[Hey!Say!Jump] La mia vita senza te

Feb 06, 2012 13:12

Titolo: La mia vita senza te
Autore: simph8
Beta: vogue91
Album: Time
Cantante/band: Arashi
Traccia: #12 - Be with you
Fandom: Hey!Say!Jump
Personaggi/Pairing: Inoo Kei x Yaotome Hikaru
Rating: R
Warnings: One Shot, Slash
Disclaimer: I personaggi non sono miei, tutti i diritti riservati e i fatti narrati sono frutto della mia fantasia. La storia non è scritta con scopo di lucro.
Note: Scritta per la community 3songfic con la canzone “Be with you”, traduzione in inglese è stata presa da QUI e poi tradotta da me in italiano.
Wordcount: 1655 @fiumidiparole

**

Se mi lasciassi asciugare tutto quel dolore
renderò reali i sogni che ti sei lasciato alle spalle.
Hikaru strinse a sé Kei.
Lo amava così tanto che ogni volta che lo aveva sotto di lui, sentiva il cuore esplodergli.
Lo strinse a sé, con più forza, perché la sola idea di doversene separare lo faceva star male. Kei ridacchiò socchiudendo gli occhi e facendosi abbracciare.
Hikaru posò il volto nell'incavo fra la spalla e il collo, annusando l'odore della pelle di Kei, così travolgente.
Stava bene quando stava con lui, anche se tutto quello, poche ore dopo, sarebbe finito. Si sentiva appagato, finalmente felice, anche se mentiva a sé stesso dicendosi che un giorno Kei lo avrebbe amato.
Mentiva e lo sapevano tutti. Ma era l'unico modo che Hikaru aveva per non impazzire.

Kei adorava farsi fare le coccole dopo il sesso. Le ambiva. Gli era sempre piaciuto sdraiarsi accanto ad Hikaru, coprirsi con il piumino e parlare, oppure rimanere semplicemente in silenzio a farsi accarezzare la testa.
Si fece stringere, perché quello era l'unico modo che aveva per sentirsi utile. Odiava stare con Hikaru quando pensava a Yabu.
Odiava vedere la sua faccia piena di felicità, di amore e sapere che non avrebbe mai potuto ricambiarlo.
Ma Kei era stato chiaro quando si era presentato a casa sua. Kei non lo avrebbe mai amato, per quanto avesse potuto impegnarsi.
Non lo avrebbe amato perché da anni vedeva solo Yabu e solo Yabu avrebbe potuto renderlo felice.

Ma anche quello, nella sua testa, non sarebbe mai accaduto.

**

Hikaru sapeva che al mattino successivo, quando Kei sarebbe uscito dalla porta di casa, tutto sarebbe tornato come prima. Kei usciva dalla sua vita, spariva, letteralmente, per tornare a quella che faceva sempre.
Andava a lavoro e soffriva. Perché quella era la vita di Kei. Sofferenza, nulla di più. Entrava negli studi televisivi e faceva qualunque cosa per farsi notare da Yabu che, dal canto suo, non riusciva a vederlo.
Kei lo fissava per la maggior parte del tempo, pensando che nessuno facesse caso ai suoi sguardi, pensando che Hikaru non riuscisse a sentire il dolore e le grida di quel cuore massacrato da un amore non corrisposto.

Poi, fin troppo spesso utilmente, Hikaru gli mandava una mail oppure si metteva d'accordo negli spogliatoi. Si vedevano a casa di Hikaru e facevano sesso.
Sesso selvaggio. Dove capitava. Sul pavimento, contro il muro, sul tavolo, sul piano della cucina.
Raramente riuscivano ad arrivare al letto e ci andava solo dopo che si erano fatti una doccia calda.
Per Kei era solo un modo per sfogare la frustrazione e per Hikaru era l'unico modo che aveva per sentirlo vicino, per vederlo, per toccarlo.
La quotidianità era una cosa che lo avrebbe massacrato e distrutto ne era sicuro. Kei si alzava prima di lui e, prima di andarsene, gli faceva trovare la colazione già pronta e tutto il resto della casa in ordine.
Solo che di lui non ce ne era nemmeno traccia.

