С 20 по 21 июня 2011 г. в Москве пройдет международная конференция памяти кардинала Томаша Шпидлика «Христианская духовность: исторические и культурные перспективы». Год назад, 16 апреля 2010 г., ушел из жизни кардинал Томаш Шпидлик, выдающийся исследователь христианской духовности. Среди многочисленных тем, затрагиваемых в его книгах, одной из основных является духовность в православной (и, в частности, русской православной) традиции. В своем фундаментальном труде «Духовность христианского Востока» (первый том которого, «Духовная традиция восточного христианства. Систематическое изложение», вышел и в русском переводе) кардинал Шпидлик обсуждает важнейшие аспекты духовной жизни христианина в различных культурах и в различные периоды истории.
Близким другом кардинала Томаша Шпидлика долгие годы был наш коллега проф. Олег Германович Ульянов, заведующий Сектором церковной археологии Центрального музея древнерусской культуры и искусства имени прп. Адрея Рублева. Именно его кардинал Томаш Шпидлик в апреле 1996 г. попросил (см. фото) разработать богословскую программу мозаики для папской капеллы Redemptoris Mater в Ватикане (к 2000-летию христианства).
Как сообщил уважаемый Олег Германович в своём первом интервью российским СМИ об уникальной ватиканской мозаике Redemptoris Mater (см. ниже по ссылке), «впервые замысел данного проекта возник в 1995 г. во время духовных бесед покойного папы Иоанна Павла II со своим духовником о. Фомой (Шпидликом). С этим выдающимся богословом, специалистом по восточной духовности, мне выпала честь быть знакомым вот уже на протяжении почти 15 лет. Именно он пригласил меня в Рим для разработки иконографической программы мозаики в 1996 г. До этого те или иные проекты, подготовленные разными искусствоведами Востока и Запада, потерпели фиаско, и не мудрено, ведь в них, как правило, оказывались произвольно смешаны различные иконографические композиции. Мне удалось сразу же найти основную идею «Небесного Иерусалима» и, самое главное, добиться того, чтобы доминировал образ Живоначальной Троицы Рублевского извода, да и среди святых помещены отцы исихазма - сщмч. Дионисий Ареопагит и свт. Григорий Палама! 23 апреля 1996 г. моя программа, к которой прилагался исполненный мной эскиз картона (см. фото), была представлена на суд кардинала Пьеро Марини, возглавляющего Папскую Литургическую Комиссию, который был просто поражен и тут же взял проект в Ватикан.
Предполагалось, что мозаика разместится на восточной стене (!) в папской капелле, посвященной Богородице - Матери Искупителя (лат. Redemptoris Mater). Эта капелла, одна из семи папских капелл, находится на втором этаже Апостольского дворца в Ватикане и попасть в нее можно через вторую лоджию Браманте. Капелла была создана в 1580 г., во времена понтификата Папы Григория XIII (1572-1585). Первоначально она называлась «Капелла Матильды», но была переименована папой Иоанном Павлом II в год Богородицы, отмечавшийся в 1987-1988 гг.
1 ноября 1996 г. праздновалось 50-летие иерейской хиротонии Иоанна Павла II, и коллегия кардиналов приняла решение выделить средства на восстановление личной папской капеллы, в рамках которой и была выполнена по моей иконографической программе юбилейная мозаика художественной мастерской под руководством о. Марко (Рупника). После завершения всех восстановительных работ папа Иоанн Павел II освятил 14 ноября 1999 г. юбилейную мозаику, под которой находится св. престол».
Commentario allo schizzo del mosaico per la capella papale (Vaticano)*
Pl. 1 Lo schizzo è proggettato (pl. 1) per un fine nobile, per l'anniversario bismillenio del cristianesimo e tutto consacrato nella sua composizione a questo giubileo importante per i cristiani e per tutto il mondo, n mosaico rappresenta la Chiesa universale, con la. reminiscenza alla montagna di Sion a Gerusalemme, luogo dell'Ultima cena, della venuta dello Spirito Santo sugli apostoli, dove apparse Cristo per ricevere l'anima della Vergine Maria. Nello stesso tempo gli autori si sforzano di mettere in evidenza il senso sacrale del tempio come è indicato nel libro della Sapienza (9, 1-2), come abitazione di Dio, come scorgente di purificazione, come "Gerusalemme celeste".
