Dec 22, 2008 15:54
“Abarai! Abarai!” strilla Yachiru, con le lacrime agli occhi.
Accanto a lei, una pozza cremisi imbratta la sabbia fine dello Hueco Mundo. Il sangue cola dalle trecento ferite sul corpo di Renji, crocifisso alle trecento lame della Zanpakuto nemica.
Zabimaru, la fiera spada del fiero luogotenente, dondola nel vuoto, quasi ridicola, aggrappata alla mano che con ostinazione ancora la impugna. Il silenzio, spietato, ha ingoiato il suo ruggito.
“Abarai! Abarai!!” strilla ancora Yachiru. Duecento metri più in là, il Privaron Espada codardo, infido e bastardo che ha ucciso Renji sogghigna.
La morte congelerà un’espressione trionfante sulla sua testa mozzata, ennesima reliquia di un esercito sconfitto ma mai vinto davvero.
Yachiru corre a perdifiato e raggiunge Renji. Il fiero luogotenente è ormai una maschera di sangue. Un’imperfezione scura sul paesaggio immacolato.
“Abarai,” lo chiama, e le pare di udire una risposta.
//2
Con uno shunpo da maestro, Byakuya Kuchiki arriva sul luogo dello scontro.
L’aria è densa del reiatsu bollente di Renji; la terra è coperta di Arrancar sconfitti dalle sue implacabili zanne.
C’è un superstite, Byakuya se ne accorge subito. Non è delle Exequias, a differenza della maggior parte degli altri, che indossano candide maschere grottesche.
Per essere riuscito a sopravvivere a Zabimaru, riflette Byakuya, questo relitto deve esser stato un Espada. E deve avere qualche potere strano, perché la sua testa è a qualche dozzina di metri dal corpo, e tuttavia egli respira.
Il taichou non si cura di questo moribondo, in ogni caso. Ha individuato, a breve distanza, il reiatsu di Renji, insolitamente flebile, è vero, ma di certo quel cagnolino randagio si riprenderà in men che non si dica dalle fatiche della battaglia.
// 3
Byakuya raggiunge Renji e Yachiru con un brevissimo shunpo.
Rimane immobile a fissare il corpo altrettanto immobile del suo vice, sdraiato su una pozza di sangue che non può - non deve - essere suo.
“Byakuya…” sussurra Yachiru, inginocchiata accanto al capo di Renji. La bambina guarda Byakuya come se questi potesse, solo schioccando le dita, guarire Renji, salvarlo.
Byakuya guarda Yachiru come se la bambina potesse, con un battito di ciglia, guarire Renji, salvarlo.
Byakuya vorrebbe anche sapere come sia accaduto e perché il suo fuku-taichou è coperto di sangue e ferite, e chi ha osato tanto.
E d’improvviso, tutto questo non importa.
Renji, realizza Byakuya, non è solo ferito, non è sfinito, non ha solo perso qualche litro di sangue. Renji è morto. E Yachiru non guarda Byakuya come se questi potesse guarire tutte le ferite dell’universo; lo guarda come si guarda un moribondo.
Lo guarda perché ha paura di vederlo crollare, spezzato dal dolore.
// 4
Con uno shunpo così veloce che Yoruichi, “La Dea del Lampo”, sarebbe rimasta con un palmo di naso, Byakuya raggiunge la testa mozzata dell’Arrancar che ha ucciso Renji.
“Come ti chiami?” gorgoglia quello, poi ride un po’ per quanto sia ironica la vita di un guerriero: di quel rossino ingenuo, quello che ha ammazzato poco fa, non conosce il nome.
“Vendetta.” risponde Byakuya, gelido, e anche se basterebbe il suo sguardo a porre fine all’esistenza del Privaron Espada, il taichou sfodera il Bankai.
Quando il codardo, infido bastardo muore, un rettangolo di sabbia esplode e ne emerge Zaraki, che con un urlo spaventoso scaglia l’attacco che stava sferrando due ore fa, prima che il suo nemico lo imprigionasse con un maledetto trucco.
