[Fanfic - RPF Calcio] Gift per waferkya

Dec 22, 2011 11:10

Gift for: waferkya
Title: E mi sa che sei quello che fa luce pian piano
Author: Secret Santa
Fandom: RPF Calcio
Pairing/Characters: Daniele De Rossi/Marco Borriello, Gaia De Rossi
Rating: G
Warning: Slash (lieve), OOC?
Word Count: 1600
Summary: “Buon Natale!” trilla Marco con un tono di voce fastidiosamente alto, prima di entrare tranquillamente in casa di Daniele come se fosse la sua e togliersi l’ingombrante giubbotto bianco. “Fa caldo, qui. Mi piace.”
Note: Il recipient voleva una cosa domestica con conseguenze tragicomiche, quindi mi è parso giusto partire totalmente per la tangente. Mi riservo di dire che ho rispettato in tutto e per tutto la richiesta di “sull’adorabile andate”. Direi che quella l’ho seguita alla lettera, forse anche troppo. Mi spiace solamente di non esser riuscito/a ad esaudire gli altri desideri del recipient.
Titolo rubato a La porta dei sogni di Ligabue, e adattato per l’evenienza. :)

E mi sa che sei quello che fa luce pian piano

Marco indossa un paio di pantaloni fucsia - no, davvero, ha sul serio un paio di jeans fucsia a fasciargli le gambe, e Daniele non sa se essere più sconvolto per il fatto che Marco sia ridicolo ed imbarazzante o per il fatto che comunque riesca a rimanere un bel ragazzo nonostante gli abbinamenti cromatici un po’ troppo azzardati.
Sono le nove del mattino del giorno di Natale, fa un freddo gelido, così gelido che Daniele ha sognato di aver ospitato dei pinguini in casa e non è nemmeno tanto sicuro fosse un sogno, tuona così forte che sembra di stare nel bel mezzo di una guerra, Gaia dorme ancora e in più lui ha il raffreddore e un po’ di febbre. Ecco, c’è tutta questa cornice intorno e Daniele non può credere di essersi soffermato su un paio di pantaloni fucsia quando il loro possessore gli si è presentato davanti la porta di casa così inaspettatamente.
“Buon Natale!” trilla Marco con un tono di voce fastidiosamente alto, prima di entrare tranquillamente in casa di Daniele come se fosse la sua e togliersi l’ingombrante giubbotto bianco. “Fa caldo, qui. Mi piace.”
“Sì, come a me me piaceva sta’ al calduccio sotto le coperte. A dormi’, c’hai presente?” borbotta Daniele guardandolo malissimo, spostandosi subito di lato quando Marco gli arriva vicino e tenta di circondargli la vita con un braccio.
Marco sghignazza con quella sua faccia impertinente che, certe volte, Daniele vorrebbe prendere a schiaffi, e che altre volte vorrebbe solamente baciare e baciare e baciare. Ma questa non è assolutamente una di quelle volte, anzi, tutt’altro. Questa è la mattina di Natale, fa freddo e quell’idiota di Marco si è presentato sulla sua porta senza nemmeno portare due brioches per la colazione. E se chiedere le brioches era chiedere troppo, almeno poteva esordire con: “Buongiorno, vengo in pace, mi dispiace di averti svegliato a quest’orario indecente ma sono così bravo che ti farò un caffè. Due caffè. Anche tre, se vuoi.” Ma qui è di Marco Borriello che si parla, e Daniele non si aspetta veramente qualcosa di simile da lui.
“Qualcuno si è svegliato male, stamattina?”
“Sì, perché c’è ‘sto coglione che m’è venuto a citofona’ la mattina de Natale, ‘n so se ce l’hai presente,” sbuffa Daniele. Afferra un maglione di lana dal divano e se lo infila dalla testa senza nemmeno sbottonarlo, poi va diretto in cucina con l’intenzione di farsi un caffè e far finta che la giornata sia iniziata nel migliore dei modi.
Sente Marco che ridacchia dal salotto e, oh, aspetta, si è forse svaccato comodamente sul divano? Seriamente? Daniele alza gli occhi al cielo e trattiene un insulto esasperato tra i denti. Decide che è meglio tornare al complicato tentativo di riempire la macchinetta del caffè senza sporcare tutto il piano cottura.
Dopo qualche minuto - che forse non è qualche minuto ma qualche secondo, oppure è Daniele che è molto, molto lento a mettere tre cucchiaini di caffè nella moca - sente un rumore strano provenire dal salotto e poi uno strepito. Pensa che magari sia una buona idea andare a controllare che Marco non abbia combinato niente di irrimediabilmente sbagliato, perché quella è di sicuro una consistente possibilità. Fortunatamente tutto quello che trova è sua figlia allacciata al collo di Marco, con un sorriso beato sul viso.
“Papà!” - strilla Gaia quando lo vede, - “Buon Natale!” - e gli dà un bacino sulla guancia barbuta, - “Meno male che hai invitato Marco! Volevo proprio chiedertelo, sai?” - e gli dà un altro bacino, sull’altra guancia, e Daniele non ha davvero il cuore per dirgli che in realtà Marco ha fatto tutto da solo, lui non c’entra niente.
Il diretto interessato - quello stronzo di Marco, come lo definirebbe Daniele - ridacchia divertito, prendendo di nuovo Gaia in braccio.
“Cucciola, andiamo a preparare la colazione al tuo papà?” Poco dopo aggiunge, a voce un po’ più bassa: “Perché lui non ce la fa, è un po’ impedito.”
“Certo! Me lo fai un cappuccino con tante schiuma?!”
“Con quanta schiuma?”
“Con tanta schiuma così!” dice felice Gaia, mentre apre le braccia per far capire a Marco che vuole veramente tantissima schiuma.
Marco ride felice, Gaia ride felice con lui, e Daniele non cerca nemmeno per un attimo di trattenere il sorriso che gli sale sulle labbra. Sorriso che rimane lì anche quando sua figlia, con una cucchiarella in mano e un’aria minacciosa che è tutta un programma, lo spinge a forza verso il bagno, strillandogli contro che se uscirà da lì prima che sia passata almeno mezz’ora, rimarrà senza colazione.