In specie ll'ultima immagine fu presa dagli autori come fondamentale, affinchè "i dogmi divini siano rappresentati con sapiente prudenza in corrispondenza ai tempi" (san Marco di Efeso, Dict. de théol. cath. XI, 1759). Il Signore ha annunciato già al profeta dell'Antico Testamento Isaia, il quale fu reso degno della visione della dimora celeste e dei suoi abitanti negli abiti bianchi, che "quanti restano fermi nella mia alleanza, li condurrò sul mio monte santo e li colmerò di gioia nella mia casa di preghiera..., perché il mio tempio si chiamerà casa di preghiera per tutti i popoli (Is 56. 6-7). Il ademimenti di questa profezia tu effettuata dal Salvatore del mondo - ed questo costituisce il tema principale della composizione. Cristo divenne "nuovo Adamo", prendendo su di sé il peccato di tutta l'umanità vetefbtestamentale, fece la sua redenzione per mezzo della passione di croce-, e asceso nei Santa dei santi, siede alla destra di Dio Padre. Con ciò egli fece la nostra natura umana partecipe alla Divinità e al Santo Altare.
Pl. 2 Dice san Ignazio Teoforo agli Efesini: "Dio apparse in modo umano per rinnoovare la vita e prese l'inizio ciò che era stato preparato da Dio". L'eterno Consiglio Divino è rappresentato nell'imagine della Trinità (pl. 2) vivificante che domina tutta la composizione. Dalla rivelazione di Cristo gli uomini conobbero che in Dio sono tre Persone. Un solo calice, comune alle tre Persone, mostra che nella redenzione partecipa tutta la Trinità. L'Eucaristia costituisce l'interna essenza della vita trinitaria. Essa si offre nella vita intcriore della seconda Ipostasi dalla sua umanità, e in essa è inchiusa tutto il Corpo di Cristo - la Chiesa, alla sua Divinità, quale è una Divinità del Padre, del Fiiglio e dello Spirito Santo. Secondo le parole di san Dionigi Areopagita "II calice rotondo scopperto che sia simbolo del consiglio eterno e infinito, destinato per tutti, rivelato e a tutti applicato".
La SS. Trinità si può contemplare solo nella sua oikonomia, nella sua distribuzione divina. Perciò sotto il santo altare si trova l'iscrizione: DIVINAE COUSORTES NATURAE (“partecipi alla natura divina”, 2 Pt 1, 4). Noi non possiamo partecipare all'essenza divina né alle Ipostasi della SS. Trinità, ma noi riceviamo la grazia divina che ci si comunica nell'Eucaristia. Secondo l'innsegnamento di san Gregorio Palamas, ci avviciniamo alla natura di Dio nel momento dell'Eucaristia nel modo in quanto questa grazia è apparsa nell'Incarnazione nella natura umana di Cristo.
La rappresentazione personale di questo stato superiore della Chiesa, della sua sollenità e dell'unità di tutti, sono le immagini dell'odiine della deisis in ambedue parti dell'altare, sui due muri. Il cantico del ringraziamento alzano nel tempo della divina liturgia da parte sinistra: l'arcangelo Michele, La Vergine Maria, gli apostoli Pietro e Giacomo, i santi vescovi Basilio'il Grande, Gregorio Teologo, i profeti che che predissero la "Gerusalemme celeste", Daniele, Michea, Isaia, i patriarchi Israele e Abramo, il protoparente Adamo. Dalla parte destra delo spettatore si vedono: l'arcangelo Gabriele, Giovanni Battista, gli apostoli Paolo e Andrea ("primochiamato"), i santi Padri Giovanni Crisostomo, Nicolao di Mira, i profeti Simeone, Zacaria. Esechiele, i patriarchi Davide e Isacco, la prima madre Èva.
Un tale ordine dei "patriarchii, padri, profeti, apostoli" viene ricordato nella liturgia di san Giovanne Crisostomo "per il ricevimento dello Spirito Santo e per l'adempimento del Regno dei Cicli". Tutto questo ordine della deisis serve come rappresentazione della storia religiosa di tutta l'umanità, dove "gli ultimi saranno primi", dove alla fine della fila destra (da parte dello spettatore) sta Èva, ma vicino al Santo Altare già la "nuova Èva" - Vergine Maria. In fine della fila sinistra (da parte dello spettatore) sta Adamo, ma "alla destra del Padre" si colloca il "nuovo Adamo" - Cristo. La deisis. come spiega san Simeono di Salonicco, si chiama sigillo della comunione dell'amore e dell'unità in Cristo, è destinato per insegnarci che "Cristo si trova nei cieli con i suoi santi e anche con noi ora e che egli deve ancora venire".
Con l'imagine della SS. Trinità, insieme con Cristo, è ontologicamente legata l'asse verticale del mosaico dove si rappresentano tre composizioni cristologiche, dove insieme con la SS. Trinità entra l'immagine della Madre di Dio e l'immagine della Montagna. L'ultia immagine appartiene interamente alla teologia simbolica, "di cui carattere non è convincere ed argumentare, ma pure può produrre e suscitare il misterioso agire di Dio, che rende possibile la contemplazione misteriosa dell'anima con l'aiuto dei segni ed immagini mistici e ci conferma e stabilisce in Cristo" (san Dionigi Areopagita, "Sulla teologia mistica").
