RPF - "Safe tonight" (Melissa George/Zachary Quinto)

Apr 07, 2009 21:16

Titolo: Safe tonight
Beta: elivi
Fandom: RPF
Personaggi: Melissa George, Zachary Quinto
Pairing: Melissa/Zach (Quintorge!)
Rating: PG15
Parole: 4746 (W)
Prompt: There's no need to hide, we're safe tonight. (Pearl Jam - I Am Mine) @ Criticoni
Disclaimer: Zachary, Melissa e tutte le real person menzionate in questa fanfiction non mi appartengono, la storia è di mia pura invenzione e non è scritta a scopi di lucro.
Warnings: One-Shot
Riassunto: "Verrai stasera?" Si decide a chiederle dopo un lungo attimo di silenzio, formulando una domanda rimasta taciuta per troppi giorni. Zach si ritrova a trattenere il respiro senza motivo, improvvisamente nervoso.


Note.
- Scritta (finalmente! Esisto!) per Temporal-mente @ Criticoni.
- La prima cui si fa riferimento è quella di Star Trek XI, appunto, tutto il resto l'ho inventato io XD
- Per Eli perché siamo drogate ;_________;
- E .. basta, me par.



Safe Tonight.
There's no need to hide, we're safe tonight (Pearl Jam - I Am Mine)

"Che razza di posa è?" Chiede Joe, riemergendo da dietro l'obbiettivo della sua reflex digitale. Occhieggia il fratello con un sopracciglio leggermente alzato, in un'espressione indecifrabile.
Zach allarga un po' le braccia sul parapetto di vetro della terrazza, i grandi petali grigi della Sydney Opera House aperti dietro di lui a stagliarsi contro il cielo terso e sereno. Si stringe nelle spalle, poggiando un piede su un rialzo del pavimento: è esattamente quella che Joe definirebbe posa-da-puttana.
"Una posa qualunque," si giustifica calandosi gli occhiali da sole sul naso, "dai scatta."
"Sei sicuro di volerla mettere online, poi?" Insinua il fratello, tornando a filtrare l'immagine di Zach attraverso l'obbiettivo.
"Non sono tutti deviati come te," replica senza muoversi di un millimetro.
"No, infatti," concede Joe, "sono anche peggio."

Zach si mette a ridere e il più grande dei Quinto scatta la foto con un sonoro 'clic' subito seguito dallo squillare del suo cellulare.
"Che suoneria da checca," commenta Joe, rimettendosi a controllare le foto già fatte sul display della macchina fotografica. Se prestasse maggiormente attenzione al fratello, si renderebbe conto che quella non è la sua unica suoneria, anche se decisamente quella che gli capita di sentire di più spesso. D'altra parte Zach non ha colpe, perché non è stato lui a sceglierla.

Legge il nome del chiamante sullo schermo brillante, tramutando la smorfia in un ampio sorriso.

"Scusa un attimo," mormora, allontanandosi dal fratello, troppo preso dalla sua arte per potergli dare realmente retta.
Zach lascia che le note della canzone si diffondano nell'aria fino a quando non è al sicuro nell'angolo più appartato della terrazza dell'hotel. Solo allora preme il tasto della cornetta verde, aprendo la conversazione. E' pronto ad esordire in qualche modo, ma una voce allegra e dall'accento indecifrabile lo investe senza che possa dire o fare qualsiasi cosa.

"Non sei mai stato in Australia? Che razza di bugiardo!" Lo accusa la voce cristallina dall'altro capo della cornetta.
Zach ride, "dovevo fare scena," si giustifica, appoggiandosi al parapetto per osservare meglio il panorama.
"Resti pur sempre un bugiardo."
"Touché."
"Dovresti far sapere ai tuoi fans che sei già stato in Australia, che ci sei già penetrato a fondo, sai..."
"Che è un modo patriottico per dire che mi sono fatto un'australiana?"
"Che è un modo patriottico per dire che ti sei fatto la australiana," lo corregge piccata.
"Sembra il nome di una malattia virale," fa notare Zach.
"Non è che si discosti troppo dalla realtà," commenta divertita.
"Giusto, perdonami," la prende in giro, desiderando soltanto di poter sentire la voce della donna al suo fianco e non metallizzata dal suo stupido blackberry in una conversazione telefonica intercontinentale.

