Titolo: Life experience
Fandom: RPF Johnny's
Pairing: Yamashita Tomohisa x Ikuta Toma
Rating: NC17
Avvertenze: Slash
Disclaimer: I personaggi non sono miei, tutti i diritti riservati e i fatti narrati sono frutto della mia fantasia. La storia non è scritta con scopo di lucro.
Riassunto: Toma era sdraiato nel suo letto, stremato dopo l’intera giornata lavorativa. Ancora un paio di giorni e poi avrebbe potuto finalmente tornare a Tokyo, per riposarsi in attesa della nuova puntata del drama da girare.
Note: Scritta per il
mmom-italia con il prompt “Non convenzionale”
WordCount: 909
fiumidiparole **
Toma era sdraiato nel suo letto, stremato dopo l’intera giornata lavorativa. Ancora un paio di giorni e poi avrebbe potuto finalmente tornare a Tokyo, per riposarsi in attesa della nuova puntata del drama da girare.
Si divertiva a Shimanto, insieme a tutto il resto del cast. Si divertiva a bere con loro, a dire stupidaggini fino a notte fonda nonostante il giorno dopo dovessero lavorare, si era creato un bell’ambiente, un bel legame che sperava di mantenere anche una volta finite le registrazioni.
Ma era in momenti come quelli che Toma sentiva ancora più pesante la lontananza da casa. Gli mancava Tomohisa, il fidanzato, gli mancava tornare tutti i giorni nel loro appartamento, sentire quella vicinanza, sentirsi parte di un qualcosa che era più grande di lui.
E, specialmente in serata come quella, gli mancava il contatto con la sua pelle, con il suo corpo.
Contrariato, afferrò la lattina di birra che aveva abbandonato da poco sul comodino e ne bevve un lungo sorso, quasi fino a finirla, poi prese il telefono e lo chiamò. Probabilmente aveva finito di lavorare già da un po’ e se aveva fortuna avrebbe potuto trovarlo ancora sveglio.
Quando udì la sua voce, immediatamente sorrise, come se fosse una stupida adolescente alla prima cotta.
« Pronto, Toma? Hai finito di girare? »
La voce di Pi gli arrivava un po’ sonnolenta, ma era ancora sveglio.
« Sì, da poco. Mi sono fatto la doccia e stavo per andare a letto. » sospirò « Mi mancavi e ho deciso di chiamarti. L’unica cosa che mi tiene compagni è la birra. » gettò un’occhiata al frigo, come se potesse vederci attraverso « Ed è quasi finita. Spero mi basti per questa sera. »
« Beh, cos’hai in mente di dare un festino nella tua stanza? » lo prese in giro l’altro, un po’ più attivo di poco prima.
« Perché no? Almeno non mi annoierei e avrei una valida scusa per bere. » sospirò ancora, più teatralmente di prima « E di certo non penserei ad un problema di cui tu sei il diretto responsabile. »
Tomohisa rise.
« Riesco a crearti problemi anche a novecento chilometri di distanza? Sono proprio bravo, vero? »
Il più grande mise su un broncio, anche se sapeva che l’altro non poteva vederlo. Infilò una mano nei pantaloni, iniziando a toccarsi. Era dalla mattina che aveva voglia e ormai non riusciva più a trattenersi.
« Incredibilmente bravo. Stanotte ho sognato di me e te che facevamo sesso e questa mattina mi sono svegliato di colpo. Solo che ero in ritardo e quindi… » lasciò cadere la frase, sperando che Pi fosse abbastanza sveglio da comprendere che cosa voleva.
Certo, non era convenzionale per lui fare sesso telefonico, ma alla fine era pur sempre una nuova esperienza. Nemmeno durante i tour del più piccolo passavano così tanto tempo lontani l’uno dall’altro.
Pi rimase in silenzio per qualche secondo, poi ridacchiò e Toma lo sentì gemere.
« Mi hai chiamato proprio al momento giusto. Anche io stavo pensando a te e mi stavo organizzando da solo. »
Toma sorrise, muovendo la mano un po’ più velocemente di prima e lo ripagò con lo stesso gemito, pieno di voglia.
« Cosa hai sognato questa notte? » sussurrò poi Tomohisa, la voce resa un po’ roca dall’eccitazione.
« Ho sognato che mi spogliavi e che mi baciavi e mi leccavi. » rispose il più grande socchiudendo gli occhi, tentando di riportare alla mente quanti più dettagli possibili della notte precedente « Poi mi allargavi le gambe, iniziando a prepararmi, con le dita e con la bocca e io non riuscivo a smettere di gemere. » ansimò Toma, già del tutto eccitato.
Ancora non poteva Pi, ma a sentire i suoi gemiti sommessi, il più grande giudicò che dovesse trovarsi nelle sue stesse identiche condizioni?
« E poi…? » mugolò Tomohisa.
« Poi… » Toma ansimò, più pesantemente, vicino all’orgasmo « Poi mi hai fatto mettere sopra di te e io mi muovevo contro di te, facendotelo venire ancora più duro e alla fine mi sono chinato su di te, e sentivo la tua erezione spingersi dentro di me, lentamente, fino in fondo. Ed era così duro che temevo tu mi facessi male. » mormorò poi con tono da finto innocente.
« Come se fosse possibile. » replicò il più piccolo, ma Toma non se ne curò.
« Poi hai iniziato a muovere i fianchi, sempre più veloce, sempre più veloce e hai iniziato a toccarmi e non capivo più dove dovessi muoversi e poi… »
Toma si interruppe, venendo con un gemito roco nella propria mano, il respiro veloce, irregolare e non dovesse aspettare che una manciata di secondi, per udire il lungo ansimo di Tomohisa appena raggiunto a sua volta l’orgasmo.
Rimasero in silenzio per un po’, poi Pi ridacchiò.
« Dovremo farlo più spesso. Così sento meno la tua mancanza quando vado a letto da solo. »
« Sei un animale. Pensi solo al sesso. »
« Da che pulpito. » lo riprese il più piccolo, sbadigliando.
Toma sorrise. Era così felice e innamorato di Pi che non riusciva a vedere oltre il proprio naso.
« Ora mi addormento Tomo. Domani mi devo svegliare presto per le riprese. » sbadigliò a sua volte, improvvisamente stremato e stanco.
« Va bene. Buonanotte Toma. Ah, e sogna ancora di me e te che facciamo sesso, ok? »
Toma rise ancora.
« Animale. » ripeté « Buonanotte. »
« Ciao ciao. »
Il più grande chiuse il telefono appoggiandolo di nuovo sul comodino. Decisamente sì, quella del sesso telefonico era una cosa che avrebbe dovuto provare di nuovo al più presto.