Gossip Girl; COW-T; Dan/Blair; Everything is meant to be broken

Mar 08, 2011 12:09

Titolo: Everything is meant to be broken
Autore: chibi_saru11
Beta: Un-Betated
Fandom: Gossip Girl
Personaggio: Dan Humphrey, Blair Waldorf
Paring: Dan/Blair (DAAAIR!!) (menzione di Chuck/Blair, Dan/Serena, Ben/Serena)
Rating: PG
Warning: Spoiler fino alla 4x17, se non si sono visti gli episodi non ha molto senso
Parole: 3146 (Fidipù)
Riassunto: Ora sono loro due e Dan sa già che sarà l’errore più grande della sua vita perché - e non lo ripete mai abbastanza - niente di buono accade quando c’è Blair in giro.
Note:
1. Io non lo so, ho recuperato tutto GG e semplicemente... Dio, shippo Dair dalla S!1 e da quando si sono parlati in quel sottoscala dopo il photoshoot di Eleanor e... e finalmente me l'hanno dato! Ho dovuto aspettare 4 serie, una quantità di episodi atroci e SERENA (per favore uccidetela DIO), ma finalmente me li hanno dati *_*
2. Scritta per la quarta settimana del COW-T con prompt Punto di non ritorno @ maridichallenge .
Disclaimer: Gossip Girl non mi appartiene e i diritti ce l'hanno una quantità di persone allucinanti. Non voglio soldi (pfff) ma solo cantare quella meravigliosità che è Blair Waldorf.


Quando decidono di vedere il film assieme, Dan non è convinto di stare facendo la cosa giusta. È Blair Waldorf di cui stanno parlando e niente di buono - niente di buono, assolutamente nulla, in maniera categorica - accade quando si trova nelle vicinanze di Blair Waldorf.

Si è abituato tanto tempo prima al fatto che Blair avrebbe fatto, sebbene marginalmente, parte della sua vita - è il prezzo dell’avere un rapporto (di amicizia o romantico) con Serena e lui ha sempre pensato che non fosse un prezzo troppo grande. Ora, però, non c’è Serena a costringerli a stare assieme, non c’è Nate a organizzare un pranzo o Dio, persino Chuck è fuori città e, teoricamente, non hanno alcun bisogno di vedersi.

Ora sono loro due e Dan sa già che sarà l’errore più grande della sua vita perché - e non lo ripete mai abbastanza - niente di buono accade quando c’è Blair in giro.

Quando arriva al cinema Blair non è ancora arrivata e Dan pensa che quella è la sua occasione, che può scappare e dire che se ne è dimenticato o non dire niente perché è Blair e non sono amici quindi…

Poi Blair arriva, con uno dei suoi cappelli e il viso piegato in una smorfia di disgusto e Dan non sa cosa succeda esattamente, ma finiscono nella stessa fila, a quattro posti di distanza l’uno dall’altro («Non pensarci nemmeno, Humphrey, io ho una reputazione da rispettare! No, due posti sono troppo pochi! Potrebbero pensare che ti sopporto! ») e in qualche modo passano tutto il film a commentare ogni singolo dettaglio - sì, anche a quattro posti di distanza, anche se a volte sono costretti ad urlare per farsi sentire e le persone intorno a loro hanno l’aria di volersi lamentare (Dan crede non lo facciano perché Blair li ha precedentemente comprati tutti per paura che qualcuno postasse il tutto su Gossip Girl).

Alla fine, quando Dan torna a Brooklyn e Blair è di nuovo a casa sua e Dan può anche smetterla di essere disgustato, non riesce a fare a meno di pensare che quel pomeriggio è stato il più divertente che ha avuto in settimane.

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Dan potrebbe dare la colpa al fatto che non vede qualcuno da un’intera settimana, che si sente solo e che ancora tutto quello che è successo con Vanessa lo tiene sveglio la sera, cercando di capire dove abbia sbagliato, perché non si è reso conto prima di quello che stava succedendo.

In verità sarebbero tutte scuse, lo sa perfettamente. Eppure è sempre meglio di ammettere che ha trovato la compagnia di Blair Waldorf piacevole, divertente.

È sicuramente meglio di ammettere - a se stesso, al mondo, a chiunque - che vorrebbe rifarlo. Che non vede l’ora di rifarlo.

