Titolo: Can I get you guys anything? Some snacks? A condom? Let me know! Oh, God love ya ~ Troilism
Fandom: The Avengers
Capitolo: 4/19
Personaggi/Pairing: Thorki, Steve/Loki
Rating: NC-17
Conteggio Parole: one shot (1394)
Avvertimenti: AU, incest, outdoor sex, slash
Prompt: 016. Troilism; You need only some PWP (
slugable); 043. Outdoor Sex; 50 Kinks (
kinks_pervs)
#4 Troilism [Provare eccitazione sessuale nel condividere il proprio partner con un altra persona mentre si assiste all'atto sessuale] VikingsAU!Thorki+SteveRogers
La notte era scura.
Forse un affermazione da poco e scontata ma quello che circondava le due figure era solo ombra, oscurità così impenetrabile da sembrare palpabile. Non si sarebbe stupito, Thor, se allungando una mano avesse sfiorato un drappeggio nero. Si coprì meglio con il mantello sentendo il compagno avvicinarsi.
“Questo non farà adirare gli dei, vero? Non voglio che le Valchirie si dimentichino di me in battaglia” Steve lo guardò di sottecchi, cercando di tenere il passo di Thor, che procedeva spedito.
“Le valchirie saranno troppo impegnate a strappare le anime di altri guerrieri che cantare le tue lodi, non trovi?” rispose seccato “Il massimo che ti può capitare con questo rito è di ritornare vivo dalla battaglia, domani”
Steve trattenne un gemito di dissenso: i maghi di quel tipo, da quello che gli aveva raccontato Thor, non erano sotto le grazie del padre degli dei, ma sembravano essere protetti da Hel. Questo li faceva diventare ai suoi occhi demoni famelici, con fauci spalancate e spade di fuoco. Rabbrividì guardandosi introno guardingo, muscoli tesi come per prepararsi ad un attacco improvviso.
Finalmente arrivarono ma rimase in silenzio quando intravide dei focolari disposti in cerchio nella piccola radura. Tutt’intorno a loro solo fitta foresta, nera come la pece.
Thor avanzo di qualche passo lasciando che Steve esaminasse meglio il luogo: oltre a cinque focolari disposti in cerchio, erano state scritte delle rune con piccoli ciottoli bianchi. Nel centro esatto erano sistemati in modo confuso delle ciotole in terracotta -di cui non gli era chiaro il contenuto- e un calice con quello che sembrava essere idromele.
“Allora? Sei sicuro?” Thor lo guardò, calmo.
“Si” rispose stringendo con forza l’elsa della spada. Sussultò improvvisamente quando l’altro urlò: “VIENI!”
Era impazzito?
Se li avessero scoperti?
Nel loro villaggio non erano ben visti i maghi o coloro che praticavano le arti delle rune. Steve non volle neanche pensare a cosa sarebbe successo se li avessero trovati in mezzo al bosco a quell’ora di notte e con quegli artefici.
Non ci volle molto prima da un punto imprecisato comparisse una figura incappucciata, nera come la stessa foresta. Anche se la vedeva chiaramente camminare verso di loro essa non provocava alcun rumore, a malapena poteva sentire le foglie scricchiolare sotto il suo passo.
Tutte le sue paure sembravano prendere forma e la previsione di venire risucchiato ad Helheirm divenne così forte da provocargli l’impressione che la terra sotto i piedi si aprisse in due, trascinandolo nel mondo infernale.
Quando fu abbastanza vicino, Thor gli andò incontro, afferrò con una mano il cappuccio e, con forza, lo alzò.
Il mago che gli si parava di fronte era giovane, probabilmente un loro coetaneo, ma non gli rivolse uno sguardo, fissando Thor con insistenza, passandosi lascivamente la lingua sulle labbra. Tutto il corpo era avvolto da un mantello così pesante che neanche quel vento, per quanto potesse essere leggero, lo smosse. Steve tremò impercettibilmente, voltandosi verso l’altro. L’amico sembrava persino essersi dimenticato di lui continuando quel gioco di sguardi con il mago, soffermandosi sulle sue labbra e sul collo.
Steve tossì, non lo fece apposta ma sembrò risvegliare, almeno in parte, i due.
Il nuovo arrivato lo squadrò da testa a piedi, soffermandosi sulle spalle e sulle mani poco visibili a causa del mantello.
“Vogliamo iniziare?” le parole uscirono come un sussurro, mentre gli tendeva la mano “puoi star tranquillo non devi far niente di così difficile, basta solo che segui le mie istruzioni” l’interpellato non rispose appoggiando la mano su quella dell’altro “tu invece -rivolgendosi a Thor -come al solito stai sempre al difuori delle rune”.
