Once Upon a Time

Nov 27, 2009 22:10

Titolo: Once Upon a Time
Autore: harleen313
Beta:
Personaggi/pairing: Patrick/Brendon; Gabe/William
Rating: PG
Avvertimenti: slash, body-swap, one-shot
Conteggio parole: 3888
Disclaimer: I personaggi non mi appartengono e gli eventi narrati sono totalmente frutto di fantasia.
Note: Scritta per il Secret Santa '08 @ sottoilpalco

Per: nejem
Richiesta: 'Una cosa che adoro: body swap fics (ossia gente che la mattina si sveglia e non è più nel proprio corpo)'





C'era una volta…
…C'era un giovane fanciullo di nome Brendon che, con i suoi gioiosi compagnucci di merende, viveva felice e contento nel suo reame situato, guarda un po', dalle parti di Las Vegas. La sua vita trascorreva lieta e serena al calduccio della sua casetta del suo castello, salvo qualche sortita per esportare in altri sconosciuti, ma non meno felici reami la sua arte, ma sorvoliamo. Non è questo il punto.
Un bel - o brutto, chissà - giorno Brendon si svegliò e si accorse di non essere più nel suo corpo, bensì in quello di Patrick Stump, suo gioioso vicino di reame. Dopo diversi istanti di smarrimento, Brendon andò alla ricerca di - beh, tecnicamente sé stesso. Giusto per capire cosa stava accadendo, ecco.
Quando però rintracciò il suo corpo, svaccato placidamente su un divanetto ed intento a trangugiare bir- idromele, e lo chiamò Patrick come credeva fosse - era solo che lo scambio dei corpi aveva proprietà transitiva, no? -, questi lo guardò un attimo e rispose « No, sono Joe. Patrick è, se non sbaglio, Travis. »
« Oh, » commentò mestamente Brendon, prendendo posto accanto a Joe. « Ci sono invischiati tutti? »
« Così sembra. » Rispose placidamente Joe, sgranando immediatamente dopo gli occhioni, quasi si fosse ricordato improvvisamente di qualcosa di estremamente importante. Come effettivamente era, ma vabe'. « Hey, hai visto Pete? »
« Dici il corpo? Credo di averlo visto pochi metri più avanti. »
Joe/Brendon scattò in piedi, urlando un « Grazie! » e sparendo subito dopo. Brendon sospirò e prese il suo sidekick - che non era un sidekick, bensì un piccione viaggiatore di nome Sidekick -, in cerca di supporto.
O di qualcuno da prendere in giro.
RyRo, ki 6?
La risposta non si fece attendere: Andy. Tu? PS: parla correttamente, porca vacca! :/
Pochi istanti dopo il piccione tornò a fare visita a Ryan, beccandogli la tempia come impazzito. Trick. LOL 6 + basso d me :°D!
FU
Brendon non ebbe bisogno di pensarci su troppo a lungo, prima di capire per cosa stesse la sigla.

