Titolo: When she asks for something, boy, she means it
Fandom: RPF
Personaggi: Melissa George, Zachary Quinto
Pairing: Melissa/Zach (Quintorge!)
Rating: R
Parole: 1000 (W)
Prompts: "Sei qui per il provino di Eva Kant?" @
fanfic_italiaDisclaimer: Zach e Melissa non sono miei ma appartengono ai loro magnifici selves. La storia qua di seguito è di mia pura e delirante invenzione.
Warnings: One-Shot
Riassunto: Da una parte non ti dispiace lasciare che sia lei a condurre il gioco: ti piace guardarla mentre si libera dei vestiti.
Note.
- Non dovrebbero esserci errori, ma in ogni caso, se ne trovate, segnalateli, thanks!
- Allora. Tanto per cominciare, la folle relazione di questi due è frutto delle menti malate mia e dell'Eli (
elivi). Quintorge è il pornografico fondersi dei cognomi Quinto e George, ed è talmente ridocolo/p0rn che tutti dovrebbero universalmente adottarlo per riferirsi a questi due XD La parte finale ha luogo ai Golden Globes di quest'anno. Potrebbe considerarsi come un antefatto alla fic della tizia sopracitata (xD), che trovate
QUI: "Liquefy".
- Il titolo è preso da Maneater di Nelly Furtado.
- Scritta per l'Italian P0rn Fest, seconda edizione. Potete trovarla postata su
fanfic_italia a
questo post.
When she asks for something, boy, she means it.
Ormai non ti permette più neanche di spogliarla.
Bussa alla porta sul retro (ti basta un'occhia per studiarla attentamente dalla testa ai piedi) e a malapena ti ascolta quando l'accogli con un ironico sei qui per il provino di Eva Kant?: sei quasi sul punto di mostrarti offeso dal modo in cui ti ignora, ma poi ti ricordi che quella è più o meno la quarta o quinta volta che finisci per definire così il suo look: completamente vestita di nero e seta, una crocchia elegante a fermarle i capelli dorati sulla nuca. La odi quella pettinatura e anzi, non puoi fare a meno di trovarla estremamente inutile: per sciogliere quegli intricati labirinti di forcine ci metti sempre troppo, il che ti assicura quasi sempre una serie di coloriti insulti che, a volte, fai fatica persino a ricordare.
E' impaziente e dannatamente convinta che tu abbia un fondo di romanticismo assolutamente inutile. Da una parte non ti dispiace lasciare che sia lei a condurre il gioco: ti piace guardarla mentre si libera dei vestiti. Ti ritrovi puntualmente a stupirti per quanto fluidi e precisi siano i suoi movimenti, sconcertato da come quelle dita pallide riescano ad insinuarsi ovunque, quasi persuadendo i bottoni a sfilarsi dalle rispettive asole, o le cerniere ad aprirsi e i nodi a sciogliersi.
L'hai sempre definita autoritaria ma, spesso, chiederti se non sia tutto esattamente calcolato è praticamente inevitabile: ti sembra che riesca a prevedere ogni tua mossa solo guardandoti negli occhi, che sia capace di spingerti a fare qualsiasi cosa lei voglia senza neanche darsi la pena di palesare le sue intenzioni, senza che tu - troppo preso dalla presenza inebriante del suo corpo accanto al tuo - te ne possa rendere realmente conto.
Per questo finisci sempre per accarezzarle i fianchi morbidi con reverenza, a baciarle i seni con delicatezza (quasi fosse una bambola di porcellana un po' troppo cresciuta intrappolata tra le tue braccia: la sua pelle è candida e liscia), a seguire il profilo del suo viso con la punta del naso e poi con le labbra, un po' perché hai l'insensato timore che si infranga sotto l'irruenza dei tuoi gesti, e poi perché ti piace farle perdere la pazienza con quegli inutili preliminari, come li definisce lei.
