HEROES - "Boys" (Sylar, Luke)

Feb 19, 2009 16:33

Titolo: Boys
Fandom: Heroes
Personaggi: Sylar, Luke
Rating: PG
Parole: 972 (W)
Prompts: Compleanno @ fanfic100_ita
Warnings: Gen, Humour, One-Shot, Crack, SPOILERS FINO ALLA 3x16 (più o meno)
Riassunto: Okay, era seriamente abbastanza. Tanto più che quella gli sembrava la voce di una vecchia impazzita, e non era esattamente lo scopo della sua serata riempirsi il cervello con immagini di donnine attempate che si strusciano addosso ad ometti a random.

Tabella: TABELLA.


Note.
- Non betata, se ci sono errori, fatemelo sapere!
- Sì, sta scena pietosa mi stava assillando, quindi .. ho pensato che fosse il modo più rapido ed indolore per liberarmene XD





Boys.

*

Sylar era un tipo dal sonno leggero. Non che gli fosse difficile addormentarsi un po' ovunque (le circostanze l'avevano più volte richiesto in quegli ultimi mesi), ma svegliarlo era estremamente semplice.

Per questo, quel fastidioso sottofondo di gemiti, mormorii e grida di pura estasi, mischiate allo stupido ridacchiare di Luke, cominciava ad essere davvero insopportabile.

"Vuoi spengere quella dannata tv?" Chiese bruscamente, riemergendo dallo schifoso cuscino dallo spessore inesistente su cui aveva avuto l'ardire di riposare.

(Un motel qualunque, quello a miglior mercato, non potevano pretendere niente di più.)

Luke a malapena lo ascoltava: si limitava ad agitare il telecomando a mezz'aria, abbandonandosi a quelle risa congestionate e maltrattenute che stavano mettendo a dura prova la resistenza dell'uomo.

"Luke!" Sbottò Sylar, tentando di attirare la sua attenzione.

Luke aveva scoperto il canale porno. Sylar tentava inutilmente di ignorare la tv e qualsiasi immagine sconcia potesse trasmettere.

Si sentiva immensamente stupido, ma giurò a se stesso che non si sarebbe voltato a guardare neanche per sogno.

"Ma che c'è?" Si risolse a rispondere il ragazzo, senza degnarlo neanche di uno sguardo.
"Spengi la tv," ordinò con un tono che non ammetteva repliche.
"Ma no, dai!" Protestò, troppo impegnato a cogliere qualsiasi spostamento di carni frementi sul diciotto-pollici della stanza.
"Ti ho detto di spengere la tv!" Sbottò di nuovo, indispettito.

Addormentarsi col sottofondo di filmini porno di dubbia qualità disturbava la sua ferrea e distorta morale. Erano deprimenti e surreali.

"Vorresti dire che non ti piacciono i fil -," Luke si bloccò di colpo, con un gridolino imbarazzante, "oddio! Oddio, guarda che sta facendo quella bionda in ginocchio!"

Indicava concitato lo schermo, e Sylar, dimentico per un attimo della sensazione, fece automaticamente per girarsi. Gli bastò uno stralcio di quella scena per farlo sussultare prepotentemente, mentre tornava su Luke con sguardo tutt'altro che rassicurante.

(Anche se un pensiero prese ad assillarlo: che diavolo stava facendo la bionda in ginocchio?)

"No, non mi piacciono i film porno," si rimise in piedi, avvicinandosi pericolosamente al letto di Luke, "e adesso spengi, se non vuoi che ti faccia saltare lo scalpo," minacciò.

Il diciassettenne alzò lo sguardo su di lui solo in quell'istante. Si ritrasse maggiormente contro la parete, proteggendo gelosamente il suo telecomando, stringendoselo al petto con sguardo terrorizzato.

"Ti prego," supplicò, "è il mio compleanno."

Sylar fece una smorfia, ma nessun sibilo provvidenziale arrivò ad informarlo che stava mentendo. Si accigliò visibilmente, senza sapere come diavolo gestire la situazione.

"E' il tuo compleanno."
"Già. Divento maggiorenne."
"Credi che mi interessi?"
"Insomma..."
"No, non mi interessa," si affrettò a dire, per scacciare qualsiasi dubbio prima ancora che Luke potesse formularne.
"Sei crudele," borbottò l'altro.

Ma già non lo guardava più: si sporgeva di lato, sperando di cogliere un qualsiasi stralcio delle scene che ancora passavano indistinte sullo schermo.