Alla fine Daniele è stato costretto a lavarsi bene, eccessivamente bene, a farsi tre shampoo e a dedicare una particolare cura all’atto di asciugarsi i capelli, ma almeno quando è uscito dal bagno ha trovato una tazza di cappuccino con tanta schiuma così, un caffè espresso, rigorosamente nero, forte e amaro, e una montagna di roba da mangiare, tra pandori, panettoni, frittelle, uova e bacon. Per un momento Daniele è stato sicuro che avessero scambiato la colazione per il pranzo e avessero deciso di tirar fuori l’intero frigorifero.
Il pranzo, comunque, lo hanno saltato, perché Gaia si è buttata sul divano verso le due del pomeriggio e si è addormentata, e né a Marco né a Daniele andava di mettersi a cucinare. Sono rimasti accanto a Gaia, a vedere un po’ di tv e farsi qualche dispetto - del tipo che Marco è una piaga sociale, che non saprebbe stare fermo nemmeno se lo pagassero, e ha cominciato a fare il solletico a Daniele, e poi a tirargli un po’ la barba e poi sono finiti entrambi sul pavimento, a ridere come ragazzini.
Ora sono le cinque, e Marco stabilisce di punto in bianco che alle cinque uno deve per forza preparare il tè, allora si alza dal divano, si butta un maglione di Daniele sulle spalle e va in cucina. Daniele borbotta qualcosa sotto voce, ma poi si alza anche lui e lo segue. Non è un fan del tè, lo diventa solamente quando fa freddo e ha bisogno di qualcosa per scaldarsi, e chiaramente non è questo il momento, non con Marco che fino a tre minuti prima gli era spalmato addosso come se fosse una coperta.
Mentre Marco fa il tè, lui se ne sta seduto su una sedia senza emettere un suono. Si sente un po’ un bambino, ad aspettare la merenda con una coperta di lana sulle spalle, ed è una sensazione così strana e piacevole che gli viene quasi da piangere. Quasi. Opta per un sorriso solamente perché scoppiare a piangere non è un’opzione da prendere in considerazione.
Marco gli porge la tanto agognata tazza di tè, e poi alza la sua come se volesse brindare. Daniele scoppia a ridere, perché dai, chi è che può pensare di brindare col tè caldo?, e Marco gli fa l’occhiolino. Sarebbe opportuno brindare a qualcosa, però a Daniele non viene niente di buono in mente, o forse ha pensato a qualcosa da dire, ma un momento dopo se ne è già dimenticato.

Daniele pensa che se qualche anno fa gli avessero detto che un giorno si sarebbe ritrovato sul divano di casa sua, a mangiare schifezze del McDonald’s e guardare UP con sua figlia e Marco Borriello avrebbe riso fino alle lacrime.
“Papà, mi compri uno struzzo? Come Kevin?” chiede Gaia, girandosi verso Daniele e pizzicandogli il fianco. Marco scoppia a ridere di cuore, mentre lui alza gli occhi al cielo, esasperato.
“Non volevi ‘n cane parlante come Dug? O ‘na casa volante come quella che c’ha Carl?” domanda Daniele, tirandosela un po’ più vicino.
“Sì, però i cani parlanti non esistono e nemmeno le case volanti. E un cane normale non lo voglio, ce lo hanno tutti. Quindi me lo compri uno struzzo?”
Daniele sospira. “Vediamo, se te comporti bene, forse…” è l’unica cosa che riesce ad offrire. Gaia borbotta scontenta della risposta, ma non dice nient’altro. Marco, invece, Daniele teme si sia procurato una paresi facciale a forza di sorridere.
Daniele chiude gli occhi, si preme due dita contro le tempie e sospira di nuovo. Tutto questo è folle, davvero. Non che a Daniele non piaccia il Big Mac che sta mangiando o non gradisca la visione di UP, che è veramente un cartone animato bellissimo e adorabile e commovente. Per carità, è così concentrato nella visione del film che sobbalza, colto dallo shock, e quasi rotola giù dal divano, quando sente due baci identici su ciascuna guancia. Guarda Gaia e Marco che si battono il cinque a vicenda, ridacchiando come cretini.
La sua vita è parecchio noiosa, effettivamente. È davvero diversa da quella che aveva a ventitré anni, quando c’era Tamara e lui era molto più una testa calda di quanto non lo sia ora. Ogni giorno era un’incognita, quando si svegliava e si ricordava che stava con una donna che di punto in bianco poteva decidere di portargli via Gaia. Ogni tanto pensa che quei tempi un po’ gli mancano, forse, che forse gli manca il fatto di avere una famiglia vera e propria, di avere la sua bambina sempre dentro casa e non dover passare i giorni in cui non è con lei ad aspettare che lo sia.
Ora invece c’è Marco, che di sicuro non è troppo sano di mente, e di sicuro loro due non formano esattamente il tipo di relazione che Daniele si sarebbe aspettato di avere. Ma almeno è qui e vuole rimanerci, senza chiedere niente di che. Gli basta presentarsi ad orari improponibili, preparare il tè, far divertire Gaia, e illuminare la vita di Daniele.

warning: slash, warning: ooc, fandom: rpf calcio, - fanfic, pairing: daniele de rossi/marco borriell, rating: g, recipient: waferkya

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