Lo trovava già al lavoro o lo vedeva al loro prossimo incontro.
Quella quotidianità malsana non riusciva a prepararlo all'imminente distacco che lui stava per creare.

Era stanco di vedere Kei triste, era stanco di andare a lavoro e vedere che quegli occhi che tanto amava erano fissi solo ed esclusivamente su Yabu.
Era stanco di toccare un corpo che non voleva essere toccato da lui, bensì da Yabu. E non ce la faceva più a trovare teneri bigliettini sul tavolo della cucina che gli ricordavano di riscaldare il riso o la zuppa di miso.

Era stanco. I suoi nervi erano a pezzi e non riusciva più a reggere quella tensione.
Sarebbe stato difficile allontanarsi da lui, ne era consapevole. Avrebbe sofferto, magari avrebbe pianto tutte le sere sul cuscino dove dormiva Kei.
Ma almeno non avrebbe più dovuto sentire le grida silenziose di dolore e di disperazioni di Kei.

**

Quella sera, dopo le registrazioni dello YanYanJumping, Hikaru fermò Yabu. Il ragazzo si fermò, sorpreso. Di solito Hikaru scappava a casa perché Kei finiva prima dall'università e si faceva trovare a casa sua, con la cena già pronta sul tavolo.
Ma quella sera Kei non ci sarebbe stato, quindi aveva tutto il tempo.

« Volevo parlarti Koppi. Hai fretta? »

« No, certo che no. Di solito sei tu che ce l'hai. » commentò Yabu piegando la testa.

Hikaru cercò di dirsi che il tono lievemente acido lo aveva solo immaginato, perciò lo seguì fuori dal palazzo.

« Andiamo a bere qualcosa a casa mia, che ne dici? » domandò poi.

Yabu scosse le spalle e annuì. Hikaru lo osservò salire in macchina. Si sentiva talmente male che non riusciva neanche a camminare.
Ma lo avrebbe fatto perché era l'unica soluzione possibile.

**

In casa, Hikaru trovò la cena già pronta sul tavolo, ma di Kei nemmeno l'ombra. Accanto alla ciotola di riso un biglietto di Kei.

Ho finito prima dall'università.
Spero di vederti domani.
Questa sera divertiti con i tuoi amici.
Mangia bene, sennò poi dimagrisci troppo!

Kei - chan.

Hikaru sentì gli occhi lucidi. Strinse il biglietto nella sua mano e lo infilò velocemente in tasca.
Non era giusto. Non era giusto che lui lo amasse così tanto. Perché non poteva prendere quell'amore così travolgente, così doloroso e chiuderlo in un baule per poi gettare la chiave il più lontano possibile?

« Ti hanno preparato la cena? » chiese Yabu divertito.

« S-Sì... c'è mia madre in città e quindi mi ha fatto un po' di spesa e lasciato qualcosa per questa sera. Non gli avevo detto che sarei tornato tardi. »

Yabu annuì, stupito. Poi lo guardò di nuovo.

« Di che cosa dovevi parlarmi? E' importante? »

« Sì, abbastanza. » gli indicò la sedia accanto alla sua e aspettò che si sedesse « Koppi tu... che ne pensi di Kei? »

L'altro lo fissò stupito da quella domanda. Poi abbozzò un sorriso.

« Kei... è un mio caro amico. Perché? »

« Sì lo so che è tuo amico, ma ecco... tu lo ami? »

Yabu rimase in silenzio, senza dire nulla. Poi si alzò di scatto in piedi.

« Credo che me ne andrò Hikaru. E' assurdo che tu mi faccia questa domanda quando sappiamo tutti e due con chi è che sta Kei. » sibilò nervoso.

Prese il giacchetto e fece per infilarselo, ma Hikaru lo bloccò.

« Io non sto con Kei. Io... fra di noi non c'è nulla. »

Yabu lo fissò, con ancora più rabbia e lo afferrò per il colletto della maglietta, avvicinandolo a sé.

