[Criminal Minds] Per sempre così e nulla più

Feb 20, 2014 11:53

Titolo: Per sempre così e nulla più
Fandom: Criminal Minds
Pairing: David Rossi x Aaron Hotchner
Rating: G
Avvertenze: Slash
Disclaimer: I personaggi non sono miei, tutti i diritti riservati e i fatti narrati sono frutto della mia fantasia. La storia non è scritta con scopo di lucro.
Riassunto: Rossi non era abituato a fare il profilo delle persone che frequentava. Non gli piaceva. Non perché pensava di trovare qualcosa che non potesse piacergli o altro, ma semplicemente perché gli piaceva ancora relazionarsi in maniera umana, sana e civile al mondo che lo circondava.
Note: Scritta per il COW-T4 di maridichallenge con il prompt “Crisi” e per la 500themes-ita con il prompt “53. Calamità naturale”
WordCount: 1303 fiumidiparole

Rossi non era abituato a fare il profilo delle persone che frequentava. Non gli piaceva. Non perché pensava di trovare qualcosa che non potesse piacergli o altro, ma semplicemente perché gli piaceva ancora relazionarsi in maniera umana, sana e civile al mondo che lo circondava.
Eppure in quel momento il suo istinto e l’abitudine presero il sopravvento.
Osservò Hotch muoversi avanti e indietro, passeggiando nervosamente per il salotto come se avesse braccato un animale selvaggio.
Eliminò rapidamente dalle mente ogni collegamento fra “animale selvaggio” con “Aaron” e “sesso” prima che il tutto potesse diventare deleterio.
Non era proprio convinto che in quel momento fosse una buona idea approcciarsi al compagno con un bicchiere di vino rosso e delle poco velate avances sessuali, ovviamente tese solo a distrarlo e a distendersi.
Si sistemò meglio sulla poltrona, bevendo da solo il suo bicchiere di vino. Il camino era acceso e da tempo il profiler aveva abbandonato sul comodino un libro.
Si schiarì la gola.
« Aaron, cosa succede? Come mai sei così agitato? » domandò pacatamente, tentando di stilare un calendario mentale.
Era sicuro che non fosse nessun evento così importante da far agitare Aaron.
L’altro lo ignorò. Guardò ancora una volta l’orologio sul muro dietro di lui, poi sbuffò e riprese a fare il giro.
Poltrona, divano, tavolino, caminetto, porta, ancora poltrona.
Si sedette per una manciata di secondi, guardò ancora di nuovo l’orario e poi riprese a fare il giro della stanza.
David decise di prendere l’iniziativa. Se non si fosse mosso in fretta il suo prezioso tappeto persiano originale che aveva trasferito a casa di Aaron si sarebbe consumato prima del tempo. E probabilmente, ancora prima, i nervi del compagno si sarebbero lorogati.
Si alzò in piedi, abbandonò il viso e lo intercettò all’altezza del camino.
« Aaron, cosa succede? » ripeté a voce più alta.
L’altro lo fissò come se si fosse reso conto solo in quel momento della sua presenza in quella stanza.
« Cosa? »
« Sembri un animale in gabbia. Cosa è successo? » domandò ancora, per la terza volta, il più grande.
« Nulla. Ti sembro agitato? »
David lasciò parlare la propria espressione. Non credeva di poter rispondere adeguatamente a parola a quell’affermazione.
Aaron sospirò. Si lasciò ricadere sul divano (guardando però prima l’orologio) e si passò le mani sul viso.
« Sono un padre terribile, vero? Non dovrei comportarmi così. » si lamentò.
Rossi non era sicuro di aver compreso bene il collegamento fra l’orario e l’essere padre di Aaron, ma finse di averlo fatto e scosse la testa.
Si sedette al suo fianco, appoggiandogli una mano sulla spalla.
« Aaron, devi smetterla di pensare queste cose. Qualunque cosa sia successa, Jack non potrà mai pensare una cosa del genere di te. »
« Sì invece. Stasera è andato ad una festa scolastica e mi aveva detto che sarebbe tornato a mezzanotte. E’ quasi l’una e non è ancora tornato. E a parte che ho iniziato subito a pensare a quale mostro potesse avergli fatto del male, stavo anche pensando di metterlo in punizione. Magari si sta solo divertendo con i suoi amici e non dovrei chiamarlo. »
David Rossi rimase un secondo immobile.
Jack, il figlio ormai adolescente di Aaron, era uscito per la sua prima festa ed era riuscito a strappargli un coprifuoco fino alla mezzanotte.
Effettivamente David se lo era completamente dimenticato, non perché non gli importasse (aveva imparato a voler bene al ragazzo come se fosse stato davvero figlio suo), ma semplicemente perché era talmente normale che un adolescente della sua età stesse fuori casa fino a notte fonda, che non si era minimamente preoccupato di Aaron, per il quale l’assenza prolungata del figlio doveva apparire come una crisi internazionale che avrebbe portata alla terza guerra mondiale.
