Titolo: TRILOGIA DI SAN VALENTINO
Sottotitolo: DOLCE COME IL MIELE
Rating: NC17
Fandom: RPS
Pairing: Massimiliano Neri/Roberto Bolle
Avvertimenti: Sesso sdolcinato e smielato tra uomini. E quando dico smielato non è per scherzare. Diabete di massa. Sempre scritta per la sfida di San Valentino di
fanfic_italiaPrompt: "rose rosse, candele, letto, soddisfazione, mani, biancheria, labbra, passeggiata, ebbrezza, miele" (14 febbraio)
San Valentino è una festa che rischia facilmente di diventare sdolcinata fino allo stucchevole. Roberto e Massimiliano lo sanno ed entrambi hanno cercato di limitare l’inutile caramellatura a una giornata che, se trascorsa insieme, già raccoglie in sé l’essenza del romanticismo - e un tot di altre più compromettenti dichiarazioni, forse. Ci hanno provato, a darsi un freno. Massimiliano forse avrebbe potuto fare di meglio, ma insomma, Roberto si è presentato da lui tutto bellezza e occhi dolci, scendendo a Napoli apposta per stare con lui il quattordici quando il resto della compagnia arriverà solo il giorno seguente, e Massimiliano un po’ si è sentito in dovere di organizzare una seratina come si deve. Una passeggiata sul lungomare di Napoli nell’anonimato garantito da un paio di occhiali da sole e un cappello abbastanza calato sugli occhi, poi le viuzze dei Quartieri Spagnoli mano nella mano e una cenetta da consumare a lume di candela, possibilmente a letto. Le rose rosse non erano un’idea sua, ma quella depravata di sua sorella ha il senso dell’umorismo di un gambero cotto al vapore e ha trovato estremamente esilarante fargliene recapitare a casa una quindicina, giusto perché i numeri pari portano sfortuna. Roberto comunque ha apprezzato e ora il mazzo fa bella mostra di sé in camera da letto, di fianco all’abat-jour spento. Al suo posto, a rischiarare la stanza, ci sono una dozzina di candele, che invadono con la calda luce soffusa i muri e i loro corpi nudi stesi sul letto, lasciando in ombra il pavimento, dove la loro biancheria è andata perduta qualche tempo prima.
Massimiliano rotola sulla schiena e allunga il braccio verso il piatto appoggiato nell’angolo più lontano del letto. Prende un dolcetto e lo intinge nel miele, poi se lo mette in bocca, gustandolo a occhi chiusi. Roberto, sdraiato tra le lenzuola stropicciate al suo fianco, gli accarezza pigramente il petto, osservando rapito il suo pomo d’Adamo che si muove su e giù mentre deglutisce.
“Sai che sei proprio goloso?” gli mormora ridacchiando di fronte alla sua espressione beata.
Massimiliano sorride, portandosi le dita appiccicose alla bocca e succhiandole.
“Hai paura che ingrassi?” replica, aprendo gli occhi e scrutandolo di traverso.
Roberto ride, con la sua risata breve e un po’ nasale che metterebbe di buonumore chiunque la sentisse.
“Eh sì, eh,” lo prende in giro, passandogli una mano sul ventre scolpito. “Sei già tutto molliccio…”
“Molliccio…” ripete Massimiliano con un sorriso sghembo. “Sai cos’è molliccio?” domanda, rigirandosi e sovrastandogli il petto, la mano a stringergli il mento per costringerlo a guardarlo negli occhi con attenzione assoluta.
“Cosa?” domanda conciliante Roberto, la cui voce è ancora incrinata dalla nota ilare di prima.
Massimiliano lo coglie di sorpresa, allungando ancora una volta il braccio in direzione del piatto di dolci e intingendo un dito nella ciotolina.
“Il miele,” risponde sicuro e naturale, mostrandogli la punta del dito ricoperta dal denso velo ambrato e zuccherino.
Roberto guarda il miele colare leggermente lungo l’indice fino quasi a raggiungere la prima nocca e la sua mente si riempie immediatamente di una sfilza di osceni pensieri che riguardano sì quel dito ma anche le mani e un sacco di altre parti del corpo di Massimiliano, senza che queste debbano per forza essere associate a un qualche particolare alimento. Quando scorge il luccichio nelle iridi del compagno, però, capisce che invece lui ha progetti riguardanti proprio il miele e non si stupisce quando gli avvicina la punta del dito alle labbra. Rimane immobile mentre Massimiliano gli accarezza il labbro inferiore, lasciandovi un sottile strato appiccicoso, poi si fa strada nella sua bocca, oltre la barriera dei suoi denti, e l’esagerata dolcezza esplode sulla sua lingua mentre Massimiliano esplora con l’indice ogni anfratto, scivolando sulle gengive e andando a sfiorargli persino il palato. Roberto chiude gli occhi, lasciando che Massimiliano assecondi le sue fantasie; intanto incava le guance e cerca il suo dito con la lingua, avvolgendolo e succhiandolo.