“Byakuya! L’hai ammazzato!” grugnisce la bestia dell’undicesima compagnia, e il disappunto nella sua voce si percepisce chiaramente.
“Renji è morto.”
Zaraki spalanca gli occhi. Se lo ricorda bene quel rossino energico e promettente, quello che s’è guadagnato la stima, l’amicizia e chissà cos’altro da parte del pelato e della donnicciola, e ha conquistato persino il favore di Yachiru. Era rumoroso e svelto sia con la lingua che con la spada.
“Capisco,” dice Zaraki, appoggiandosi la Zanpakuto su una spalla e fissando con odio il codardo, infido bastardo. “È un peccato. Molti dei miei saranno tristi, per questo.”
“Non è ancora detto.”
“Anche Ichigo sarà molto triste…”
Kenpachi, meditabondo, si accarezza il mento.
È proprio un brutto affare, l’affetto.
// 5
I due capitani tornano al cadavere, e Yachiru si getta al collo di Kenpachi, mentre Byakuya si ritrova ipnotizzato dallo splendido corpo.
Quali sono state le ultime parole che Renji gli ha rivolto? Ah, giusto, lo ha ringraziato per il mantello. Stava per morire dall’imbarazzo e cercava in ogni modo di nasconderlo. Byakuya lo ha fissato come ora fissa il sangue che gli incrosta il capelli.
“Renji…”
“Byakuya.”
“Dimmi, Zaraki.”
“Yachiru dice… che il ragazzi, qui…” Yachiru assesta un calcio contro la nuca di Ken-chan, “sì, sì, insomma, Renji… mentre moriva, Renji ha chiamato il tuo nome. Kuchiki-taichou, ha detto.”
// 6
Ichigo lascia Las Noches con Orihime sulle spalle e Ulquiorra, sconfitto, affidato alle cure di Grimmjow, comparso al culmine della battaglia strillando “Shinigami, non t’azzardare a morire prima che ti abbia ammazzato io!”
Il duo di pel di carota, dopo aver incontrato Rukia e gli altri Ryoka, pur non avendo notizia dei capitani Unohana e Kurotsuchi, raggiunge il reiatsu di Zaraki.
“RENJI!” è il grido che Rukia e Ichigo levano all’unisono.
Orihime, tornata con i piedi per terra, si copra la bocca con le mani e inorridisce, perché la scena e la spaventosa quantità di sangue rispolverano ricordi indesiderati.
Ishida si volta, sperando di poter anestetizzare il dolore, e si dà dello sciocco, e dell’ingenuo, e dell’idiota, per aver ceduto di nuovo, ed essersi affezionato.
Chad trattiene il fiato, addolorato per il dolore di Ichigo, e poi recita mentalmente la preghiera che suo nonno cantava ai morti.
Byakuya, invece, non è pronto a ceder via Renji.
Mentre Ichigo s’accascia a terra e trema, serrando convulsamente i pugni attorno all’elsa di Zangetsu, e Rukia piega le spalle, distrutta dall’ennesima morte dell’ennesimo amico, Byakuya Kuchiki muove un passo in avanti e s’inginocchia alla maniera giapponese dinanzi ad Orihime.
“Bya… Byakuya-sama…?” balbetta la ragazza, confusa e ancora sconvolta.
Byakuya china elegantemente il capo, le mani poggiate sulla sabbia, davanti alle ginocchia.
Si prostra, perché lei può salvarlo.
“Inoue-dono, ti prego di riportare in vita Renji. Ti prego di respingere l’evento della sua morte.”
// 7
Orihime è a dir poco sconcertata.
“Bya… Byakuya-sama, io non…”
“Conosco il tuo potere. Salvare Renji non ti è impossibile.”
“Byakuya-sama, non credo di esserne in grado, davvero.”
“Per quale ragione?”