Un po’ come se una costante calamità naturale, come un tifone o un uragano, si stesse accumulando senza nessuna via d’uscita sopra casa loro, pronti a trascinarli come per magia verso il magico mondo di Oz.
Non era abituato Rossi a vivere preoccupandosi dei serial killer su cui lavoravano. Aveva imparato che mischiare lavoro e vita privata fa affondare ogni relazione più velocemente del Titanic. E David non aveva alcuna intenzione di lasciar andare fuori rotta ciò che di più prezioso aveva.
Si avvicinò un po’ di più a lui.
« Aaron, non c’è bisogno di preoccuparsi. Probabilmente adesso si trova nella palestra della scuola, a bere della squallida sangria con i suoi amici e a fumare qualche sigaretta. Sìsì, lo so. » lo anticipò con fare solenne « Il tuo prezioso bambino salutista, sportivo e vegetariano non fuma. Ma ehi, siamo stati tutti adolescenti, no? » gli sorrise « Sono tappe che devono fare e lo sai. Jack è un ragazzo in gamba e intelligente. Tornerà fra un paio d’ore con la testa che gli gira e domani giurerà solennemente di non toccare più un goccio di alcol. Almeno fino al college o alla prossima festa. »
Aaron accennò un sorriso a sua volta e si appoggiò alla sua spalla.
« Quindi niente punizione? »
« No. Niente punizione. Ora andremo a letto, ti riposerai e domani fingerai di non sentire l’odore di vino e di fumo e la nostra vita proseguirà come tutti i giorni. Che ne dici, ti piace come piano? » domandò.
« Mh. Abbastanza. Non sono convinto, ma si dice che bisogna fidarsi della saggezza degli anziani, giusto? »
David rise.
« Si, Mister Simpatia, si dice così. » si alzò in piedi, stiracchiandosi.
Stava per incitare Aaron ad alzarsi a sua volta per andare finalmente a letto, quando sentirono la porta di casa aprirsi, per far spuntare poi sulla soglia della stanza Jack.
Jack aveva il classico fisico da sportivo. Praticava calcio da quando era piccolo e aveva un fisico asciutto, i capelli biondi lunghi e un vago accenno di barba. Gli occhi scuri erano lucidi e David appurò che non odorava né di fumo e né di vino.
Aaron lo fissò, come se improvvisamente si trovasse in difficoltà. David gli fece un segno con la mano, come a dire “Ehi, tuo figlio è tornare sano e salvo e sobrio come un prete, ringrazia il Signore che non devi tenergli la testa mente rimette anche il polpettone del Ringraziamento”.
« Ti sei divertito? » chiese il padre dopo qualche secondo di silenzio.
« Eh? Umh… sì. C’era un odore fortissimo di vino e alcol e fumo, quindi sono stato con i miei amici fuori dalla palestra, quasi per tutto il tempo. »
Sembrava un po’ agitato e rosso in viso, come imbarazzato. David dovette concentrarsi per evitare di analizzarlo ancora.
« Oh. Bene. Allora… potevi mandarmi un messaggio, no? Ero un po’ preoccupato. » ammise contro voglia Aaron.
Il figlio arrossì ancora di più.
« Mi dispiace. Non c’ho pensato. Beh, sono stanco. Domani devo svegliarmi presto. Notte papà, notte Dave. » esclamò poi scappando letteralmente dal salotto.
Aaron rimase in silenzio, prima di voltarsi verso di lui.
« Cosa è successo? »
« Oh. » come se avesse ricevuto un’illuminazione divina, Rossi si figurò la scena davanti agli occhi e fu abbastanza agghiacciante.
Si sedette di nuovo accanto al profiler, circondandogli le spalle con il braccio.
« Sai Aaron, penso che questo sia peggio della sangria e delle sigarette. Credo che Jack… si sia innamorato. »
Il silenzio che seguì fu tremendo. Poteva vedere le rotelle del cervello di Hotch muoversi freneticamente tentando di arrivare ad una risposta che non riusciva a trovare.
Lo udì gemere di sofferenza, per poi prendersi il viso fra le mani.
« Sai che ti dico? » esclamò poi alzandosi in piedi e prendendo la bottiglia di vino di Rossi e il suo bicchiere semi pieno « Forse è arrivato anche il mio momento di distrarmi. Dici sempre che la vita privata di Jack è privata, no? » sospirò, come se stesse ancora metabolizzando quel concetto.
« Beh, sì… » confermò perplesso David.
Vide il compagno salire le scale, dirigendosi verso la loro stanza e il più grande si affrettò a seguirlo.
Chissà che magari, a dispetto di tutto, quella serata poteva concludersi in maniera inaspettata.

challenge: 500themes ita, fandom: criminal minds, pairing: rossi x hotchner, challenge: cow-t4

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