Non appena Brendon e Ryan smisero di insultarsi via piccione come facevano sempre, il giovane cantante decise di andare alla ricerca di Patrick.
Bisogna sapere, a questo punto, che il nostro protagonista aveva da tempo immemore una sottospecie di cotta per - indovinate? - Patrick. Non era proprio una cotta perché ormai se la trascinava dietro da talmente tanto tempo che una semplice infatuazione, per quanto convinta, sarebbe svanita.
Ma Brendon rimaneva ancora perso di Patrick.
E la cosa dava da pensare. Avrebbe dato da pensare, se non fossero stati circondati da persone poco sveglie e reattive, ecco.
Patrick stava urlando contro il suo - ecco - piccione. Anche lui di nome Sidekick. Per cui diremo che Patrick stava urlando contro il suo sidekick.
« Patrick, » lo chiamò Brendon. « perché urli? »
« Questo stupido coso non vuole funzionare. » Spiegò Travis - ma era Patrick! - calmandosi visibilmente. Era interessante notare come Patrick, quando nei paraggi c'era traccia di Brendon, diventasse immediatamente gentile e cordiale con tutti e tentasse di sorridere sempre e comunque. Ma nessuno lo aveva mai notato dato che, come detto sopra, c'era una masnada di gente poco sveglia e reattiva a circondarlo e Brendon era un po' il capobranco, superato solo da Pete.
« Mi dispiace. Posso dare un'occhiata? » chiese educatamente, porgendo una manina verso il ragazzo.
« Oh, se vuoi- aspetta. » Si bloccò, il sidekick ancora a mezz'aria, mentre osservava sospettosamente il Patrick davanti a sé. « Sei Brendon, vero? »
Brendon annuì immediatamente, e Patrick si rilassò e porse finalmente il - ecco - piccione. « Scusa per la scarsa fiducia, ma Pete sta facendo scherzi in giro e non ci si capisce più nulla. »
« Uh, vero. Lui chi è? »
« Stiamo ancora cercando di capirlo! » strepitò con vocina isterica il ragazzo, accasciandosi su una seggiolina provvidenziale. « Io ed Andy ci stiamo lavorando da ore, ma ancora non si sa. Crediamo abbia dei compari, ma non riusciamo ad identificarli tutti e la situazione è notevolmente incasinata da che Vicky ci si è palesata davanti annunciandoci di essere un uomo. »
Gli occhioni di Brendon si spalancarono a tal punto da fargli temere che le orbite gli sarebbero cadute. Ma non poteva fare una simile cosa al corpo di Patrick, per cui si affrettò a richiuderli. « …Non un uomo nel senso più sconvolgente del termine, sai. E', sì, un uomo nel senso che adesso dentro c'è Gabe. »
« …Lo sai che non suona per niente bene nemmeno ora? »
« Lo so, accontentati. »
Ci fu un momento discretamente imbarazzante, in cui si fissarono negli occhi senza dire nulla ed entrambi aprirono bocca per rimediare e poi ammutolirono e poi ridacchiarono mestamente quasi in sincrono, dandosi degli idioti da soli.
« Io- ecco. Sistemato, credo. » Esclamò ad un certo punto Brendon, porgendo il sidekick a Patrick col migliore sorrisone che avesse nel campionario.
Patrick vide sé stesso sorridere felicemente in quel modo un po' stupido ed un po' - molto, ad essere onesti - disarmante che aveva Brendon e per la prima volta in vita sua pensò di essere tenero ed ebbe la voglia di coccolarsi.
Da solo.
Ma quello che pensava di spupazzare era Brendon, per cui non faceva testo. Insomma, non era una sottospecie di egocentrico narcisista, era solo- ecco- …era Brendon, mh? Sotto il suo influsso tutto diventava più apprezzabile.
« Grazie, » esclamò con voce isterica dopo minuti di silenzio e idiozia. Prese il sidekick, iniziò ad impartirgli ordini a macchinetta e mentalmente invocò qualcuno che lo facesse sparire, possibilmente ingoiato dal pavimento. Brendon restò a fissare la schiena di Travis per diversi istanti, in attesa quantomeno di un saluto.
Poi perse le speranze e se ne andò, notevolmente di malumore, a cercare gli altri.

