Apr 14, 2006 15:03
Ho visto C. per la prima volta a fine agosto dello scorso anno. E' uno scricciolino piccolino, con la testolina incassata nelle spalle un pò curve e un vestitino blu a fiori con il colletto bianco. Mi guarda con la testa bassa e gli occhi in su, le viene da piangere. Io cerco di essere il più affettuosa possibile, le chiedo se per favore mi fa un pò di compagnia, andiamo nella stanza di là chiacchieriamo un pò, disegniamo un pò e poi torniamo dalla mamma.
Mi segue. Le chiedo di disegnarmi una persona. Lei non dice una parola e mi fa "l'omino testone" (un cerchio con 4 righe che vengono giù). A sei anni è una roba brutta. Sapevo che c'era stato un problema di sofferenza fetale (una delle cause più comuni di ritardo mentale) e che mentre la madre (gran brava signora) vedeva che c'era qualcosa che non andava, il pediatra continuava a dire che era tutto a posto, che C. era solo un pò lenta. La signora ci ha portato la bambina per scrupolo, perchè di lì a qualche giorno avrebbe cominciato la prima elementare. Porca vacca, ce l'avesse portata prima con po' di riabilitazione adesso C. sarebbe in gran forma.
C. dopo un pò si prende paura, perchè, l'ho capito dopo, se si sente valutata o sotto pressione va in panico e piange. La porto nella stanza di psicomotricità, dove ci sono un mucchio di giochi, cuscini colorati di ogni forma, torri di cuscini su cui arrampicarsi palloni grandi come persone. Una stanza colorata e pagliacciosa. C'è uno specchio: è il vetro unidirezionale. L'incidente probatorio per le perizie di abuso su minori si fanno lì. Ma lasciamo stare che non è questo il caso, io me la gioco un pò con C. Ci togliamo le scarpe, ci buttiamo sui cuscini, prendo una piccola palla e le chiedo se vuole giocare. Giochiamo a lanciarci la palla, ma mi sta seduta vicino vicino perchè ha paura di non prenderla. Allora mentre giochiamo comincia a raccontare. Di suo fratello più piccolo, della bicicletta con le rotelle, dell'asilo e di tutto il suo piccolo mondo. C. non piange più e quando finisce l'ora le dispiace andare via. Mi rimane il problema di farle i test la prossima volta. Come faccio a misurarle il ritardo se le devo cronometrare le prove? La volta successivia sua madre mi racconta che C. è tornata a casa entusiasta, ha rccontato quello che abbiamo fatto a tutti e persino suo fratello ha chiesto di venire da me. C. ha risposto: "No, la psicologa è mia." Mentre ero lì che le facevo i test lei mi chiedeva: "Come mai guardi il cellulare?" "Niente, guardo l'ora" Cronometravo. Ritardo mentale moderato. Che a dire moderato sembra che non sia brutto. Ma le cose belle da vedere sono diverse.
Finisce il mio primo periodo in ospedale. C. è stata l'ultima bambina di quel periodo lì. La madre è dispiaciuta e si augura che mi riprendano, perchè si erano trovati prorpio bene con me. Adesso c'è da fare la valutazione psicomotoria con la psicomotricista, la mia amica M. In gambissima e simpaticissima. Assisto alla visita psicomotoria, così, solo per sostegno morale.
Sento M. l'altro ieri per gli auguri di Pasqua. Mi dice che C. mi cerca ancora e chiede sempre di me. M si è confusa sul luogo in cui lavoro e la detto che lavoravo a Gavi. C. commenta: "Guarda, M., l'ho cercata proprio per tutta la scuola ma non l'ho trovata la V." C. Si è agguerita sul piano scolastico. Arriva a casa, mangia, prende la cartella, tira fuori i compiti e li vuole fare da sola. La mamma dice che sua foglia ha tirato fuori un'autonomia che non credeva avesse. Le spalle vanno meglio, C. è più sicura di sè, tanto che sugli apprendimenti non ci sono grossi problemi. L'ostacolo più grosso è la disgrafia, ma con lei siamo ancora in tempo. Ce la farà. E io che non dovrei farmi fregare da queste cose... bhe appena potrò l'andrò a trovare.