[RPF] Don't wanna miss a thing (Müllez)

Sep 03, 2012 02:10

Titolo: Don't wanna miss a thing
Fandom: RPF Calcio
Personaggi/Pairing: Mario Gomez/Thomas Müller, appare pure Diego Contento
Rating: PG14
Conteggio Parole: 500 (fidipu)
Avvertimenti: slash, fluff
Note: Fluff di una fluffettosità vergognosa e inutile, indulgo solo perché BLOCCO BLOCCO VATTENE VIA.
- Non ho una cotta per Diego Contento. No, perché non è una cotta quando va avanti da millenni, ok. E poi non è colpa mia se c'era davvero a vedere la partita. Il mio soft spot è totalmente legittimo. Lasciatemi staaaaaaaare XD
Disclaimer: Non mi appartiene nulla; è tutta fantasia; nessuno mi paga un centesimo.

~ Don't wanna miss a thing.

Mario non è così tanto stronzo da desiderare che il Bayern perda quando è senza di lui; Cristo, no, anche se si tratta dello Stoccarda e Mario, allo Stoccarda, vorrà per forza sempre bene, anche se c’è da dire che, da quando se n’è andato lui, i poveri Svevi hanno perso pure quel minimo scampolo di bel gioco che gli rimaneva. Non è un’opinione, è un dato di fatto, grazie tante.

E poi, non è che se lui non gioca è colpa della squadra o del mister; è colpa della sua simpatica caviglia di gesso, è colpa del fatto che gli infortuni sono una piaga che purtroppo esiste e prospera, soprattutto nella pre-stagione del Bayern. È colpa di nessuno in particolare, e Mario non è uno stronzo.

Davvero.

D’accordo, forse gli si stringe un po’ il cuore a vedere quanto bene se la cavano laggiù anche senza di lui, e se magari facessero anche solo finta di essere leggermente in svantaggio, il suo ego la pianterebbe di bruciare di vergogna - ma nulla, quel barile di stronzi che sono i suoi compagni di squadra continua tranquillo a fare i propri comodi in campo, e la percentuale di possesso palla di quanto sarà, novanta a dieci? Mario non è che abbia voglia di morire e, se sprofonda un po’ troppo sul seggiolino di plastica, saranno anche fatti suoi.

Non fosse che il suo ginocchio picchia contro il gomito di Diego, seduto lì davanti e di un posto a destra, perché Diego non è capace di stare fermo e buono a guardare una partita, Diego è un fascio di nervi e allora si mordicchia le unghie e si stropiccia i capelli e si affaccia a parlare con la ragazza tre sedili più in là e si sistema quella terribile, terribile giacca verde di cui è perdutamente innamorato e, in ultima analisi, considerato quanto si agita, non è nemmeno sorprendente che finisca per esserci una collisione tra lui e Mario. Doveva succedere, prima o poi.

Diego si volta un po’ all’indietro, le sopracciglia arricciate e la bocca piegata all’ingiù in una curva ansiosa.

«Come la vedi, Mario?» domanda, e Mario si affaccia in avanti, appoggiandosi i gomiti sulle ginocchia, ma non fa in tempo ad aprire la bocca che lo stadio trattiene bruscamente il fiato per poi esplodere in un boato assordante - un grido indefinito e improvviso che fa tremare il sangue perché sembra che da un momento all’altro debba tirar giù l’intera Arena.

Mario guarda in su, oltre la spalla di Diego, - Thomi, - e sorride.

«La vedo bene,» dice, alla fine. E decide di sperare che la partita diventi ancora migliore, anche senza di lui, perché Mario Gomez, signore e signori, non è uno stronzo.

È talmente poco stronzo che la ragione per cui gli dispiace non essere in campo, ora, non ha niente a che vedere con lui, il suo monte gol o la sua carriera. È per via di Thomas, e dell’espressione di stupidissima gioia sulla sua faccia che Mario, dalla tribuna, non vede.

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