Titolo: Fever to the future
Fandom: Supernatural
Pairing: Dean Winchester x Castiel
Rating: NC17
Avvertenze: Slash
Disclaimer: I personaggi non sono miei, tutti i diritti riservati e i fatti narrati sono frutto della mia fantasia. La storia non è scritta con scopo di lucro.
Riassunto: Dean era consapevole di avere molti difetti, ma non era mai stato in grado di uccidere un essere umano a mente fredda.
Note: Scritta per la
think_angst con il prompt “Le nostre mani sono diventate più fredde da quando ce le siamo lasciate” e per il
mmom_italia.
Note 2: Riferita alla puntata 5x04 "The End"
WordCount: 791
fiumidiparole **
Si risvegliò che era nel suo letto. Si sentiva stanco. Mortalmente stanco. Sentiva che c’era qualcosa che non andava, qualcosa che stonava.
Si portò una mano al petto, cercando il ciondolo da stringere, ma non lo trovò. Borbottò a mezza voce, ricordandosi che lo aveva dato a Castiel per la sua stupida e inutile ricerca di Dio.
Lo aveva sempre saputo Dean e adesso ne aveva solo una lampante certezza. Dio non esiste e, se c’è, se ne sbatte altamente le palle di quello che accade alla sua razza prediletta.
Si ricordava bene il suo viaggio nel futuro. Quel futuro non gli piaceva. Per tanti motivi. Avrebbe potuto aprire un dibattito che non sarebbe più finito, ma in primo luogo il sé stesso del futuro non gli piaceva.
Dean era consapevole di avere molti difetti, ma non era mai stato in grado di uccidere un essere umano a mente fredda. E, sinceramente, sperava di non diventarlo mai.
Poi c’era la questione di suo fratello. Il suo piccolo Sammy…
Sospirò, gettandosi sul letto e aprendosi una birra. Per quale motivo Sam avrebbe dovuto cedere alle richieste di Lucifero? Cosa gli aveva detto di così allettante da fargli pronunciare quel maledetto “sì”?
Non lo sapeva. Ma ne era convinto, erano un sacco di stronzate.
Sapeva che il più piccolo aveva fatto degli errori. Uno di quelli era stato dare il via all’Apocalisse, ma insomma, nulla che non avrebbero potuto risistemare. Forse era stato solo un po’ troppo duro con lui.
Ma Sam non poteva capire. Si sentiva deluso e tagliato fuori dalla sua vita, proprio lui, che aveva fatto così tanto. Cristo, aveva maledetto la sua anima per lui! Per salvarlo. E l’altro che come lo aveva ripagato? Facendo comunella con una piccola puttana demone.
Anzi, e si faceva pure scopare da lui quella stronza.
Schioccò la lingua, sempre più nervoso.
Infine c’era quella questione che veramente lo stava facendo andare fuori di testa. L’altro Castiel era stato abbastanza chiaro.
Le cose fra di loro non erano più andate così bene dopo che lui… beh, aveva smesso di essere un angelo.
Avevano iniziato a litigare e nulla era stato come prima. Il Dean del presente aveva sentito come un brivido attraversargli la schiena, gelandogli perfino le ossa. Non era stata una bella sensazione.
Per niente. C’erano cose a cui non avrebbe potuto o saputo rinunciare così tranquillamente. Una di quelle era Castiel.
Perché aveva tanti difetti Dean, ma era sempre stato in grado di amare. Nella sua maniera contorta, ma ne era in grado. Certo, era sempre scappato dai sentimenti o da quelle cose smielate da telefilm, ma sentiva che per l’angelo provava emozioni vere.
Gli piaceva.
Lo amava.
Adorava sentirlo sotto di sé e adorava guardarlo in faccia mentre era lui che lo stava facendo godere.
Castiel gli si era dato al cento per cento e lui si era sentito improvvisamente come l’uomo più felice della Terra.
Amava gettarsi nel letto con lui, facendo sesso come animali. Adorava sentire la sua pelle sotto le proprie dita, così ruvide contro quel petto invece così morbide. E poi adorava stringere la sua mano intorno alla sua erezione, muoverla lentamente su di lui, e continuare in quel modo fino a che l’altro non implorava qualcosa di più.
E sentire la profonda voce di Castiel che lo implorava, era la cosa più eccitante del mondo. E gli piaceva buttarsi di lui, prepararlo, spingersi dentro al suo corpo bollente. Gli piaceva sentire le sue gambe che si incrociavano dietro i suoi fianchi, spingendolo ancora più profondamente dentro di sé, mentre le sue unghie gli penetravano la carne della schiena e la sua voce gli gemeva nell’orecchio.
E continuava così, fino a che Castiel non si prendeva di nuovo l’erezione in una mano e la muoveva allo stesso ritmo delle spinte di Dean dentro di lui, fino a che non venivano, entrambi.
Dean si riscosse dai suoi sogni ad occhi aperti e finì di bere la birra. Era arrivato decisamente il momento di mettersi nel letto e di farsi una bella dormita fino al mattino dopo.
Si sdraiò chiudendo gli occhi.
Durò solo un paio di secondi. Quando li riaprì era in mezzo al nulla, su una strada buia con Castiel che lo fissava.
Si ricordò del loro appuntamento, ma invece di incazzarsi, sorrise. Si avvicinò all’angelo, abbracciandolo. L’altro ricambiò, un po’ perplesso da quel comportamento.
« Va tutto bene Dean? » gli chiese piano.
« Sì Cass. Va tutto bene, tranquillo. »
Non gli piaceva quel futuro in cui quel figlio di puttana di Zaccaria lo aveva spedito. Cass si scostò, lentamente. Non era mai a suo agio con le manifestazioni affetto in pubblico.
Dean continuò a sorridere.
Chiamò il fratello. C’era assolutamente una questione che doveva risolvere con lui se non voleva che diventasse il nuovo abito per il ballo di Lucifero.
Fine.