Il nostro giovane eroe si recò dunque da Sir JonWalker, valoroso cavalier servente che prestava servizio presso la sua corte da quando aveva incontrato gli occhi color del cielo della leggiadra damina del castello - Spencer -, ed era stato amore. (No, in realtà da quando Spencer aveva tirato una scarpa contro Ryan e per sbaglio aveva colpito Jon nella croce degli occhi e aveva passato la successiva mezz'ora al suo capezzale, vegliandolo e scusandosi in più lingue.) Trovò il corpo di Jon Walker, e lo vide davanti ad uno specchio intento a farsi la barba, maledicendo l'incuria del precedente possessore - del corpo, non dello specchio.
« J- Jon? » tentò, un po' spaventato.
« No cucciolo, sono William. Se vedi Jon - che credo sia Joe - potresti dirgli da parte mia che lo odio? »
« Uh. Okay. »
Nemmeno fosse stato evocato, pochi istanti dopo comparve il cavaliere alle loro spalle, gli occhioni blu sgranati e la bocca deformata in una smorfia di puro orrore e raccapriccio.
« Cosa stai facendo al mio corpo, mostro?! » berciò, indicando col braccio lo scempio a cui stava assistendo - una banale rasatura, ma, duh, per quanto ne sapeva Brendon tutta la forza del prode cavaliere risiedeva proprio nella barba. E nelle sue magiche calzature.
William si voltò di scatto, brandendo il rasoio quasi fosse la leggendaria Excalibur. « Sto riparando ai tuoi errori! »
« E' il mio corpo, sei tenuto a tenerlo così come l'hai avuto! »
« Giammai! La barba non ti dona! E aspetta che trovi il necessario per la manicure! »
Brendon trattenne il fiato, nel vedere Joe, accanto a lui, quasi farsi prendere da un colpo apoplettico. « Oh, » disse con voce bassa e roca, segno che l'omicidio - o una bella laringite - era ad un passo « tu non oserai. »
Il falso Jon inarcò un sopracciglio, prima di sorridere beffardo. « Vedremo. »
« William Beckett, ricordati a chi è andato il tuo corpo. » Il sorriso sul volto del ragazzo si crinò, ed il colore scomparve dal suo viso immediatamente dopo.
« Spencer! » gemette, « Oddio! L'avevo scordato! »
« Spencer è plagiabile, Bill. E sai quanto Ryan tenga ad occuparsi di te da tempo immemore. Sostiene che i fiori ti donerebbero. E poi - oh! - non hai idea di quanto perorasse la causa di un'eventuale tintura di capelli collettiva, orientata per le sfumature più accese di rosso. »
« Ma tu- »
« Metti da parte i tuoi propositi di estetista folle, ed io impedirò ogni cosa. »
William chinò il capo e porse una mano - quella libera, seppur avesse pensato di porgere quella armata - a Jon e poi borbottò « Abbiamo un accordo? »
Jon sorrise e gli strinse la mano energicamente, « Certo che abbiamo un accordo, Billvy. Ora pulisci quel coso e tienilo lontano dal mio volto. »
« Ma sono mezzo rasato! »
« Beh, dirai che stai facendo le prove per Halloween. Ti travestirai da Due Facce. »
« Almeno la barba! »
Si fissarono negli occhi per interminabili istanti, prima che Jon capitolasse. « E sia. La barba. Solo quella. Se solo osi fare altro - oh! » rise, pregustandosi la minaccia incombente, « Credo che daranno il tuo nome alla sfumatura di colore che riuscirò ad inventare giocando con i flaconi di Ryan. Sai, qualcosa che l'uomo deve ancora scoprire e classificare. »
William rabbrividì perché sapeva maledettamente bene che Ryan, sotto le spoglie di innocente dama di compagnia, celava un enorme potenziale distruttivo. Le sue conoscenze per quel che riguardava la magia erano superate per vastità solo dal suo talento per la distillazione di filtri e pozioni. E dalla sua crudeltà. E dal suo pessimo gusto. E- okay, non è questo il punto.
Solo, Ryan era pericoloso, e William non voleva capitare per sbaglio nelle sue grinfie.

(Dopo un'attenta analisi, Brendon poteva dirsi ormai certo di qualche cosa.
Per prima cosa, erano effettivamente coinvolti molti di loro, per non dire tutti - ma non ci avrebbe giurato, dato che non aveva il cuore né tantomeno il coraggio di sentire la gente che era dispersa per il mondo impegnata in, uh, crociate. Lui era Patrick, e Patrick era Travis, e Travis era Ryan, e Ryan era Andy, ed Andy era Gabe - ed a sua detta aveva quasi i giramenti di testa a stare così in alto - e, oh, Gabe era Vicky, e Vicky era Pete, e Pete era Spencer, e Spencer era William - ed era strano vedere William esibirsi nelle Astiose Fessure Della Morte -, e William era Jon Walker, e Jon Walker era Joe e Joe era Brendon.
E, seconda cosa, non era un gran problema. Bisognava solo fare un po' di attenzione e soprattutto ignorare Pete che, ancora preda del solito attacco particolarmente molesto di idiozia, continuava a fingersi grossomodo chiunque. Ma Patrick aveva provveduto a stilare una lista con i nomi e relative attuali sembianze, per cui stava andando discretamente bene. Per le coppie filava ugualmente tutto liscio - eccetto magari per Gabe e William. Perché, beh, Gabe era Vicky, e William ormai sarebbe stato perseguitato a vita da quel 'NON POSSIAMO, SEI UNA DONNA!' che gli era scappato per errore mentre Gabe stava cercando di convincerlo a fare sesso. Ora che potevano finalmente farlo senza i soliti problemi logistici.)

Quella sera, quando tutti andarono a dormire, non ci fu una sola persona che in cuor suo non esprimesse il desiderio di vedere le cose tornare al loro posto con il sorgere del sole.
Il giorno dopo si svegliarono e si accorsero che non era stato così.

