Titolo: Di principi e principesse
Fandom: Glee
Autore: Slayer87
Beta: quenseptienna
Pairing: Blaine/Dave/Kurt
Rating: NC17
Genere: erotico
Avvertimenti: slash, sesso descrittivo, threesome
WordCount: 5314 (fdp)
Note: Scritta perché sono stanca di Klaine e Kurtofsky (anche se, dovendo scegliere, tifo per quest'ultima). Meglio la condivisione, ecco. XD
Di prìncipi e principesse
Dave non era gay.
Era Kurt quello sbagliato, non lui. Era ovvio che avesse attirato la sua attenzione comportandosi per tutto il tempo come una principessina.
Era naturale che Dave provasse nei suoi confronti l’impulso contrastante di ricoprirlo di baci e, al contempo, di tempestarlo di pugni.
Non era certo Dave che aveva qualcosa che non andava.
Era Kurt che non smetteva un attimo di provocarlo. Dave non aveva nulla da giustificare, a stesso prima ancora che con gli altri, per quella attrazione impossibile da negare.
Non era giusto, forse, prenderlo continuamente di mira, ma non era colpa di Dave se erano arrivati al punto in cui i suoi istinti (era maschio e adolescente, si supponeva che facesse un sacco di sesso, non che fosse confinato in una scuola in cui l’unico modo per sfogare la propria frustrazione sessuale era cantare; oltretutto in Ohio, ossia nel bel mezzo del niente assoluto) avevano preso il sopravvento e sempre Dave, pur sforzandosi con tutto se stesso, non era riuscito ad impedirsi di baciare Kurt.
Non era Dave ad essere ossessionato da Kurt e, ultimamente, dal suo fidanzatino Anderson.
Erano loro che, maledizione, non facevano altro che farsi beccare da lui.
E quei due… quei due non se ne accorgevano mai, impegnati com’erano a… certe immagini erano troppo per essere richiamate alla sua memoria. Erano quindi loro a mettere in testa a Dave certi pensieri che continuavano a ronzargli per tutto il giorno e soprattutto la notte per la testa, quando non poteva evitare di pensare e provare certe sensazioni che, ne era sicuro, erano ancora esclusivamente colpa di Kurt e di Blaine (che non era certo una principessa come Kurt, ma gli stava accanto e tanto bastava per attirare la sua attenzione).
Quindi, se non era Dave ad essere gay, se non era Dave ad avere qualcosa che non andava, se non era Dave ad essere ossessionato dal pensiero di Kurt e Blaine insieme, semplicemente non era colpa di Dave se era successo quel che era successo.
* * *
Poco dopo la vittoria delle New Direction alle regionali, fu organizzato un party a cui venne invitata tutta la scuola. Dave, memore della festa per la vittoria della loro squadra di football, non aveva avuto alcun dubbio sull’andare o meno.
Quello che non si aspettava era che ci fosse anche la sua Principessina, accompagnato dal suo Principe. Ecco come rovinare una potenziale serata perfetta.
Dave occhieggiò le scale, chiedendosi se ci fosse una stanza dove potersi rinchiudere e aspettare che tutto passasse.
Affrontare Kurt, affrontare Blaine, affrontare il mondo intero era troppo in quel momento per lui.
Si defilò con tranquillità, imprecando mentalmente contro le principesse che non stavano mai rinchiuse nel loro castello.
Passò la serata in una stanza che aveva trovato, l’unica ancora libera dalle coppiette che già si erano appartate per cose che lui non voleva nemmeno pensare. Ecco, anche quello non aiutava per niente la sua piccola, ma non così tanto piccola, situazione instabile. A volte si chiedeva se anche le donne provassero queste vampate di eccitazione improvvise e non del tutto controllabili, ma quello che Dave sapeva di poter dare per scontato era che per loro quel tipo di reazione era di certo meno evidente.
Aveva voglia di prendere a pugni qualcuno.
Aveva voglia di scopare con qualcuno.
Aveva voglia.
E sì, forse le cose erano un po’ confuse nella sua testa, perchè non era normale avere il desiderio di prendere a cazzotti qualcuno e poi sognare di assaggiare tutti i lividi procurati dai suoi stessi pugni con la lingua.
Dave non si sarebbe nemmeno preoccupato di questo, se l’oggetto delle sue attenzioni fosse stato una donna. Il problema, il vero problema, era che continuava a pensare a Kurt.
Era colpa di quella Principessa.
Non aveva il diritto di sconvolgere la sua vita in quella assurda maniera.
Nessun diritto. Dave era fermamente convinto di questo.