"Verrai stasera?" Si decide a chiederle dopo un lungo attimo di silenzio, formulando una domanda rimasta taciuta per troppi giorni. Zach si ritrova a trattenere il respiro senza motivo, improvvisamente nervoso.
"Lo sai che ho cercato di fare il possibile," risponde cautamente lei, misurando attentamente le parole.
Zach non dice niente, limitandosi a voltare lo sguardo verso il fratello che continua a commentarsi le foto da solo, ad alta voce.
"Lo so," mormora sovrappensiero.
"Non mi sarei mai voluta perdere la tua prima volta per nessuna ragione al mondo," si sforza di scherzare.
"Ma ti perdi anche questa," replica lui.
"Anche? Volevi che fossi presente alla tua iniziazione sessuale?"
"Detto così suona veramente grottesco."
"Abbastanza."
Silenzio. Seguito da un unico, lungo sospiro.
"Zach?"
"Sì... ?"
"Volevo farti una sorpresa, ma mi fai sentire in colpa."
"Che sorpresa?" Si rimette dritto, fingendo particolare interesse per una nave in procinto di entrare in porto, in lontananza.
"Sono in aeroporto."
Sente lo stomaco stringersi di colpo, mentre un largo sorriso si apre nuovamente sulle sue labbra.
"Ti odio," le dice mettendosi a ridere.
"Io di più."

*

Il susseguirsi degli "Zach! Zach! Zach! Di qua!" e le infinite varianti in "Chris", "Zoe", "Eric", eccetera eccetera, gli sta facendo venire il mal di testa. Non è abituato ad una quantità tale di flash e fotografi schierati di fronte a lui. E, nonostante questo, non è per loro che si preoccupa di avere i capelli a posto, o la cravatta annodata per bene. Si muove sul red carpet quasi per inerzia, senza avere il tempo di pensare, elargendo sorrisi, saluti, interviste tutte uguali ("come ci si sente ad entrare nelle scarpe di un personaggio così emblematico?, "sei pronto a rimettere le orecchie a punta?", "eri un fan della serie?", "come è stato incontrare Leonard Nimoy?" e così via), posando ora con Chris, ora con Zoe, Simon, Eric, JJ... è piacevole non doversi preoccupare di quello che devi fare: la corrente lo trascina di qua e di là, senza dargli un secondo per respirare.

"Questa cosa è folle," commenta Chris ridacchiando, mentre li spingono entrambi in direzione dell'ennesima giornalista sorridente.
(Eppure gli aveva detto che sarebbe venuta.)
Zach saluta allegramente la donna senza neanche guardarla, collaudando per la millesima volta in una sola serata il saluto-standard-per-i-giornalisti.
(Magari l'aereo è in ritardo.)
Approfitta della momentanea attenzione della giornalista rivolta interamente a Chris, tentando di ignorare la voce altissima con cui tenta di farsi sentire al di sopra delle urla e degli schiamazzi dei fans impazziti. Lascia che sia Chris a rispondere ("è vero che ci sono stati attriti con William Shatner?") e si mette a guardarsi intorno, cercandola con lo sguardo.
(Forse il marito l'ha scoperta.)
Indugia su Zoe, sfavillante nel suo abito bianco.
(E se non ce l'avesse fatta?)
Poi su Eric, abituatissimo ad eventi di portata simile, si muove, parla perfettamente a suo agio, scherza e fa sorridere sinceramente i giornalisti e i sopraggiunti civili, pigiati contro le transenne che delimitano il red carpet.
(Le hanno perso il bagaglio e si è uccisa.)
(Attualmente l'ipotesi più accreditabile di tutte.)
E ancora JJ raggiante come non mai, intento a gesticolare forsennatamente per rispondere con entusiasmo alle domande che gli vengono poste, nonostante le formule trite e ritrite delle interviste ("non hai mai pensato di esserti bevuto il cervello per voler riprendere una delle serie più famose del mondo?"). Leonard è poco più in là, leggermente piegato in avanti, mentre ride di gusto dall'alto della sua figura infinita e dinoccolata.

