[RPS] Scrivi il tuo nome su qualcosa che vale (Cremonini/Ballo)

Jun 10, 2009 19:50

titolo Scrivi il tuo nome su qualcosa che vale
fandom RPS
personaggi Cesare Cremonini, Nicola Ballo Balestri
pairing Cesare/Ballo
rating PG14
conteggio parole 326 (W)
prompt Ballo si accontenta di una corda su cui fa l'equilibrista [Sardegna] [sunset @ OTWM]
di/a/per ovviamente, la sistha
sunset_noise che l'ha voluta ♥_♥
note *ride e muore*
; Faccio riferimento a questa performance.
; Il titolo è stato abilmente fregato da un brano di Lucio Battisti (~ E già). La concordanza sbagliata (ci andava un congiuntivo), pertanto, è solo colpa sua-di lui *annuisce ridendo*.
disclaimer Non mi appartengono, non esistono, ma tutto ciò non è mai accaduto, non ci guadagno.
~ I commenti sono l'amore. I lurker sono il male.



~ Scrivi il tuo nome su qualcosa che vale.

È davvero difficile prendersi sul serio quando si è nudi e ancora persi nell’ovattata euforia che di norma accompagna qualunque orgasmo degno di questo nome, perciò non è che presti molta attenzione quando Cesare si mette a blaterare un verso di canzone con il mio nome in mezzo.

Poi lui, in studio, vestito, su quelle tre o quattro parole costruisce un testo e poi una musica e poi sorride, felice come una Pasqua, e si mette ad incidere il pezzo. Forse, allora, non stava proprio scherzando.

Glielo domando (se scherzava, dico) quando siamo di nuovo nudi, e lui, giustamente, sorride. Mi accarezza le labbra e spiega che non c’è niente di strano, è assolutamente normale che voglia scrivermi una canzone.

Ooooooooooooooooooooooookay.

Erica, mi chiama poi, mentre ridendo mi spinge sul letto. Perciò, magari non è del tutto in sé.

E poi ora la sta cantando.

La sta cantando, Dio, la canta, e non è una cosa imbarazzante, no, infinitamente di più.

Anche perché quando arriva a quel dannato verso - a quel mio dannato nome che è l’unica dannata ragione per cui esiste questa fottuta dannata canzone - lui non è che si comporta bene, eh, no, ovviamente no.

Mi guarda, fa il fesso.

Dio, possa morire nel peggiore dei modi chi gli ha insegnato a dare enfasi al canto. C’è così tanto sottotesto - e ha usato solo due verbi! DUE! - che stenderebbe un uomo perfettamente eterosessuale a cinquanta passi.

È crudele, e questo perché non ha idea di cosa voglia dire dover suonare con quei suoi occhi addosso. Non se lo immagina proprio.

Ci provasse, davvero, a ricordarsi dov’è che devi mettere le mani per prendere le note giuste mentre in testa ti girano in loop le immagini della notte scorsa, e i polpastrelli piangono per il contatto con le corde, e implorano di potersi mettere a giocare con la sua pelle.

No, davvero, bastardo, dovrebbe provarci.

Così vediamo, se poi ci riprova a scrivermi una canzone.

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