Quindi si sarebbe alzato da quel pavimento, sarebbe andato giù e avrebbe preso Blaine e Kurt a pugni in faccia. Poi avrebbe acchiappato al lazo una donna qualunque colpita dalla sua audace prestanza e sarebbe tornato in camera a darci dentro fino alla mattina dopo.
Stava per alzarsi e compiere il suo dovere quando la porta si aprì.
Dave era già pronto a gridare all’affronto, qualunque coppia si fosse presentata davanti a lui, ma ovviamente successe l’inaspettato: chi altri poteva essere se non Kurt e Blaine, impegnati in un bacio che lasciava veramente poco spazio all’immaginazione?
I due erano talmente coinvolti in quello che stavano facendo da non rendersi nemmeno conto della presenza dell’altro occupante della stanza, che li guardava sconvolto e morbosamente attratto, come se osservarli da vicino potesse “curare” quello che provava.
C’erano un mare di curiosità che gli affollavano la testa: baciare un uomo era diverso da baciare una donna? Le sensazioni che si provavano erano diverse?
Doveva essere seriamente malato per prendere in considerazione anche solo l’idea di baciare un uomo.
Ok, Principessa non era un uomo, nella sua testa, perché i finocchi come lui non erano uomini, quindi lui, Dave, non era a sua volta finocchio in quanto non voleva baciare un uomo, ma Principessa.
Aveva senso, si disse, doveva avere senso.
Se si prendeva per buono quel ragionamento, e non che ci fossero ragioni per non prenderlo per buono, allora anche la sua smania verso Principessa, e verso il Principe, non aveva nulla di sbagliato.
Nel frattempo Blaine e Kurt non avevano ancora smesso di restare appiccicati l’uno all’altro: si erano solo spostati verso il letto, chiaramente non intenzionati ad fermarsi di lì a poco.
Non l’avevano ancora notato e, sicuramente, se non si fosse palesato se ne sarebbe potuto andare senza conseguenze (oltre ad un paio di settimane di sogni molto bagnati).
Quindi perché non se ne stava andando?
Kurt scelse proprio il momento in cui ormai Dave aveva deciso di andarsene per gemere. Il genere di gemito che solo una Principessa come lui poteva emettere. Un gemito che mise fine a qualunque resistenza di Dave sul restare o meno in quel posto. Sarebbe morto di imbarazzo se fosse stato scoperto, ma per sentire anche solo un altro gemito come quello il gioco valeva la candela.
Un altro gemito. Doveva sedersi o non sarebbe stato possibile nascondere il sempre-meno-piccolo-problema del Piccolo Dave.
Si strofinò la mano sulla patta dei pantaloni, cercando alleviare almeno un po’ di quella fastidiosa tensione che non lo stava lasciando respirare.
Gli occhi si staccarono solo per qualche istante dal collo di Hummel così meravigliosamente esposto e in quell’attimo avvenne quello che temeva. Quando alzò nuovamente lo sguardo due paia di occhi lo stavano guardando e Kurt, la sua Principessa, tutto rosso in volto e ancora ansimante, aveva addosso lo sguardo da cucciolo spaurito più tenero che mai avesse visto.
Come il loro primo bacio, fu un attimo.
Un breve flash in cui la razionalità di Dave non entrò per nulla in funzione e i suoi circuiti celebrali si spensero di botto.
Si incamminò verso il letto e, mentre il suo cervello gli urlava addosso tutti gli improperi che aveva sentito da tutti i suoi allenatori, ci salì sopra raggiungendo Kurt e dandogli un bacio, non sulle labbra come l’altra volta, ma sul collo. Cercò di imitare le mosse di Blaine, voleva essere lui a provocare quel delizioso gemito nella sua Principessa.
Nuovamente le sue aspettative vennero deluse: si aspettava che Blaine lo fermasse, che Kurt lo respingesse o una combinazione di queste cose. Non si aspettava, non si poteva aspettare che Principessa emettesse, a causa sua, quel delizioso gemito che sembrava quasi un miagolio.
David si staccò di colpo, shockato dal comportamento di Kurt, ma si spaventò ancora di più quando Blaine gli mise una mano sul braccio. Cercò di alzarsi, ma improvvisamente il suo corpo sembrava pesare il doppio e lui non aveva più il controllo dei suoi arti, riuscendo così solo a incespicare e cadere nuovamente a bocconi sul letto.
Sentì un tocco delicato sulla mano e rimase impressionato dalla differenza fra la sua mano, così grossa, contro quella delicata e curata di Kurt.
Blaine attrasse la sua attenzione, voltandogli il mento con due dita: “Karofsky, cosa vuoi?”