I due si lanciarono degli sguardi carichi di tensione, mentre Steve l’unica cosa che poteva fare era seguire il ragazzo nel cerchio. A dispetto della rigida temperatura autunnale al centro dei fuochi l’aria era calda, piacevole.
“Mi chiamo Loki”
“Ah! Io mi chiamo Steve” si affrettò a rispondere e quando il moro si sedette lui lo emulò, ancora un po’ restio. Il sorriso che l’altro continuava ad ostentare sembrò in parte calmarlo. Si girò verso Thor che si era seduto ai piedi di un albero: scrutava intensamente Loki ed ogni suo gesto sembrava provocargli dei sussulti, invece, Loki, non sembrava interessarsi alla presenza dell’altro.
“Bevi a grandi sorsi”
Gli offrì il calice. Con sollievo Steve lo riconobbe come idromele, ma si ritrovò riluttante quando notò delle piccole foglie essiccate nere che galleggiavano sulla superfice, mentre il solito colore ambrato e limpido sembrava opaco, tendente al biancastro. Avvicinò la coppa alle labbra ma all’ultimo l’allontanò lentamente. Lanciò uno sguardo interrogativo al moro.
“Sono solo foglie essiccate, ti aiuteranno” Loki appoggiò le mani sulle sue riportando lentamente la coppa vicino alle labbra dell’altro “Bevi a grandi sorsi e non le sentirai”. Le sue dita erano lunghe e affusolate, ma callose al tatto.
Sulle sue labbra si formò un sorriso mellifluo mentre Steve iniziò a bere.
Il primo sorso passo velocemente, poté avvertire qualche foglia scendere per la gola ma non fu spiacevole. Al secondo fece già più fatica dovendo aiutarsi anche con la saliva per ingoiare e avverti la spiacevole sensazione di qualcosa di granuloso sulle labbra. Schiuse gli occhi notando una polvere biancastra scendere lentamente per la coppa. Con il terzo sorso bevve anche le ultime gocce e si stacco velocemente dal bicchiere: la gola sembrava andare in fiamme, qualche foglie gli si era impigliata tra i denti e quella polvere gli aveva reso la bocca pastosa.
Tossì violentemente, il corpo scosso per la sua interezza.
Sentì Loki muoversi e quando rialzò lo sguardo gli era davanti, seduto sui talloni, completamente nudo, la luce dei fuochi a illuminargli la pelle alabastro. La testa gli girò vorticosamente e dovette portarsi entrambi le mani alle tempie per alleviare, di poco, il dolore.
“Cosa sta …” iniziò a parlare ma le labbra di Loki furono sulle sue, in un contatto morbido ma che di casto sembrava avere poco o nulla.
“Non devi fare altro che sdraiarti, ora penso a tutto io” gli sussurrò spingendolo sul terreno e posizionandosi a cavalcioni su di lui, con lentezza “Non pensare a niente” si sentì la testa leggera mentre le mani di Loki gli scivolavano sotto il mantello, iniziando a spogliarlo.
Il contatto con la pelle fu più sconvolgente del previsto: il moro era gelido mentre lui si sentiva andare a fuoco, come se una fiamma gli bruciasse dentro. Introno a lui tutto pareva confuso e i rumori erano amplificati, anche lo scricchiolare di una foglia era paragonabile ad un urlo. Sembrò raggiungerlo un mormorio basso ma costante di cui non riusciva a comprendere le parole.
Loki era ancora su di lui e si stava occupando senza troppa fretta di slacciargli i pantaloni, le mani sicure, senza la minima esitazione. Steve lasciò cadere la testa all’indietro quando avvertì la bocca del ragazzo sul collo.
“Sopporta un altro po’- gli sussurrò all’orecchio, provocandogli dei brividi per tutto il corpo - ora ti sentirai veramente meglio”.
Non poteva dargli torto: sembrava come se tutto il peso degli obblighi, le aspettative, fosse improvvisamente scomparso, lasciando al suo posto un senso di felicità e pace interiore, accompagnato da un fortissimo stato di eccitazione.
Loki sorrise, sibilando sempre la litania mentre afferrava l’erezione del biondo che gemette e si inarcò sotto il suo tocco.
Thor si avvolse meglio nella mantella. Aveva guardato tutto da lontano e in quel momento era letteralmente scosso da brividi per l’eccitazione.
La scena che gli si presentava davanti avrebbe scatenato il desiderio di qualsiasi divinità, se mai si fossero presi la briga di affacciarsi su Midgar: così sensuale e allo stesso tempo così pericolosa. Probabilmente gli stessi demoni di Helheirm stavano guardando quella scena occultati dall’oscurità circostante.
