[HP] Every sky is blue, but not for me and you ~ Pansy/Ginny [3/6]

Apr 14, 2009 20:43

Titolo: Every sky is blue, but not for me and you
Capitolo: Tre di Sei.
Lista capitoli, note e disclaimer: qui.


Every Sky Is Blue, But Not For Me And You
Tre.

Le mie mani sono sporche di sangue. Sangue invisibile, ma scarlatto e bruciante come se fosse tangibile. Quando usi una bacchetta, hai il vantaggio che le mani non ti si sporcano mai; allora perché io me le sento intrise della vita altrui? Delle esistenze che ho strappato volontariamente? Della morte che ho provocato per sentirmi viva?
Mi osservo ancora una volta in questo enorme specchio nella camera di Pansy e, quasi richiamata mentalmente, la sua voce sottile mi accarezza. “Sei bellissima.”
Immediatamente ogni pensiero scompare; c’è qualcosa di rassicurante nel saperla qui, a sorridermi con le sue labbra rosse. Mi chiedo che sapore abbiano, quelle labbra.
“Sei bellissima,” ripete, avvicinandosi. Ed è vero, sono bellissima, sono tornata bellissima dopo aver ucciso: la mia pelle ha riacquistato colore dopo essersi macchiata del sangue degli innocenti, i miei occhi luminosità, dopo aver visto il fuoco divorare un villaggio. È questo che si prova a manovrare la morte? A lasciarsi guidare dall’odio?
Perché, tutto a un tratto, il buco nero sembra sparito e il dolore è volato lontano. Perché, tutto a un tratto, la morte dei miei genitori non sembra più così importante, ora che altri genitori sono morti, che i conti sono stati pareggiati.
“Sono un’egoista,” ammetto, rivolta alle labbra rosse.
Sanno di sangue, quelle labbra?
“Tutti sono egoisti. Chi non lo è, in genere, muore schiacciato dal peso dei buoni sentimenti.”
“Non voglio morire,” dico istintivamente.
Le sue dita si posano sulla mia guancia, la percorrono, si soffermano a disegnare il contorno delle mie labbra. Scivolano sul mento, poi sul collo, seguendo il percorso della giugulare. Deviano sulla mia nuca, si infilano tra i miei capelli. Mi sento sempre più bella e calda sotto queste dita e questi grandi occhi neri.
“Non morirai, Ginny. Tu non hai più buoni sentimenti.”

Pansy sobbalza alla mia domanda. È inaspettata, lo so, ma ho bisogno di capire cosa l’ha portata a questo punto, cosa l’ha resa come me. I nostri occhi sono simili e completamente diversi da quelli delle altre persone che ci circondano. Siamo identiche nell’aver provato un dolore a cui abbiamo rischiato di soccombere, ma che abbiamo infine superato, rendendolo la nostra nuova sorgente vitale.
Così lo chiedo. Chiedo: “Cos’è successo a Malfoy?”
Ogni accenno di sorpresa scompare in breve tempo. La sua voce è ferma come al solito, quando comincia a parlare. “È stato ucciso dal Lord Oscuro.” Si interrompe e mi fissa negli occhi. “Aveva una missione da compiere e ha mandato tutto all’aria. Ha compiuto errori a cui non si poteva rimediare.”
“Non avete provato a fermarlo?”
“Sì, ci abbiamo provato. Io, Theodore, Zabini… Ma pensi davvero sia servito a qualcosa? Ci siamo solo beccati una Cruciatus a testa.” Prende un profondo respiro e ricomincia, “Eppure quel dolore mi ha fatto bene. Ho smesso di sentire la morsa al cuore che me lo stava disintegrando e non ho visto il suo corpo accasciarsi a terra. Non l’ho visto nemmeno mentre lo portavano via. Certo, forse sarebbe meglio non ricordare assolutamente nulla, ma non si può avere tutto.”
E adesso mi spaventa, sì, perché io non ho visto la morte impossessarsi delle persone che amavo, come ha fatto lei. Il suo dolore era più grande del mio e ora l’ha superato: è ovvio che i suoi occhi brillino di più.
“Perché sei rimasta?”
Ride. “Cosa avrei dovuto fare? Andare a bussare alla porta di San Potter?! Non essere ingenua.”
“Io… io sono scappata dalla causa del mio dolore.”
Di nuovo, esplode in quella risata che mi dà i brividi. “Cazzate, ci sei finita dritta dritta tra le braccia. Vuoi i nomi dei Mangiamorte che hanno fatto fuori i tuoi genitori, Ginny?”
Chiudo gli occhi, li stringo forte per impedire alle vecchie emozioni di ritornare. Le chiudo dietro le palpebre e non le lascio uscire.
“Mi hai ingannata,” sussurro, realizzandolo per la prima volta.
“Sì, l’ho fatto.”
“Perché?”
La sento chinarsi in avanti, verso di me, finché le sue labbra mi sfiorano l’orecchio.
“Non lo capisci, il motivo? Tu avevi bisogno di essere salvata. Non sei come gli altri, Ginny, non ti bastano le buone azioni per sentirti in pace con il mondo. Avevi bisogno di qualcuno che ti insegnasse a giocare con il tuo male, e hai bisogno di continuare a giocarci per non precipitare. Solo noi possiamo darti questo.”
Le sue labbra si spostano sul collo, lo sfiorano delicatamente. Riapro finalmente gli occhi e quelle labbra rosse mi attirano inspiegabilmente. Rosse, come il sangue: forse è il sangue ad attirarmi e tutto il suo discorso mi calza alla perfezione. Forse non ho altra scelta, non ne ho mai avuta.
Adesso, è questo il mio posto.

*****

“Voi-noi-- dobbiamo cercarla! Non può essere sparita nel nulla, non può!”
“Harry--”
“No! Devo andare a cercarla e subito. Lei potrebbe essere in pericolo. Potrebbe--”
“Harry, ce ne occupiamo noi. Tu non puoi pensare anche a questo.”
“Ron ha ragione. Resta concentrato sulle tue ricerche con Remus. È fondamentale adesso che--”
“D’accordo, d’accordo. Come vi pare.”
“Harry, è mia sorella. Fidati di me.”
“Ti prego, trovala, Ron. Trovala. Non lasciare morire anche lei, trovala.”

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