Cristo paerecchie volte compara se se stesso ad una Montagna o una pietra: "Ecco io pongo una pietra in Sion, una pietra scelta, angolare, preziosa, saldamente fondata; chi crede non vacillerà" (Is 28, 16); " pietra fu Cristo" (1 Cor 10, 1-5), "la pietra, che scartata da voi, costruttori, è diventata testata dell'angolo" (Atti 4, 11). Perciò da fondamento della composizione serve l'immagine di una montagna, messa nel centro dellla santa Gerusalemme. Dalla montagna scorrono i torrenti dell' "acqua viva", cioè l'insegnamento di Cristo (Mt 5, 6; Giov 4, 10), perché fu detto che "dalla casa del Signore uscirà la sorgente" (Gioele 3, 18) e lo stesso Cristo invita: "Chi ha sete venga da me e beva!" (Giov 7, 37).
La simbolica profonda della montagna con i torrenti dell' "acqua viva" si trova immediatamente sotto la Madre di Dio, perché anch'essa viene comparata alla "sorgente di vita". Fino a che una pietra rimane nella montagna non diventa pietra angolare. Ma quando viene la necessitàà, la pietra si mette nei fondamenti, come decide colui che l'ha portato qui dalla montagna. Così anche Cristo commincia ad avere il suo significato quando si mette nelle fondamenta. Il Verbo di Dio esisteva sempre, ma quando induisce la nostra carne, tessuta dalla Vergine Maraa, allora dice: Mi ha "fondato", cioè mi ha dato la carne terrestre.
Pl. 3 La Vergine Maria è rappresentata nel centro della Gerusalemme celeste (pl. 3) così come lo è sulla scena della venuta dello Spirito Santo sugli apostoli. Con ciò viene sottolineata la principale partecipazione della Madre di Dio nel ricevimento dei doni dello Spirito Santo e la sua significazione eminente nella Chiesa, che si manifesta visibilmente nell'opera della redenzione. La Vergine Maria siede in mezzo al concilio dei santi come la loro testa, come centro del mondo divinizzato.
Secondo le parole di san Andrea di Creta, la Madre di Dio viene chiamata "la scala celeste" sia nell senso della venuta del Figlio di Dio che nella divinisazziòne dei fedeli. In corrispondenza a questo "dogmatico" (specie di cantico liturgico) essa è "il ciclo e il tempio della diivinità", perché in essa si è manifestata la particolare presenza di Dio. Come la prima Èva è divenuta madre dei viventi, così anche la "nuova Èva" - Vergine Maria è divenuta la Madre di quellii che vivono nella grazia di Dio. Attraverso il Figlio essa procuralla filiazione al genere umano, uniito con Dio attraverso la Vergine Maria, attrasverso essa "il deste è unito con il terrestre" (san Giovanni Damasceno).
Accanto alla Vergine Maria è rappresentato l'unico corpo della Chiesa, siedono quelli che attraverso essa hanno già raggiunto la salvezza, i santi dell'Occidente e dell'Oriente. Ad essi il Signore ha dato "a tutti insieme essere partecipi ai suoi benefici e la sua visione e il potere di agire" (dalla Lettera di san Giustino a Diogneto). Nella divina liturgia di san Basilio tutti gli angeli glorificano il Signore presso il suo trono e si dividiono in cori:, angeli, arcangeli, troni, dominazioni, princìpi, potenze, forze e cherubini "pieni di occhi". Più partecoleggiata è la descrizione nel trattato di san Dionigi Areopagita "Sulla gerarchla celeste": la prima triada contiene i serafini, i cherubini e troni (presso Dio); la seconda triada le dominazioni, le forze, le potestà (governo del mondo); la terza i princìpi, gli arcangeli, gli angeli (presso gli uomini).
In corrispondenza con questi triadi angeliche vegono strutturate intorno alla Madre di Dio tre ordini. Nella fila superiore è l'ordine delle dominazioni monastiche - i fondatori dei conventi in Occidente: Antonio, Pacomio, Benedetto, Francesco d'Assisi, Domenico, Ignazio di Loyola. Poi in Oriente: Antonio di Pecersk, Teodosio, Sergio di Radonez, Giovanni di Rila, Nil Sorskij, Saba Serbo. La fila media è costituita da santi Padri. I dottori della Chiesa occidentale: Agostino, Gregorio M., Girolamo, Ambrogio, Tommaso d'Acquino, Giovanni della Croce. Dalla Chiesa orientale: Atanasio, Dionigi Areopagita, Costantino-Cirillo, Giovanni Crisostomo, Giovanni Damasceno, Gregorio Palamas. Questa fila rappresenta lo sgabello del trono sul quale siede la Madre di Dio con il Bambino divino, dando che gli scritti dei Padri sono come le pietre angolari della Chiesa. Infine nella fila inferiore sono i governanti laici annoverati nel numero dei santi. In Occidente: Lodovicoi, Giovanna d'Arco, Stefano Ungerese, Eduardo, Venceslao, Tommaso Moro. In Oriente: Vladimiiro, Boris, Gleb, Costantino, Elena, Jadwiga.