Che il giorno dopo è sotto casa di Blair Waldorf con due tazze di caffè.

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Non vanno più al cinema, non durante le vacanze comunque, si limitano a passeggiare, con le tazze di caffè che Dan prende ogni giorno al solito bar (Blair lo prende con crema, ma senza zucchero e Dan è sempre stato convinto che lo prendesse completamente nero, in pendant con la sua anima) e ormai non deve più nemmeno chiedere che la cameriera gli prepara i due caffè non appena lo vede entrare.

Blair si lamenta delle sue sciarpe («No, seriamente Humprey? Capisco che non tutti possiamo essere beh, me, ma pensavo che ti fosse rimasto impresso qualcosa dai due anni che hai passato insieme a Serena. Qualcosa tipo che quella sciarpa da molto l’idea che tu sia un capraio, ti piace sembrare un capraio, Humphrey?» «È un regalo di mia zia!» «Tua zia è una capraia?») e Blair ha questa insana passione per i film di Audrey Hepburn e giusto per essere chiari, Dan adora Sabrina e non è completamente indifferente a My Fair Lady, ma la fissazione di Blair è un poco sconcertante («Sogni di essere lei?» «Nei vari film, quando mi accade qualcosa di particolarmente sconcertante… è la mia maestra di vita!»).

In qualche modo si fanno sempre le undici e quando entrambi si rendono conto che hanno passato le ultime tre ore a parlare di nulla e tutto si salutano, dicendo di avere un appuntamento (e sono solo scuse, almeno quelle di Dan, perché non ha davvero nulla da fare) e si ricordano che non significa niente, che non sono amici.

E l’indomani Dan torna con una nuova tazza di caffè.

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Una volta Blair lo chiama. Il cellulare squilla tre volte, ma appena Dan risponde Blair riattacca.

Dan pensa di non richiamarla - dopotutto magari è stato uno sbaglio, magari non voleva chiamare lui e poi Dan che figura ci fa? - però lo fa comunque (potrebbe essere un’emergenza, potrebbe stare male, potrebbe essere successo qualcosa…) e Blair risponde al quinto squillo.

«Cosa vuoi, Humphrey?» chiede, la voce secca e dura. Blair usa quel tono quando è in difficoltà (e Dan non è certo di voler sapere come mai ricordi una cosa simile) perché crede che spaventi tutti quanti. Dan è molto diverso da quelli con cui ha a che fare di solito però.

«Che vuo- mi hai chiamato tu!» risponde quindi, lasciandosi cadere sul sofà, giustamente indignato.

«Ho sbagliato. È stato uno sbaglio, non volev- non prendere questa cosa per qualcosa che non è! Noi non siamo amici!»  risponde lei, con quella frase che hanno ripetuto così tanto nell’ultimo periodo che ormai sta diventando il loro motto.

«Ovviamente no, non potrei mai essere amico tuo, Blair,» ringhia lui di rimando e continuano ad insultarsi per tre minuti buoni quando, improvvisamente, Blair dice qualcosa che Dan non si aspetta.

«E oh, oh! Ovviamente il fantastico Dan Humphrey è troppo proletario per noi! Perdonami per aver pensato che potesse interessarti la maratona di Hitchcock al-» e poi si blocca, realizzando cosa ha appena detto.

Rimangono in silenzio per qualche secondo, riprendendo fiato e cercando di realizzare cosa si sono appena detti e cosa sia appena successo.

«È per questo che mi hai chiamato?» chiede infine Dan. Lui adora Hitchcock, ha una passione per i suoi film quasi quanto Blair per Audrey Hepburn e l’ha mai detto a Blair? Potrebbe essere una semplice coincidenza, o magari no. Dan non sa esattamente cosa pensare.

«Io non-… quello che…» borbotta Blair e Dan può quasi immaginarsela, sdraiata a letto in uno dei suoi vestiti troppo costosi, un poco rossa. Dan non dovrebbe immaginarsi cose simili. «Fa finta che non ti abbia detto nulla!» sbotta alla fine.

«Mi piacerebbe andarci,» dice prima che Blair possa riattaccare e per un secondo ha paura (perché poi dovrebbe avere paura, mh?) che lo faccia lo stesso, che riattacchi e non scenda il giorno dopo a parlare con Dan di quanto sia ridicola la sua convinzione che qualsiasi film a colori sia orrido.