E poi...
Solo uno stralcio di spalle bianche come la porcellana, una crocchia bionda elegantemente arroccata sul capo delicato, il ciuffo perfetto a ricaderle sul viso, una mano su un fianco, un gran sorriso, mille pose dedicate ai fotografi.
Zach sente il cuore perdere un battito, sebbene il suo unico problema, al momento, sia giustificare il sorriso idiota che ha stampato in faccia mentre Chris, con una gomitata ben assestata nelle costole, lo riporta bruscamente sul pianeta Terra.
"Quinto!" Sbotta in un sibilo, sforzandosi di non far cadere il sorriso smagliante tutto dedicato alla giornalista del Sunday Herald.
Zach trasale di colpo, abbandonando di malavoglia quella visione eterea, per riprendere a rispondere ad una delle (sicuramente) solite domande.
"Le sopracciglia? Bè, diciamo che ci si fa l'abitudine, anche se -"
"Zach?" Chris lo interrompe, lanciandogli un'occhiata allucinata, chiedendosi se non si è per caso bevuto qualche bicchierino di troppo prima di scendere alla première, "ti ha chiesto cosa pensi di Sydney," suggerisce in tono sospetto, quasi fossero nel bel mezzo di un compito in classe, a scuola.
Chris non smette di guardarlo con aria preoccupata, perché Zach continua a fissare la giornalista con l'espressione di chi si è appena fumato un'intera foresta di sequoie.
Scoppia a ridere dopo un paio di secondi e dà tutta la colpa al jet lag, prima di tessere le lodi di una delle "più belle città che abbia mai visto."

Poi la leggera pressione di una mano delicata sulla schiena: la riconosce.
Come una scossa elettrica che lo fa rabbrividire.

E allora si lancia in un discorso infinito sull'ospitalità di Sydney, pensando all'unica australiana di cui gli interessi veramente qualcosa.

*

Dopo il film è tutto uno stringere mani e ringraziare per infiniti complimenti, scrollare le spalle, sorridere imbarazzato e fare la conoscenza di persone di cui si dimenticherà il nome in un paio d'ore. Zach è su di giri: non si è mai sentito così appagato ed estatico in vita sua (anche se qualcuno avrebbe sicuramente argomenti con cui ribattere ad un'affermazione simile). (Vorrebbe lo facesse: contraddirlo davanti a tutti e mandare a puttane la segretezza maniacale della loro relazione.)
Zoe non smette di commentare e ridere acuta (ha sicuramente bevuto più di due bicchieri di champagne) alle battute infinite di Simon. A Zach sembra impossibile che un inglese sia così simpatico (nonostante voglia cambiare rapidamente idea quando gli chiede se il costo del tosaerba per rifargli le sopracciglia gli sia stato detratto dall'ingaggio, o se JJ è stato così gentile da noleggiarlo a suo spese).

"Ehi, Quinto! Qualcuno parlava di tensione sessuale tra il signor Spock e Uhura. Non è che ci state nascondendo qualcosa?"
Zoe rischia di soffocarsi dal tanto ridere, sicura di star per vomitare.
Zach sorride, passandosi una mano tra i capelli, "sul serio?", chiede seriamente colpito, "pensavo fossimo io e Chris quelli sul punto di sposarsi," ribatte, beccandosi uno spintone dal suddetto Pine.
Traballa alla botta e ride anche lui, rendendosi conto di essere troppo sobrio per i gusti di chiunque.
"Vado a prendere qualcosa con cui minacciare il mio fegato," annuncia, allontanandosi in direzione del bar.

Adora gli afterparty: è sparita la tensione della prima, tutti scherzano e sorridono, le donne si azzardano a sfilarsi gli infiniti tacchi alti, gli uomini allentano le cravatte e si sbottonano le giacche.
"Un gin tonic," chiede al barman dietro al bancone, prendendo posto in uno degli sgabelli liberi. Si appoggia con un gomito al ripiano scuro, allargandosi il colletto della camicia che inizia a soffocarlo.

"Anch'io," una voce fa rapidamente eco alla sua, mentre una ventata di un profumo fin troppo familiare lo investe senza alcun preavviso.

Melissa ha appoggiato la pochette nera sul bancone e si è già sistemata al posto libero di fianco al suo, accavallando le gambe in quel modo assurdo tipicamente suo.

Zach la osserva, sorride e non dice niente: non sono mai stati così vicini in pubblico. Il pensiero lo esalta e terrorizza allo stesso tempo. Lei non lo guarda e aspetta che il barman abbia portato ad entrambi i cocktail richiesti, per poi sfrecciare verso le altre ordinazioni della serata.
E' lei a voltarsi verso di lui, tendendogli la mano: "Melissa George," si presenta con aria talmente convincente da far dubitare Zach della sua sanità mentale, "devi essere Spock, giusto?"
Stronza, pensa Zach, sicuro di non essere poi così sconosciuto come attore. Le stringe la mano un po' troppo a lungo, "Zachary Quinto, o Spock, come preferisci," le concede.
"Quinto? Che diavolo di cognome è?" Chiede lei, sfacciata, sorseggiando distrattamente il suo gin tonic, ben sapendo che non si permetterebbe un'osservazione simile se non si conoscessero realmente.
"Se non altro non ho un cognome che è anche il nome di almeno un miliardo di persone," ribatte lui, giocherellando con lunga cravatta nera a strisce sottili (l'ha scelta lei, ma Zach fa saggiamente finta di niente).
"Ah-ah," si limita a bofonchiare Melissa, come se quella conversazione non l'avessero già fatta almeno un centinaio di volte. Forse di più.