Prima di trovare la forza di rispondere, Orihime deglutisce a fondo più volte. Si torce le mani nervosamente, evita di guardare Byakuya per un minuto intero, cercando il modo meno traumatico di comunicargli la verità.
Ichigo si agita sullo sfondo, tutto sorpreso e felice e amareggiato e ansioso e fuori di sé.
Orihime ha l’impressione che l’intero universo stia trattenendo il fiato e la stia fissando.
“È… al di sopra delle mie possibilità. Impiego due minuti a rigenerare un braccio, ma… una vita… potrebbero volerci anni, Byakuya-sama. Mi dispiace, non sono… non sono abbastanza, per un’impresa del genere.”
“Se disponessi di una quantità maggiore di reiatsu, il tuo compito sarebbe più semplice?”
“Più reiatsu? …Credo di sì, Byakuya-sama, ma…”
“Ti prego di approfittare di me, Inoue-dono. Trai da me tutto il reiatsu di cui hai bisogno per restituirmi Renji.”
Inoue rimane basita ad osservare Byakuya.
È certa che ora tutto l’universo stia davvero trattenendo il fiato.
“D’accordo, Byakuya-sama. Vi prego di assistermi. Farò del mio meglio.”
Byakuya annuisce, sereno.
// 8
Orihime non riesce a credere che Kuchiki-taichou l’abbia convinta a tentare una cosa del genere. Non riesce a credere che Kuchiki-taichou la creda in grado di riuscire a riportare qualcuno in vita.
Tocca la mano destra di Renji, che è grande e tiepida, e si sente stupida e piccola
Orihime sa che si tratta di una causa persa.
È certa che Renji sia morto, ed è certa anche del fatto che la morte sia l’unica cosa veramente definitiva. È certa che dalla morte non si torni. Non importa quanti Shinigami e Hollow abbia incontrato: i morti restano morti; nessun potere potrà mai richiamarli. Ne è sicura.
Ma gli occhi di Kuchiki-taichou avevano una decisione tale, mentre lui la pregava di riportare indietro Renji, che lei non ha potuto ribattere. Si è sentita obbligata ad accettare, a prestare aiuto, perché quegli occhi, più delle parole e dei gesti di Kuchiki-taichou, la stavano implorando.
Quelli erano gli occhi di qualcuno che rivuole soltanto la persona che ama.
// 9
“Inoue…”
Ichigo è esterrefatto.
Non solo Renji è morto, non solo Byakuya Kuchiki s’è inginocchiato e ha pregato Inoue per riavere il suo luogotenente, non solo Inoue ha accettato di prender parte a qualcosa di impensabile, ma sembra addirittura che questa cosa improbabile stia funzionando.
Le guance di Renji sono lievemente più colorite di prima.
Inoue risplende in una mandorla di reiatsu ed è concentratissima.
Ichigo suppone che non sia una cosa semplice, richiamare un morto. Gli torna in mente una scena del film di Hercules - quella scena in cui lui si getta nel fiume dei morti per recuperare lei, e mano a mano che s’immerge, invecchia e invecchia e invecchia, e si salva solo perché fondamentalmente immortale.
Inoue farà la stessa fine?
Cercando di afferrare la mano di Renji, avvizzirà sotto i suoi occhi, senza che lui possa far nulla per salvarla?
“Non ci sarà nessun finale tragico, Kurosaki,” afferma Byakuya, senza smettere nemmeno per un attimo di fissare intensamente le mani di Inoue, piccole e bianche sul polso grande e abbronzato di Renji.
// 10
Dopo un quarto d’ora, Inoue comincia a dare segni di cedimento.
Normalmente, potrebbe rimanere a guarire ferite per oltre sei ore, ma normalmente lascia che il suo reiatsu goccioli poco alla volta, con parsimonia. Adesso, invece, sta inondando il corpo di Renji con quanto più potere le riesca di trarre.
