Titolo: Animal I Have Become
Fandom: (CROSSOVER) Heroes/Alias
Personaggi: Sylar, Lauren Reed
Pairing: Sylar/Lauren
Rating: R
Parole: 350 (W)
Prompts: "Lei è il fattorino?" @
fanfic_italiaWarnings: AU, FlashFic, Crossover
EFP:
LINK.Riassunto: subito dopo l'ennesimo assassinio.
Note.
- Non dovrebbero esserci errori, ma in ogni caso, se ne trovate, segnalateli, thanks!
- Questa scena è situata nella 3x12 Our Father, subito dopo l'assassinio di Sue Landers da parte di un ritrovato psycho!Sylar. Come tornare a casa, no? XD
- La canzone usata è Animal I Have Become dei Three Days Grace.
- Scritta per l'Italian P0rn Fest, seconda edizione. Potete trovarla postata su
fanfic_italia a
questo post.
Animal I Have Become.
So what if you can see, the darkest side of me?
L'odore di sangue rappreso mischiato al profumo di Lauren riusciva a dargli alla testa.
Ma così come non prestava attenzione ai segni violacei che le lasciava ogni dannata volta sui polsi pallidi, o a quei lunghi fili dorati che gli rimanevano incastrati tra le dita - insignificante tesoro di una folle razzia - tutte le volte che pretendeva di vederla chinare il capo all'indietro, Sylar non se ne curò.
La sua carne era calda e morbida: affondarci gli procurava sempre un brivido, mentre l'ennesimo gemito rauco e soddisfatto andava a soffocarsi contro il candore dei suoi seni perfetti.
Pensava che era complicata come quegli impensabili completi intimi che le vedeva addosso.
Eppure, gli bastava vedere quelle guance arrossate, le labbra umide e tremanti, gli occhi grigioverdi socchiusi in un fremito di piacere improvviso, per dimenticarsene.
Così riusciva a cancellarle ogni traccia di ironia dal viso, a sentirla palpitare contro il suo corpo, stringersi attorno a lui, serrargli le braccia con quelle sue mani maniacalmente curate, mormorare il suo nome in un crescendo inarrestabile.
Ad ogni spinta sentiva il calore aumentare vertiginosamente, costringendolo a tremare sopra di lei. Faceva finta di niente perché era quello che voleva: non percepiva più l'odore stantio del sangue impresso sui suoi vestiti. Anche la risata sarcastica che gli aveva rivolto - Scusi, lei è il fattorino? - si era spenta in un mormorio stonato, mentre gli chiedeva soltanto di muoversi più rapidamente e di andare più a fondo.
Era la sua cura all'estasi che ogni nuovo omicidio gli procurava, ciò che gli permetteva di restare tra i comuni mortali e dimenticare i suoi deliri di onnipotenza.
Un suo gemito, quel suo schiacciarsi bruscamente contro di lui, o le urla che il piacere riusciva a strapparle, erano sufficienti a ricordargli chi fosse e dove si trovasse.
Del suo sguardo che lo seguiva mentre si rivestiva rapidamente con quegli abiti rubati a qualcuno di cui aveva già dimenticato il volto, non gli sarebbe rimasto niente se non un lieve profumo dolciastro addosso, e un lungo frego di rossetto carminio sul collo.
Lauren vedeva la bestia nei suoi grandi occhi scuri.
Non ne aveva paura.