Loki cavalcava Steve, la testa lasciata cadere all’indietro, le labbra semichiuse a ripetere qualche sortilegio sussurrato e le mani appoggiate ai pettorali del biondo a sostenersi. Il movimento dei fianchi era incredibilmente ipnotico ed era solo un piacere seguire la curva arcuata della schiena di Loki e soffermarsi sul collo candido.
Steve continuava a guardare il moro, le mani artigliate nel terreno e i fianchi che si alzavano ritmicamente cercando di seguire i movimenti del bacino dell’altro. Le sue guance erano arrossate e gli occhi liquidi: sembrava completamente perso e assorto in qualsiasi movimento facesse Loki.
Thor grugnì quando le mani nere di terra e fango dell’amico afferrarono le cosce di Loki, sporcandolo, facendogli aumentare il ritmo. Gli incantesimi che avevano continuato a riempire il silenzio che li circondava iniziarono ad essere interrotti da gemiti trattenuti.
Quando iniziarono a farsi più alti e rumorosi Loki si girò verso Thor guardandolo intensamente, ghignando, prima di lasciarsi andare ad un gemito quasi strillato.
Steve tremò aumentando la presa sui fianchi, lasciando cadere la testa all’indietro e affondando il più possibile nel corpo caldo sopra di lui, occhi semichiusi e la bocca aperta in un gemito muto.
Steve uscì scoccandogli uno sguardo sconvolto e confuso, prima di socchiudere gli occhi improvvisamente stanchi, mentre le gambe sembravano tradirlo diventando improvvisamente cedevoli. Ciò che Loki gli aveva offerto all’inizio -qualunque cosa fosse stata- in quel momento stava perdendo i suoi effetti, lasciando posto solo a tanta stanchezza e spossatezza.
“Un grazie ti è dovuto amico mio, almeno per il pensiero, appena ritornerò- disse appoggiandogli una mano sulla spalle, più per sostenersi che per altro -permettimi di ricompensarti, a fato inverso ci riabbracceremo nel Valhalla” Steve sorrise stanco “ora se permetti mi ritiro”.
Thor non replicò, dandogli una pacca sulla spalla. Non si offrì di riaccompagnarlo, i suoi pensieri si stavano ripiegando in un onda egoistica.
Steve si coprì meglio nel mantello, ancora tremante, e sparì tra gli alberi. Nessuno dei due si mosse fino a quando i rumori di passi dell’altro non sparirono del tutto.
“E con questo sono nove guerrieri in meno di una luna, Thor, sembra quasi che ti provochi un perverso piacere il vedermi in questo stato” Loki allargò le braccia per indicarsi: era seduto per terra, ancora del tutto nudo, cosce e fianchi sporchi di fango e le guance ancora arrossate. Il corpo sembrava tremare leggermente per gli sbalzi di temperatura subiti, ma nessuno dei due volle farci caso.
“Possibile …” rispose Thor. Si avvicinò finalmente al cerchio e, calciato qualche ciottolo bianco distruggendo le rune, gli si parò davanti.
“Oppure ami veramente tanto i tuoi amici”
“Anche questo …”
“Oppure -continuò Loki toccando a pieni palmi le gambe del biondo, mettendosi in ginocchio davanti a lui- ti eccita vedermi violato dai tuoi compagni, uno per uno, sapendo benissimo che non sono loro gli oggetti dei miei pensieri in quel momento” il sorriso divertito che si formò sulle labbra del moro non aveva nulla di umano. Thor rabbrividì quando Loki prese a giocherellare con i lacci dei pantaloni.
“Penso che l’ultima delle mie ipotesi sia esatta, vero? Ma amo troppo questo gioco per voler smettere così presto! Mancano ancora 7 crepuscoli alla fine del periodo, ma per ora, oh potente Thor -disse in tono falsamente serafico, alzandosi in piedi e sfiorando le labbra dell’altro con le sue- accetta la mia benedizione” sussurrò, baciandolo lascivo, i corpi spinti uno contro l’altro in modo quasi doloroso e prepotente.
“Speravo di riceve più che una benedizione” disse Thor prima di essere nuovamente coinvolto in un bacio più impetuoso. Le mani di Loki a spingersi sui suoi pettorali, mentre lui seguiva con i polpastrelli la linea della spina dorsale, afferrandolo per le cosce, alzandolo da terra.
Loki prontamente intrecciò le lunghe gambe alla vita, staccandosi dal bacio.
“Non ho mai detto che riceverai solo una benedizione”
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