a hole in the sand

Jan 24, 2012 19:34

Titolo: a hole in the sand
Fandom: Thor
Pairing: Thor/Jane, onesided!Loki/Thor
Rating: pg13
Warning: pseudo-incest, Alternative Universe
Conteggio parole: 1378 @fiumidiparole
Riassunto: Loki crede di aver finalmente superato la sua cotta per Thor quando si ritrova ad essere un ottimo organizzatore di eventi; ma poi, Jane è diventata sua cliente.
Prompt: Maritombola 2011, 62, "E' giallo. Io odio il giallo."


Loki aveva scelto di fare quel lavoro perchè lo adorava, perchè suo padre lo disapprovava profondamente, e perchè lo distraeva. Organizzare eventi non era un'impresa facile, e il fatto che quel commento di solito venisse da qualcuno che non era in grado di organizzare una festicciola in casa lo mandava regolarmente in bestia. 
Specie se questo qualcuno era Jane, e se Jane chiamava proprio per fargli organizzare un facile matrimonio.
Jane. Come osava quella zoccola chiamarlo, dopo tutto quello che gli aveva fatto?

In realtà la povera Jane avrebbe potuto chiamarlo un milione di volte e non sentirsi mai in colpa, perchè di fatto non sapeva nulla delle sue colpe. Non aveva nemmeno una colpa, se Loki voleva essere sincero con se stesso.

Non era colpa di Jane se Loki era gay. Non era colpa sua se Loki si era innamorato di Thor quando avevano cominciato a frequentare la stessa classe alle superiori. Non era colpa sua se Laufey aveva conosciuto Odino per caso, ad uno di quei ridicoli aperitivi organizzati dalla madre di chissà quale dei suoi compagni di classe, e si era follemente innamorato di lui. Non era colpa sua se Loki e Thor, dopo il felice matrimonio dei rispettivi genitori, si erano improvvisamente ritrovati a dividere la stessa stanza, e non era colpa sua se Thor aveva accolto felicemente il suo nuovo ruolo di fratello maggiore. Non era colpa sua se Loki si sentiva completamente disgustoso per i pensieri assolutamente poco fraterni che gli passavano per la testa mentre Thor si spogliava tranquillamente in sua presenza, completamente ignaro dell'effetto che i suoi muscoli avevano su di lui.

L'unica sua colpa era di essere bella, spiritosa, simpatica. Di essere donna. Esattamente il tipo di Thor.

Quando Thor aveva confessato al suo fratellino che si era innamorato di quella che considerava la ragazza più bella della scuola (opinione che Loki era stato felice di contestare; Jane era molto carina, ma non al punto da meritare il primato sull'intero istituto), Loki aveva deciso di scappare. Aveva lavorato tutta l'estate (durante la quale Jane e Thor si erano finalmente messi insieme), aveva messo via un po' di soldi, e si era messo a viaggiare.

Aveva conosciuto un paio di persone interessanti, e alla fine si era stabilito a Parigi, dove aveva scoperto le gioie dell'organizzare feste e matrimoni per alcune delle persone più influenti nella moda mondiale. Tutto grazie al suo bel faccino, dicevano i suoi rivali, ma tutti sapevano che in realtà Loki era stramaledettamente bravo nel suo lavoro, e prendeva a cuore ogni singolo incarico. Il suo basso profilo nell'ambiente lo rendeva ancora più ricercato. 
Finalmente era in pace con se stesso; l'unica cosa che gli mancava era un uomo, ma Loki amava il suo lavoro abbastanza da riuscire a soffocarci dentro.

Laufey disapprovava, senza nessun motivo particolare; non importava quanto indipendente ormai fosse, Loki sospettava che per suo padre sarebbe sempre rimasto il ragazzo ossuto e troppo alto che aveva smesso di parlargli per una settimana intera quando aveva dovuto cambiare scuola per via del trasloco.
Ogni tanto telefonava, per chiedergli come stava, come andava il lavoro, se aveva finalmente trovato una ragazza (chissà perchè Loki non gli aveva mai detto di essere gay), le solite cose di cui si preoccupano i genitori, insomma.

Aveva completamente tagliato i ponti con Thor; era Odino che lo aggiornava, di tanto in tanto (quando Laufey glielo passava sul telefono, insistendo perchè salutasse "il suo altro papà", come lo chiamava lui), sul suo lavoro, su come Jane fosse ancora in giro, ma a Loki non interessava. Non voleva interessarsene.

Poi un giorno Jane decise di spendere un sacco di soldi in una chiamata internazionale, solo per dirgli ciao e per chiedergli di organizzare il loro matrimonio. Loro. Non aveva chiesto di chi. Lo sapeva benissimo.
Accettò l'incarico, e finì da solo l'ultima bottiglia di vodka entro la mezzanotte.