Tutto l'ordine angelico è vestito nelle vesti bianche, segno della trasformazione ontologica della natura umana. Davanti ad essi sono collocate le amfore come simbolo del dono e cubi come simbolo della partecipazione. Il calice del sacrificio è deposto solo : sull'altare della SS. Trinità. Davanti agli occhi dello spettatore si trova.così l'immagine della Cena dellla luce dello Spirito nellla celeste città Gerusalemme; in quel giorno, dice il Signore Sabaoth, inviterete uno l'altro nella vigna sotto il fico (Zac. 3, 9-10), perché il regno dei cicli è simile al re che preparò la cena per il suo Figlio (cfr. Mt 22, 2).
Lui stesso, sedendo in alto, di là ci invita: chi desidera prendere parte in questa gloria e divenire partecipe del Regno dei cicli, deve osservare i miei comandamenti. Per conscere come piena di luce sarà questa tavola, che essa è preparata non per i servi, ma per i re, egli apre a loro la sua dimora, li vi farà entrare e soddisfarà i loro desideri. Chi sarà degno di una tale grazia, egli, evidentemente, non è più servo, ma figlio, capace di leggere il libro aperto del Nuovo testamento sulle ginocchia del Signore.
Nella Gerusalemme celeste, sono i raccolti come figli uniti di Dio unito secondo la parola del Salvatore: "Padre santo, conservali nel tuo nome, quelli che mi hai dato, che . siano uno come noi" (Giov 17, 55). Ciò viene messo in rilievo nell'iscrizione sul muro anteriore della Città celeste. Come simbolo che essa è fondata sulla forza supperiore della grazia, nella Gerusamemme dei santi le sue torri angolari sono munite coi simboli dei quattro evangelisti: angelo, leone, vitello, acquila (Ezec. 1, 4-10; Apoc. 4).
È caratteristico che l'altare celeste del Signore è collocato sopra la Città celeste simile ad una protezione, ciò fa rassomigliare la Gerusalemme celeste alla veste divina: "Sulla sua veste fino ai piedi vi era tutto il mondo, i nomi gloriosi dei padri intagliati sui quattro ordini di pietre preziose" (Sap 18, 24). Ciò significa anche che la Chiesa non è altro che il Corpo della SS. Trinità, ciò non significa l'uscita di Dio verso la Chiesa, ma l'entrata di tutta la Chiesa in Dio.
Pl. 4 I santi contemplano e come partecipanti distribuiscono il Regno e la gloria e i raggi di una luce indicibile e la grazia divina, invitando noi a volgere gli occhi sul Verbo che incarnato siede soppra i circoli celesti: "Dove sono io sarete anche voi" (Giov 14, 3). Per mezzo di Cristo, "sopraceleste e insieme terrestre", l'anniversario bismillenio, al quale è consacrato il mosaico (pl. 4), tutto l'ordine angelico e tutti i credenti in Cristo costituiscono una sola Chiesa. La grazia ci è apparsa per mezzo dell'incarnazione di Cristo nella natura umana, allora noi ci accostiamo a Dio non per mezzo della gerarchla degli angeli, ma diventiamo diretti partecipanti della natura divina nell'Eucaristia, perché "non le diverse specie di frutti nutrono l'uomo, ma la tua parola conserva coloro che credono in te" (Sap 16, 25-26). In ciò è la quintessenza della composizione, la quale risuona come un perpetuo cantico glorificante alla Provvidenza divina, come è in modo bellissimo espresso nel canone di Cosma di Maiuma sulla Pentecoste:
"Avvicinadosi alla montagna intangibile,
non abbiamo paura del fuoco tremendo.
Venite e collochiamoci sulla montagna di Sion,
nella città di Dio vivente,
divenuti discepoli portatori dello Spirito..."
Roma, il 22 aprile 1996.
* O.G. Uljanov (II museo centrale della cultura e dell'arte della Russia antica, di Andrea Rublev, Mosca)
© O.G. Uljanov, 1996
См. подробнее: ИНФОРМАЦИОННЫЙ БЮЛЛЕТЕНЬ ЦЕНТРА ИЗУЧЕНИЯ ПРАВОСЛАВИЯ И ДРЕВНЕРУССКОЙ КУЛЬТУРЫ № 119 18 сентября 2005 г.:
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© Блог научного коллектива Музея имени Андрея Рублева. Эксперты приводят в пример воцерковлённое сообщество - сообщество Музея древнерусской культуры и искусства имени Андрея Рублёва:
http://rublev-museum.livejournal.com/392705.html