« Okay gente. » Esordì Patrick a volume incredibilmente alto, in un disperato tentativo di stabilire il silenzio. Vana speranza. « Porca pupazza! »
E forse non fu tanto l'esclamazione o il volume a cui fu urlata, quanto più il fatto che c'era Travis in piedi col viso congestionato dalla rabbia ad urlare contro tutto e tutti, fatto sta che la sala piombò nel silenzio immediatamente; silenzio spezzato subito da Pete che, nelle vesti di Spencer, era saltato su visibilmente inviperito. « E perché dovremmo dare retta a te? »
« Beh- »
« Fino a prova contraria, qua comando io. »
Era vero.
Pete era il sovrano indiscusso del regno, e Patrick era il suo - ecco - ciambellano (non perché mangiasse tante ciambelle! Era solo che lo aiutava. Più precisamente, prendeva lui le decisioni e Pete le approvava). Ma ogni tanto il re si scocciava di annuire e sorridere a qualsiasi idea geniale gli suggerisse il suo fido collaboratore e decideva di fare di testa propria. Quei rari episodi erano chiamati da Andy, fido druido di corte, 'I Giorni Della Rovina'.
« Va bene, » concesse a denti stretti Patrick, « allora cosa suggerisce, Vostra Maestà? »
« Beh, ecco. Potremmo andare da una cartomante e- »
Il discorso venne sommerso da una sequela di insulti più o meno pesanti e interrotto dall'arrivo del vero Spencer - nei panni di William. Si stabilì nuovamente una parvenza di silenzio giusto in tempo per sentire il borbottio sconfortato di Patrick, « Pete, nel nome del Cielo, mi rendo conto che è difficile per te, ma ogni tanto devi ascoltarlo! Non devi vivere sempre senza badargli! »
« Parli del suo cuore? » chiese con una smorfia disgustata l'ultimo arrivato, ricevendo in risposta una risatina.
« Oddio, no. Parlavo del suo cervello. »
« Perché, ne ha uno? Credevo fosse un po' come Atlantide, tutti ne parlano ma non si sa è mai realmente esistita. »
« Spencer, sei licenzia- aspetta. Sei Spencer, vero? » Pete controllò la lista, « Sì, sei Spencer. Bene, sei bandito dal mio regno per ora e per sempre. »
« Smettila di parlare come un demente, non siamo nel medioevo! »
Ma loro erano nel medioevo! E' una favola di tempi antichi, questa, eh!

Alla fine, comunque, optarono per la soluzione più lineare di tutte: non sarebbero usciti, non avrebbero rilasciato interviste di persona, non avrebbero fatto concerti, si sarebbero trasferiti tutti alla reggia del re Pete per non perdersi di vista e, fondamentalmente, avrebbero atteso.

--

La testa di Brendon non poteva dirsi un posto felice. Seriamente, anche volendo, no.
Erano ore che osservava astiosamente Pete e gli altri intenti, attorno a un tavolo, a decidere le sorti della popolazione mascherando il tutto come se stessero giocando a carte e lui si sentiva tagliato fuori.
« Brendon, vieni? »
Osservò astiosamente Ryan/Andy, rimuginando parolacce e insulti ed uscendosene poco dopo con uno stucchevole « No, non ne ho voglia. »
In realtà non gli sarebbe dispiaciuto unirsi all'allegro gruppetto anche e soprattutto perché - ehi! - Patrick era là, apparentemente libero dall'opprimente presenza di Pete e quindi esposto ad eventuali assalti, ma non poteva. Non aveva - ecco - idea di come si giocasse. Sapeva solo che ogni tanto sentiva qualcuno urlare 'chiudo!' e conseguentemente insulti più o meno gravi, niente di più.
« Dai, vieni a giocare. » Incontrò gli occhi di Travis ed ebbe voglia di uccidere qualcuno. O, in sostituzione, di morire.
« Io- ecco- »
« …Sai giocare? »
Brendon arrossì leggermente, e la risposta era abbastanza chiara. E mentre Gabe rideva istericamente, William approfittava della confusione per pescare carte utili ai suoi loschi scopi e Pete lo derideva liberamente, il ragazzo fece solo caso a Patrick che, con un sorriso cordiale, lo invitava a farglisi accanto perché gli avrebbe spiegato lui in cosa consisteva il gioco.

Non era poker.
Era peggio.

