Titolo: Il Re di Picche
Fandom: Dragon Ball
Personaggio: Vegeta
Prompt: 050. Picche
Rating: G
Note: AU suppongo. E idiozia. Sul serio, fidatevi: è pura idiozia. Il fatto è che sono sotto esami e io dò sempre il peggio di me quando sono sotto esami.
Disclaimer: I personaggi di Dragon Ball (compreso Vegeta purtroppo) non appartengono a me ma al grande Akira Toriyama, non scrivo per fini di lucro ma per pura soddisfazione personale, bla, bla, bla.
Tabella:
Qui Il Re di Picche
Il Re di Picche se ne sta in un angolo del Palazzo Di Fogli Di Carta Velina e, tremendamente seccato, osserva l’allegro bivaccare del resto del mazzo.
Se c’è una cosa che odia sono le feste di corte, davvero non capisce perché sua moglie, la Regina di Picche, si ostini a voler invitare tutti quegli idioti nel suo Palazzo, come se lui non avesse niente di meglio da fare che sopportare quelle sciocchezze.
Lui è un guerriero! Un fortissimo, orgogliosissimo, valorosissimo guerriero! Non è accettabile per uno del suo rango mischiarsi con inetti di così basso valore!
Ma a che serve protestare? Tanto la Regina fa sempre quello che le pare. Eccola lì che spettegola animatamente con le atre Regine, fregandosene altamente di lui e della sua rabbia. Il Re pensa per un attimo di andare lì e minacciarla di fare esplodere l’intero Palazzo se non caccia via quel branco di carta straccia ma poi ci ripensa. La Regina gliela farebbe pagare cara e, per tutti i Jolly!, il Re non ha proprio voglia di dormire sul divano.
Annoiato il Re sposta lo sguardo sulle altre carte, ma non è una mossa furba.
Storcendo la bocca di lato, borbotta qualche imprecazione: diamine quelli sono guerrieri! Certo non sono forti come lui, né potrebbero mai esserlo ovviamente, ma dovrebbero mostrare almeno un minimo d’orgoglio. E invece non sanno far altro che dire sciocchezze e ridere e festeggiare in modo altamente irritante.
Il Fante di Fiori - quell’idiota - sta facendo lo scemo con tutte le carte carine della sala. Il Re pensa che, tanto per passare il tempo, potrebbe pure farlo fuori, almeno la festa sarebbe servita a qualcosa. Il Fante di Fiori è una nullità e combatte peggio di un Tre di Cuori, ma quello che il Re proprio non sopporta è che in passato suddetto Fante ha avuto una storia con la sua Regina di Picche. Certo è stato quando lui non era ancora arrivato al Palazzo Di Fogli Di Carta Velina ma questo non cambia le cose: ha messo i semi dove non doveva metterli.
Il Re sta per dirigersi verso di lui ma poi vede a quale carta il Fante sta facendo la corte e sorride, maligno. Ci penserà Due di Picche a rovinargli la festa.
Afferrando al volo una ciotola d’inchiostro, il Re pensa che comunque può abboffarsi di cibo, almeno quello, che diamine! Finito di trangugiare tutto ciò che il tavolo del salone aveva da offrire, torna a dare un’occhiata di sfuggita al resto del mazzo.
Sbuffa contrariato nel vedere che anche suo figlio, il Fante di Picche, si mischia con quelle volgari creature di così basso valore. Quella peste ha preso tutto da sua madre, non assomiglia nemmeno un po’ a lui, altrimenti non si divertirebbe tanto a stare con quel mucchio di idioti.
Lui alla sua età pensava solo a combattere e a diventare il più temibile guerriero dell’Universo Da Gioco, certo non si trastullava con cose inutili come feste e amici.
Ecco, un’altra cosa che non gli va giù è che suo figlio passa praticamente tutto il suo tempo con quel mollaccione del Fante di Cuori - figlio dell’isterica Regina di Cuori e di quel cretino dell’Asso di Picche.
Ah, l’Asso di Picche, quello poi lo detesta dal profondo dell’anima! A parte il fatto che crede di essere più forte di lui - che eresia! - ma si permette anche di darsi delle arie e di prendersi gli avversari migliori. Non solo! Si fa anche un sacco di paranoie per batterli dicendo che bisogna avere - com’era quella parola? Ah, sì - pietà di loro.
Ha perfino osato avere pietà di lui! Del Re di Picche in persona!
E per il Jolly!, il Re può sopportare tutto ma davvero ora che gli è tornato in mente quell’episodio non può più trattenersi. Andrà dall’Asso di Picche e lo sfiderà in un combattimento, lo distruggerà prendendosi così la sua vendetta e mettendo termine a quell’orrida festa.
A passo di marcia comincia a dirigersi verso l’odiato rivale ma mentre è a metà del percorso la Regina di Picche si frappone fra lui ed il suo obbiettivo.
I due consorti si squadrano per qualche secondo, valutando bene il grado di irritazione dell’altro, poi la Regina sfodera il suo sorriso migliore e gli rivolge uno sguardo di maliziosa promessa. Il Re sbuffa, poco convinto: non si farà soggiogare facilmente.
La Regina allora si alza sulle punte e gli mormora qualcosa all’orecchio, le labbra ancora piegate nel sorriso di chi sa di avere il coltello dalla parte del manico.
L’altro ascolta, rimugina, ascolta, rimugina ancora e infine la fissa accigliato.
Lancia un altro sguardo di fuoco all’Asso - che si sta allegramente sbafando la torta di gomma pane - e poi torna a guardare la sua sorridente Regina, valutando le opportunità.
Il Re di Picche scuote la testa, rassegnato, e mugugnando improperi volta le spalle alla compagna e va a sedersi sul suo trono di plastica e cartoncino colorato.
“Verrà il giorno in cui distruggerò questo stupido palazzo e tutte le sue carte!” ringhia, affondando la mano in un vassoio di pasticcini plastificati offerti da una sorridentissima e, manco a dirlo, parecchio irritante carta di Cuori.
“Perché io sono il Re di Picche, dannazione! È meglio che tutti loro se lo ricordino!”
Nessuna delle carte si cura di quella minacciosa affermazione ma il Re è soddisfatto lo stesso.
Ribadire quel concetto ad alta voce lo fa stare decisamente meglio.