Saperlo sarebbe già stato un bel passo avanti.
“Non lo so.” Rispose, per la prima volta sincero dopo tanto in vita sua.
“Noi potremmo aiutarti a scoprirlo.” gli propose Blaine.
Dave li fissò a bocca aperta.
Cose del genere non capitavano nella vita reale. Cose del genere erano riservate alle mezze trame dei porno, non alla realtà.
D’altra parte, era maschio e adolescente, e quella offerta significava sesso.
Sarebbe stato un coglione a rifiutare. Nessuno rifiuta mai del sesso. Nessuno sano di mente, almeno. Oltretutto, Kurt non era nemmeno vagamente un uomo, quindi quello che stavano per fare non poteva essere considerato sesso gay.
Poco gli importava delle motivazioni che stavano dietro quella proposta, quello che contava era il risultato.
Non gli importava nulla di ciò che sarebbe accaduto dopo, non aveva mai pensato alle conseguenze in vita sua, doveva cominciare proprio in quel momento?
“Tu sei d’accordo?” chiese, prima che potesse anche solo pensare di fermarsi, rivolto a Kurt.
La sua Principessa lo guardò negli occhi. “Sì, sono d’accordo. Ci sarà tempo per parlare, ne sono sicuro, ma ora è importante che tu capisca.”
Dave non aveva ancora chiaro cosa doveva capire, ma non voleva indagare oltre.
“Va bene, ma sia chiaro: non sono gay!” esclamò
Gli altri due non risposero e Blaine si limitò ad alzarsi un attimo dal letto per chiudere la porta. “Non vorrei che qualcuno ci disturbasse”.
Dave si chiese come fosse possibile sentirsi in trappola.
Si voltò verso Kurt, non gli sembrava vero di poterlo toccare.
Gli accarezzò il volto con una mano e guardarlo chiudere gli occhi e spostarsi a cercare maggiore contatto gli procurò una fitta allo stomaco.
Lo desiderava come non aveva mai desiderato nessun altro in vita sua.
Lo baciò e non fu come in quella occasione dove, per la prima volta, si era lasciato andare al suo istinto più profondo.
Quello fu il bacio che spalancò la voragine del desiderio che teneva pressato dentro di sé: non riusciva a fermarsi. Il sapore di Kurt era troppo buono, avere quel corpo piccolo e delicato premuto contro il proprio era troppo eccitante e Dave stava per impazzire.
Nella sua testa si stava combattendo una battaglia per decidere se chiedere spiegazioni prima o dopo… d’altro canto, Kurt gli aveva detto esplicitamente che lo voleva, quindi perché esitare?
Blaine era rimasto tutto il tempo a fissarli, senza nemmeno salire di nuovo sul letto, e sembrava aver notato l’attimo di esitazione sul volto di Dave.
“Lui ti vuol far capire David. Vuole farti realizzare una cosa importante, ed entrambi ci rendiamo conto che questo è l’unico modo per farti veramente comprendere questa cosa. Siamo qui per guidarti.”
Un bacio si posò sul suo collo, Kurt attirò la sua attenzione.
“Ti prego, Dave”.
Era la prima volta che la sua Principessa lo chiamava per nome e sentirsi pregare da lui… non poteva descrivere quella sensazione, né l’effetto che quella stava avendo su di lui, così si limitò a mostrarla a gesti, riprendendo da dove si era interrotto.
Lo coprì di baci come aveva sognato la notte, mentre gli abiti cadevano uno dopo l’altro in una cascata di tessuti che lo lasciarono libero di ammirare tutto quel bianco sfumato di rosa che era la pelle di Kurt. Una pelle da Biancaneve, una pelle da Principessa.
Dave gli baciò l’incavo del collo, solo per avere in ricompensa quel gemito da gattino che lo faceva impazzire.
Era stato a letto con delle donne, donne vere, e le differenze fra loro e Kurt erano notevoli. Si era sempre sentito a disagio con quelle ragazze, non sapendo cosa toccare per farle eccitare, o come baciare. Con Kurt era tutto facile, immediato. Sapeva dove mettere le mani perché erano le stesse cose che piacevano a lui.
Non immaginava che con Principessa sarebbe stato così semplice, invece impazzire a causa sua era stato fin troppo facile. Averlo nudo, ansante, contro di sé, che si premeva addosso a lui per fargli sentire quanto lo desiderava era assolutamente strabiliante.
Com’era possibile che non si fosse ancora svestito?
Si tolse la felpa dei Titans con foga, rischiando di soffocarsi. Blaine intervenne in suo aiuto, spogliandolo con calma, mentre Dave sembrava aver acquisito il dono di respirare tramite Kurt. Non avrebbe mai voluto staccarsi da quelle labbra.