Era Scala 40, Brendon aveva messo poco ad imparare le regole ed ora stava dimostrando una fortuna fuori dal comune.
« Brendon, nel nome del Cobra, o passi o apri. Non è difficile. »
« Uh, io- »
«Scarta una cazzo di carta, insomma! » Gabe era isterico.
« …Posso scartarle tutte? » Brendon chiuse.
Per la quarta volta. Senza nemmeno aprire.
Sorrise felicemente e sistemò le carte sul tavolo per dimostrare la veridicità delle proprie parole, ignorando volutamente Ryan in preda ad un travaso di bile - era però divertente vedere Andy strillare in quel modo - e Gabe grossomodo vittima della crisi isterica più imponente della sua vita.
« Allora, altra partita? » propose felicemente l'impunito, mescolando le carte.
Avevano creato un mostro.
Pete era incredulo, Spencer e William piangevano sui loro punti, Patrick era profondamente esilarato.
E di fatto, incontrare lo sguardo di Travis rese la testa di Brendon un posto felice popolato da Jack di cuori e Regine di fiori e sorrisoni di Patrick.

--

Il terzo ed il quarto giorno lo passarono a giocare a Burraco, Ramino, Monopoli e Cluedo. Proposero Taboo, ma, per qualche misterioso motivo, nessuno volle assecondare Brendon e Jon.

Poi, al quinto giorno, giocarono a Pictionary - non proprio Pictionary, dato che ancora non esisteva. Era, tipo, un gioco innominato con stesse regole e modalità di gioco. Solo, ecco, non era Pictionary, okay?
Era divertente, insomma, vedere persone artisticamente impedite come Spencer o Jon Walker alle prese con disegni o persone pure troppo artisticamente ispirate come Ryan cercare di farsi capire tramite simboli ben poco emblematici ed assai criptici.
All'ennesimo tentativo di far passare un buffo ghirigoro per un sole, Ryan si stufò, scagliò un carboncino contro la fronte del povero Brendon e fuggì strillando istericamente.
« Ma! » si lamentò ad alta voce il cantante, senza sapere nemmeno di cosa lamentarsi.
Forse della carboncinata in viso, forse di essere stato abbandonato, forse degli insulti incessanti. Troppa scelta, c'era troppa scelta.
« …Lascialo perdere. » Commentò con un sorrisetto complice Patrick, prendendo posto al suo fianco - Pete era andato a placare le ire della damigella offesa - e porgendogli il carboncino caduto per terra.
Brendon non sapeva realmente cosa rispondere, perché di base non se l'era presa. O- okay, onestamente? Se l'era presa a morte. Ma avere Patrick accanto faceva sparire tutto, anche il bernoccolo sulla sua fronte. « Fa male? » …Appunto.
Il giovane principe fece appena in tempo a ritrarsi di pochi centimetri, che Patrick aveva già affondato il ditino sul punto dolorante. « Se non calcassi, no. » Gemette sofferente, gli occhi socchiusi e le voci in sottofondo degli altri che avevano ripreso a giocare che lo intontivano notevolmente.
« Oddio, scusa! » Il ciambellano lo osservò preoccupato, alzandosi in piedi poco dopo. « Vieni, ti accompagno a prendere un po’ di fresco. »

La cosa più idiota della situazione?
Nessuno si accorse di nulla.
Videro solo Travis che dava una mano a Patrick ad alzarsi e dirigersi successivamente sul - duh - nella guardiola, e poi nessuno disse né fece nulla.
Continuarono a giocare a quel gioco che non aveva nome e non era assolutamente Pictionary, dimentichi di Brendon e Patrick da soli, nella notte, in punti grossomodo isolati del castello.
C’era William alla lavagna, insomma, tutto passava in secondo piano.

« Un- ecco- topo…? »
« Deficiente! »
Gabe guardò sofferente William negli occhi, osservò nuovamente il disegno e si accese. « Un Cobra! »
« Yay! »
Batterono le manine in sincrono, mentre la cortigiana - sì, William. Era una cortigiana - tornava a sedere al fianco del suo valoroso giullare di corte e tutti i presenti sbuffavano il loro disappunto.

« Verdetto finale? » chiese sofferente Vicky accasciandosi sul morbido, con un braccio a coprire gli occhi. Pete osservò le tabelle di punteggio con occhioni vacui, fece un paio di calcoli con le dita e decretò che i vincitori erano William e Gabe senza ombra di dubbio.

