[Hey!Say!Jump] Milkshake

Mar 26, 2012 12:15

Titolo: Milkshake
Fandom: Hey!Say!Jump
Pairing: Yabu Kota x Inoo Kei
Rating: G
Avvertenze: Slash, Junior!Era
Disclaimer: I personaggi non sono miei, tutti i diritti riservati e i fatti narrati sono frutto della mia fantasia. La storia non è scritta con scopo di lucro.
Riassunto: Sarebbe passato, come altri momenti tristi della sua vita. Avrebbe chiuso quel capitolo, con le sue forze, per iniziarne un altro, più felice. Doveva solo portare pazienza, lo sapeva bene. Portare pazienza e, alla fine, i suoi risultati sarebbero arrivati.
Note: Scritta per la diecielode con il prompt “Frappè” e per la think_fluff con il prompt “Frappè”
WordCount: 1041fiumidiparole

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Yabu era stanco. Stanco di tornare al dormitorio senza avere le forze nemmeno per dormire decentemente, stanco di dover sempre dimostrare a tutti quelli che lo circondavano che era capace di lavorare come un uomo, stanco di dover dimostrare che non era solo un bambino che aveva avuto la fortuna di poter condurre un programma.
Stanco. Semplicemente, stanco.
Anche quella sera rientrò a casa che era devastato. Avevano partecipato ad un “Onigokko” e, anche se davanti alle telecamere si dimostrava abbastanza intrepido, dentro di sé aveva sempre una terribile paura.
Lo terrorizzava l'idea di essere inseguito, ma lo terrorizzava ancora di più l'idea del fallimento. Aveva sempre avuto paura del fatto che, se avesse sbagliato in qualcosa, la vita che conosceva fino a quel momento si sarebbe disintegrata fra le sue mani. E non voleva.
In quel momento della sua vita non era particolarmente felice di fare l'idol, ma non voleva nemmeno smettere. Era sicuro che fosse solo un momento.
Sarebbe passato, come altri momenti tristi della sua vita. Avrebbe chiuso quel capitolo, con le sue forze, per iniziarne un altro, più felice. Doveva solo portare pazienza, lo sapeva bene. Portare pazienza e, alla fine, i suoi risultati sarebbero arrivati.
Si tolse con lentezza la maglietta. Stando sotto al sole si era leggermente scottato e la schiena gli bruciava. Ringraziò il fatto di essere da solo nella stanza. Hikaru era uscito con gli altri ragazzi per una cena in qualche fast-food.
Avevano invitato anche lui, ma proprio non riusciva a reggersi in piedi per la stanchezza, voleva solo infilarsi sotto la doccia e poi ancora ripassare qualcosa per lo studio. Il giorno c'era un test a scuola e doveva assolutamente passarlo. Non poteva permettersi un altra insufficienza.
E non poteva perdere l'anno scolastico. Era un fallimento e lui odiava i fallimenti.
S'infilò sotto il getto dell'acqua quasi bollente, permettendo ai suoi muscoli di rilassarsi. Iniziò a lavarsi i capelli, velocemente. Non poteva perdere tutto quel tempo. Sbuffò iniziando a sciacquarsi.
Asciugato e vestito, si sedette di nuovo alla scrivania, aprendo stancamente il libro di storia giapponese. Non aveva voglia. Ma doveva fare un altro piccolo sforzo. Un piccolo sforzo e poi avrebbe potuto addormentarsi.