La sua testa era avvolta dalla nebbia, si sentiva leggero, lui che aveva iniziato a fare sport solo per evitare di essere preso in giro perché era grasso, ora si sentiva come senza peso, sospeso in un limbo dove l’unica certezza, l’unico punto fisso, era Kurt, la sua Principessa.
Karofsky gli aveva aperto le gambe con un ginocchio e si era accomodato meglio fra esse, appoggiandosi sui gomiti per non pesare troppo sul corpicino delicato di Kurt.
Entrambi nudi, pelle contro pelle, Dave si sentiva sull’orlo di un baratro. Quella che premeva contro la sua erezione non era certo un organo femminile e sapeva, Dave lo sapeva, che dopo negare la realtà delle cose sarebbe stato molto più difficile.
Il bacio era niente a confronto di quello che stava accadendo in quel momento.
Eppure non poteva fermarsi, sarebbe stato un suicidio.
Ne voleva ancora, di quella deliziosa frizione che gli stava facendo girare la testa.
Ancora e ancora…
Ma più che il contatto contro… Kurt - non era ancora sufficientemente pronto a pensare in maniera consapevole la parola “uccello” - quello che lo stava facendo impazzire era il poter prendere tra le mani quei fianchi sottili e tirarseli addosso.
Dave poteva vedere le costole di Kurt, poteva seguirle con le dita, ed era sicuro che, se l’avesse voltato di schiena, sarebbe stato in grado di sentire ogni vertebra sotto i suoi polpastrelli.
Era incantato dal modo in cui Kurt tirava indietro la testa, lasciandogli libero accesso al suo collo e mentre si strofinava - caldo, tanto caldo, e non poteva smettere di muoversi, oh no - non poteva fare a meno di lasciare traccia del suo passaggio con la lingua, le labbra e i denti. Quel collo candido implorava, chiedeva, di essere marchiato come suo.
Quando quell’attrito, così bello, così caldo, fu semplicemente troppo, Dave venne. E in quel momento ricominciarono a vorticargli in testa i pensieri.
* * *
Si girò a peso morto sulla schiena, anche se avrebbe voluto nascondere la faccia nel cuscino e scomparire per sempre.
Aveva fatto… oddio…
Cominciò a tremare. Kurt gli si avvicinò, preoccupato dalla sua reazione, e Dave non ebbe nemmeno la volontà di spingerlo via. Non aveva senso negare, dopo quello che c’era stato.
Era gay. G. A. Y.
Era un finocchio e non importava che Kurt sembrasse una principessa, rimaneva sempre un maschio. La sua vita era finita. Chi l’avrebbe rispettato una volta che la verità fosse uscita allo scoperto? Gli avrebbero dato dell’ipocrita, visto che fino al giorno prima la sua occupazione principale era cercare di ridicolizzare Hummel.
I suoi genitori. Non voleva nemmeno iniziare a pensare a loro.
Suo padre. Poteva dire di essere tollerante quanto voleva, ma un figlio gay… Dave non sarebbe mai riuscito ad accettarlo, figurarsi se poteva farlo suo padre.
Sua madre. Aveva una paura del diavolo di deluderla, con quella notizia.
I suoi amici.
Avrebbe perso tutto. Sarebbe diventato l’ennesimo sfigato che andava a cantare nel Glee Club.
Che colpa aveva? Cosa aveva fatto di male? Si meritava davvero di essere gay?
Si ritrovò a piangere, erano anni che non se lo concedeva, appoggiato a Kurt che gli mormorava parole senza senso e con dietro Blaine, anche lui impegnato a consolarlo accarezzandogli lentamente la schiena, come si farebbe con un bambino e Dave si sentiva un bambino in mezzo a quei due.
Li odiava per quello che gli avevano fatto realizzare.
Li odiava perché avevano osato interferire nella vita che lui si era costruito.
Li odiava per tutto quello che avrebbe dovuto affrontare da quel giorno in avanti.
Ma ormai Dave non poteva più dire che non li amava. Perché non era vero e ora aveva raggiunto quella consapevolezza dentro sé stesso.
Continuò a sfogarsi in quel modo per un bel pezzo.
D’improvviso si girò verso Blaine e in uno scatto lo baciò. Era sicuro che baciare Blaine non gli sarebbe piaciuto.
Gli era piaciuto fare… quella cosa con Kurt perché, beh, lui era una Principessa.