Ci furono diversi istanti di silenzio spettrale.
« Gabe? » Vicky si voltò verso Jon Walker, che la osservava con sguardo trasognato e - ecco, faceva strano.
« Mh? »
« Ti amo. »
Gli occhi di Vicky si sgranarono, prima che a sua volta dicesse, « Anche io. »
Il colorito sul volto di Jon venne a mancare. « Ma- cioè- io scherzavo… »
La bocca della ragazza divenne una 'o' perfetta, prima che, cercando di darsi un tono, borbottasse « Anche io, eh. »
« Bene. »
« Benissimo. »
« No, dai, ti amo davvero! »
« Anche io! »
« Scherzavo di nuovo. »
« Fottiti! »
« Dai. Ti amo. Seriamente. »
« Will… »
« Giuro, sono serio! »
« Ultimo avviso. »
« Ti amo. »
« Se stai scherzando… »
« Ti. Amo. »
« Okay. Andata. Se è uno scherzo, non sei più autorizzato a farlo presente. » E nessuno sapeva se era più strano vedere Vicky baciare Jon Walker o l'idea di William che smaniava per potersi infrattare con una donna - anche se era Gabe. Insomma, William! Una donna! -; però vedevano il loro sguardi quando, tra un bacio e l'altro si sorridevano, e tutto diventava improvvisamente giusto così com'era.

Sulle mura di cinta, intanto, le cose non andavano bene.
Ma non andavano nemmeno male, se è per questo.
Non andavano proprio.

Patrick e Brendon, nella loro idiozia, si fissavano negli occhi a più riprese, senza dire o fare nulla. A intervalli regolari uno dei due apriva bocca per parlare, richiudendola subito dopo con un vago ‘no, nulla’. Era esasperante. E Patrick odiava essere esasperato.
Lo odiava anche Brendon, ma ormai si era arreso.
« Okay, che palle. » esclamò improvvisamente il più grande, arrivando in un paio di passi dannatamente vicino a Brendon e, decisamente, sovrastandolo. Brendon si concesse un embolo, incastrato com’era tra le braccia dell’altro ed il muro.
« Gah! »
« Sta' zitto. » E un secondo dopo Patrick lo stava baciando, tenendolo fermo per le spalle, probabilmente sorreggendolo per le spalle.
Si separarono dopo diversi istanti, quando insomma Brendon aveva iniziato a sentire la necessità di prendere un po’ di aria. « Okay, senti, » iniziò lentamente Patrick, fissando impunemente la bocca dell’altro leggermente aperta, trovandola stranamente graziosa, così arrossata. « Io- ecco- »
« Patrick, » lo chiamò con urgenza Brendon, senza nemmeno lasciarlo finire, « Guardati! »
« Cos- »
« Siamo normali! »
Patrick si portò una mano tremante al setto nasale, sentendo la presenza confortante dei suoi fidi occhiali e poi - oh! La visiera! « Siamo normali! »
Esultò a sua volta, cogliendo l’occasione per baciare nuovamente Brendon.
Brendon sorrise contro la sua bocca, quando si allontanarono, « E non sprecarti a fare grandi discorsi, » lo rassicurò a bassa voce, « Non mi piacciono le persone logorroiche. »
« Ci pensi tu a bilanciare? » Lo pungolò Patrick, prima di baciarlo nuovamente. La bocca di Brendon era qualcosa che dava dipendenza.
« Precisamente. Tu pensa che una volta con Ry- »
« Brendon, sta’ zitto. »

Nessuno capì precisamente a cosa era dovuta la trasformazione, né a cosa era attribuibile l’annullamento dell’incantesimo.
Qualcuno sentì suonare la mezzanotte, qualcun altro si basò sul resoconto di Brendon e Patrick - con relativo quasi-linciaggio per non aver provveduto subito a sistemare le cose -, qualcuno come Pete e Ryan, semplicemente, rimase in silenzio.
Il solito qualcuno - un nome a caso, Pete e Ryan - si limitò a buttare via una scatolina di bamboline voodoo e negare ogni cosa fino alla morte.

--

C'era una volta…
…C'era un epilogo, c'era Brendon e c'era Patrick e c'erano tutti gli altri; c'erano tutte le cose al loro posto, c'era Pete che sorrideva e baciava la fronte di Bronx, placidamente addormentato; c'era un padre stupidamente fiero della favola della buonanotte che aveva inventato che si chiudeva la porta della camera del figlio alle spalle e trovava sua moglie a guardarlo intenerita, c'era un « Beh? » bofonchiato sulla difensiva, un « Ti amo » apparentemente immotivato, c'era un bacio.

E poi… e poi c'era la fine.

fall out boy, !harl, panic at the disco, multiband » fob/patd » patrick/brendon, [pg], multiband » cs/tai... » gabe/william, # bandom secret santa

Previous post Next post
Up