Zach lascia passare qualche secondo prima di riprendere a parlare.
"Che lavoro fai?"
Un affronto. Decisamente.
Melissa rischia di farsi andare il cocktail di traverso, e deve fare appello a tutte le sue forze di donna-per-bene per riuscire ad arginare lo scoppio di tosse.
"Faccio sgravare cavalli," gli risponde brutalmente, lanciandogli un'occhiata allucinata.
Lui si finge colpito e annuisce con aria consapevole, commentando con un "bello" e un impercettibile fischio di apprezzamento.
"Sono un'attrice," puntualizza lei dopo un attimo.
"Davvero?" Stavolta Zach fa del suo meglio per apparire sinceramente scioccato, e Melissa deve costringersi a restare seduta dov'è per non lanciarsi su di lui e prenderlo a schiaffi davanti a tutti.
"Già," sottolinea lei, guardandosi attorno.

Fa una breve pausa, in cui entrambi prendono in considerazione l'idea di mettersi a parlare di Los Angeles e New York City, del più e del meno, recitando una parte mai studiata prima.

"Ti ho sentito," mormora poi lei, senza guardarlo, "tensione sessuale tra Spock e la tizia. Almeno potevi non ridacchiare in quel modo indecente," lo accusa calcando il tono sul la tizia, fissando un punto non meglio definito tra la folla sparsa per il locale.
Zach si acciglia e le lancia un'occhiata strana: stavolta è seria. E' buffo che una donna sposata pretenda che gli scoppi di gelosia per il suo amante vengano giustificati e persino ben accolti.

"Se non altro non mi sono messo a fare sesso violento nel bel mezzo di un film horror, io," le ritorce lui, scatenando l'indignazione della donna.
"Primo, non era sesso violento e secondo, credevo che non avessi mai visto niente di mio," ribatte lei, concedendosi di fulminarlo impietosamente con lo sguardo.
"Infatti," butta lì Zach, "e comunque si chiama Uhura, non la tizia," specifica, rigirandosi il bicchiere tra le mani.
"Perdonami," le esce in tono canzonatorio, "non sono una fan di Star Trek."

Zach è pronto a replicare a tono, ma un'esclamazione divertita li interrompe, deviando l'attenzione su un ometto di piccola statura.

"Melissa!" JJ sorride ampiamente e li avvicina fino a quando non è a tiro della donna. La bacia sulle guance, passandole una mano sulla schiena, e Zach vorrebbe tirargli una martellata giusto per mettere in chiaro chi è di chi e chi può fare cosa. Poi si ricorda che è il suo regista e che sarebbe meglio non peccare di ingratitudine verso l'uomo che gli ha regalato la sua prima volta cinematografica. (Nota personale: non riferire a Melissa questa considerazione onde evitare di essere preso per il culo a vita.)

"JJ!" Gli fa eco Melissa, sorridendo raggiante.
"Allora, che te n'è parso?"
"Stupendo!" Esclama lei, esaltatissima, "seriamente, non so come tu sia riuscito a trasformare una delle serie televisive più vecchie dell'universo in un film che non ha niente a che invidiare a quelli della vecchia scuola!"
(A Zach viene da ridere: il discorsetto se lo è decisamente imparato a memoria nell'eventualità di un incontro del genere. Si ricorda di farglielo notare dopo, giusto per darle fastidio.)
"Figurati," JJ non sa cosa dire, "è stato anche merito di Zach e gli altri," sentenzia, voltandosi verso l'uomo e sollevando il suo bicchiere di champagne, in una specie di saluto.
Fa saettare lo sguardo da lui a lei, accigliandosi: "vi conoscete?"
"No!"
"Assolutamente."
Esce ad entrambi, contemporaneamente, costringendoli a guardarsi l'uno l'altra e mettersi a ridere. JJ abbozza una risata, anche se non ha sinceramente capito cosa ci sia divertente. Decide di non indagare.
"Melissa mi stava dicendo che non è una fan di Star Trek," interviene Zach, rilanciandole la patata bollente.
Lei si volta verso di lui e sorride così ampiamente che, ad un certo punto, è sicura che i muscoli facciali le si siano paralizzati per sempre, condannandola a quella smorfia degna del Joker per il resto della vita.
I suoi occhi grigioverdi urlano: stronzo!
Zach ridacchia e si preme un pugno sulla bocca, per nascondere il divertimento.