Blaine rispose quasi istantaneamente e il leggero gemito che Dave si accorse di aver emesso confermò i suoi peggio timori. Non c’entrava il fatto che fosse Kurt. Con nessuna donna si era mai sentito così coinvolto in un bacio. Oh, era sempre stato piacevole, dopotutto un bacio è un bacio, ma la sensazione che gli avevano trasmesso prima i baci con Kurt e ora il bacio con Blaine non davano adito a nessun dubbio.
Si staccò dal ragazzo ansimando, guardandolo negli occhi, pieni di tranquillità e accettazione, e disse, in un sussurro. “Cosa dovrei fare ora?”
Blaine non rispose, limitandosi ad abbracciarlo forte.
Dave ebbe paura di ricambiare l’abbraccio per un attimo. Non è una cosa virile, pensò.
“Non sarà facile. Questo e lo posso dire tranquillamente, ma se vorrai noi saremo al tuo fianco. Non sarai solo.”
“Perché? Non riesco a capire.”
Blaine guardò Kurt da sopra la spalla di Karofsky e la sua Principessa si limitò a stringersi di più addosso a lui, mormorandogli in un orecchio: “La ragione, Dave, è che ci siamo resi conto di quanto stavi soffrendo, a negare te stesso a quel modo. Ti abbiamo osservato, mentre pensavi di non essere visto e sei davvero una persona splendida. Volevamo darti un’occasione per dimostrarlo”.
Dave spalancò gli occhi a quelle parole. Nessuno l’aveva mai definito una persona splendida. Nessuno. Il fatto che Kurt pensasse questo di lui lo riempì d’orgoglio, ma c’era qualcos’altro che doveva chiedere.
“Perché in questo modo? Sono lusingato, ma... questo?”.
Kurt annuì, come se si aspettasse una replica del genere. “Hai ragione. Ma vedi, ad un certo punto abbiamo capito che non solo ti ammiravamo come persona. Ci attraevi, Dave. Non è stato facile affrontarlo. Ci abituano per anni a pensare che può esistere solo la coppia monogama, ma in realtà è come per l’omosessualità: quando c’è amore, non ci sono vincoli di sesso o numero di persone. È amore e tanto basta”.
Dave era un po’ frastornato. Troppe informazioni, troppe emozioni in una volta.
Doveva ancora elaborare il fatto di essere gay (e quella parola l’avrebbe pensata sottovoce, se questo fosse stato possibile), figuriamoci essere coinvolto in una relazione gay e con più di una persona.
“Dave”, riprese la parola Blaine, “devi capire che non ti stiamo chiedendo nulla al momento. Lasciamo solo che questa notte passi, poi si vedrà. Sappiamo che al momento sei confuso. Lo eravamo anche noi e senza tutta la piccola faccenda del coming-out. Quando sarai pronto, se lo vorrai, noi non ti respingeremo. Che ne dici?”
Cosa poteva fare Dave se non girarsi sulla schiena e lasciare campo libero ai suoi due… amanti? Compagni?
“Stai pensando troppo Dave”, gli disse Kurt, appoggiandogli le mani sul petto “Cerca di lasciarti andare, non è difficile”.
Dave conosceva un unico modo per perdere totalmente la ragione: baciare la sua Principessa.
In effetti quel metodo sembrava funzionare e non poté trattenersi dal gemere quando Kurt gli baciò l’orecchio.
“Principessa!”
Kurt si staccò un attimo, guardando dritto negli occhi Dave: “Come mi hai chiamato?”
Dave arrossì: “Principessa…” rispose, imbarazzato, abbassando lo sguardo. Aveva rovinato tutto.
Kurt cercò nuovamente gli occhi di Dave. “Mi piace un sacco essere chiamato a quel modo”.
“Davvero?”
Hummel annuì. “Non ho nessun problema ad ammettere di essere una principessa” rispose sospirando in maniera teatrale, come una vera appartenente alla nobiltà.
Dave scoppiò a ridere e si gettò nuovamente sulla bocca di Kurt. Sembrava che una volta assaggiate quelle labbra non fosse più in grado di farne a meno.
Dave non riusciva a credere che fosse possibile provare così tanto piacere.
Si era lasciato andare, come gli avevano consigliato Kurt e Blaine, e i risultati erano stati immediati. Il suo corpo aveva risposto immediatamente alle sollecitazioni dei suoi due compagni e gli parve di impazzire sotto quella pioggia di stimoli.
Kurt si stava prodigando affinché ogni centimetro di pelle di Dave fosse coccolato a dovere.
Aveva cominciato baciandogli il volto, piccole gocce di pioggia che cadevano, come nei temporali estivi.
