[Fanfiction] Morning after

Sep 15, 2010 23:32

Titolo: Morning after
Autrice: p-will
Beta Benedetta da: mrs_toro_or
Personaggi/pairings: Mycroft, Lestrade (pre-slash) 'cause Sherlock/John is so dull
Rating: G
Avvertimenti: hurt/comfort, what if?
Conteggio parole: 721 (FDP)
Disclaimer: I personaggi sono di sir Conan Doyle e liberamente utilizzati da mr Moffat e mr Gatiss.
Note: Segue gli avvenimenti del role playing portato avanti da alcuni fan su twitter (la twit!sitcom twit!fic). Mycroft trova sulla sua scrivania un cuore di carta con scritto 'HI', e John lo convince ad andare a vedere Lestrade per ammazzare il tempo scoprire di che si tratta. Ma a metà strada per Scotland Yard, Mycroft... scompare, e Moriarty inizia a lasciare twit un po' troppo allegri. Sherlock e John scoprono del rapimento e riescono a scoprire dov'è nascosto Mycroft, trascinandosi dietro Lestrade (che non ha ancora svelato dove fosse) per il salvataggio; quando lo trovano è stato torturato (da un "amico" di Jim fan dell'elettroshock) e lo trascinano in ospedale, dove Lestrade si addormenta sul suo letto e poi si sveglia lamentandosi dei segni delle coperte mentre Mycroft si lamenta che si annoia e dà fastidio a Sherlock su twitter per ingannare il tempo.
Sommario: Salvare Mycroft e convincerlo a farsi guardare da un medico è un'impresa che richiede troppe energie, e l'ispettore ha bisogno di dormire ogni tanto (a differenza di certe persone). Anche se le poltrone dell'ospedale sembravano più comode la sera prima...

Lestrade si sveglia con la sensazione che qualcuno gli abbia rotto un comodino sulla schiena.
“Buongiorno, Gregory.”
“Mrnaaargh,” risponde l'ispettore, raddrizzandosi accompagnato dall'allegro scricchiolare di ognuna delle sue vertebre maltrattate. Si passa una mano sul viso sentendo la barba che da giorni non ha il tempo di farsi e l'impronta delle pieghe del lenzuolo sulle guance, prima di stiracchiare le braccia sopra la testa facendosi cadere dalle spalle una coperta che, ne è certo, la sera prima non c'era. Infine apre gli occhi e impreca perché la luce che l'ha accecato a tradimento può voler dire soltanto che ha dormito ben oltre la sua sveglia.
“Mi sono preso il permesso di preparare una delle mie auto per farti portare in ufficio, la troverai all'entrata di servizio delle ambulanze,” il più grande degli Holmes lo squadra attentamente ed alza un sopracciglio. “Insieme ad un rasoio ed una tazza di caffè.”
Lestrade, dall'alto della lucidità di chi è crollato addormentato su una sedia d’ospedale, pensa che nessuno di sveglio da meno di dieci minuti dovrebbe essere in grado di comporre frasi con così tante parole, ma ovviamente Mycroft non funziona come le persone normali. E, si rende conto l'ispettore, è sveglio da ben più di dieci minuti.
“Devi riposare,” dice, irritato, massaggiandosi il collo con una mano.
“Sono a letto, in un ospedale, con indosso un tremendo camice verde muffa privo di qualsivoglia sistema di chiusura che impedisca al mondo di vedere parti della mia anatomia che preferirei tenere private, non so cos'altro potrei fare,” mormora Mycroft mentre digita rapido qualcosa sul proprio palmare. Probabilmente per prevenire una guerra o fissare un tè con la Regina o qualcosa di altrettanto riposante.
Lestrade sente il mal di testa firmato Holmes iniziare a pungolargli discretamente il cervello. “Senti,” ringhia, e poi capisce che, come per ogni Holmes, le parole da sole non servono a nulla.
Si alza in piedi, gli strappa il palmare di mano - quelle mani solide ed eleganti e coperte di bende, e sotto le bende ustioni e ferite e è tutta colpa sua - e lo sbatte forte sul comodino accanto al letto, fregandosene dello scricchiolio sinistro che si guadagna. Realizza solo un secondo dopo che potrebbe aver lasciato partire tutte le testate nucleari del mondo in un colpo solo, ma ha imparato che esitare davanti ad un Holmes può portare soltanto a disastri e monti di scartoffie da compilare.
“Ora tu te ne starai qui fermo tranquillo e immobile,” ordina, scivolando involontariamente in modalità detective ad un passo da far rinchiudere tutta la squadra ai domiciliari. “Non toccherai più quel telefono e passerai la giornata dormendo, o guardando la tv, o… facendo quello che facciamo noi gente noiosa.”
La conclusione non è delle migliori, ma fare una ramanzina al governo britannico non è una cosa che gli capiti tutti i giorni. L'espressione di Mycroft, però, è estremamente soddisfacente - la bocca socchiusa per una protesta interrotta a metà e gli occhi sgranati di chi non si è mai sentito dare un ordine in vita sua, e non sa come reagire.
Lestrade si sente improvvisamente molto meglio.
Finché Mycroft, sempre con quell'aria di educato stupore, non dice “Certo, mamma,” e l'ispettore si sente le orecchie andare in fiamme. Dannati gli Holmes e tutta la loro stirpe.
“Sono in ritardo,” borbotta, imbarazzato, voltandosi per cercare il proprio cappotto ed andarsene al lavoro, dove potrà sentirsi in colpa in santa pace e preoccuparsi senza essere preso in giro.
“Non vuoi rimboccarmi le coperte?”
E per un unico, agghiacciante attimo, Lestrade è pronto a girarsi e farlo.
“Devo andare,” esclama, mandando giù la frustrazione, e sta per levare le tende quando commette l'errore di guardarlo un'ultima volta per controllare che non abbia materializzato un portatile da sotto il cuscino.
Mycroft gli sta sorridendo, un sorriso piccolo e sincero. Ha un occhio nero che ha appena cominciato a gonfiarsi, segni scuri sul collo che scompaiono sotto la camicia da notte - quattro segni per lato e due che si congiungono alla base della sua gola, lunghi e sottili e così freschi - e curvare le labbra fa spiccare il taglio sulla sua bocca rosso e vivido, e gli sta sorridendo. Nonostante non abbia fatto nulla per lui. Nonostante sia tutta colpa sua.
“Buona giornata, Gregory.”
Lestrade abbassa gli occhi, si mette il cappotto e si incammina verso la porta. “Torno più tardi,” dice, e questo è un appuntamento che non ha intenzione di mancare.

personaggio: mycroft holmes, slash, fan fiction, personaggio: lestrade

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