In fondo ha ragione: Melissa non è una fan di Star Trek. Si è solo comprata i dvd di tutte le serie e di tutti i film per assicurarsi che Spock non fosse solito infilare la lingua nelle bocche altrui troppo spesso (e la scoperta del fatto che fosse quasi asessuato l'aveva resa non poco felice della scelta professionale di Zach).

Melissa si mette a ridere, trattenendosi dal tirargli un calcio o piantargli un tacco in un piede (o peggio in mezzo alla fronte, ma, pensa subito dopo, sarebbe un po' troppo teatrale).

"Zachary è davvero molto divertente," constata lei, "non mi stupisce che tu l'abbia scritturato per il ruolo di uno che non prova emozioni."

E, dicendolo, guarda Zach con aria di sfida, giusto per fargli sapere che gli ha appena rilanciato la palla.
JJ beve un sorso di champagne ed è sicuro che gli stia sfuggendo qualcosa, ma fa finta di niente, appoggiandosi con una mano al bancone dietro Melissa, assumendo una posa che Zach potrebbe punire con la morte, data la vicinanza tra i due.

"Ho visto tutti gli episodi di tutte le serie," riprende lei, "e anche i film. Tutti," puntualizza soddisfatta.
"Ehi, JJ, non ce la vedi nel ruolo dell'infermiera?" Blatera Zachary, occhieggiandola con aria folle, tanto che per un attimo le ricorda lo psicopatico di Heroes di cui fa sempre finta di scordare il nome (in realtà lo conosce benissimo. Si è guardata tutti gli episodi almeno tre volte, saltando quelli in cui si struscia addosso alla malcapitata di turno).
"Chi? La povera sfigata che muore dietro Spock?" Si ritrova a chiedere lei.
"Bè, non sarebbe un'idea tanto malvagia," ridacchia JJ, "anche se sono sicuro che darebbe di matto al momento di dover acconciare i capelli."
I due uomini si mettono a ridere, e Melissa è sicura di essersi persa un passaggio: si porta il bicchiere alle labbra e beve un po' del gin tonic rimasto.
"Nessuna acconciatura può essere peggio di quelle sopracciglia," sentenzia con calma snervante, sicura di aver premuto un tasto decisamente dolente.

Zach fa per dire qualcosa, ma Eric, in lontananza, si sta sbracciando per cogliere l'attenzione di tutti, chiamando sia JJ che Zach al tavolo principale dove sono già riuniti Chris, Simon e gli altri per un ultimo brindisi.

Melissa si irrigidisce un poco, placando di colpo la furia omicida. Guarda Zach e sorride appena. E' il suo momento, dopotutto.
JJ si congeda con qualche parola di circostanza, dicendole che tornerà subito da lei, facendo cenno a Zach di seguirlo con ampi gesti animati.
Si alza, svuotando il bicchiere in un unico sorso, prima di riappoggiarlo sul bancone. Si china su di lei, lanciandole un'occhiata tutta sua: "a Spock piacerebbe farsi l'infermiera," le confida, prima di rimettersi dritto e allontanarsi per raggiungere il resto del cast.

Melissa sorride lentamente, seguendolo con lo sguardo.
Decisamente, anche all'infermiera piacerebbe farsi Spock.

*

"Ehi!" Chris allunga un braccio e corre per fermare un taxi fermo di fronte al locale da cui stanno ormai uscendo gli ultimi invitati.

La macchina inchioda e Melissa, seduta sul sedile posteriore, si sbilancia bruscamente in avanti, aggrappandosi alla maniglia della portiera per non spiaccicarsi sul poggiatesta davanti. E' pronta a mettersi a sindacare e straparlare, ma qualcuno si affaccia dal finestrino aperto e chiede se c'è qualche possibilità di essere portati fino all'hotel vicino alla Opera House, perché trovare una vettura libera è praticamente impossibile.