Subito dopo gli aveva preso una mano tra le sue, guardandolo da sotto le ciglia - con l’espressione più angelicamente maliziosa del suo repertorio - aveva avvolto la lingua intorno al suo pollice. Dave aveva trattenuto bruscamente il respiro e guardato Kurt ad occhi sbarrati. La promessa sottointesa nei gesti era chiara e Karofsky era dannatamente vicino ad un principio di autocombustione. Il tutto senza nemmeno esser stato sfiorato fra le gambe.
Blaine era rimasto sdraiato di fianco accanto a lui tutto il tempo, senza fare nulla, sfiorandolo appena con le dita, sottolineando con i polpastrelli le linee naturali del suo corpo. Era incredibilmente rilassante, a dispetto di quello che Kurt gli stava facendo provare, ed era una stranissima sensazione quella di sentirsi la testa così leggera per le carezza di Blaine e contemporaneamente esser così eccitato a causa di quello che gli stava facendo Principessa.
Poi tutto cambiò di nuovo. Blaine si era impegnato a seguire con la lingua le linee che aveva tracciato prima con le dita e Dave aveva percepito distintamente la sua erezione fare un sobbalzo al primo tocco, decisamente non incerto, della lingua del suo secondo compagno.
Circondato. Ecco la parola giusta. Si sentiva circondato di attenzioni e a quel punto poco importava che quelle carezze, quei baci, glieli stessero donando due uomini. Stava meglio di quanto era mai stato in tutta la sua esistenza.
Per la prima volta si fermò ad ammirare i corpi di Kurt e Blaine, due maschi, ricordò a sé stesso, senza sentirsi in imbarazzo per le reazioni che quella vista gli stava causando: se n’era perfino dimenticato. Le sue prime erezioni erano avvenute alla vista di alcuni suoi compagni di spogliatoio più grandi, mentre si spogliavano o facevano la doccia. Aveva rimosso per non dover pensare.
Per la prima volta non si vergognò nel voler provare a prendere in mano i loro sessi e sentire la sensazione che davano a contatto con il suo palmo.
Cominciò con Kurt. Era stranissimo: prenderlo in mano e saggiarne in maniera diretta il calore, la durezza, osservare come rispondeva alle sue carezze. Vedere il viso di Kurt, così espressivo, contorcersi per il piacere per qualcosa che lui stava facendo gli stava dando una sensazione di potere mai provata prima.
Era a dir poco esaltante.
La parte bella poi era che non doveva pensare a come dargli piacere: bastava replicare ciò che piaceva a lui. Era facile, come mai era stato, e mai - mai! - si sentì a disagio in quella situazione.
Dave era curioso.
Si sporse per toccare con la punta della lingua il pene di Kurt.
Santissimo Iddio, che buon sapore che aveva: non provò nemmeno a fermarsi, sapeva che ne voleva di più e si lanciò a testa bassa in quella missione.
Kurt gemeva senza controllo e quando gli venne in bocca, Dave per poco non rischiò di soffocare, ma non si rifiutò. Blaine gli accarezzò la schiena per farlo respirare meglio e Dave si tirò su tossendo e arrossendo.
“Ehi, non preoccuparti. È normale, sai?” gli mormorò Blaine, accarezzandogli una guancia.
Quelle tenerezze, il costante preoccuparsi dei suoi partner per lui… era tutto così strano. Non era assolutamente abituato ad essere trattato così, da nessuno.
Reagì agguantando la mano di Anderson e baciandolo.
Era il modo di Dave per ringraziarlo di tutto. Condivisero il sapore di Kurt, esplorando le rispettive bocche con labbra, lingua e denti.
Blaine era chiaramente molto più esperto, sia di lui sia di Hummel, ed infatti guidò Dave fino a farlo sdraiare sul letto. Kurt gli si mise di fianco, titillandogli i capezzoli e baciandogli il collo e la gola, mentre Blaine gli metteva un ginocchio in mezzo alle gambe per fargliele allargare e sistemarsi meglio fra esse.
Dave ebbe un fremito. Un nodo gli paralizzò lo stomaco e Blaine sembrò accorgersene, visto che alzò lo sguardo e gli sorrise dolcemente. Cosa poteva fare Dave, resistere? Assolutamente no. Cercò di rilassarsi e intanto Kurt non smetteva un secondo di leccargli il lobo dell’orecchio, causandogli deliziosi brividi di eccitazione.
“Non essere teso”, disse Principessa, “Blaine è bravissimo”.
“Com’è?” chiese Dave, solo per cercare di mitigare la curiosità e la tensione parlando.
Kurt sorrise. “Oh, beh, non è che sia in grado di descrivere una cosa del genere,” cominciò “ma se devo proprio provarci, direi che è come una partita di football, solo più… intenso. E la soddisfazione finale, beh, quella è proprio indescrivibile”.
