Para hacer de mi voz

Mar 24, 2010 12:42


«Nel momento in cui termino di scrivere questo prologo, leggo sui quotidiani che un giovane gay è stato assassinato in una piccola cittadina del Wyoming, negli Stati Uniti. Fu torturato dai suoi aggressori e abbandonato, moribondo, appeso ad una staccionata di fil di ferro. Aveva ventidue anni. Si chiamava Matthew Shepard. So benissimo che negli ( Read more... )

valentías, tesi

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ladyaika March 25 2010, 15:07:14 UTC
Giusto ieri mi son capitati sotto mano degli articoli di giornale che affrontavano questa tematica. In uno parlava un padre *pentito* per aver costretto i figli a sette anni di terapia psicologica una volta appresa la loro omosessualità. Per fortuna è riuscito a comprendere quanto fossero assurdi i suoi ragionamenti e adesso è tornato sui suoi passi.
Nell'altro si parlava di una ragazza americana alla quale è stato vietato di partecipare al ballo della scuola insieme alla sua ragazza.
E poi mi son trovata davanti questo post. Sinceramente non sapevo chi fosse questo ragazzo e ho cercato qualcosa su internet. L'unica cosa certa è che la sua foto è di una dolcezza sconcertante e sapere che un ragazzo così *angelico* ha fatto una fine così orrenda. E che non ci sono parole per definire la cattiveria umana, forse la paura del diverso, o la spasmodica necessità di conoscere ogni dettaglio della vita altrui (del resto non è solo morbosa curiosità farsi gli affari altrui e sapere se un tizio va a letto con uno del suo stesso sesso?).
E sì, questa cosa fa tanta rabbia pure a me. E lascia l'amaro in bocca. E la voglia di piangere perché poco possiamo fare per aiutare chi queste discriminazioni le vive sulla propria pelle.

PS mi accodo alla curiosità di st_em sul primo romanzo a tematica gay che hai letto...!

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rdv_capitoli March 27 2010, 13:39:11 UTC
Come dicevo a Francesca, l'omofobia è davvero uno dei fenomeni umani che mi riesce più incomprensibile. E questo pur sapendo benissimo quanto sia diffuso e aver sentito persone a cui voglio o volevo anche bene esprimere opinioni del genere. È proprio la giustificazione *razionale* che mi sfugge del tutto, e boh. Entro molto in modalità Raven, quando si tratta di razionalizzare ste cose.^^

Sicuramente, l'idea che dei *genitori* possano fare delle cose simili ai loro figli non smette mai di sconvolgermi. È forse la cosa che mi fa più effetto di tutto - la prova che davvero si sta parlando di qualche meccanismo a me sconosciuto. E non so. È terribile, credo.
Non riesco ad immaginare come ci si possa sentire quando non puoi sentirti al sicuro neanche nella tua stessa famiglia, per una cosa come questa poi. Che dovrebbe riguardare te stesso e basta.

È ancora oltre la rabbia, in certi momenti. Proprio, sgomento e basta.

Per quel che riguarda il romanzo, stavo parlando di Angeli da un'ala soltanto - nella risposta a Ste c'è il link al suo sito, se fossi curiosa.^^

Kiss^^

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