stretti (il che ha fatto si' che l'embargo alla Serbia abbia colpito duro anche la Macedonia che non c'entrava niente) e la questione del riconoscimento del Kossovo ha ulteriormente avvicinato i due paesi.
Macedonia e USA
Gia' ho detto della faccenda dell'invito a unirsi alla NATO, caldeggiato dagli USA. Gli USA hanno comunque gia' delle basi molto strategiche in Macedonia.
E' attualmente in costruzione, su una porzione ridicolmente gigantesca della collina che incombe sulla citta' di Skopje, una nuova
ambasciata americana. E' cosi' enorme e bunkeriforme che non si puo' fare a meno di pensare che non assomiglia mica a una ambasciata, quanto piuttosto a una base militare.
La vecchia ambasciata americana e' tuttora in uso. Assomiglia a un'ambasciata classica, a parte l'
imponente dispiego di misure di sicurezza.
Paesi che stanno simpatici ai macedoni
In generale il criterio per cui un paese stia simpatico ai macedoni e' che non ci confini. Ad esempio non hanno nulla da ridire sui bosniaci.
Inoltre, sorprendentemente, hanno simpatia per la Turchia. E questo sebbene i loro eroi del passato abbiano dato la vita per liberarsi da essi, e la repressione sia stata dura, e in ogni chiesa si racconti che i turchi erano grandi persecutori di cristiani (in vari posti ho letto invece che i turchi erano talmente tolleranti verso i cristiani ortodossi che ci lucravano pure; e che la relativamente piccola porzione di convertiti all'Islam lo ha fatto perche' cio' garantiva benefici fiscali e opportunita' di carriera nell'apparato statale; ma magari si tratta di momenti storici diversi, e si sa che la memoria storica dei popoli e' singolarmente selettiva).
Kemal Ataturk e' nato a Bitola, in Macedonia, citta' che tuttora e' molto orgogliosa di cio' e lo onora con un museo.
La moschea di Ali Pasha, a Skopje, e' attualmente in ristrutturazione con fondi turchi, a quanto dichiara il cartellone dell'appalto.
Che io sappia non c'e' una significativa minoranza turca in macedonia, a differenza che in Bulgaria dove il tassista si lagnava dell'esistenza di questa regione del paese dove tutti erano turchi; col passaporto bulgaro, ma turchi (non ricordo come era arrivato a parlare di cio'). Distrattamente per un momento ho pensato che era strano che a nessuno venisse in mente una soluzione semplice semplice: ridare quella regione alla Turchia. Poi mi sono ricordato che probabilmente quando si parla di queste cose si ha piuttosto in mente un'altra soluzione in linea di principio semplice, cioe' tenersi la terra ed espellere i suoi abitanti.
L'eroe dei macedoni
In una chiesa al centro di Skopje riposano le spoglie di
Gotse Delchev, cui e' dedicato un piccolo museo che ne spiega le gesta. (Nota: apprendo adesso da wikipedia che i bulgari lo considerano un loro patriota, e che in effetti la questione non e' neanche cosi' peregrina come potrebbe sembrare.)
Nonostante il tono enfatico dei pannelli di questo museo, mi pare di capire che l'atto piu' eroico e significativo da lui compiuto prima di morire come uno stronzo in uno scontro a fuoco con la polizia e' stato il seguente: ha rapito una missionaria americana.
La strana guerra civile
Negli anni '90 l'ottimo film macedone "Prima della pioggia" (Milcho Manchevski) faceva capire che la prossima guerra civile etnica dei Balcani avrebbe potuto essere in Macedonia, tra macedoni propriamente detti e albanesi di Macedonia.
In pratica una guerra non c'e' mai stata. Ma, ti diranno tutti, c'e' stato QUALCOSA.
Cosa? Su questo tutti sono d'accordo: non si sa bene cosa sia successo.
Delle persone sono morte, non si sa quante. Ci sono stati
degli accordi che hanno reso un'ampia porzione del paese formalmente bilingue, e hanno dato molto potere ai partiti rappresentativi della comunita' albanese, con tanto di rappresentazione obbligatoria nel governo e potere di veto.
(Nota: se ritieni che questo sia anti-democratico, come ovviamente e' opinione unanime di tutti i macedoni di etnia macedone, prova a riflettere sul fatto che confiare artificialmente la rappresentativita' di una minoranza potrebbe essere l'unica soluzione sensata quando la maggioranza puo' davvero avere la tentazione di fare leggi apertamente contro la minoranza. Esercizio mentale: se nella Germania di Weimar fosse esistito un sistema analogo, con partiti ebraici dotati di potere di veto, l'alleanza del Partito NazionalSocialista con i conservatori e i nazionalisti non avrebbe potuto nascere e Hitler non avrebbe preso il potere cosi' facilmente.)