Titolo: Scherzo.
Autore: Slayer87
Fandom: Merlin
Pairing: Arthur/Merlin
Rating: NC17
Wordcount: 521(fdp)
Note: scritta per la challenge primo aprile di
fiumidiparole utilizzando il prompt 1. Scherzo, e per la Caccia alle Uova di
Fanworld utilizzando l'uovo 18.
Scherzo.
«Stai scherzando, spero?» Il tono di Arthur non prometteva nulla di buono per Merlin.
«Ne dubito», voleva aggiungere qualcosa, ma era indeciso su Mio Signore oppure Arthur, e preferiva vivere, così stette immobile, pronto a qualsiasi decisione l’altro avesse voluto prendere nei suoi confronti.
Arthur nel frattempo non aveva proferito parola, limitandosi a camminare avanti e indietro per la sua stanza, come quando pensava a come risolvere una qualche crisi che metteva a rischio Camelot.
Merlin non sapeva nemmeno come gli era uscita dalla bocca quella rivelazione. Doveva essere stato qualcosa che aveva mangiato a cena: quell’uovo, evidentemente, aveva ancora un pulcino dentro che si era posizionato direttamente nella sua mente e gli aveva fatto dire quello che per mesi interi era riuscito a non spiattellare a nessuno, nemmeno ad Arthur.
Gli aveva detto che era un mago, ma cosa diamine aveva in testa?
Evidentemente aveva un uovo al posto del cervello. E cos’era quell’ossessione che aveva quella sera per la parola uovo? Stava diventando pazzo. Ecco, alla fine la sua sanità mentale aveva ceduto, e a quel punto poco importava che Uther lo facesse impiccare, in fondo era pazzo. Quei suoi ragionamenti non erano altro che la conferma dell'intera faccenda. Arthur non aveva ancora parlato, per cui alzò lo sguardo per vedere cosa stesse facendo, e con sorpresa se lo ritrovò alla distanza di un battito di ciglia. Per poco Merlin non sussultò dallo spavento.
«È tutto vero?» La domanda giunse inaspettata. Merlin annuì con gravità. Da una parte si sentiva immensamente sollevato di essersi tolto quel peso dalle spalle, d’altra aveva paura e un po’ gli dispiaceva, anche perché, ammesso e non concesso che Arthur non l’avrebbe denunciato, quel peso sarebbe andato a finire sulle sue spalle. E solo Dio sapeva quanti pesi Arthur avesse sulle spalle. Non avrebbe mai voluto dargli altri fardelli da portare, per di più al posto suo, ma così era successo, e Merlin sperava che finalmente quell’Asino si decidesse a condividere i dolori, così come le gioie. Forse, dopo quella rivelazione avrebbero potuto dividersi le responsabilità e magari essere anche più felici di prima.
Poi Arthur fece una cosa completamente inattesa. Intrappolò i suoi polsi sottili in una morsa, e lo fece stendere sul letto su cui era seduto. Gli tolse i calzoni con un solo, rapido gesto, mentre con l’altra mano scendeva per prepararlo. Merlin aprì le gambe agendo completamente d’istinto, anche se non sapeva perché Arthur lo stesse facendo.
Quando fu più che pronto e ormai gemeva, bramando qualcosa di più, Arthur si avvicinò alla sua bocca e gli disse:
«Non mentirmi più Merlin!»
Fu allora che cominciò a penetrarlo con calma ma senza concedere sconti. Le spinte si succedettero a ritmo cadenzato, forti, fortissime, come se volesse quasi punirlo per la menzogna. Merlin sapeva che dopo sarebbe stato persino doloroso alzarsi, ma non disse nulla, limitandosi a gemere e ansimare. Qualsiasi cosa volesse fare Arthur con il suo corpo era la benvenuta, perché sentiva di meritarsi quella punizione.
Quando tutto finì, Arthur si accasciò esausto di fianco a lui, e gli prese il volto tra le mani. «Mai più Merlin, d’accordo? Mai più bugie».
Merlin annuì, mentre si addormentava con Arthur accanto.
The End