Character: Yato; Yukine;
Pairing: YatoxYukine {sottinteso};
Rating: PG
Genre: Introspettivo
Words: 362
Prompt: #30. Ivory White (Bianco Avorio)
Warning: Shounen-ai
Disclaimers: I personaggi di Noragami appartengono a chi di diritto.
Scritta per
Il Carnevale delle Lande 2 @
diecielodePost Capitolo 11 ~ Name / Episodio 9 ~ Name
L'aveva trovato come neve mescolato tra la neve, un fiocco bianco più grande degli altri, più freddo, che danzava solitario senza una meta o uno scopo; spirito errante obbligato a scivolare in eterno sulla linea tra la vita e la morte, ovunque il vento lo portasse.
Gli era bastato uno sguardo soltanto { un ragazzo, un adolescente, un'età difficile } per decidere che sarebbe stato lui { che sarebbe stato perfetto tra le proprie dita, legato alla propria anima } ed il corpo di Yato si era mosso seguendo il proprio istinto, la voce del Dio aveva chiamato il nuovo nome dello spirito, dandogliene uno come persona e uno come arma. Sua. Il suo Tesoro Sacro.
{ Servimi e ti darò una ragione per rimanere }
Sekki, la sua nuova spada, dalla semplice lama argentata e il manico avvolto in una candida benda.
Yukine, il suo nuovo servitore, dagli occhi simili a frutti di biancospino e la pelle di un gelido bianco avorio. Un colore difficile da mantenere pulito, per un ragazzino con un carattere altrettanto difficile.
«Che- che hai tanto da guardare?»
«Ti sembra questo il modo di rivolgerti al tuo padrone?»
«Non è colpa mia se mi guardi con occhi da maniaco!»
«Che cosa?! Ma come osi! Io sono un Dio di sani principi e a differenza degli altri io guardo il mondo con la purezza di un bam… Yukine? Yukine? Non puoi andartene mentre sto parlando!»
Yato sospirò sconsolato, guardando la schiena sottile del suo shinki allontanarsi da lui e raggiungere la porta del salotto di Kofuku.
Anche coperto dagli abiti che aveva trovato tempo prima per lui, poteva riuscire a vedere ancora il colore chiaro della sua pelle, bianco avorio. Lo stesso bianco avorio deturpato dai pensieri impuri di Yukine e dagli occhi degli ayakashi affamati di lui.
Era stato così vicino a perderlo.
«Mhm?»
Yukine si era fermato sulla soglia, si era voltato verso di lui e, per un momento, era stato come se avesse avuto intenzione di tendergli la mano, spaventato da quella lontananza ridicola { ancora mi appartieni, stupido ragazzino, mi basterebbe una parola per stringerti tra le mie mani }; ma con il broncio sul volto, aveva infilato la mano in tasca, uscendo.
«Uff.»
L'avorio. Un colore dannatamente difficile.