Un gemito impazzito catturò l'attenzione di entrambi: si voltarono in contemporanea.

"Oh mio -," Luke non riuscì a completare la frase.
"Non -," neanche Sylar.

Rimasero imbambolati, completamente rapiti dalla scena.

"Non può essere vero," commentò più coerentemente l'uomo, distogliendo lo sguardo a fatica.
"Ma come no! E' verissimo!" Puntualizzò Luke, quasi offeso dal suo scetticismo.
"No."
"E dai! Potresti, tipo, rilas -"
"No. Spengi e vai a dormire!" Comandò di nuovo, tornando a sedersi sul suo letto.
"Ma è il mio compleanno!" Protestò a gran voce.
"Pensi che guardare film porno sia un bel modo per festeggiare il tuo compleanno?"
"Sempre meglio che stare qui ad ascoltarti respirare," borbottò.

(Perché sì, Luke trovava che Sylar fosse inquietante anche mentre respirava.)

"Sta' zitto e dormi," sentenziò seccamente, stendendosi a pancia in giù e riagguantando il suo cuscino.
"Dai, ancora cinque minuti," supplicò l'altro.

Sylar sapeva che non lo stava minimamente considerando. I gemiti ripresero a moltiplicarsi fino a riempirgli la testa. Stava per dare di matto. O peggio...

Afferrò il cuscino e se lo schiacciò sopra la testa, tentando di coprirsi le orecchie e costringersi al silenzio.

Oddio sì! Sì! Ancora! Sììì! Sìììì!

Okay, era seriamente abbastanza. Tanto più che quella gli sembrava la voce di una vecchia impazzita, e non era esattamente lo scopo della sua serata riempirsi il cervello con immagini di donnine attempate che si strusciano addosso ad ometti a random.

Si rialzò di scatto, con un impeto tale da far cadere il cuscino a terra.

(Poco ma sicuro, dopo che aveva toccato la moquette, non ci avrebbe più appoggiato la faccia manco morto.)

"Usciamo," decise, recuperando le chiavi della macchina.
"Dove andiamo?"
"Fuori."
"Fuori dove?"
"Fuori. E se non ti muovi ti ci spedisco a calci in culo," sbottò rabbioso.

(Sylar non dice mai 'culo'. Persino Luke rimase sconvolto.)

L'espressione sul suo viso lo avvisava che non ammetteva repliche. Di nessun tipo.

(C'erano due paroline a dargli un valido motivo per obbedire: serial e killer.)

"E va bene," acconsentì scontroso, rimettendosi seduto per infilarsi le scarpe.
"Muoviti," insisteva Sylar, fermandosi sulla soglia della porta d'ingresso. Tamburellava un piede a terra con un ritmo tale da far venire il mal di testa ad entrambi.
"Arrivo, arrivo!"

Luke scattò in piedi, lanciandosi verso la porta, superando Sylar per poter uscire in corridoio.

"Ehi!" Lo richiamò l'uomo, afferrandolo per il collo della maglia e ritirandolo indietro.

Lo guardò malissimo, quasi volesse ucciderlo con lo sguardo: "dimentichi qualcosa," fece presente.

Luke prese in considerazione l'idea di fingersi sorpreso, ma sapeva che non avrebbe funzionato. Sorrise a trentadue denti con aria innocente, lanciando il telecomando che teneva nascosto sotto la giacca, di nuovo sul letto.

"Ottimo," commentò Sylar soddisfatto.

Il ragazzo si liberò dalla sua presa, sistemandosi i vestiti addosso.
Gli voltò le spalle, facendo una smorfia assurda.

Lo scimmiottò selvaggiamente, senza emettere alcun suono, biascicando svariate e ridicole sfumature di quell'ottimo che l'uomo si era tronfiamente lasciato scappare.

"Ehi! Guarda che ti ho sentito."

La voce di Sylar gli arrivò lenta ed inquietante. Si sgonfiò di colpo, tornando a guardarlo.

Allargò le braccia con l'aria di chi non sa di che sta parlando.

"Tu sei un po' paranoico," asserì, prendendo ad allontanarsi per il corridoio del motel, in direzione delle scale per il piano inferiore.
"Cammina," si limitò a rispondergli, seguendolo a debita distanza.
"E va bene, e va bene," sbuffò, cacciandosi le mani in tasca.

"Bel compleanno di merda," sussurrò.
"Ti ho sentito di nuovo."
"Ma basta!"

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