Drums

Nov 26, 2009 23:10

Titolo: Drums
Autore: harleen313
Beta-reader: Amiche su msn, F7 su word
Personaggi: Joseph Trohman/Spencer Smith
Rating:PG
Avvertimenti:nonsense, demenziale, un filo di romanticheria - ma giusto se strizzate gli occhi e guardate di sbiego la pagina.
Conteggio Parole: 1922 parole
Disclaimer: If you came here by googling your name, just close this page and walk away. AND DON’T EVER TRANSLATE. …plz? with sugar on top?
I heard that sugar makes everything feel better.
Note: …Dio, sono senza ritegno. Sono graforroica, davvero T_T Spegnetemi prima che inizi a scrivere su qualsiasi superficie che stia ferma abbastanza a lungo da permettermelo! TT_TT
Prompt: “PMS, dici?” “No, è più acidità cronica.” & Things are shaping up to be pretty odd. [PATD, That Green Gentleman]
Sommario: Joe ha questa brutta fissa per i batteristi che va avanti da quando era piccolo.




Joe ha questa brutta fissa per i batteristi che va avanti da quando era piccolo. Forse era imputabile al fatto che facevano baccano, e la gente li pagava per farlo. Li acclamavano pure!
Oppure era il ritmo. Era qualcosa di ancestrale, più istintivo dell’amore che stava a poco a poco sviluppando verso la chitarra; sentire i vecchi dischi del padre a volume improponibile gli faceva tremare la cassa toracica, gli dava l’idea che il suo cuore battesse al ritmo scandito dalla batteria. O forse gli ricordava il cuore di sua madre, non poteva dirlo.
Sapeva solo che gli piaceva. Gli piacevano i batteristi, insomma, gli stavano troppo simpatici.
Poi venne Andy.
E Andy non- beh, con Andy sono arrivati tutto un altro genere di pensieri, una categoria nuova fiammante di idee circa le mani dei batteristi, le braccia, il fisico, il fatto che Andy suonasse nudo e il fatto che Andy era felice e contento di assecondare le sue fantasie. Non che, beh, abbiano mai fatto cose brutte; semplicemente, Andy non era a disagio con la consapevolezza che gran parte dell’interesse di Joe fosse dovuto allo strumento che suonava, piuttosto che a meriti personali di qualche genere.
Il sesso comunque era stupendo, per cui non se n’è mai lamentato nessuno.
E poi, dopo che con Andy era finita - per citare Pete: “dopo che Andy ti ha cacciato a calci in culo dal suo letto” - è arrivato Bob, passando per Nate e Butcher, senza contare quella mezza fissa che aveva per Patrick e che rifiorisce ogni qualvolta vede l’amico con un paio di bacchette in mano.
Non che sia una sorta di feticista, ha avuto altre storie - ha avuto un mucchio di altre storie -, certo, ma… beh, i batteristi restano comunque i suoi preferiti.
E, oh, poi sono arrivati anche i Panic! At the Disco. E Spencer. Spencer che era un graziosa fanciullina la prima volta che si sono incontrati, tanto che ad un certo punto gli ha pure chiesto se fosse fidanzata e si è beccato un calcio nello stinco per punizione e no, okay, non è una graziosa fanciullina. E’ una graziosa carogna, in compenso.
Perché, beh, Spencer è grazioso. Oggettivamente. Ha gli occhioni celesti - più chiari dei suoi, più brillanti quando ride, più distruttivi quando è arrabbiato - ed i capelli scuri ed i lineamenti del viso sono indubbiamente androgini e poi è pallido ed ha sempre un curioso colorito rosa ad imporporargli le guance e poi suona la batteria e sì, Joe è abbastanza fissato con lui. Già da prima, a secco, pensava che non fosse male. Vederlo poi mentre si esercitava prima di un concerto suonando tutto concentrato contro un’anta di un armadio ha portato ad ovvi sviluppi.
Dunque, attualmente Joe si vuole fare Spencer. Patrick lo sa, ma è solo perché è un po’ difficile ignorare una simile informazione quando entri in un bagno e trovi il tuo migliore amico con i pantaloni slacciati e gli occhi chiusi che invoca il nome del già citato ragazzo. E’ solo che dovrebbe imparare a bussare, e Joe dovrebbe imparare a chiudersi a chiave dentro quando fa certe cose. La nota positiva di tutto ciò è che non lo sa nessun’altro, dato che grazie al cielo Patrick è una personcina discreta; per cui non ci sono persone da uccidere perché ‘sapevano troppo’ né cadaveri da smaltire.
