Titolo: Point of view
Fandom: Inception
Pairing/Personaggi: Arthur; Eames.
Rating: PG13
Genere: Introspettivo
Disclaimer: Non sono miei e non ci guadagno nulla. Tutto di Nolan!
Note: Scritta per la Notte Bianca, per il prompt
"Inception; Arthur/Eames; Arthur conosce Eames nei suoi sogni"Riassunto: La prima volta che vede Eames non si chiama Eames e ha una pistola tra le mani, puntata addosso a lui.
POINT OF VIEW
La prima volta che vede Eames non si chiama Eames e ha una pistola tra le mani, puntata addosso a lui. Arthur, che non si chiama ancora Arthur, ma Allan B. Wright, preme il grilletto un secondo troppo tardi, perché quando riapre gli occhi riesce ancora a sentire la canna della Beretta nella propria mano e l’indice flesso quel tanto che basta per sparare.
Non è stato abbastanza veloce, però. Eames, che non si chiama Eames e di cui Allan B. Wright non conosce nulla, ha sparato per primo.
Allan si toglie l’ago del PASIV dal polso e sbatte le palpebre un paio di volte, prima di girare il viso verso Mal, in piedi accanto a lui.
“La prossima volta andrà meglio,” gli dice con un sorriso sincero e Allan le crede.
La prossima volta sparerà per primo.
La seconda volta che vede Eames, non si chiama ancora Eames, ma almeno Allan riesce a riconoscerlo anche dalla distanza. Accucciato dietro ad un muro, questa volta tiene tra le mani il suo M16, e per un istante si chiede dove sia finita la pistola. Non ha importanza, riesce a vedere il segnale di Philips, dall’altra parte della strada, prima di spostarsi dal suo rifugio e cercare di avvicinarsi al loro obiettivo. Eames, che non si chiama Eames, fa fuoco contro di loro e Allan non può fare altro che rispondere.
Lo scontro è più lungo rispetto alla prima volta. Riesce a ferirlo - ipotizza al braccio destro, a giudicare dal momento di pausa che il suo avversario si prende -, ma non abbastanza da neutralizzarlo.
Eames, che non si chiama Eames, mette a segno due colpi contro di lui, uno alla gamba sinistra e l’ultimo, letale, sul collo. Questa volta, però, mentre riapre gli occhi osservando il filo del PASIV, può dare la colpa a Philips e alla sua pessima copertura.
La terza volta che vede Eames, non si chiama Eames e non sta neppure combattendo. È in una zona del campo in cui non dovrebbe proprio essere, ma è da giorni che voci di corridoio e l’espressione sempre più turbata di Mal hanno iniziato a fargli venire alcune idee in testa.
A quanto pare, non è l’unico tra i soldati che ha iniziato a pensare.
Si trova davanti Eames, che non si chiama Eames, non appena gira l’angolo e per un istante ha la tentazione di mentire spudoratamente, ma…
“Che combinazione incontrarti qui…”
La voce dell’altro ha una chiara cadenza inglese e Allan impreca mentalmente per non essersi accorto della sua provenienza, le prime due volte.
“Ricordatevi i vostri compagni, perché tutti gli altri che vedrete là fuori sono soltanto proiezioni, non gente reale,” aveva tuonato due settimane prima il sergente Donovan, anticipando di qualche istante l’entrata in circolo del PASIV.
Allan può sbagliarsi su un sacco di cose, ma quel tizio gli sembra fin troppo reale.
In quella spedizione alla ricerca di risposte a domande che Allan non riesce neppure a formulare, non scopre nulla. A parte che quel tizio inglese si chiama James e a quanto pare non solo è reale, ma non si è mai sentito abbastanza finto da poter passare per una proiezione.
E, ah sì, a quanto pare anche nel reparto inglese c’è una sorta di alter ego del sergente Donovan il cui motto principale prima dei sogni condivisi è “Uccidete tutti quelli che non sono i vostri compagni.”
La quarta volta che vede James è di nuovo sul campo di battaglia, ma non ha alcuna intenzione di sparargli. Mentre osserva James avvicinarsi a lui, il fucile su una spalla e l’aria da strafottente, Allan pensa “E adesso?”
Quella sessione è la più lunga che abbia mai fatto. Alla fine, sia lui che James vengono uccisi da un’ombra nascosta su uno dei tetti degli edifici abbandonati. Dopo che vede cadere a terra James, morto, Allan non ha il tempo per reagire, prima che un proiettile lo centri in pieno, rispedendolo alla realtà.
Quando si sfila il PASIV, si guarda attorno e non trova Mal. Pensa di nuovo “E adesso?”, ma esattamente coma la prima volta, non trova risposta.
La quinta volta che vede James, non è più James, ma Eames. E lui non è più Allan B. Wright, ma Arthur. Sono cambiate un sacco di cose, ma Arthur non è così ipocrita da mentire a se stesso. Non si sono trovati per caso a Mombasa, sono lì perché… beh, Eames a quanto pare ha messo su una piccola attività illegale basata sul gioco d’azzardo e Arthur…
Arthur ha bisogno di parlare con lui riguardo a ciò che è successo qualche mese prima. E si è scoperto incredibilmente bravo a rintracciare le persone.
Così, quando si siede al banco da gioco, esattamente davanti a Eames, non è sorpreso nel sentire la sua voce.
“Che combinazione incontrarti qui…”
Arthur non può fare a meno di sorridere.