«Beh, potrei o non potrei essere lì venerdì prossimo,» arriva invece la voce di lei. È un poco altezzosa, come ogni altra volta in cui Blair cerca di fare l’indifferente, fallendo miseramente, Dan sta cominciando a trovarlo tenero (Dio, ci sono così tante cose sbagliate con la sua testa).

«E io potrei passare di lì per sbaglio,» dice dunque lui, sorridendo leggermente.

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Non ci riescono ad andare alla maratona quel venerdì. Serena ritorna in città e Dan è troppo occupato a inseguirla e venire trascinato nei suoi drammi e Blair è troppo occupata a fare… a fare quello che fa Blair (distruggere qualche vita, spesso trascinando anche la sua nel frattempo).

Si incrociano un paio di volte durante la giornata e ogni volta Dan si allontana un poco divertito, un poco infuriato, ma comunque sempre più vivo (e non è una sensazione che ha provato spesso nell’ultimo periodo, non da quando Georgina se n’è andata portando via Milo).

Ci vanno due giorni dopo, perché fortunatamente la maratona dura per tutto il week-end e si siedono a soli due posti di distanza e Blair si toglie persino il cappello («non hai paura che qualche superspia internazionale ti veda ora?» «Oh, sta zitto Humphrey.»).

Dan continua a sorridere per tutta la giornata.

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Eppure Dan e Blair rimangono comunque Dan e Blair e non importa quanto Dan cominci a pensare a quanto si diverta a stare con l’altra, la sua convinzione su di lei non è minimamente cambiata (e certamente non cambierà guardandola spruzzare Chanel n°5 dentro il cappuccino del loro capo).

Quindi quando ha tra le mani la lista di numeri e vede il nome dell’autrice di Blair - in grandi lettere, quasi non aspettasse altro che lui - Dan prende il telefono.

Non pensa al panino che le ha dato quella mattina o alla stretta di mano (al “niente sabotaggi”) perché il suo avversario è Blair Waldorf (e non Blair, quella ragazza che ha cominciato a conoscere in quelle settimane, che si sposta i capelli dietro l’orecchio troppo spesso ed è un’inguaribile romantica) e sa che Blair Waldorf non ha sicuramente esitato un solo attimo nel chiamare il suo di autore.

Non si sente in colpa mentre si inventa una scusa per Moore, mentre guarda Blair muoversi per l’ufficio come un’ape impazzita, mentre la vede metterci così tanto impegno in tutto quello che fa. Pensa che, comunque, Blair ha un piano B e un piano C da qualche parte, come sempre.

Pensa che comunque Eleanor può trovare milioni di posti del genere a Blair con una sola telefonata.

Quando si rende conto di avere sbagliato, quando vede il suo autore arrivare e lo sguardo ferito che passa nello sguardo di Blair, quando ascolta la pazza storia di come ha ottenuto quel lavoro (e davvero, chi altri se non Blair avrebbe potuto fare una cosa del genere?) si rende conto improvvisamente che ha perso molto di più di un posto di lavoro.

Corre a spiegare tutto al capo, si inventa una scusa, una qualsiasi (perché il viso di Blair continua a tornargli in mente, triste e ferito e Dio, come ha potuto fare una cosa simile?) e funziona. Dan rimane comunque licenziato, certo, ma almeno Blair ha di nuovo il suo posto di lavoro.

Il giorno dopo Blair non si presenta al loro solito appuntamento e Dan non ne è realmente sorpreso. Non si presenta nemmeno quello dopo o quello dopo ancora e Dan ha cose più importanti da fare che rimanere lì ad aspettarla.

Però lo fa comunque.

Blair non si presenta mai.

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Non si parlano da giorni e Dan è stato un po’ occupato con Eric e Ben e Serena (perché Serena è una calamita ambulante per qualsiasi tipo di guai, davvero) e se si concentra abbastanza sull’articolo che sta scrivendo può anche convincersi che non gli importa.

Quando va al W per parlare con la nuova Appleby è un poco nervoso (e non solo perché questo è importante per lui, maledizione, ma anche perché Blair è in quell’edificio e…) poi scopre che Blair è la nuova Appleby e improvvisamente sono di nuovo dove si erano lasciati cinque giorni prima.

Si insultano, si spingono a vicenda e Blair è insopportabile e Dan è un po’ saccente ed è tutto a posto.