Ma il problema permane: Joe si vuole fare Spencer e Spencer è stronzo come una zitella in costante sindrome premestruale che non vede un uomo da mesi, per non dire direttamente anni. Forse anche Spencer non vede un uomo da mesi. O forse da anni.
…Ma non è il momento di pensarci, non quando Joe potrebbe approfittare di una delle mille feste organizzate da Pete per parlare con Spencer, piuttosto che fantasticare per conto proprio sulla sua vita sessuale. “Ehi, Spence.” Lo saluta con un sorriso gentile, porgendogli una birra rubata mentre attraversava la stanza per raggiungere il batterista lasciato miracolosamente solo dai suoi compagni di band.
“…Che è quella roba?” lo gela sul posto l’altro, occhieggiando la birra come se fosse l’essenza stessa della morte distillata in vetro. O pipì di gatto. Più probabile la pipì di gatto, però.
“Birra…?” tenta, pur sentendo già le avvisaglie della mortificazione imminente. Spencer digrigna i denti, assottiglia lo sguardo, sventola il bicchiere dal quale stava già bevendo sotto agli occhi di Joe e non dice niente. Solo, ringhia un insulto non ben identificato che strappa all’altro un “Ops” detto col tono più innocente del mondo.
Joe gli sorride con quel sorrisone ebete che normalmente stende chiunque perché, sapete, gli occhioni blu. In quel modo risaltano.
Ma evidentemente Spencer deve aver sviluppato con gli anni una sorta di sistema immunitario che lo rende impermeabile allo sguardo da cane bastonato di Joe, anzi, lo fa quasi irritare di più. “Smettila di fare il deficiente e sparisci.”
“Dio, sei simpatico come un calcio nelle palle. Dov’è Andy?” sostegno, gli serve sostegno morale. E fisico, a giudicare da come le immagini davanti a lui stanno iniziando ad assumere connotati sfocati non deve propriamente essere la quintessenza della lucidità.
Spencer si stringe nelle spalle. “Non sono la sua balia, non ne ho idea.”
“E di chi saresti la balia, allora?”
“Di Ryan. E di Brendon. Oh, ora che ci penso, Brendon è con Andy.” Joe fa per voltarsi e andarsene alla ricerca dei suoi due idioti preferiti - Andy e Brendon in combo? Decisamente, una situazione esilarante -, quando la voce di Spencer lo blocca. “In bagno.”
“…Cosa?”
“Sono in bagno. Insieme.”
…Um.
Joe resta un po’ così, col piede bloccato a mezz’aria e due birre in mano, e poi si decide a ricomporsi; deposita una bottiglietta su un ripiano comparso dal nulla, poggia il piede in terra, si volta di nuovo verso Spencer. Che lo sta fissando con sguardo imperscrutabile. “Dubito di poter andare a fare loro un salutino, allora.”
“Non so come si pongano nei confronti delle threesome, per cui non so cosa consigliarti.”
“Oh che sim-”
“…No, aspetta, ora che ci penso un consiglio ce l’ho.”
“Cosa?”
“Sparisci, non è aria.”
Joe sbuffa, reclinando la testa da un lato. “Ma hai le tue cose?”
Spencer sembra pensarci su. Gli chiede che giorno sia, fa un paio di conti con le dita, poi scrolla la testa in cenno negativo. “Naaah, non credo. Al massimo sono in sindrome premestruale.”
Il modo di fare di Spencer lo diverte. E’ caustico, okay, ma è pacato e quasi cordiale mentre demolisce ogni suo tentativo di fare amicizia. E poi è un batterista. Ed anche alla semioscurità in cui è gettato il salone dove si trovano, Joe potrebbe dire con precisione quanti calli ha sulle mani da quanto si è fissato a guardargliele. Adora come gesticola Spencer mentre parla, ha un che di ipnotico. “PMS, dici?” chiede, quasi a volere una conferma di quanto ha appena sentito.
Spencer si stringe nelle spalle, poi sbuffa con un sorriso: “No, è più acidità cronica.”
“Dovresti fare qualcosa per rimediare.”
“…Clisteri di zucchero?”
Okay, Spencer è un ragazzo profondamente perverso. “Mah, al massimo ti avrei suggerito delle iniezioni…”
E poi ride, rovescia il capo all’indietro perché sa che così attirerà l’attenzione di Joe e lo manderà notevolmente in crisi. “Ma dopo, dove sta il divertimento?”
Okay, qualcosa nell’ordine cosmico deve essere cambiato. Spencer sta- no, non sta flirtando. Flirtare sarebbe molto più discreto. Spencer sta grossomodo facendo passare chiaro e tondo il messaggio ‘prendimi prendimi prendimi’, un costante sottofondo ad ogni sua parola, fisso come uno di quei nastri di notizie che si vedono in sovraimpressione sui telegiornali.
