[RPF Calcio] If I lose myself tonight, it’ll be by your side

Jan 01, 2014 21:33

Titolo: If I lose myself tonight, it'll be by your side
Fandom: RPF Calcio
Personaggi/Pairing: Alvaro Arbeloa/Raul Albiol
Rating: R
Conteggio Parole: 1088 (W)
Generi/Avvertimenti: Erotico, Introspettivo, Slash, Mild Angst
Prompt: ultima notte @ p0rn fest #7 di fanfic_italia.
- #50 della maritombola @ maridichallenge.
Note: Yooooo prima fic dell'anno e prima fic del p0rn fest, iniziamo bene con CHORI MON AMOURRRRR \O\ peraltro ce l'ho nella lista delle robe da scrivere da tipo sei mesi, questa, scusate XD
Disclaimer: Non mi appartiene nulla; è tutta fantasia; nessuno mi paga un centesimo.



If I lose myself tonight, it'll be by your side.

Si lecca le labbra e la sua lingua è macchiata di arancione dalle caramelle alla frutta che sta divorando, lo baci e la sua bocca sa di zucchero e arancia ed è piena di granelli frizzanti che ti fanno rabbrividire; ti lagneresti, normalmente, che tra le gelatine a forma di ciucci e la maglietta delle Tartarughe Ninja ti fa troppo strano e ti pare di stare mettendo le mani addosso a un bambino, ma l’idea di allontanarti da Chori fosse anche solo di un millesimo di millimetro è incocepibile, in questo momento, perché fissa nella tua testa c’è l’immagine della sua valigia accanto alla porta, degli scatoloni che popolano ogni superificie piana del suo appartamento.

Chori se ne va e tu, strafottendotene del suo record a NBA 2k13, ti arrampichi sulle sue gambe, lo baci con insistenza, perso a cercare il sapore della sua bocca sotto tutta la dolcezza artificiale delle caramelle. Chori mugola distrattamente, la sua gola vibra contro i palmi delle mani che hai stretto a circondargli il collo, e quando finalmente ti cinge la vita con le braccia, il controller della Play ti scava contro i reni ma non t’interessa. Chori s’inarca verso di te, la mandibola rilassata per lasciarti fare quello che ti pare, e tu d’istinto affondi in avanti, verso il cavallo dei suoi pantaloni che comincia a tendersi deliziosamente in risposta.

Prendi fiato contro la sua bocca, perché ti rifiuti di lasciarlo, perché l’aria calda tra i vostri visi è quella giusta e la migliore da respirare, e già detesti i chilometri di ossigeno che domani a quest’ora vi divideranno. Chori mette via il controller, le sue dita s’insinuano sotto la tua maglietta a sfregare i rilievi della tua spina dorsale; rabbrividisci, e quando t’inarchi verso di lui il risultato è che i vostri bacini strusciano l’uno contro l’altro in una carezza lentissima.

Chori sogghigna, ti bacia l’angolo delle labbra. “Ciao,” dice, gli occhi scuri ed enormi accesi di una scintilla che non è maliziosa, perché Chori sarebbe incapace di trovare la malizia anche solo in un dizionario, ma è furba e interessata e interamente tua. Ti strappa un sorriso, perché quando mai non sorridi, intorno a quest’idiota, e il fatto di avere le ginocchia pressate nei suoi fianchi è solo una ragione in più.

“Ciao, Chori,” e lui si sporge a strofinare il naso contro il tuo. Chiudi gli occhi, gli lecchi le labbra con la punta della lingua. “Chori.”

Intendevi dargli una specie di avviso, incitarlo a baciarti ancora, magari dopo averti ribaltato sul divano, ma Chori ridacchia, immensamente divertito. “Alvaro,” dice, prendendo in giro il tuo tono urgente; vuoi mordergli quella faccia insolente, quel sorrisetto scemo e la curva delle sopracciglia, ma d’improvviso le mani di Chori sono oltre l’elastico del tuo pigiama e scorrono gentilmente lungo le tue natiche per andare a serrarsi sotto le cosce, strappandoti un ansito sorpreso.

Chori ti attira più vicino, finché il tuo petto non preme contro il suo e sei costretto ad avvolgergli le braccia attorno al collo perché non sai dove altro metterle; l’intensità singolare del suo sguardo ti rivela che, caramelle da scuola elementare o meno, pure lui sta pensando alla distanza tra Madrid e Napoli.

Non ti piace la sua espressione seria, e l’unica cosa sensata che ti resta da fare è ruotare i fianchi all’indietro, spingerti contro le sue mani. Chori mugola, sollevandosi un po’ dal divano per venirti incontro, e ti chini a baciarlo, più a fondo di prima, sistemandoti contro il suo bassoventre in modo da sentire la sua erezione gonfiarsi contro l’interno della coscia. Con pochi scatti nervosi delle mani ti sfila i pantaloni, spingendoli più giù che può, arricciandoteli intorno alle ginocchia piegate; quando si accorge che non hai addosso le mutande, la sua risata ti vibra sul collo e nascondi un sorriso contro il lato del suo viso, picchiettandogli sotto l’orecchio col naso.

Chori strofina col pollice la base del tuo sesso e con la scossa di calore che ti cala lungo la schiena al contatto trattieni a malapena un gemito disperato; con la faccia premuta nell’incavo del suo collo, ondeggi i fianchi in risposta ai movimenti della sua mano, e Chori dondola impercettibilmente con te, cercando un minimo di sollievo per la propria erezione.

Infili una mano tra i vostri corpi, cercandolo al di sopra della stoffa leggera del pantalone e, quando lo trovi, gonfio e caldo e leggermente teso a sinistra, Chori ansima, le sue guance si colorano di rosa quando prendi a masturbarlo in controtempo al suo ritmo su di te. È esattamente quello cui sei abituato, quello cui non vuoi rinunciare: i suoi gemiti soffici e il suo modo di accomodare ogni tuo minimo movimento e la forma dei suoi fianchi, perfetta perché tu ci incastri le ginocchia; il suo odore, la maglietta ridicola, l’elastico delle mutande di Capitan America che intravedi ogni volta che Chori si tende all’indietro; le sue labbra lucide e il ventaglio delle sue ciglia scure e i calli familiari sulle sue dita. Pensi alla sua risata cretina, al fatto che ha passato la mattinata in giro per la città come una trottola a salutare tutti per poter passare la serata con te, due pizze e i videogiochi, e come ogni volta ti sorprendi a volerlo con un’intensità che non hai mai provato per nient’altro, come ogni volta ti senti frizzare nel petto una risata incredula perché che probabilità c’erano che lo trovassi, Chori, e invece eccotelo addosso e contro e dovunque lo desideri, sotto le tue mani.

E per la prima volta il respiro ti si spezza a metà della gola, non interamente perché le dita di Chori stanno sfiorando la tua fessura ma perché per la prima volta il vostro tempo ha una scadenza; per la prima volta, con Chori non sai che fare.

Chori ti lascia un succhiotto sulla clavicola, mordendo la pelle arrossata e poi risalendo in una striscia di baci fino alla tua bocca; ti cancella ogni pensiero con la lingua e le mani che ancora ti tiene addosso, ti strappa ogni paura un gemito per volta e, perso nelle sue attenzioni, è impossibile pensare che possano separarvi. La valigia accanto alla porta è uno scherzo, allora, e l’unica cosa reale è il calore che ti si raccoglie alla bocca dello stomaco, e la macchia umida sui pantaloni di Chori, le sue mani ruvide sulla tua pelle, il suo respiro che ti brucia le labbra mentre non sei sicuro se è lui ad attirarti giù o tu a sprofondargli contro.

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