Byakuya è spaventosamente veloce a tendere una mano per coprire quelle di Inoue, e lei sobbalza quando fiotti del reiatsu del taichou fluiscono lungo la sua pelle. Non è abituata a tanto potere - potere che pizzica. Ayame e Shun’oo sono letteralmente allibite da questa nuova forza.
Persino il corpo di Renji sussulta lievemente.
“Tutto bene, Inoue-san?” domanda Ishida, preoccupato dall’espressione corrucciata assunta dalla ragazza.
“Sì, è solo… Kuchiki-taichou, il vostro reiatsu è devastante.”
Byakuya accetta il complimento con un cenno grazioso del capo, poi torna a fissare gli occhi su un punto indefinito del panorama, perdendosi in una nebbia di semi-incoscienza.
// 11
“Oddio, sta respirando!”
“Cosa? Ichigo, non scherzare!”
“No, non sto scherzando, sta respirando davvero!”
“Kami del cielo! Ha ragione!”
“Inoue-san! Inoue-san! Respira! Renji respira!”
“Cavolo, Inoue, ce l’hai fatta davvero!”
“Bel lavoro, donna!”
“Abarai! Abarai! Svegliati, Abarai!”
“Renji! Renji, sei cosciente? Per l’amore del cielo, Renji, riprenditi!”
Rukia, impaziente e manesca, assesta un paio di sberle all’amico ancora svenuto, o morto, insomma, a Renji.
Inoue spinge ancora un po’ del reiatsu di Kuchiki-taichou nel Souten Kisshun.
Non sa se l’esperimento è andato a buon fine. Non ha mai riportato in vita nessuno e non ha intenzione di ripetere l’esperienza. È spossata, stanca, distrutta dal potere di Kuchiki-taichou, ma non si rilasserà finché Renji non avrà ripreso conoscenza.
Sempre che sia possibile.
Sinceramente, Inoue non riesce a credere di aver resuscitato qualcuno.
Certo, Renji sta innegabilmente respirando, e in realtà le dita della sua mano destra si stanno muovendo già da un po’, ma, insomma, tutto questo è impossibile. Hachi-san dovrà spiegarle molto riguardo queste sue mostruose capacità.
// 12
“Ow.”
“Ow?”
“Chad, sei stato tu?”
“No, giuro.”
“Ma allora…”
“Ooow…”
“RENJI!”
“RENJI! OH, KAMI DEL CIELO, RENJI!!”
“Ow…”
“Ow? Renji, che cazzo, sei appena resuscitato, cerca di essere un po’ più fantasioso!”
“Stolto! Piantala di dargli addosso!”
“Ehi, ehi, sbaglio o sei stata tu a rifilargli due ceffoni, un minuto fa?”
“Che c’entra questo, stolto?!”
Ow.
Renji ha in mente una sola parola, e quella parola è ow.
Ichigo e Rukia intorno a lui fanno più casino di una scolaresca in gita al santuario di Susano’o, e lui riesce a pensare solo a quanto tutto questo sia terribilmente ow.
È resuscitato? Ichigo ha detto davvero questo?
Ow.
Se è resuscitato, allora dev’essere anche morto. Ricorda che quel codardo, infido bastardo di un Privaron Espada lo ha trafitto a tradimento con quella sua Zanpakuto del cazzo, e ricorda pure molto dolore. E le grida di Yachiru.
Però si sente stranamente in forma.
Molto in forma.
Probabilmente è opera dell’umana, di Orihime Inoue.
Dovrà ringraziarla, eh.
Comunque, ow, nonostante si senta in forma e non provi massicce dosi di dolore, c’è ancora qualcosa che non va. Si sente pieno di una forza che non gli appartiene, ma che lo sta lentamente sommergendo.
E poi, Ichigo e Rukia non accennano a far silenzio.
“Stolto, modera il tuo linguaggio!”
“E tu vedi di fare qualcosa per questa mania di menar le mani in continuazione!”