Chris Pine ha degli occhi inquietanti. E' la prima cosa che Melissa riesce a formulare, prima che le parole le scivolino giù di bocca senza che se ne renda realmente conto.

"Alloggio lì," sentenzia rivolta all'autista, "possiamo andare insieme," si propone, fingendo di non aver riconosciuto Zach alle spalle del biondino e anzi sforzandosi di apparire abbastanza seccata dall'intero inconveniente.

Un paio di secondi e Chris si ritrova schiacciato tra Zachary e Melissa, ognuno perso nei propri pensieri, lasciando sprofondare l'abitacolo in una bolla di silenzio latente.

Qualche minuto e sono già arrivati.
Melissa si sistema la stola di seta nera sulle spalle, rabbrividendo all'aria fresca della notte. Cerca i soldi per pagare il tassista, ma Zach precede sia lei che Chris, e poco dopo si scambiano ringraziamenti di circostanza, impressionantemente credibili nonostante l'intera messinscena. Escono tutti e tre, avviandosi verso il trionfale ingresso dell'albergo.

Il tempo di cercare le chiavi delle rispettive stanze e poi si ritrovano tutti e tre nello stesso ascensore.

"Ultimo piano," dice Melissa rivolgendosi a Chris fermo davanti al pannello dei pulsanti.
"Anch'io," mormora Zach sovrappensiero (non è affatto una casualità, per questo si limita ad apparire troppo assonnato anche per mostrarsi sufficientemente stupito dalla coincidenza).
"Okay," Chris annuisce e mette in movimento l'ascensore che prende a salire pigramente verso il terzo piano.
Si toglie definitivamente la cravatta, arrotolandosela attorno al palmo di una mano, aspettando che le porte si riaprano per permettergli di uscire.
La prima fermata è la sua: Zach scorge Zoe e Simon ancora intenti a ridere come dei folli nel corridoio dell'albergo, mentre Chris esce.
"Buonanotte, gente," augura ad entrambi, sorridendo con aria stanca prima che le porte dell'ascensore si mangino la sua figura e le loro risposte.
L'ascensore riparte.

Melissa fa vagare lo sguardo per l'abitacolo, soffermandosi sul tasto del quinto piano, illuminato d'azzurro.

"Se la guardi ancora in quel modo ti castro," gli dice di punto in bianco.
"Eh?" Zach si volta verso di lei, seriamente confuso, "lei chi?"
"Zoe. E smettila anche di osservare maniacalmente il culo di Chris."
"Quella sei tu, non io," le ritorce contro, intrecciando le braccia al petto.
Melissa alza gli occhi al soffitto con aria seccata, "vabbè, forse sì," concede, "ma almeno non guardo il fondoschiena di Zoe."
"Sicura?"
"Zachary Quinto!" Tuona, lanciandogli un'occhiata indignatissima.
Lui si mette a ridere e prima che possa pensarci due volte spinge il tasto del blocco dell'ascensore, che si ferma bruscamente, facendoli sussultare entrambi.

"Bè?" Melissa resta immobile a fissarlo, "e ora che hai intenzione di fare?" Domanda scettica, senza riuscire a smettere di prenderlo in giro.

Zach non risponde e si appoggia alla ringhiera che corre lungo il perimetro della scatola d'acciaio. La osserva in silenzio mentre un ampio sorriso gli tende le labbra.

"Ti è piaciuto?" Finisce per chiederle.
"Cosa?"
"Oh andiamo, Mel, secondo te?"
"Non chiamarmi Mel."
"Lissa?"
"Neanche, smettila!"
"Okay, okay. Ti è piaciuto Melissa?" Si corregge lui, restando a guardarla un po' troppo insistentemente, sinceramente interessato al suo parere riguardo il film.
"Vuoi la risposta seria o quella meno seria?"
"Ne hai addirittura due?"
"Certo," risponde piccata, sollevando il mento in quella smorfia altezzosa che a Zach piace cancellare a suo modo, quando sono soli.
"Prima quella seria," decide.
"Uno dei migliori film d'azione e fantascienza che abbia mai visto," recita lei, a memoria.
"Mh," Zach annuisce, nascondendo la soddisfazione, "e la risposta meno seria?"
"Con tutta quella roba aderente stai da Dio," sentenzia prontamente Melissa, mettendosi a ridere, mentre indietreggia fino a toccare la ringhiera con la schiena.
"Tutta quella roba aderente?" Chiede lui incredulo.
"Certo. Le tutine, le magliettine...," lo prende in giro, "ti mettono in risalto la schiena."

