[Sherlock] Sono solo ragazzi
Titolo: Sono solo ragazzi
Personaggi: Mycroft Holmes, John Watson/Sherlock Holmes
Genere: uhm, nessuno? Slice of life.
Avvertimenti: Teen!AU, Slash, Voyeurismo
Tipologia: Flashfiction
Wordcount: 230
Rating: PG13/Giallo
Note: per i Tuffi in Piscina, per il SantaFest e la 500 themes :)
Sono solo ragazzi, mi ripeto.
È l’ottava volta che quel Watson viene in casa nostra, la terza che entra dalla porta. Sherlock crede che non me ne accorga, ma quando sento grattare alla sua finestra capisco che sta arrivando il suo amico.
Ho capito che si chiama John solo perché ho sentito Sherlock gridarlo.
Lui ha sempre avuto tutto quello che mi è mancato: giocattoli, libri, soldi. Affetto. Il piccolino di casa, il bambino speciale. Balle. Sherlock è in cerca di attenzioni di cui non ha bisogno dal giorno della sua nascita - due mesi prima del previsto, famiglia in vacanza a St. Moritz - e questo imbecille che scala le finestre non fa eccezione.
Quando l’ho visto - camicia a quadri, barba malfatta, brufoli - ho pensato davvero che fosse soltanto un amico. Sherlock si merita molto di meglio: una ragazza dell’alta società che legge autori cinesi e si preoccupa della fame del mondo, per esempio. Almeno un modello, se proprio dev’essere un maschio. Non questo.
Li osservo confuso. So come si fa perché conosco la teoria, ma ci sono cose che nei libri non dicono. I baci sulla clavicola, nell’incavo del collo e subito sopra la spalla. I sussurri, le risate sciocche da ragazzette innamorate. Le mani che s’intrecciano e chissà quando si lasceranno andare. I gemiti. Piantare le unghie nel materasso.
Sono solo ragazzi, mi ripeto. E io non lo sono più.
Personaggi: Mycroft Holmes, John Watson/Sherlock Holmes
Genere: uhm, nessuno? Slice of life.
Avvertimenti: Teen!AU, Slash, Voyeurismo
Tipologia: Flashfiction
Wordcount: 230
Rating: PG13/Giallo
Note: per i Tuffi in Piscina, per il SantaFest e la 500 themes :)
Sono solo ragazzi, mi ripeto.
È l’ottava volta che quel Watson viene in casa nostra, la terza che entra dalla porta. Sherlock crede che non me ne accorga, ma quando sento grattare alla sua finestra capisco che sta arrivando il suo amico.
Ho capito che si chiama John solo perché ho sentito Sherlock gridarlo.
Lui ha sempre avuto tutto quello che mi è mancato: giocattoli, libri, soldi. Affetto. Il piccolino di casa, il bambino speciale. Balle. Sherlock è in cerca di attenzioni di cui non ha bisogno dal giorno della sua nascita - due mesi prima del previsto, famiglia in vacanza a St. Moritz - e questo imbecille che scala le finestre non fa eccezione.
Quando l’ho visto - camicia a quadri, barba malfatta, brufoli - ho pensato davvero che fosse soltanto un amico. Sherlock si merita molto di meglio: una ragazza dell’alta società che legge autori cinesi e si preoccupa della fame del mondo, per esempio. Almeno un modello, se proprio dev’essere un maschio. Non questo.
Li osservo confuso. So come si fa perché conosco la teoria, ma ci sono cose che nei libri non dicono. I baci sulla clavicola, nell’incavo del collo e subito sopra la spalla. I sussurri, le risate sciocche da ragazzette innamorate. Le mani che s’intrecciano e chissà quando si lasceranno andare. I gemiti. Piantare le unghie nel materasso.
Sono solo ragazzi, mi ripeto. E io non lo sono più.