« Hikaru non scherzare. So che state insieme, so che lui viene qua e so che tu te lo porti a letto. So che vi frequentate, so tutto. Quindi perché chiedermi se amo Kei? Cambia qualcosa? A che gioco stai giocando Hikaru? »

« Io non lo amo. » urlò Hikaru scostandosi dalla presa di Yabu.

Sentiva gli occhi lucidi, il cuore in pezzi e ogni pezzo urlava di dolore. Perché anche solo mentire per fare del bene faceva così male?
Perché dire quelle parole, fingere che tutto andasse bene, che fosse lui quello nel torto, faceva soffrire così tanto?

« Io non lo amo Yabu. » ripeté piano « Io e lui... ci vediamo solo qualche volta. Perché ci va di fare sesso. Ma Kei ama solo te. Kei ha sempre e solo amato te, da anni. E io... sono solo un passatempo. »

Hikaru sentiva le guance bagnate dalle lacrime, sentiva il fiato spezzato dai singhiozzi. Era tutto finito. Il suo sogno con Kei si era appena frantumato ai suoi piedi, il suo cuore sanguinava dalle ferite, senza che niente riuscisse ad impedirlo.

« Ora dimmi Yabu. Tu lo ami? Perché se lo ami... esci adesso da questa casa e vai da lui. Digli che lo ami e per favore... fallo felice. »

« Perché non me lo ha mai detto? »

Hikaru scosse le spalle, cercando di smettere di piangere. Yabu si limitò ad abbracciarlo, solo per un secondo e poi lo lasciò come se scottasse.
Lo guardò in faccia e lo vide sbiancare.

« Hikaru ma tu... perché lo stai facendo? »

« Vai per favore. »

« Tu in realtà lo ami. Perché tutto questo allora? »

« Perché lui non mi avrebbe mai amato. Sono anni che lo amo, mesi che fingo che tutto questo mi vada bene, mesi che fingo che un giorno Kei si sarebbe svegliato e mi avrebbe detto che mi amava. Ma non accadrà mai Yabu, perché lui ama solo te. Quindi adesso... per favore, vai da lui. »

Yabu lo abbracciò nuovamente, più a lungo, pieno di confusione nel cervello. Poi lasciò e andò via.

Hikaru cadde a terra, scivolando sulle ginocchia. Si sentiva distrutto, senza più una ragione di vita.
Gli venne in mente perché stava facendo tutto quello. Perché aveva appena sacrificato tutta la sua vita per far mettere insieme Kei e Yabu.

Perché glielo aveva promesso.
Un giorno Kei si era presentato a casa sua, disperato. Piangeva come mai lo aveva visto piangere, dicendogli che Yabu aveva una fidanzata e che lui gliela aveva presentata, ridendo, come tale.
Kei si trovava a piangere sul suo divano e Hikaru non riusciva a fare nulla per farlo calmare, quindi lo aveva stretto a sé e poi gli aveva preso il volto fra le mani.

“Se mi permetti di guarire il tuo dolore, io farò di tutto per renderti felice.” gli aveva detto.

Kei aveva annuito, pensando, sinceramente, che forse un giorno loro due si sarebbero amati e che quei momenti di dolore sarebbero passati.
Hikaru invece aveva passato gli ultimi tempi a studiare Yabu e a capire se il modo amorevole con cui trattava Kei era solo frutto della sua immaginazione.
Alla fine aveva preso coraggio e, come se fosse un oggetto inestimabile, aveva consegnato Kei fra le braccia di Yabu.

Si trascinò verso il letto e strinse a sé il cuscino, pieno ancora dell'odore di Kei.
Aveva mantenuto la sua promessa.
Aveva asciugato le sue lacrime e guarito il suo dolore e aveva realizzato tutti quei sogni che aveva chiuso in un cassetto.

Pianse tutte le lacrime che aveva, fino a che non cadde, stremato, in un sonno profondo.
Sperò solo che con il tempo il pugnale che aveva in mezzo al petto avrebbe iniziato a fare meno male, fino a rendere quasi sopportabile quella vita, dove ormai non c'era più Kei.

Fine.

challenge: 3 songfic, pairing: yaotome x inoo, pairing: yabu x inoo, fandom: hey!say!jump

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