La segue alla festa in maschera di Chuck per convincerla a mandare il suo articolo, ma anche perché ad una parte di lui è mancato tutto quello paradossalmente.

E magari Blair non è la persona migliore dell’universo, ma non è nemmeno tra le peggiori. Quindi la segue e pressa e pressa, ma Blair è brava a questo gioco (è la regina indiscussa di questo gioco, per Dio) e spinge di rimando e gli sfugge come un’anguilla.

Anche ora è sparita e Dan la cerca al piano di sopra - perché sta diventando un poco disperato, sì - e vede Chuck entrare dentro una Suite con Reina. Non sono affari suoi chi si porti a letto Chuck Bass (a patto che non sia sua sorella, certo) e sa che ne deve rimanere fuori, ma c’è una parte di lui che vorrebbe andare in quella stanza e chiedere a Chuck cosa abbia in mente, se non sia completamente pazzo. Che intenzioni abbia con Blair.

Oh, si rende conto improvvisamente che si sente… protettivo nei confronti di Blair e oh, oh. Tutto questo è così sbagliato. Così tanto sbagliato. Non sono amici, non sono nemmeno nemici, non sono assolutamente nulla.

Se ne va dunque, lontano da quella stanza, a cercare Blair e provare ad ignorare quelle strane sensazioni. E ovviamente la trova una decina di minuti dopo, mentre si dirige verso quella stessa suite.

«Sto cercando Chuck,» dice e Dan vorrebbe fermarla, vorrebbe portarla via di lì e… e non lo sa, ma vorrebbe fare qualcosa. In quel minuto tornano Chuck e Reina e non sembrano contenti, non sembrano contenti per nulla.

Reina è infuriata, ma la cosa più strana è che Chuck è disperato. Si ricorda dell’ultima volta che ha sentito quel tono (quando suo padre lo aveva picchiato e lui stava implorando Blair) e si volta verso di lei, indeciso su cosa fare, su cosa dire.

Blair ha lo sguardo vuoto e si dirige verso il divano che c’è dietro di loro come un automa. Si siede elegantemente, ma più per abitudine che per altro e Dan si siede accanto a lei. Vorrebbe abbracciarla, ma non pensa possa farlo, non pensa sia concesso in questa loro non-amicizia. Vorrebbe dirle che andrà tutto bene, ma non pensa di potere.

Posa una delle sue mani su quelle di Blair, dunque, perché gli sembra abbastanza semplice, non troppo complicato. Lei si ritrae dopo alcuni secondi e fa un po’ male, anche se non dovrebbe.

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Ricominciano a parlare dopo quella sera, specialmente dopo la chiamata di Blair e l’uscita dell’articolo. Dan le porta il caffè in ufficio e Blair si lamenta del suo vestiario - della sua cravatta, delle sue scarpe e una volta anche del suo orologio, Dan ha cominciato a trovarlo divertente.

A casa sua Serena e Ben continuano a essere disgustosamente innamorati e Dan non può davvero guardarli (potrebbe essere lui ad avere tutto quello con Serena, pensa a volte, e la gelosia e la rabbia cominciano a consumarlo) e passare del tempo con Blair è una bella distrazione.

Lei lo capisce, ovviamente, perché tante cose si possono dire di Blair Waldorf, ma nessuna di queste è che non sia una persona intelligente. Blair è nata capace di leggere le persone come libri per bambini, con immagini comprese.

L’unico motivo per cui non gli dice nulla, probabilmente, è perché Blair è nella stessa posizione di Dan. Si sta immergendo nel lavoro così tanto che probabilmente vi ci affogherà e, Dan questo lo sa, tutto per ignorare quello che Chuck ha detto a Reina. Per ignorare il fatto che non è più l’unica ragazza che Chuck Bass ama.

Quindi si lancia nel lavoro a testa bassa, come una furia. Non si ferma mai e Dan vorrebbe bloccarla, ma come in ogni altra occasione, non sa cosa fare intorno a Blair. Non sa cosa gli sia concesso fare, cosa dovrebbe lasciare perdere, cosa sia andare oltre.

La lascia andare, quindi, le lascia fare quello che vuole, almeno fino a che non diventa assolutamente intollerabile, in cui Blair è così stanca che ha due scarpe diverse ai piedi (e queste sono le cose che ti sconvolgono il mondo, perché una Blair Waldorf che non è impeccabile semplicemente non è… Blair Waldorf).

