Supernatural. Sam/Jess. Scent of my memories

Nov 24, 2008 14:24

Titolo: Scent of my memories
Fandom: Supernatural
Prompt: 25. Risveglio @ mezza_tabella
Pairing: Sam/Jessica
Rating: PG
Genere: Introspettivo, Angst
Lunghezza: 280 parole secondo Word (canzone esclusa)
Disclaimer: Sam non è mio e Jessica neanche, è tutta roba di Kripke. Naturalmente io non ci guadagno nemmeno un centesimo da questa storiella ma non per questo non mi sono divertita a scriverla.
Credits: La canzone “Scent” è dei Die Krupps \0/
Note: Amo Sam e Jessica, nonostante siano un pairing esaurito fin dal pilot -.-“ il fatto che di lei, poi, non sia rimasta traccia alcuna, non mi scoraggia per niente. Dopotutto è per questo che esistono le fangirls e le fanfiction ù.u *si autoincorona paladina della coppia*
Tabella: QUI


Scent of my memories

«My brain is haunted by this scent
It takes me back to a past event
Its like a drug that I need every day
I need to preserve it, have to get it my way»

In passato gli era capitato, a volte, di svegliarsi e sentire nell’aria un vago profumo di fiori.
Non un odore vero e proprio, ma una specie di ombra, un qualcosa di così indefinito e fragile che non facevi in tempo a realizzarlo che era già sparito. C’è anche da dire che non era propriamente lucido quando questo accadeva, ma si trovava ancora nella fase tra sonno e veglia, in quei pochi istanti in cui non hai ben chiara la differenza tra realtà e sogno.
Ad ogni modo, all’inizio succedeva molto spesso, quasi ogni mattina, soprattutto dopo quell’incubo lì, quello che aveva dato il via a tutto.
E lui, ovviamente, ne era spaventato, anzi no, terrorizzato.
Perché quel profumo Sam lo conosceva fin troppo bene: quante volte, nel buio, lo aveva respirato sul collo di Jessica o sul suo cuscino? Quante volte se lo era sentito addosso -sulle camicie, sulla pelle- dopo un suo abbraccio?
Davvero, se riusciva ad imporsi di non piangere era solo per non venire sommerso dalla preoccupazione di suo fratello, dai suoi sguardi accigliati e da quel fastidioso tono di compassione. Li detestava.
Con il passare del tempo, comunque, quegli strani risvegli si erano fatti sempre più sporadici.
Ormai il primo odore che avvertiva al mattino era quello del dopobarba di Dean o quello della polvere da sparo delle pistole caricate la sera prima, in previsione della prossima caccia; raramente Jessica, o il suo profumo, catalizzavano i suoi pensieri.
E ciò che più spaventava Sam, adesso, era la dolorosa consapevolezza che, se da una parte quest’oblio regalatogli dal tempo gli dava forza, dall’altra faceva di lui un cacciatore molto più di quanto potesse fare la caccia stessa.

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