Blaine, nel frattempo, aveva recuperato un vasetto di lubrificante e ne stava spalmando un po’ sulle dita.
“Apriti per noi”.
Dave restò senza fiato a quelle parole e obbedì subito. La stranezza della situazione non era sufficiente a congelare l’eccitazione che minacciava di sopraffarlo ad ogni tocco di Blaine. Il ragazzo lo accarezzò con lentezza estenuante, fino a stuzzicare la sua apertura.
Dave fece per ritrarsi istintivamente, quello era ancora un tabù per lui, ma riuscì a rilassarsi nuovamente sotto i baci e le carezze dei suoi amanti, permettendo così a Blaine di proseguire.
La sensazione che provò, quando sentì un dito dentro di sé, fu stranissima. Il suo corpo cercava di respingere quell’intrusione, ma non faceva male, era solo… inusuale.
Quando si abituò a quella presenza sospirò. Era come… inutile cercare di descriverla.
“Posso andare avanti?” chiese Blaine, facendo molta attenzione ai suoi movimenti.
Karofsky annuì, prendendo un respiro profondo.
Anderson infilò il secondo dito.
Dave sentì una leggera resistenza, ma nulla di più. La sensazione stranissima aumentava, e quando Blaine stuzzicò qualcosa, un brivido partì lungo tutta la sua colonna vertebrale.
Spalancò gli occhi e Kurt ridacchiò contro di lui.
“Visto di cosa stavo parlando? Non è una bella sensazione?”
Dave annuì, non troppo certo che dalla sua bocca potessero uscire suoni comprensibili ad esseri umani.
Blaine continuò per un po’ a prepararlo, non smettendo un attimo di guardarlo negli occhi. Dave era senza fiato. Quando il terzo dito entrò sentì un lievissimo fastidio e soffiò, quasi fosse un gatto. Kurt scese sul suo viso fino a baciarlo, distraendolo così da quello che, a momenti, sarebbe successo.
Percepì confuso (Principessa che baciava e gemeva era un po’ troppo da gestire per i suoi nervi) la mancanza delle dita. Quando qualcosa di più grosso premette contro la sua apertura, Dave si staccò bruscamente da Kurt. Non poteva entrare. Era troppo grosso.
Kurt si mise a cavalcioni su di lui, costringendolo a guardarlo negli occhi.
“Mi farà male”, disse Dave.
“No, stai tranquillo. Respira.” gli consigliò Kurt. Blaine era calmissimo, nonostante la situazione: si tirò addosso Kurt, petto contro schiena.
“Facciamogli guardare qualcosa” sussurrò malizioso.
Kurt e Blaine cominciarono a baciarsi languidamente sotto i suoi occhi.
La sua erezione, che prima si era un po’ affievolita, risorse di colpo.
Che spettacolo! Blaine cominciò a stuzzicare l’erezione di Kurt, non staccandosi un attimo dal corpo leggero e flessuoso dell’altro.
Kurt gemeva e gemeva, e quando Blaine lo lasciò andare, Principessa ritornò in grembo a lui, baciandolo con passione. Dave non riusciva a tenere le mani a posto e, mentre era così preso da Kurt, Blaine allineò nuovamente la sua erezione e cominciò a spingere.
Dave si impose di respirare a quell’intrusione.
Sapeva che ne sarebbe uscito bene solo se si fosse rilassato. Il trucchetto dei suoi compagni aveva funzionato per l’inizio, ma il resto dipendeva anche da lui.
Chiuse gli occhi e lasciò campo libero ai due ragazzi.
Blaine riprese a spingere, piano, poco per volta.
Dave non sentì vero e proprio dolore, ma solo un gran fastidio. Kurt era ancora sopra di lui e gli sussurrava cose senza senso.
“Ora viene la parte migliore” fu l’unica cosa che riuscì a distinguere chiaramente.
Un attimo dopo Blaine si stava ritraendo e spinse di nuovo.
Dave restò senza fiato. Quel brivido di prima era ricomparso. Era fottutamente fantastico.
“Colpito e affondato al primo colpo” annunciò Blaine, anche lui a corto di fiato.
Kurt ridacchiò. “Dave Kurtofsky, ti presento la tua prostata”.
“Piacere…” riuscì a sussurrare Dave, cercando di non venire e contemporaneamente non ridere.
Blaine ghignò e spinse di nuovo. “Esattamente Dave, esattamente!”
* * *
Erano giorni ormai che ripensava a quanto era accaduto.
