Titolo: Shattered dreams
Fandom: Sign
Pairing: Ooe Douji x Watanabe Tsunakomo
Rating: NC17
Avvertenze: Slash
Disclaimer: I personaggi non sono miei, tutti i diritti riservati e i fatti narrati sono frutto della mia fantasia. La storia non è scritta con scopo di lucro.
Riassunto: Quando Tsuna si era reso conto che da quel momento in poi tutto il suo mondo si sarebbe accartocciato su sé stesso, era ormai troppo tardi.
Note: Scritta per la
500themes-ita con il prompt “257. Addormentarsi all’alba” e per l’X-Fandom di
maridichallengeWordCount: 749
fiumidiparole **
Got a head of shattered dreams
Quando Tsuna si era reso conto che da quel momento in poi tutto il suo mondo si sarebbe accartocciato su sé stesso, era ormai troppo tardi.
Non si sarebbe diplomato insieme ai suoi amici, né sarebbe andato all’università e tanto meno avrebbe potuto continuare a ballare con i suoi amici.
Gli sarebbe mancato tutto quello, ma non poteva venire meno ai propri doveri di figlio. Da quando sua madre era morta, erano sempre stati solo lui e suo padre, l’uno a fare da sostegno all’altro.
Non gli avrebbe voltato le spalle proprio in quel momento. La sua vita e la sua testa era piena di sogni infranti, ma non si sarebbe arreso.
Avrebbe continuato, perché suo padre era più importante di qualunque altra cosa.
Anche quella notte, mentre ripensava ai suoi fallimenti, si addormentò all’alba.
Conoscere meglio Douji aveva di nuovo capovolto la sua visione della vita e delle persone che lo circondavano. Douji era sordo e non avrebbe mai più potuto sentire la musica, né ballare, né vivere una vita normale, come tutti gli altri.
Si era subito affezionato a lui, forse perché aveva voglia di vedere un Douji un po’ più attivo di quello che era stato negli ultimi due anni o forse perché si era sentito fisicamente attratto da lui.
Alto e bello, Douji era una vera e propria calamita per i suoi ormoni e non riusciva a fare a meno di pensare a lui, ogni momento della giornata. Si sentiva come una ragazzina innamorato e non poteva farci nulla.
Andava al locale di Taro-senpai solo per poterlo vedere pochi minuti e gli insegnava passi di danza solo per poterlo sentire più vicino a sé.
Anche quel giorno si prese una piccola pausa fra una consegna e l’altra e fu in quel momento che vide Douji uscire da un conbini.
Fu tentato di chiamarlo a voce alta e agitare la mano, prima di ricordarsi che non poteva sentirlo e quindi attraversò la strada, raggiungendolo.
Douji sussultò, voltandosi verso di lui e poi gli sorrise.
Tsuna avrebbe voluto tanto sapere come da quel semplice incontro fossero finito a mangiare qualcosa insieme ad un fast-food quella sera.
E anche come si fossero ritrovati in un love hotel a baciarsi come se non ci fosse stato un giorno dopo.
Tsuna gemette sentendo la lingua e i denti di Douji mordergli l’interno del collo. Afferrò le forti spalle di Douji, stringendosi ancora di più a lui, ansimando a voce alta all’orecchio.
Il più alto si scostò infastidito, ma non si fermò. Scivolò verso il suo petto, mordendolo ancora e spingendosi sempre più in basso.
Gli tolse i pantaloni, lasciandolo nudo sotto di sé, spogliandosi a sua volta. Tsuna sentì la pelle calda di Douji contro la propria e fu a quel punto che perse ogni cognizione della realtà.
Era tutto diverso da come si era immaginato il loro incontro fino a quel giorno, ma non gli importava.
Sentì la lingua di Douji contro la sua erezione, succhiandolo e leccandolo, spingendo in avanti la testa e Tsuna si sentì come circondato da sensazioni che decisamente, non aveva mai provato fino a quel momento.
Venne nella sua bocca, ansimando il suo nome e Douji si alzò in piedi, pulendosi lentamente la bocca, tirandosi di nuovo accanto a lui.
« Mi dispiace. » mormorò « Non avrei dovuto trascinarti così, ma… » il più piccolo lo vide mordersi un labbro « Era da tanto che volevo farlo. »
Douji non lo guardava, quindi per Tsuna sarebbe stato impossibile farsi capire, quindi gli strinse delicatamente le mani sul volto, alzandolo verso di lui.
Gli sorrise e Tsuna sentì che finalmente, dopo tanti mesi, quello era un sorriso sincero. Era lui a farlo sentire in pace con sé stesso e in qualunque modo quella vicenda sarebbe finita, non voleva avere rimpianti.
« Mi sono fatto trascinare, non sei da solo. E anche io lo volevo. E… » lo fissò negli occhi, ma lui era troppo impegnato a guardargli le labbra, leggendo quello che gli stava dicendo.
Sorrise ancora.
« Ti amo Douji. »
Lo vide sbarrare gli occhi e poi alzò lo sguardo verso di lui. Era nervoso e a disagio.
« Mi ami anche… se sono sordo? » mormorò a voce bassa.
« Io amo tutto di te. Anche la tua sordità. »
Douji sorrise ancora e di nuovo, Tsuna ebbe come la sensazione che fosse un sorriso diverso, come se finalmente si sentisse accettato.
Lo abbracciò e accostò la bocca al suo orecchio.
« Ti amo anche Tsuna. » mormorò prima di baciarlo ancora e ancora, mentre Tsuna desiderava solo di poterlo fare per il resto della sua vita.