Yabu si svegliò a causa della suoneria del cellulare che gli penetrava nel cervello. Lo afferrò, un po' nervosamente, aprendo la chiamata.
« Chi è? » borbottò.
« Oh, sei ancora sveglio. » udì dire da Kei.
Si alzò a sedere, di scatto, iniziando ad avvampare.
« K-Kei. » balbettò.
Si tirò via i capelli dagli occhi e afferrò la sveglia. Era passata da poco la mezzanotte. Si era addormentato sui libri. Si girò verso il secondo letto, quello di Hikaru, e lo vide ancora vuoto.
« E' successo qualcosa? » domandò poi, un po' agitato.
« No. Volevo sentirti. Anzi. Mh... »
Yabu sentiva il cuore battere troppo velocemente nel suo petto. Adorava quel lato tenero di Kei. Se ne era innamorato subito, ma non aveva mai avuto il coraggio di chiedere qualcosa di più. Non era sicuro di quello che provava Kei e, in quel periodo, non avrebbe retto ad un rifiuto.
« Dimmi tutto. Stavo studiando, quindi non mi disturbi. » lo incitò, sorridendo.
« Sono nei giardini interni dei dormitori. Ti va di prendere un po' d'aria fresca? »
« Sì. » esclamò subito Yabu « Certamente. Infilo le scarpe e arrivo. »
« Bene. » mormorò l'altro « Ti aspetto, allora. » lo udì dire con voce sempre sommessa.
Yabu chiuse il cellulare. Infilò le scarpe e, afferrate al volo le chiavi, lasciò la stanza.

Aprì lentamente la porta finestra del giardino e vide Kei che gli dava le spalle. Era piccolo, quasi immerso nell'oscurità. Aveva scelto l'angolo più lontano dalla luce, come se non volesse farsi vedere. Cercò di prendere fiato, di stabilizzare il suo respiro, senza riuscirsi.
« Ciao. » salutò.
Kei si voltò, accennando un sorriso e alzando una mano. Yabu si sedette accanto a lui.
« Non sei tornato in stanza? » domandò poi il più grande, notando che l'altro non avrebbe iniziato nessun discorso.
« No. Sono tornato ora dalla cena con i ragazzi. Hikka è crollato in stanza di Daiki. » ridacchiò fra sé e sé, con quella risata svagata che Yabu amava e di cui non riusciva a fare a meno « Peccato che tu non ci fossi. Ti saresti divertito molto. »
« Lo so, ma avevo da fare. E poi... ero davvero stanco. » mormorò un po' imbarazzato.
Rimasero in silenzio per un altro po', fissandosi intorno, coperti dall'oscurità. Yabu sentì le dita di Kei che gli sfioravano il braccio e arrossì, ma non si spostò. Poi lentamente le loro dita si intrecciarono.
Yabu avrebbe voluto che quel momento non finisse mai.
« Sai... non siamo più usciti dopo il nostro ultimo appuntamento. Pensavo di non interessarti. » mormorò piano Kei.
« N-No. » esclamò Yabu colto dal panico « E' che... ecco... ho avuto molto da fare. Mi dispiace. »
« Mh. »
Rimasero ancora in silenzio, le dita di Kei che si stringevano con ancora più forza nella sua. Poi, improvvisamente, il più piccolo si scostò da quel contatto. Yabu avrebbe voluto trattenerlo ancora, ma non ci riuscì.
Stava per dire qualcosa, quando Kei mise davanti a lui un frappè della sua gelateria preferita, di quelle aperte fino a tarda notte.
« Dato che non hai mai tempo durante il giorno, magari... potrebbe essere questo il nostro appuntamento. Che ne dici? » domandò piano Kei guardandolo negli occhi.
Yabu balbettò, arrossì e cercò di regolarizzare il suo respiro. Annuì, sorridendo come un perfetto idiota.
« Ti va bene anche se non facciamo nulla? » domandò poi Yabu.
« A me piace la tua presenza, non quello che facciamo. Io sono felice anche così. » commentò di nuovo perso nel suo mondo, prendendo un altro frappè e iniziando a berlo, senza aspettarlo.
Yabu sorrise ancora, iniziando a bere.
Era buonissimo. Osservò Kei tenere il frappè in una mano, mentre l'altra era ancora appoggiata sulla panchina.
La strinse nella sua, continuando a bere.
Forse il frappè era buono solo perché c'era Kei al suo fianco. Ma in quel momento non gli importava.
Poteva anche essere il frappè più cattivo del mondo, ma era convinto che con Kei al suo fianco, tutto sarebbe risultato molto più buono.

Fine.

challenge: think fluff {bevande}, pairing: yabu x inoo, fandom: hey!say!jump, challenge: diecielode {misc mosaic}

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