Ti domandi se lo pensa sul serio o se fa così soltanto per convincerti ad insistere e a prolungare quel momento fin quando ti è possibile. Ti blocchi per un attimo, sinceramente interessato alla risposta, ma poi ti basta guardarla in viso - guance di luna macchiate di ciliegia - per farti capire che non ti interessa, che puoi semplicemente ammettere che è dannatamente brava in quello che fa. Puoi prenderne tranquillamente atto senza sentirti troppo umiliato dall'intelligenza e furbizia femminili: tanto sai che di lì a poco ve ne dimenticherete entrambi di quelle stupide discussioni sulla superiorità dei due sessi.
Ti piace sfiorare con le dita i boccoli e le onde dei suoi lunghi capelli biondi, e notare come non contrastino affatto col candore della sua pelle; far scendere le mani sulle sue spalle, sulle braccia, e poi farle credere di volerle stringere le dita nelle sue.
Sorridi contro la sua bocca rossa, e la prendi in giro per quell'indignato scatto nervoso di un attimo. I suoi occhi chiari dardeggiano furiosamente in direzione dei tuoi: puoi soltanto baciarla di nuovo, chiedendole tacitamente perdono, nonostante ti venga ancora da ridere. Eviti la sua occhiata di scioccato riprovero riempiendoti la bocca del suo sapore.
E' buffo come tu riesca a sentirti sicuro di te e assolutamente padrone della situazione all'inizio, e poi miseramente in cerca di un briciolo di autocontrollo pochi minuti dopo: le sue gambe pallide abbracciano i tuoi fianchi, e ti sembra di non capirci più niente perché la sua pelle profuma, e i suoi occhi sono come pozze di pioggia dispersa su un prato, le sue labbra come petali di rosa dimenticati su un pavimento di marmo.
Ti sconvolgi di sentirla così calda sotto i palmi delle tue mani, ed è praticamente inevitabile esitare - immobile -, prima di spingerti dentro di lei, perché ti senti di chiederle il permesso. Soltanto quando ti sembra di essere avvolto dal calore profumato del suo corpo, come in un'aura ardente, non ti penti affatto di esserti soffermato a pensare a qualcosa di apparentemente tanto insignificante.
Per quanto tu ti riprometta di non perdere la testa, la lucidità ti scivola tra le dita così come quelle di Melissa si insinuano tra i tuoi capelli, e la sua lingua preme tra le tue labbra, avida di assaporarti per l'ennesima volta. Le chiederesti mentalmente scusa per ognuna di quelle spinte sempre più convulse e fameliche che ti portano sempre più a fondo, per attentare ancora alla fragilità del suo aspetto etereo. Cambi rapidamente idea quando scruti il suo viso, incorniciato dal groviglio scomposto dei suoi capelli sparsi sul cuscino.
Adori sentirla chiamare il tuo nome in una velata supplica e contorcersi sotto di te e inarcarsi prepotentemente, disegnando nell'aria una curva fremente su cui ti chini per poterla baciare sul collo, appena sotto il mento.
L'orgasmo le colora il viso a tinte forti, e ti lascia prepotentemente senza fiato mentre le tue mani affondando nelle sue cosce morbide e i tuoi polmoni sembrano prendere fuoco.
Ti piace sentirla stringersi attorno a te e gemere in un sussulto improvviso, rinunciando a tener chiuse le labbra nella severa morsa dei suoi denti perfetti.
Crolli su di lei, godendo del suo corpo umido e bollente schiacciato contro il tuo e, ogni volta, giuri di non aver mai amato così tanto respirarle addosso quel profumo che, adesso, sa anche un po' di te.
*
La cerchi febbrilmente tra la folla e reprimi un gesto stizzito quando la individui intenta a chiaccherare col marito, il braccio appoggiato amorevolmente sulla sua spalla: lo sta facendo apposta. Perché tu sei sul palco e lei adora far finta di non vederti per il puro gusto di innervosirti.
(Cerchi disperatamente di concentrarti e presti attenzione a Chris.)
Dopotutto, e il pensiero ti strappa un lento sorriso, avrai tutto il tempo di vendicarti, dopo.