Character: Mike Ross; Harvey Specter;
Pairing: HarveyxMike
Rating: PG
Genre: Fluff, Lime
Words: 764
Prompt: Suits, Mike Ross/Harvey Specter, scritto sul corpo
Warning: Slash
Disclaimers: I personaggi di Suits appartengono a chi di diritto.
Scritta per
Il Carnevale delle Lande 2 @
maridichallenge Le lenzuola di Harvey hanno sempre, tra le coperte, tracce del profumo del suo dopobarba costoso e a Mike piace avvolgervisi completamente, anche ora che l'uomo è addormentato accanto a sé, con lo stomaco che preme sul materasso e la testa che ha mancato il suo cuscino, finendo invece su quello dell'associato.
Mike lo guarda e si chiede come diavolo faccia ad avere dei capelli così perfetti, anche dopo aver fatto sesso per tutta la notte, anche dopo essersi strofinato contro la federa del cuscino, mormorando qualche frase sconnessa che il ragazzo memorizza, perché non c'è nulla che non ricordi di Harvey. Ciò che non ha letto di lui su trascrizioni di processi, fascicoli o appunti, lo ha letto nei suoi occhi, sulle sue labbra o sulla sua pelle.
Il proprio cervello è ancora troppo sveglio per lasciarlo dormire e allora, per dispetto, sfida il sonno di Harvey. Vaga con l'indice sulla sua guancia, dipingendo con inchiostro invisibile tutto quello che conosce di lui.
Capelli schifosamente perfetti. Borioso. Saccente. Bello…
Lungo la mascella, dove le dita sono ormai diventate due, parla del suo amore per la musica Jazz, del suo infortunio alla spalla, delle sue auto costose e dei suoi completi da migliaia di dollari. Si ferma qualche istante, cogliendo un mugolio basso che muore contro il cuscino.
Sorride quando Harvey muove il braccio, tastando accanto a sé, alla ricerca della coperta che Mike gli ha rubato e poi alla ricerca del suo corpo, incontrando soltanto il vuoto, mentre il ragazzo si è già mosso. Non è così silenzioso come vorrebbe, non con tutta quella stoffa bianca addosso che gli fa da veste, arricciandosi sulle cosce quando si mette a cavalcioni sul corpo di Harvey, percorrendo la curva della schiena con entrambe le mani, in una risalita lenta che si gode ogni gemito basso e roco che lo fa vibrare.
«Shsss.» soffia lui, trattenendo una risata divertita. È un gioco stupido il suo, che rischia di svegliare l'avvocato e fargli elencare i cinquantotto punti, stillati in una notte di noia, che elencano il perché sia una pessima idea che Mike rimanga a dormire a casa sua; primo tra tutti:
«Lo senti il modo in cui quelle lenzuola accarezzano dolcemente la pelle? Questo è perché sono lenzuola di seta, costano più di quanto tu guadagni in un anno e, per l'amor del cielo, smetti di fregarle al loro unico padrone: io, Harvey Specter. Non Mike Ross. Harvey! Quello che ha il suo nome sul muro dello studio e che ti permette di respirare il suo stesso ossigeno in casa sua e nel suo ufficio.» lo scimmiotta, prendendosi qualche libertà nell'imitarlo, curvo sul suo corpo nudo, sussurrando una parola alla volta contro le sue spalle ampie su cui la lingua passa, riscrivendo ogni lettera appena pronunciata e sentendo i muscoli guizzare sotto il suo tocco umido.
Le ginocchia ai fianchi di Harvey si puntellano meglio sul letto e, nascosta dalle lenzuola, l'erezione risvegliata si strofina contro la base della sua schiena, accendendo il ragazzo di desiderio. Tra qualche minuto dovrà svegliarlo o, almeno, trovare il modo di voltarlo e avere accesso a quella parte del suo corpo che può dargli soddisfazione.
Potrebbe chiudersi in bagno, dedicarsi ad un meno appagante fai da te, ma le mani continuano a scrivere sulla pelle chiara del Senior Partner, seguendo linee immaginarie di una tela che si accende di calore sotto di lui e che, di volta in volta, si lascia sfuggire suoni leggeri, imprecazioni tra labbra vibranti e un movimento impercettibile delle dita, che hanno trovato la federa del cuscino e la stringono, quando la lingua di Mike decide di fare il nido tra le sue scapole, seguendone il disegno avanti e indietro.
«Mike, ricordami di licenziarti.» la voce di Harvey è impastata dal sonno, non gli serve guardarlo in faccia per capire che desidera premergli un cuscino in faccia, uccidendolo senza inutili spargimenti di sangue che rischino di rovinare l'arredamento. No, Harvey Specter sarebbe elegante ed impeccabile anche nel commettere un omicidio.
«Lo farò senz'altro.» promette Mike, mentendo e soffocando un'altra risata contro la sua schiena.
Non serve molta forza per farlo cadere di lato.
«Quelle lenzuola non sono fatte per starsene a farti da toga, Cesare, servono per coprire me quando dormo.» sibila in tono di rimprovero, strattonando via il lenzuolo, che scorre come una colata di latte bianco sul corpo sottile del ragazzo, mostrandolo nudo davanti ai suoi occhi. Lo afferra per i fianchi, riportandolo a cavalcioni su di sé e, al diavolo il sonno!, passerà il resto del tempo che manca al sorgere del sole a marchiare la pelle di Mike con il proprio nome.