T'ga za jug. Cartoline dai Balcani meridionali, #1

Mar 25, 2008 00:25

Saluti da Sofia
Sofia e' una metropoli di 2 milioni di abitanti, in rapida crescita. La sua edilizia si compone di vecchi palazzi dell'era comunista e di nuovi palazzi da urbanistica selvaggia.
L'unica cosa bella che venga in mente riguardo a Sofia sono le chiese ortodosse. Qualunque guida turistica, in effetti (ma l'ho scoperto dopo) insiste moltissimo sulle chiese ortodosse. Le chiese ortodosse sono in generale molto piccole e rapide da visitare.
Il tassista che mi portava al Monte Vitosha mi ha ripetuto molte volte, sebbene non richiesto di un parere al proposito, il concetto "a Sofia non si sta male; non si sta affatto male".

Saluti dal Monte Vitosha
Praticamente l'unica altra cosa, a parte le chiese, menzionata dalle guide turistiche. L'ho scoperto dopo, ma gia' avevo avuto l'intuizione guardando la mappa.
Bella vista, bel clima.
Manca ancora la coscienza ecologica, per cui e' un po' una pattumiera, ma arrivera' anche quella.
Tra la sporcizia del Monte Vitosha e altre osservazioni, sono giunto a varie considerazioni sugli stadi di sviluppo di una societa' in progressione economica: prima i cazzi propri, poi (molto dopo) viene voglia di investire sul bene comune. Ad esempio, le automobili private sono in media abbastanza nuove, ma i mezzi pubblici sono molto vintage. I servizi di trasporto privato hanno mezzi ultimo grido, gli autobus sono come questo (ma con 12 anni in piu').
Obliterare il biglietto consiste nel punzonarlo con un meccanismo talmente low-tech che sto ancora cercando di capire come si puo' scoprire se sto riciclando lo stesso biglietto su un altro bus a distanza di tempo.

Saluti da Sofia #2
Casualmente sono inciampato nel cambio della guardia di fronte al Palazzo del Presidente. E' molto coreografico e quindi buffo. Non viene segnalato sulle guide per turisti e quindi sono fiero della fortuna che ho avuto.
Un'auto blu con un politico dentro (forse il Presidente?) a momenti mi metteva sotto.

L'arte del servizio
Questo l'avevo gia' notato in Russia: le persone con cui hai un rapporto di servizio (camerieri, personale degli hotel e dei trasporti) sono assolutamente scostanti, scortesi, severi. Attribuirei facilmente la cosa all'eredita' del comunismo (se non esiste proprieta' privata non esiste incentivo a gratificare il cliente) se non fosse che invece ho trovato molta cortesia in Slovacchia e, particolarmente, in Macedonia (vedi sotto).

Saluti da Skopje
Sara' perche' la Yugoslavia si e' disallineata decenni prima della fine del comunismo, ma l'edilizia del regime a quanto ho visto era molto meno atroce che altrove nell'Est. E i nuovi urbanisti e architetti sembrano avere un gusto occidentale.
L'impressione superficiale venendo in Macedonia dalla Bulgaria e' di entrare in un paese piu' ricco. Effettivamente, invece, credo sia il contrario: la Bulgaria e' un paese in pieno boom, la Macedonia invece e' uno dei pochissimi paesi che hanno ancora il PIL piu' basso rispetto a prima dell'arrivo del capitalismo. Le spiegazioni che mi sono state date: la dissoluzione della Yugoslavia li ha colpiti duramente, e hanno vicini stronzi.

Macedonia e Grecia
Ad esempio, come e' ben noto, la Grecia.
La Grecia rompe i coglioni alla Macedonia da quando e' indipendente: l'ha obbligata a cambiare bandiera, si rifiuta di riconoscerla col nome di Repubblica di Macedonia e impedisce agli altri paesi di riconoscerla, e pone il veto al suo ingresso nella NATO, da discutersi tra brevissimo, e all'UE. La Grecia suggerisce i nomi Alta Macedonia, Macedonia del Nord, basta che non si chiami Macedonia. Per i primi due anni di esistenza di questa repubblica, la Grecia ha addirittura applicato un embargo economico.
Qualche chiarimento: quando i turchi governavano la regione, a chiamarsi Macedonia era una regione molto piu' vasta. Di questa, il 51% e' attualmente parte della Grecia, mentre la Macedonia ne comprende solo il 38% (propriamente, si tratterebbe della provincia chiamata Macedonia di Vardar, mentre quella greca e' la Macedonia Egea), mentre il resto e' andato alla Bulgaria.
La Grecia ha efficacemente grecizzato la sua porzione con il vecchio metodo che un tempo era usato da tutti e che adesso, per i nostri gusti raffinati, suona politicamente scorretto: deportazioni ed espropriazioni. Inoltre rifiuta di riconoscere l'esistenza di una minoranza etnica macedone sul suo territorio. Dettaglio interessante: quelli che sul suo territorio si autodefiniscono macedoni vengono classificati come discendenti di tribu' bulgare.
Un macedone mi dice: secondo il diritto internazionale moderno, se esistesse un'entita' statale chiamata Macedonia, la Grecia gli dovrebbe dare un bel po' di soldi come risarcimento di cio' che accadde a Salonicco (principale citta' macedone, de-macedonizzata bruscamente). Quindi la Macedonia non puo' esistere, e se esiste, be', non e' la Macedonia.
Attualmente la denominazione internazionale di questo stato e' FYROM (Former Yugoslav Republic Of Macedonia) ma credo che siano tutti d'accordo che e' solo un placeholder.

Macedonia e Grecia #2
D'altra parte, la Grecia e' il massimo partner economico della Macedonia. Un'interessante pubblicazione che ho letto prima del viaggio spiega, tra le altre cose, che gli investitori greci sono i piu' coraggiosi apripista nelle nuove economie dei Balcani; gli altri occidentali sono piu' cauti, e in una economia fragile come quella macedone siamo ancora nella fase in cui la parte del leone ce l'hanno ancora gli apripista.

Albanesi
La minoranza albanese (25%) chiede a gran voce piu' diritti. Ma tra le sue richieste piu' sentite c'e' il riconoscimento, da parte del governo, del nuovo stato del Kosovo.
I macedoni di etnia macedone sono estremamente netti al riguardo: riconoscere il Kosovo e' semplicemente impensabile. (Possono accettare, come hanno gia' fatto, di garantire quote protette agli albanesi in tutti i lavori statali, potere di veto in parlamento, bilinguismo nelle scuole delle province occidentali, ma il riconoscimento del Kosovo proprio no.)
La motivazione: darebbe il cattivo esempio, incitando gli albanesi di Macedonia a secedere pure loro, portando a disgregazione il gia' piccolo e fragile paese.
La tentazione di far notare che si e' appena finito di dare degli stronzi ai greci per esattamente la stessa cosa e' presente, ma qualcosa, un sesto senso, fa intuire che la conversazione potrebbe diventare sgradevole.
Lo stesso intuito induce a cercare in fretta argomenti alternativi di conversazione quando cominciano a parlare della pigrizia congenita degli albanesi che ottengono lavori statali.

Continua...
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