Titolo: Psycho Circus
Parte: 4/4 {
1/4, 2/4, 3/4 }
Fandom: Heroes
Personaggi: Sylar, Adam Monroe [menzione di altri Villains innominati]
Rating: PG
Parole: 430 (W)
Prompt: Picche
Warnings: Idiozia, sarcasmo, acidume gratis, ah e gnoccaggine gratuita. {Post-Powerless}
EFP:
LINK.Riassunto: Un'interessantissima conversazione tra due interessantissimi villains su un tavolo da gioco. In quattro parti.
Note:
Vedi Prima Parte.
Tabella @
fanfic100_ita:
TABELLA. Psycho Circus.
Parte 4/4
- Dalle 00.43 alle 00.58 -
"Due di picche, sai che significa?"
"Che d'ora in avanti starai zitto?"
"Ah-ah, molto divertente."
Sylar gli scocca la miliardesima occhiata di fuoco. Se potesse incenerirlo con lo sguardo, l'avrebbe già fatto. Sono passati quarantacinque, lunghissimi, ed estenuantissimi minuti che Adam si è premurato di riempire con le sue insulse chiacchere.
Davvero molto, molto divertente.
"Dai, insomma, sai che significa sì o no?"
"Vuol dire che una tipa ti ha detto di no!" L'esclamazione è piuttosto furibonda, e suona incredibilmente distorta, come se a pronunciarla non fosse stato realmente Sylar, serial killer dal modus agendi deliziosamente macabro, ma uno sprovveduto undicenne.
Adam si acciglia e lo osserva.
"Non devi avere una grande esperienza in fatto di donne."
Constata a mezza voce, come sovrappensiero, intrecciando le braccia al petto, senza mollare il due di picche che tiene ancora tra le dita.
"Non credevo che la mia vita privata ti avrebbe interessato così tanto," sentenzia velenosamente in risposta, buttando il mazzo di carte che ha ancora in mano direttamente sul tavolo.
"Oh, invece sì. I sociopatici sono estremamente divertenti," l'entusiasmo che ci mette nel dirlo risuona quasi infantile.
"Sociopatici...," mormora Sylar, smettendo di ascoltarlo per un misero attimo.
"Senza offesa, chiaramente," ci tiene a specificare Adam con una scrollatina di spalle.
Farsi fare lo scanning della personalità non è esattamente tra le priorità di Sylar.
Cade nuovamente il silenzio.
Un toccasana per i suoi timpani, messi a dura prova dal continuo chiaccherio dell'altro.
"Mai ricevuto un due di picche?"
"Più di una volta."
Un botta e risposta magari gli tornerà più congeniale?
Ha deciso che gli risponderà le prime cose che gli passano per la testa, senza starci nemmeno a pensare.
Non ne vale proprio la pena.
"Addirittura? A che età?"
"A scuola, adolescenza, quel periodo lì."
Un periodo schifoso, almeno per lui. Di tutta la sua vita, quello è il momento che più detesta, quello che non esiterebbe a cancellare con un colpo di spugna, senza troppi rimpianti o ripensamenti.
"Bè, è piuttosto normale."
"Sì."
"Scusa se te lo chiedo, Psycho, ma... sei vergine?"
"Adesso basta!"
"E dai! Non te la prendere!"
"Sta' zitto! Sta' zitto e basta!"
"Okay. Muto come un pesce," annuncia (finalmente), fingendo di cucirsi la bocca in un gesto infantile.
Finalmente. Il rumore del silenzio arriva ad invadere le orecchie di entrambi.
Un suono così dolce e -
"Allora?" Riprende Adam senza nemmeno dargli il tempo di godersi la tregua.
Ha raccolto tutte le carte, e gli mostra la pila perfetta che ha tra le mani con qualcosa di molto simile all'orgoglio negli occhi.
"Poker?"