Aveva chiacchierato con Jane al telefono un paio di volte per decidere i dettagli, prima di andare in loco a organizzare il tutto. Voleva una bella cerimonia tradizionale, solare, e Loki aveva passato una brutta giornata a sfogliare cataloghi alla ricerca di qualcosa di adatto senza essere pacchiano, raffinato e non troppo costoso -finendo per ricadere sui colori del sole di giugno, e tutto solo per vederla additare ogni nastro e ogni petalo con aria inorridita, e rispondere alla domanda "cos'ha che non va?" "E' giallo. Io odio il giallo!". Eventualmente trovarono un compromesso su una sfumatura pesca pastello (particolarmente orrenda, a parere di Loki, ma si guardò bene dal fare commenti).

Tra prenotazione della location e del ristorante, del fotografo, delle bomboniere, dei fiori, del parrucchiere e della truccatrice, la scelta dell'abito da sposa e tutto il resto, Loki ebbe l'impressione che i mesi successivi fossero passati in striature sfocate, come quando gli capitava di incantarsi sul paesaggio che si vedeva dal finestrino del treno.

Improvvisamente, mancava solo un mese al matrimonio, e l'unica cosa che mancava da fare era ritirare l'abito dello sposo. Il vaporoso abito bianco di Jane era già stato scelto, pagato e messo via in attesa del gran giorno.

"Non l'abbiamo nemmeno ancora scelto! Forse sarà il caso che chiami T-"
"Non ce n'è bisogno, l'ho scelto io. Fidati del mio intuito Jane, so già che gli starà perfettamente"
"Ma la taglia! Come facciamo a sapere che gli starà?"
"Non essere sciocca, so benissimo che taglia porta"
"Davvero?"
"… lo sapevo fino a qualche anno fa, almeno. Non può essere diventato molto più grosso di quando eravamo insieme a scuola, già allora faceva abbastanza paura".
Jane rise, e smise di insistere.

Il giorno del matrimonio sembrò arrivare prima del previsto.

Loki si era organizzato con Darcy per l'addio al nubilato di Jane, e aveva mandato una mail a Fandral -il fidato testimone- perchè preparasse l'addio al celibato dello sposo, ed era riuscito astutamente ad evitare di parteciparvi.

Purtroppo non poteva mancare al matrimonio. Dopo aver affidato la direzione dell'evento a uno dei suoi fidati collaboratori per diminuire l'attenzione su di sé, si era infilato in uno dei suoi completi più discreti, e aveva deciso di arrivare leggermente in ritardo. Con il trambusto per l'attesa della sposa nessuno lo aveva notato.

Per la prima volta dopo molti anni, Loki vide Thor, devastante e assolutamente meraviglioso anche di schiena, nell'abito che gli aveva scelto, fatto apposta per mettere in risalto le sue spalle larghe e il suo fisico massiccio, e per minimizzare l'effetto da gigante spaventoso che talvolta gli capitava di ottenere in un completo.

Era l'unico deficiente dell'intera sala ad essere voltato verso lo sposo, quando entrò Jane, sorprendentemente bella anche in quella specie di meringa che Loki non era riuscito a impedirle di comprare.

Quando la vide, Thor sorrise, uno stupido sorriso pieno di amore e di ammirazione e di felicità, e Loki seppe che non poteva restare. Discreto come era entrato, aspettò che la sposa raggiungesse l'altare, e sgattaiolò via dalla cerimonia mentre tutti gli invitati gli volgevano le spalle.

Quando finalmente fu fuori, Loki si sedette e si sentì vuoto. Aveva utilizzato tutte le sue energie degli ultimi mesi per organizzare il matrimonio che sapeva essere la rovina definitiva della sua vita, nella speranza di ritrovare una sorta di catarsi nella disperazione più nera; invece tutto quello che gli era rimasto era un vuoto.

Da quel buco Loki aveva passato dieci mesi a scavare via l'odio, la gelosia, la vergogna, la stupidità del suo passato, e fino al giorno prima aveva creduto che non ne avrebbe mai visto il fondo, perchè l'amore per quell'uomo che era diventato suo fratello al momento sbagliato continuava a concimarne le radici. Aveva creduto che quando avrebbe smesso di scavare, quando avrebbe finito di rivoltare tutto quel camposanto di ricordi dolorosi, avrebbe finito per trovare la nuda terra, pronta a essere seminata di qualcosa di nuovo. Invece Loki, in un sorriso di pochi secondi, aveva finalmente visto il fondo di quel pozzo, e l'aveva trovato coperto di sabbia.

Sabbia sterile e soffocante, come quella che la mamma di Loki usava per spegnere i falò sulla spiaggia della loro giovinezza, nei vecchi video che suo padre custodiva gelosamente nella scatola sotto il suo lato del letto matrimoniale come una reliquia sacra, mentre il vento che veniva dal mare spargeva le scintille dappertutto.

Lisciandosi la piega dei pantaloni, Loki si alzò, e se ne andò, mentre l'organo indifferente suonava con gioia alle sue spalle.

N/A: IDEK. Doveva essere una roba crack, ma si è rivelata molto più seria e molto più deprimente del previsto. Alla fine è una sorta di get-over-it!fic, e nemmeno tanto buona. 

challenge: maritombola, language: ita, -fanfiction, fandom: mcu

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