Mar 10, 2011 23:21
Questo spazio mi tranquillizza.
Saranno i colori, l'atmosfera tranquilla - l'avatar con l'altalena che punta verso il cielo, o i pochi versi di consequence scritti di lato. Sarà che ci sono mesi e mesi di vissuto personale, di parole, di paure, di poesie. Momenti, pensieri, percorsi... fasi.
Credo che qui ci sia tutto quello che ha caratterizzato il mio processo catartico; tutti i momenti di non comprensione di me stessa e quelli in cui mi sono amata/odiata. Cose strane, no?
Non so nemmeno perché mi è venuta voglia di scrivere. Ogni tanto penso che dovrei smettere; così come la dovrei smettere con tutte le mie manie di grandezza e la mia ossessione per la straordinarietà. Ma poi mi viene in mente che è l'unico modo sensato che ho di comunicare; come se ogni lettera fosse un disegno dell'anima. Per cui mi arrangio... e questo spazio può essere interpretato in un modo qualsiasi.
Come una pecca - un eccesso di egocentrismo - o anche solo come una parentesi. Qualcosa che racchiuda nel suo interno le paure che non sai, quelle che per te sono guai, quelle di cui non parli mai.
Ed è vero che stasera non mi sento benissimo. Ho avuto giornate di gran lunga migliori di questa; giornate in cui mi sono sentita in cima al mondo, con questa piccola terra in tasca. Oggi invece mi sento una formichina - mi sento solo un battito. Come nelle gravidanze; quando il feto non si è ancora formato si sente solo il cuore.
Io sento solo il cuore che rimbomba nelle orecchie, e la voglia di dormire. Di chiudermi un po' di nuovo, e magari difendermi.
E' strano da dirsi, ma mi mancano i miei vecchi mostri. Le mie vecchie fobie. Erano un po' la mia pelle, in fondo - il mio rivestimento superficiale.
La paura era ciò che meglio mi proteggeva dal vivere. La scusante perfetta - il mezzo di fuga.
C'era un periodo in cui mi divertivo a disegnare le mie paure come Ombre; e c'era tutta una saga, ambientata nella Terra delle Ombre, dove la mia caricatura fuggiva continuamente cercando una piccola luce.
Adesso invece mi rendo conto che non è nemmeno paura. E' più desiderio di tornare bambina per non dover decidere niente; perché qualcuno guidi ancora la macchina al posto mio, e si assicuri che mangio, o che dormo bene.
Mancano 66 giorni alla fine della scuola. Oggi la prof di italiano, parlando di un problema che ha avuto con la figlia, ha detto "voi che siete state adolescenti da poco, cosa ne dite?"
Sono stata adolescente da poco. E adesso cosa sono?
Non sono più una bambina. Non mi sento ancora pronta per essere una donna.
Mi sento bloccata a metà: tra tutti i miei sogni e la mia vigliaccheria, le mie corse da centometrista lontana da tutto ciò che mi può cambiare ulteriormente.
Voglio solo... proteggermi, in qualche modo. E basta.
schiantami addosso sorrisi di vetro, raschia il mio volto e se ne vuoi ancora con lame d'argento abbatti il mio corpo il mostro si sgretola... mi vedi ora?
...,
mostri,
paura,
futuro,
(pre)maturità