Si scontrano dunque, e Dan decide di essere onesto e di ammettere il suo problema (Ben e Serena e la loro stupida felicità) sperando che Blair riesca a fare lo stesso.

Quando si addormentano sul suo divano Dan pensa che, dopotutto, il suo piano non è stato un completo disastro.

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Quando suo padre suggerisce che possa esserci qualcosa tra lui e Blair sente un brivido freddo attraversargli la schiena. No, non è semplicemente possibile, è Blair Waldorf di cui stanno parlando (e okay, suo padre non lo sa, ma questa non è una scusa adeguata).

Sono solo amici - e questo può ammetterlo ormai, dopo un mese non ha più problemi a dirlo almeno a se stesso - e se continuare questa segretezza comincia a fare venire alle persone questo tipo di sospetti allora devono dirlo a tutti.

Riesce a convincere anche Blair facilmente e dovrebbe essere felice. Dovrebbe essere tranquillo e rilassato. Non lo è.

C’è una parte di lui, una parte che è apparentemente molto ma molto strana e che ha tanti ma tanti problemi, che ha paura che una volta che questa loro… amicizia, relazione, quello che è verrà fuori il loro mondo riuscirà a rovinarla come ogni altra cosa della sua vita.

Non dovrebbe, ma il solo pensiero lo terrorizza

Questa cosa con Blair è stata l’unica cosa che gli ha permesso di superare quel periodo praticamente intatto. L’unica cosa che l’ha fatto ridere e andare avanti e non vuole perderla.

Non vuole perderla e non vuole condividerla.

Si sente tanto come un bambino capriccioso e non vuole, non dovrebbe. Quindi ingoia tutti quegli strani sentimenti e va avanti.

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«Il mondo non è ancora pronto per un’amicizia Waldofr-Humprey,» dice Blair, sorridendo e Dan risponde a sua volta, ma non ne ha voglia.

Non c’è nulla di bello o divertente, ma non può certo dirle nulla. Il suo discorso ha senso: ovviamente i loro amici avrebbero avuto bisogno di loro separatamente nel vicino futuro, ma Dan è un po’ stufo di fare l’amico di tutti.

Ha rinunciato a troppe cose nella sua vita, troppe cose importanti e non vuole rinunciare anche a questo. Eppure si volta e se ne va, esattamente come fa lei e comincia a camminare. E camminare e camminare e camminare.

Passa ore a camminare lungo Manhattan e ogni volta pensa di dirigersi verso Brooklyn, ma il pensiero del suo appartamento (così vuoto e freddo) lo spinge a continuare a camminare.

C’è freddo a New York, ma è piacevole, gli passa sul viso e lo rilassa. Dan cammina e comincia a pensare.

E non ci vuole molto a rendersi conto che suo padre e Dorota probabilmente hanno ragione, che Dan ha superato il punto di non ritorno quel giorno al cinema mentre rideva delle battute di Blair e del modo in cui il suo cappello le ricadesse sul viso.

Non vuole tornare indietro, probabilmente non può. Non odia Blair Waldorf, non più, non crede che sia l’incarnazione stessa del diavolo.

Dan… Dan non ama Blair, ma… ma sa che c’è qualcosa e ha bisogno che lo veda anche lei. Quindi Dan smette di camminare e comincia a correre.

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Quando si baciano c’è qualcosa dentro di Dan che si rilassa immediatamente, che gli dice che sì, è la cosa giusta da fare. Blair è la persona giusta.

Blair con i suoi giochi, con la sua follia, con la sua fissazione per la moda e la sua straordinaria intelligenza. Blair, semplicemente, e Dan la stringe più forte.

Sa che un giorno, probabilmente, Chuck gliela porterà via - non è stupido, sa che una parte di Blair sarà sempre innamorata di lui - eppure è un rischio che è disposto a prendere.

Anche perché non può tornare indietro nemmeno volendolo.

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E dopotutto Dan non può fare a meno di pensare che ha sempre avuto ragione: niente di buono accade quando si trova nelle vicinanze di Blair Waldorf, solo cose folli e pazze e senza futuro che sono destinate a spezzargli il cuore.

E gli va bene comunque.

character: dan humphrey, character: blair waldorf, fandom: gossip girl, !fanfiction, *cow-t, paring: dan/blair

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