È ancora sconvolto dalla strana ebbrezza degli zuccheri del miele che hanno invaso la sua bocca quando avverte, improvvise, le labbra di Massimiliano premere sulle sue con forza, mordendole senza fargli male. Roberto allenta la presa sul suo dito e Massimiliano approfitta del momento per affondare la lingua nella sua bocca, andando a cercare la sua lingua con la propria e baciandolo con passione senza estrarre la punta dell’indice. Lo bacia intensamente e a Roberto pare quasi che voglia assaporare la dolcezza disciolta nella sua saliva, gustando lui e il miele in un tutt’uno. Non sa se sia considerato un alimento afrodisiaco, ma ciò che è certo è che sta avendo un forte potenziale erotico su entrambi.
Il dito di Massimiliano scivola via dalle sue labbra mentre il suo corpo pesa via via maggiormente su di lui, facendolo affondare piacevolmente tra le lenzuola. La mano sembra indugiare sulla sua guancia, sfiorandogli lo zigomo in una carezza che ne solletica la pelle, poi prende a scendere lentamente e percorre con leggerezza il suo collo, passa sul suo petto e scivola infine sul suo fianco, dove si ferma e si stringe, ancorandosi a lui nel primo sfregamento lento del bacino contro il suo. Roberto geme nella bocca del compagno, aprendo le gambe per fargli spazio e risalendo col piede sul suo polpaccio, fino a serrare la coscia attorno al suo fianco. La presa della mano di Massimiliano si fa più vigorosa, mentre inizia a ondeggiare su di lui, creando un attrito dolce ed estatico quanto insopportabile tra i loro corpi. Roberto risale con le mani le braccia forti di Massimiliano, sorpassa la curva delle spalle e percorre la sua schiena ampia fino a trovare le natiche. Le stringe con forza, tanto da far sussultare il compagno che interrompe il bacio repentinamente, emettendo un gemito roco.
“Che ci devo fare con queste mani?” domanda malizioso, andando a coprirle con le proprie. “Legartele?”
Roberto soffia un mugugno eccitato e ansioso, inarcando il bacino per strofinarlo contro quello dell’altro. Massimiliano risponde schiacciandolo nuovamente contro il materasso, riuscendo a strappargli un altro gemito sommesso. Poi gli afferra i polsi e con determinazione allontana le mani di Roberto dai propri glutei, alzandole fino a bloccargliele sopra la testa. Quello contrae i muscoli delle braccia, nel finto tentativo di liberarsi, ma la presa di Massimiliano è forte: calca anzi tutto il peso sui suoi polsi mentre si solleva leggermente e si allunga a leccare la linea definita dei suoi tricipiti. Roberto sospira, allora, e la gamba che ancora tiene avvolta attorno al fianco di Massimiliano lo attira verso il basso con forza, costringendolo quasi a cadergli addosso. Massimiliano ridacchia, accomodandosi nuovamente sul suo corpo in modo da far entrare in contatto le loro erezioni, e riprende a muoversi su di lui. Lo sfregamento che si genera tra i loro corpi è delizioso e Massimiliano si sorprende presto ad ansimare più pesantemente, soffocando i gemiti nella bocca di Roberto. Lo sente mormorare frammenti di parole tra cui riconosce il proprio nome, ma la sua attenzione è labile e la mente gli si annebbia definitivamente quando l’orgasmo lo travolge.
Rimane lì, sospeso sulle braccia tese che gli cedono e con la testa leggera, assaporando la soddisfazione che si diffonde in ogni centimetro del suo corpo, e succede: i gemiti di Roberto si fanno strozzati e strizza gli occhi con forza, poi inarca la schiena e viene. Massimiliano lo osserva con un sorriso assente sul volto. La cosa più intelligente che gli sovviene di fare è baciare le rughe che vanno rilassandosi sulla sua fronte e lasciarsi cadere su di lui, abbracciandolo e sprofondando il viso nel suo collo.