“Ma come osi, proprio tu che-”
“OW. E, in caso non fosse chiaro, con ow intendo dire ‘fate silenzio, altrimenti vi strappo quelle lingue maledette e le uso come segnalibri’.”
“RENJI!”
“…cosa te ne fai di due segnalibri, stolto, quando l’unico libro che hai mai preso in mano è il ricettario di Kira?”
Posso benissimo usare due segnalibri per lo stesso libro, vorrebbe rispondere Renji, ma Rukia lo soffoca in un abbraccio condito di lacrime, e lui si ritrova fisicamente impossibilitato a cianciare oltre.
Non che gli dispiaccia, beninteso.
Dopo un interminabile cincischiare di gioia e insulti, la banda è finalmente serena, e Renji è addirittura riuscito a capire che è stata proprio Inoue a riportarlo indietro (e si è premurato di ringraziarla adeguatamente).
Nessuno ha fiatato riguardo la complicità di Byakuya, e nessuno dubita del fatto che mai e poi mai Renji riuscirà ad immaginare una cosa così inverosimile.
Il cielo nero si squarcia e compaiono Urahara, il ventaglio e Yoruichi.
La banda di Shinigami, Umani e Quincy si lancia in una simpatica discussione, chiedendo nvoità riguardo la situazione a Karakura e ottenendo solo risolini ed insulti e qualche informazione irrilevante, del tipo ‘Tousen vestito di bianco sembra una vacca impomatata’.
“Allora, giovanotti, volete tornare a casa?”
“MACCERTO!”
Renji, a dispetto della sua indole impulsiva ed iperattiva, non è il primo a gettarsi nello squarcio per tornare al mondo reale. Arretra d’un passo, voltando le spalle a Urahara-san, incontrando lo sguardo placido di Kuchiki-taichou.
Vorrebbe sprofondare per la vergogna.
“Taichou,” sillaba, grattandosi una guancia. “Taichou, uhm, non so davvero come spiegarvelo, però, vedete, io,” e a questo punto s’attorciglia un lembo della divisa attorno alle dita, “volevo solo… uhm. Grazie, taichou, ok?”
“Per cosa mi ringrazi, Renji?”
Il fukutaichou sogghigna, riacquistando qualche briciola della sua proverbiale spavalderia.
“Non sono così scemo, taichou. Posso sentirlo, il vostro reiatsu, dentro di me.”
Si appoggia una mano sul petto, premendo piano, e il suo ghigno si addolcisce in un sorriso.
“Davvero, Kuchiki-taichou, grazie.”
Byakuya è profondamente colpito e imbarazzato.
Non credeva che Renji avrebbe intuito tutto. Oh, cielo, è mortalmente imbarazzante.
“Taichou?”
“Dimmi, Renji.”
“Non morirò mai più, lo giuro.”
“Me lo auguro, fukutaichou,” ribatte Byakuya, inarcando le sopracciglia con aria saccente. Renji ride e oh, Kami del cielo, nessun suono fu più meraviglioso.
Esaurita l’ilarità, il rossino si stringe nelle spalle e, improvvisamente spoglio di ogni imbarazzo reverenziale, tende una mano verso Byakuya, le dita allargate, il palmo rivolto in basso: vuole che il suo taichou la stringa.
Il volto di Byakuya si trasforma meccanicamente nella più fedele rappresentazione dello stupore scettico, ma la sua mano si solleva a strizzare quella di Renji.
“Grazie, taichou.”
“Ho capito, Renji, ho… afferrato il concetto, te lo assicuro.”
“Wow, taichou, ci diamo ai colloquialismi, ora?”
“Renji. Ho donato l’ottanta percento del mio reiatsu perché un cane randagio tornasse dal mondo dei morti, e sto tenendo per mano il medesimo cane randagio. Il fatto che io ricorra a dei colloquialismi è l’ultima cosa di cui dovresti stupirti, o mi sbaglio?”
Renji ride di nuovo, stringendo forte la mano di Kuchiki-taichou, e finalmente si decide a dirigersi verso il portale.
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