Titolo: La casa del pinguino
Fandom: Question?
Pairing: Igo Akun x Ishigaki Daisuke
Rating: G
Avvertenze: Slash,
Disclaimer: I personaggi non sono miei, tutti i diritti riservati e i fatti narrati sono frutto della mia fantasia. La storia non è scritta con scopo di lucro.
Riassunto: doveva decisamente imparare quando era il momento di aprire bocca e quando era più consigliato stare in silenzio.
Note: Scritta per il primo giorno di “Carnevale delle Lande” indetto da
maridichallenge e per la community
momenti_perduti per “Il mese del pinguino” e infine per la
diecielode misc prism!
WordCount: 853@
fiumidiparole Prompt fillato: "E' chiaro che io non capisca. Prova a spiegarmelo, allora" di
vogue91 *°*
Ishigaki Daisuke doveva decisamente imparare quando era il momento di aprire bocca e quando era più consigliato stare in silenzio.
Quella era una di quelle volte che non doveva nemmeno pensare di parlare.
Non aveva ancora capito a fondo Akun e, nonostante tutto, gli pesava quella situazione. Il più piccolo sembrava sempre un buco nero impossibile da esplorare.
Alcune volte se la prendeva e, magari, il giorno successivo l'avrebbe presa a ridere. Quello era palesemente il giorno sbagliato.
Akun probabilmente si era svegliato con la luna storta e non gliene stava risparmiando nemmeno una e Daisuke invece di starsene zitto in attesa che gli sbollisse il nervosismo, non faceva altro che gettare benzina sul fuoco.
Si avvicinò lentamente al fidanzato, sedendosi accanto a lui sul divanetto. Akun stava giocando distrattamente con il cellulare e lo ignorava.
Era un cellulare veramente buffo, constatò Ishigaki cercando di controllarsi, cosa che effettivamente era anche Akun.
In più, quell'enorme sticker sul retro del cellulare che raffigurava un pinguino un po' riusciva a metterlo di buon'umore.
Akun era tutto particolare e per quello se ne era rimasto attratto, nonostante i suoi difetti e le sue particolarità.
Si strinse un altro po' a lui, cercando attenzioni. Mosse con le dita le molteplici strip per il cellulare di Akun, cercando di passare il tempo.
Gli sarebbe passata, ne era convinto. Doveva solo avere tempo. Doveva portare pazienza perché arrabbiarsi e andarsene avrebbe solo peggiorato le cose. E fare tutto il viaggio di ritorno al dormitorio, che, da dove si trovavano in quel momento, sarebbe durato più d un'ora con Akun irritato. Non era consigliabile.
Si lasciò sfuggire un sospiro e il più piccolo gli lanciò una veloce occhiata, poi tornò a fissare lo schermo del cellulare.
Daisuke si strinse un altro po' a lui, poggiando la testa sulla sua spalla, sperando che si addolcisse. Socchiuse gli occhi, cercando di ripensare esattamente a che cosa era successo.
« Dai-chan, perché domani non andiamo allo zoo? Hanno aperto la nuova ala della “Casa del Pinguino”. »
« Non posso. Devo esercitarmi per le canzoni per la registrazione dello Shounen Club. Possiamo rinviare al fine settima? »
Akun lo aveva fissato un po' deluso, ma aveva annuito, imbronciandosi. Poi aveva scosso le spalle, con il tipico fare dei bambini, imbronciato.
« Non capisco perché quando voglio fare qualcosa con te c'è sempre qualche altro impegno. Eppure quando devi accompagnare Fujiie a fare shopping hai sempre tempo. »
« Non è vero. Cerco di esserci sempre quando vogliamo fare qualcosa, ma il lavoro è lavoro. Non è così complicato da comprendere. Forse è perché non sei giapponese. » aveva replicato Daisuke seccato.
Non era la prima volta che affrontavano quell'inutile argomento e già sapeva che sarebbe finito male per lui, come sempre.
Il più piccolo allora, evidentemente punto nell'orgoglio, aveva alzato la testa dalle sue gambe e lo aveva guardato con aria di sfida.
« E' chiaro che io non capisca. Prova a spiegarmelo meglio allora. » aveva borbottato « Io non sono che uno straniero, vero? Cos'è, stai con me per trasgressione? Non avrò i genitori giapponesi, ma sono nato qua, esattamente come te. » sputò alla fine, nervosamente.
Si alzò dalla sedia accanto a lui, per gettarsi sul divanetto. Daisuke si era maledetto per quello che aveva detto, considerando che non lo pensava per davvero e che amava davvero Akun e che non lo considerava solo uno “straniero”.
Gli era piaciuto fin da subito Akun. Ne era rimasto affascinato e più lo frequentava, più non riusciva a staccarsene.
Quindi... doveva decisamente imparare a pesare le parole.
Ishigaki aprì lentamente gli occhi. Si chiese perché fosse steso sul divano e con una coperta sulle spalle.
Le registrazioni erano sì finite, quindi erano rimasti solo loro nel camerino, ma non si ricordava nemmeno di essersi addormentato.
Si alzò a sedere, cercando di comprendere, ma senza riuscirci.
Poco dopo entrò di nuovo Akun, con quel suo sorriso strafottente e con quell'aria innocente che, bene o male lo faceva sempre capitolare.
Aveva in una mano una lattina di Coca - Cola e nell'altro il cellulare. Stava ancora giocando.
« Mi sono addormentato. » disse solo Daisuke.
« Sì. Ti ho lasciato dormire perché eri tremendamente carino. » Akun si sedette al suo posto, come se loro due non avessero mai litigato « Adesso che ti sei svegliato, che ne dici se andiamo a casa? Ho bisogno di una doccia. » si lamentò massaggiandosi il collo.
« Certo. Mi dispiace averti fatto aspettare. » si scusò il più grande.
Akun scosse la mano, come a dire di lasciar perdere.
« E' stata colpa mia. Me la sono presa per nulla. Ero nervoso e me la sono presa con te. E' a me che dispiace. »
Ishigaki gli sorrise, senza aggiungere altro. Poi si alzò in piedi e radunò le sue cose nella borsa.
« Andiamo a casa. » disse « Sono veramente stanco. E poi “La casa del Pinguino” domani ci aspetta. Sai, devo dire che sono abbastanza preparato sulle canzoni. »
Akun lo fissò come si fissano i regali sotto l'albero. Daisuke si chiese come un uomo grande e grosso come Akun, riuscisse a sembrare così tremendamente piccolo al solo sentire la parola “pinguino”.
Sorrise ancora e, trascinandolo, si avviarono verso casa.
Fine.