Dapprima aveva negato: tutto quello che era successo era stato un sogno e nulla era stato reale. Kurt e Blaine non erano mai stati con lui a letto e non aveva mai fatto sesso con due ragazzi nello stesso momento.
Poi era arrivata la fase di accettazione: c’era voluto del tempo, qualche settimana, Kurt e Blaine erano stati fondamentali durante quel processo interiore. Non l’avevano lasciato da solo, proprio come avevano promesso di fare. Erano andati a trovarlo, a casa sua dopo la scuola.
Si erano sdraiati con lui sul letto e lo avevano abbracciato, senza dire nulla. Come facessero a sapere che era proprio quello di cui aveva bisogno era un mistero, ma Dave non si preoccupò tanto di quel particolare. Voleva stare tra le loro braccia per sempre.
Oddio, stava diventando una femminuccia.
Un giorno, uno dei peggiori, in cui era tornato da scuola e si era rinchiuso in camera con le lacrime agli occhi, era stata sua madre a chiamare Kurt e Blaine.
Kurt, la sua adorata Principessa, si era quasi messo a piangere egli stesso vedendolo in quello stato. L’avevano fatto sfogare e poi, sia Kurt che Blaine, l’avevano baciato piano, con tutta la calma del mondo, ed erano stati lì con lui per un paio d’ore.
Dopo che i due se ne erano andati sua madre era salita a fargli un discorsetto.
Dave aveva tentato di negare fino alla nausea, spaventato a morte che i suoi già venissero a conoscenza di tutto. Sua madre l’aveva abbracciato forte e gli aveva detto di non preoccuparsi, facendolo quasi piangere di nuovo e quando Dave gli aveva chiesto se l’avesse delusa, lei aveva negato con forza.
“Essere te stesso non potrai mai essere fonte di delusione per me, Dave” gli aveva detto prima di avviarsi verso la porta. Se n’era quasi andata quando, di colpo, sua madre si girò e gli fece l’occhiolino dicendo: “Comunque Dave, buon sangue non mente. Sia io che te abbiamo buoni gusti in fatto di uomini” facendo diventare rosso Dave per i successivi due giorni.
Anche suo padre era stato una sorpresa per lui.
Non gli aveva detto nulla di specifico, si era limitato a guardarlo negli occhi, il genere di occhiata che gli metteva sempre i brividi e gli aveva detto “Spero solo che non riceveremo altre telefonate da scuola.” facendo riferimento alla sua quasi-espulsione.
Dave aveva annuito ed era finita lì, ma aveva deciso che una cosa del genere non sarebbe più capitata, a costo di essere il nuovo Robin Hood del McKinely.
Dopo esserci passato lui stesso, non aveva intenzione di far passare ad altri le sue stesse paure ed ansie, mai più.
Non immaginava che la parte più complicata, dirlo ai suoi genitori, si sarebbe risolta così facilmente.
Aveva deciso di non dirlo apertamente ai suoi amici, non perché si vergognasse, ma semplicemente avrebbe dimostrato con i fatti che era cambiato. Quando poi si sarebbe venuto a sapere, e trattandosi del McKinley non ci sarebbe voluto tanto tempo, ne avrebbe affrontato le conseguenze. Tutto a suo tempo.
Da un paio di giorni stava uscendo con Blaine e Kurt e si stava divertendo un sacco a vedere le facce sconvolte dei suoi concittadini bigotti che li guardavano scandalizzati.
Non pensava di entrare nel Glee Club. Il fatto che fosse gay (era riuscito a pensarlo senza problemi e non sottovoce, stava veramente migliorando) non doveva implicare per forza il voler cantare. Aveva altri modi per scaricare la frustrazione sessuale, ora.
Dave si sentiva un’altra persona. Forse lo era veramente.
Era più allegro, più disponibile e aveva sconvolto più di una persona semplicemente sorridendo loro.
Il suo migliore amico, Azimio Adams, gli aveva detto, “Se questa amicizia con Kurt e Blaine ti fa stare così bene, hai la mia benedizione.” e Dave lo aveva abbracciato raggiante.
* * *
Pensava che esser gay fosse qualcosa di malsano.
Aveva capito che non c’era nulla di male nell’essere omosessuale. Era identico a tutti gli altri, ma gli piacevano gli uomini. Tutto qui.
Pensava che fossero Kurt e Blaine a provocarlo.
In realtà era lui che voleva a tutti i costi far parte della loro vita.
Pensava di non essere pronto ad affrontare una storia omosessuale a tre: in realtà aveva capito che l’unica cosa che non era stato in grado di affrontare - fino al momento in cui Kurt e Blaine erano andati a scovarlo in quella camera - era sé stesso.
The End