(Zach la detesta quando inizia a blaterare cose perverse riguardo la sua schiena.)

Rimangono in silenzio per un bel po', senza chiedersi che succederebbe se qualcuno si rendesse conto che uno degli ascensori è bloccato a metà del percorso per l'ultimo piano.

"Sei stato... grande," mormora lei, stringendo la pochette tra le mani, senza guardarlo.
"Grande?"
"Grande," conferma, "devo farti un disegnino esplicativo?"

Zach rilascia una bassa risata e si passa una mano sul viso, "no, non importa, tranquilla," le assicura a mezza voce.

Rialza lo sguardo per poterla osservare meglio. Avrebbe dovuto dirglielo prima che stasera è bellissima.

"Ti avevo chiesto di non legarti i capelli," le rammenta, senza traccia d'accusa.
"Da quando in qua faccio quello che mi dici?"
"Giusto," conviene lui, "di solito lo fai quando sei già completamente nuda."
"Appunto," concorda Melissa, senza scomporsi più di tanto alla provocazione.

Dopo l'ennesima occhiata infinita, decide di avvicinarglisi. Allunga le mani e gli sfila la cravatta, aprendogli i primi bottoni della camicia, per dargli un'aria più sexy, così come piace a lei.

Zach fa scivolare le sue sui fianchi della donna, avvicinandola a sé, trascinando entrambi nell'angolo libero dell'ascensore. Melissa non protesta e si spinge contro di lui, facendolo sussultare visibilmente.

"Il vestito è tuo?" Domanda lui con voce leggermente più roca e bassa di prima.

Melissa sa perfettamente perché vuole saperlo: ne hanno strappati a valanghe di vestiti, e l'ultima volta gli aveva fatto una bella ramanzina, perché, nello spogliarla, aveva rotto la cerniera di un abito che le avevano prestato dalla boutique di Armani. Da quel momento Zach si era ripromesso di chiederle di chi fosse l'abito, giusto per sapere se poi avrebbe dovuto restituirlo o se poteva tenerselo.

"No," risponde, fissandolo dritto in viso.
Zach le rilancia un'occhiata inquisitoria, come per accertarsi che stia dicendo la verità.
Melissa sbuffa e lo manda mentalmente al diavolo.
"No, okay. E' mio," confessa, "però mi piace molto e se decidessi di non farlo a pezzi te ne sarei davvero molto grata," si affretta ad aggiungere.
"Ah sì?"
"Sì."
"Piace molto anche a me," la informa, facendo risalire le mani lungo la sua schiena, e poi di nuovo giù, fino al sedere, che stringe tra le mani senza troppi complimenti.
Melissa sussulta e si rimette un po' più dritta, inarcandosi sotto la sua presa ferrea.
"Lo sapevo che ti sarebbe piaciuto," ammette lei, sollevandosi sulle punte dei piedi per poter raggiungere la sua bocca, "l'ho scelto pensando a te."
"Davvero?" Sussurra lui, ormai chino sulle sue labbra, pronto a zittirla con un bacio.
"No," risponde brutale Melissa, "ti sto prendendo per il culo," dice mettendosi a ridere, prima di decidersi a metterlo a tacere per prima, impossessandosi prepotentemente della sua bocca.
Gli cinge il collo con le braccia e si solleva contro di lui, avventandosi sul suo viso, mentre Zach l'afferra maggiormente per il fondoschiena, chinandosi su di lei per approfondire il bacio e sentire finalmente il suo sapore invadergli la bocca.

"Mi sei mancata," biascica sulle sue labbra già arrossate, scostandosi quel tanto che gli basta per poterla guardare negli occhi. Sente lo stomaco contrarsi malamente a quella visione a cui, ne è sicuro, non si abituerà mai.
Fa risalire una mano fino al suo collo, facendola scivolare poi sulla nuca e insinua le dita tra le ciocche della sua acconciatura. Trova il fermaglio e in pochi secondi le scioglie i capelli, lasciando che i lunghi boccoli biondi le ricadano sulle bianche spalle scoperte.

"Grazie per avermi chiesto il permesso," bisbiglia lei, premendo le mani sul suo petto, tentando di non perdere il controllo troppo presto. Gli sfiora il naso col proprio, accarezzandogli le labbra perfette con la punta delle dita.

"Mi sei mancato anche tu," si decide a rispondergli.