E Joe vorrebbe cogliere - non Spencer. Il riferimento. Vorrebbe anche Spencer, ma per quello bisogna procedere per gradi (gradi che al momento sembrano ridotti ad un mero ‘stringigli la mano; appiccicalo al muro; divertiti, che il resto vien sa sé’). Ma comunque: Joe vorebbe cogliere il riferimento, ma non è nella condizione psicofisica per farlo. Al massimo potrebbe, come sta già facendo, ridacchiare con aria poco sveglia.
Spencer lo guarda in attesa di una risposta sensata; gli ci vuole appena qualche secondo perchè capisca che non arriverà un bel niente, ed è questione di pochi istanti prima che riacquisisca la sua espressione scocciata e riprenda a guardarsi attorno, alla ricerca di qualcuno più lucido dell’idiota che ha davanti. E’ da quanto, mesi?, che prova a far capire a quel cretino che ehi, se ci provi non mi offendo, giuro!, con scarsissimi risultati.
Il massimo che ha ottenuto è un resoconto di Patrick circa cosa faccia Joe quando si chiude in bagno, e non è stato granchè lusinghiero. Brendon è caduto in terra da quanto stava ridendo, ma la cosa non lo consola neanche un po’.
Insomma! E’ arrivato a livelli di sfacciataggine mai nemmeno immaginati, anche un ritardato come Pete avrebbe capito qualcosa.
E non importa che faccia sempre e comunque lo stronzo. E’ nella sua indole, okay? E’ più forte di lui. Non sa materialmente essere gentile con qualcuno, e con Joe non è cattivo nemmeno un decimo di quanto potrebbe realmente diventare. Il lurido idiota dovrebbe ringraziare tutti i santi in cielo che ha da sempre una fissa per i suoi dannati capelli, o sarebbe già finito all’obitorio. Più e più volte.
“Bene,” inizia il batterista, guardandolo male, “dopo ciò, direi che puoi anche levarti di torno.”
Joe lo guarda vagamente spaesato, visibilmente ciucco, terribilmente tenero. “…Che ti ho fatto, questa volta?”
“Sei inutile. E sbronzo.”
“Mnah. Alticcio, al massimo.”
“No. Sbronzo proprio.”
“Naaah. Sono lucido! Mettimi alla prova!”
“Quante sono queste?”
“Cinque!”
“Sono due, cretino.”
“No, sono cinque calli.” Lo corregge con un sorriso bonario Joe, prendendogli la mano tra le sue e contanto con i polpastrelli i segni sulle dita di Spencer. “Vedi? Ne hai quattro identici, dovuti alle bacchette; ed il quinto è qua, sul medio, credo sia perché non sai impugnare bene la penna.”
Ora. Spencer avrebbe un mucchio di cose da dire, tra cui ‘tu cosa caspita ne sai di come io tengo la penna, brutto puffo?’ (per quanto Joe non sia per niente un puffo, anzi, sono quasi alti uguali), il problema è che Joe gli sta ancora tenendo la mano tra le sue ed è così stupidamente concentrato su ogni centimetro della sua pelle da non permettergli di strutturare un insulto decente. L’unica cosa che gli esce, infatti, è: “…Guh.”
“Lo vedi?” lo provoca Joe, strattonandoselo più vicino, “non sono sbronzo. Sono lucido e reattivo.”
Poi più niente, perché la musica inizia a raggiungere livelli assurdi ed inimmaginabili perfino per le feste di Pete, e le cose iniziano a farsi alquanto strane.
Si fanno strane per Spencer quando si accorge che Joe ha portato la bocca vicino alle sue dita e - oddio, effettivamente sì, gli sta davvero leccando un polpastrello.
Si fanno strane per Joe quando si accorge che Spencer non lo sta scacciando a calci negli stinchi o peggio, anzi. Lo osserva negli occhi senza capire cosa stia accadendo, sinceramente perplesso. “Cosa…?” inizia a chiedergli, senza tuttavia ritrarre la mano.
“Ero solo curioso. Sai, che effetto fanno sulla pelle.”
Spencer ride. Ride di cuore, tanto da doversi appoggiare a qualcosa - qualcuno - per non cadere, e poi l’unica cosa che riesce a rantolare è un soffocato “Dio, sei davvero ubriaco.”
Joe ghigna. Stringe la mano sulla spalla di Spencer e lo tira fino a trovarselo a pochi millimetri dalla bocca. “Te lo ripeto: sono grossomodo sobrio. Se fossi ubriaco farei cose peggiori.”
“Tipo?”
“Tipo non so, potrei tranquillamente ficcarti la lingua in bocca.”
Um. Um. Um. Uuuuuuum. “…Altra birra?”

Fin

fall out boy, !harl, panic at the disco, [pg], # crack pairing fest, multiband » fob/patd » joe/spencer

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