Sanno che non si abitueranno mai a quei rari momenti di serietà in cui lei si ricorda di essere una donna sposata e infedele, e lui uno come tanti altri che finge di essere single e che in realtà spende ogni briciolo del suo tempo libero per incontrare un'adultera per la quale rinuncerebbe volentieri a qualsiasi cosa.

Si baciano ancora, con più urgenza: Zach fa scendere le mani lungo le sue gambe e si china un po' sulle ginocchia finché non riesce ad insinuare le dita sotto la stoffa dell'abito di lei, per poi risalire sulle sue cosce e giocherellare con la carne morbida della donna.

"La foto...," mormora lei, godendosi la sensazione delle sue mani sulla pelle, "sul sito ufficiale," riprende a fatica, "è veramente d-da puttana," lo informa.
"Sì?" Abbozza un sorriso al pensiero del fratello che gli dice altrettanto, "pensavo a te," rivela.
"Nel senso che facevi la puttana perché pensavi a m-me -," si interrompe perché le mani di Zach sono sempre più su tra le sue gambe, "- o ti ispiravi a me per l'a-atteggiamento?"
"Non saprei," sussurra lui, troppo preso dall'espressione sul volto della donna per poter prestare realmente attenzione alle parole di lei.

"In aereo mi è squillato il telefono," le dice, accarezzandole l'interno coscia, arrivando a sfiorare il pizzo e la seta del suo intimo sicuramente in tinta col resto degli abiti che indossa, "Joe mi ha chiesto chi cazzo fosse Eva Kant."
"Dovresti d-darmi un nome un po' più c-comune," balbetta lei, socchiudendo gli occhi e premendo la fronte contro il suo mento ispido di barba.
"Ha anche aggiunto che ho la suoneria da checca," sentenzia lentamente, in un sussurro indistinto, "quella che hai scelto tu."
"Tuo fratello f-fa troppe domande," mormora, spingendosi bruscamente contro di lui, "fra poco saremo costretti ad eliminarlo."

Zachary ride impercettibilmente, sentendo la pelle di lei prendere a bruciare sempre di più, e il suo profumo colpirlo impietosamente, facendogli girare la testa.

"Da me o da te?" Domanda Zach.
"Da me o da te c-cosa?" Gli fa eco lei. Gli sembra impossibile che riesca a fare ironia anche in un momento del genere. Se le parti fossero invertite, pensa, non sarebbe capace neanche di articolare un paio di sillabe sotto l'effetto delle torture della donna. (Si giustifica ricordandosi che è dannatamente brava quando ci si mette.)
"Vuoi che ti porti in terrazza? Così tutti vedranno che razza di biancheria hai addosso," minaccia lui, premendo le dita sulle sue mutandine.
"O-Ovunque va bene," si arrende finalmente, sciogliendosi tra le sue braccia per l'ennesimo bacio.
"Sei bellissima stasera," mormora Zach, allungandosi dietro di lei per sbloccare l'ascensore, senza però sganciarla dalla morsa delle sue braccia.
"Anche tu," gli fa eco lei, aprendo un po' gli occhi per poterlo guardare.
"Non è vero," la contraddice.
"Invece sì," insiste.
Zach sorride, "grazie per essere venuta."
"Veramente non sono anco -," si blocca perché l'uomo ha già capito che ha intenzione di dire, e le ha poggiato una mano sulle labbra per impedirle di farlo.
"Non provarci, lo sai che dopo te la faccio pagare," le dice, giusto a titolo informativo.
"Va bene," acconsente lei, divertita, mentre le porte dell'ascensore si aprono sul corridoio deserto, "grazie per avermi invitata, comunque," aggiunge dopo un attimo, in tutt'altro tono.

Zach si stringe nelle spalle, come a dirle di lasciar perdere. Si infila una mano in tasca e cerca la chiave per la sua stanza, prima di iniziare a sospingerla all'indietro verso la camera giusta.

"Adoro l'Australia," biascica sorridendo sulla bocca di Melissa.
"Approfittatore," gli fa eco, baciandolo di prepotenza giusto per rendergli più difficili le manovre. Si lascia spingere contro la porta della stanza 508, mentre l'uomo tenta di infilare le chiavi nella serratura.

Ci vogliono un paio di secondi: Melissa ride e gli morde il labbro inferiore per dispetto prima che Zach l'afferri saldamente per la vita, la sollevi e la faccia volteggiare dentro la stanza, subito seguiti dal tonfo della porta che si richiude.

[temporal-mente], fanfics, fandom: rpf, {criticoni.net}, rpf: melissa/zach

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