Eccomi qui a postare di nuovo, ormai ho deciso che ogni volta che finisco un capitolo ne posto uno; quindi siccome ieri ho finito il capitolo 8 oggi posto il 2; quindi se siete curiose poi di sapere cosa succederà nel prossimo capitolo, sperate solo che io ci metta poco a scrivere il 9 XD
Vabbene la smetto, oltretutto non sò più che scrivere, quindi buona lettura a tutti^^
Titolo: A Light in the Dark
Fandom: Arashi
Genere: un pochino angst, yaoi
Raiting: PG-13 (può subire variazioni col procedere dei capitoli)
Pairing: Sakumoto
Desclaimers: in realtà è colpa di Sho, sono stati i suoi occhi in Truth ad accedere la scintilla; però fortunatamente è solo una storia
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Capitolo 1 Capitolo 2
Lo avevano portato loro stessi in ospedale, non avevano detto nulla a nessuno, non sapevano se era per lo spavento o perché stavano pregando che non fosse nulla; ma arrivati in ospedale Nino decise di chiamare almeno il manager per chiedergli se dovevano fare qualcosa; ma gli rispose solamente che per il momento avrebbero dovuto tenere tutto segreto e che del resto si sarebbe occupato lui e l’agenzia.
I dottori entrarono e uscirono più volte dalla stanza, lo portarono anche a fare una tac; ma ogni volta che fermavano qualcuno per farsi dare qualche spiegazione, gli veniva sempre detto che stavano facendo degli accertamenti.
Dopo 2 ore di attesa infine qualcuno uscì dalla stanza e si rivolse direttamente a loro.
-Il paziente mi ha detto che posso dire a voi- esordì il medico ai quattro ragazzi, i quali attesero in silenzio.
-Ho già spiegato al vostro amico la sua situazione ed è stato lui a chiedermi di spiegarlo anche a voi, al momento è un po’ in stato confusionario, ma sta bene- cominciò a spiegare il dottore.
-Può per favore venire al sodo e dirci cos’ha?- chiese Masaki ormai abbastanza teso da riuscire a risultare sgarbato.
-Mi ha detto di essere caduto da una notevole altezza stamattina- disse.
-Da 3 metri circa- rispose Jun precisando.
-Il colpo che ha preso, come ha detto anche lui a me non gli aveva dato nessun disturbo; però con la tac e gli esami che gli abbiamo fatto è stato riscontrato che la botta ha creato una pressione nel cervello che preme sul nervo oculare impedendogli di vedere- spiegò.
-E questo cosa significa di preciso?- chiese Nino che nonostante tutta quella spiegazione, quello che gli premeva sapere era se fosse una cosa grave o meno.
-Tornerà a vedere?-chiese Ohno che nella sua apparente indifferenza era l’unico che aveva avuto il coraggio di fare la domanda che volevano fare tutti.
-La sua cecità al momento dovrebbe essere solo temporanea, con la cura che gli abbiamo prescritto la pressione pian piano dovrebbe diminuire e riacquistare gradualmente la vista. Domani lo faremo dimettere, rimarrà in osservazione solo per stanotte- i ragazzi tirarono tutti un sospiro di sollievo.
-Possiamo vederlo?- chiese poi Masa.
-Al momento sta riposando e poi sarebbe il caso che andaste a casa anche voi, avete subito un bello spavento, una dormita vi farà bene- disse cercando di tranquillizzarli.
-Un ultima cosa- annunciò il medico; - per ora la sua vista non va molto bene, a volte vede ombre, mentre a volte non vede assolutamente nulla, quindi avrà bisogno del sostegno di qualcuno, i suoi genitori sono partiti qualche giorno fa e ha chiesto di non farli avvisare per il momento, quindi ho pensato che è il caso che qualcuno di voi lo ospiti finché non si sarà rimesso- i ragazzi rimasero in silenzio annuendo, poi ringraziarono il medico che poco dopo si allontanò.
-Masa forse è meglio che lo ospiti tu; da me tra i miei e i nipoti ci sarà un casino d’inferno- disse Oh-chan.
-Lo farei volentieri, Sho è il mio migliore amico, ma cominciano i lavori nel mio appartamento ed io vado a stare dai miei- spiegò.
-Jun mi sa che tu sei l’unico che non abbia problemi, lo ospiterei anch’io, ma casa dei miei è piccola- disse Nino.
Jun rimase in silenzio, sembrava quasi spaventato.
-Ma io… non credo di essere in grado di occuparmene- disse soltanto dopo un po’.
-Ma certo che ne si in grado! Da te mangerà sano, starà in un posto tranquillo e poi… avrete modo di parlare- aggiunse infine Masa.
-Parlare? Il nostro problema è proprio nel dialogo!- dichiarò Jun.
-Sarà anche un modo per chiarirvi- disse Nino.
Infine dovette accettare di ospitarlo, si sentiva nervoso, lui e Sho non avevano mai avuto un grande dialogo e… si tra loro c’era stato qualcosa, ma si era sempre trattato di solo qualche notte passata insieme; lui avrebbe voluto che fosse anche qualcosa di più, ma per Sho non era lo stesso, glielo aveva fatto capire più volte.
Comunque tornò a casa e si mise a sistemare, pulì la stanza degl’ospiti, tolse dall’armadio le cianfrusaglie che aveva accumulato lì dentro e cambiò le lenzuola.
Quando andò a letto erano le 7 del mattino, avrebbe potuto dormire circa 6 ore, poi alle 3 sarebbe andato a prendere Sho, solo che alla fine riuscì a dormire solo 3 ore perché l’idea di dover convivere con Sho lo metteva in ansia.
Arrivato in ospedale fu raggiunto da Masaki che era già arrivato da un po’; Satoshi aveva già visto Sho e in quel momento era con lui, mentre Nino era occupato ed era passato al mattino.
-Sono andato a casa di Sho a prendere la sua roba così non dovete passarci voi- disse a Jun.
-Ah, ok- rispose soltanto.
-Io e Oh-chan gli abbiamo spiegato che non può stare solo finché non si rimette; si sente un po’ a disagio per la sua situazione, ma sembra tranquillo- spiegò.
Entrarono nella stanza e Jun lo vide, rimase un po’ shoccato, Sho era seduto sul letto e parlava con Ohno, lo guardava ma il suo sguardo era vuoto.
-Sho c’è Jun- lo avvisò Masaki.
Sho si girò cercando con lo sguardo nella stanza, ma non vedeva quasi nulla, solo delle ombre.
-Ora possiamo andare- disse poi Masaki prendendo la borsa ai piedi del letto; mentre Satoshi aiutava Sho ad alzarsi e a camminare verso l’uscita; Jun rimase fermo immobile qualche istante, poi li guidò verso la macchina.
Caricarono la borsa e fecero sedere Sho in macchina, poi li salutarono.
Rimasero soli, Jun salì in macchina e si allacciò la cintura, Sho stava facendo lo stesso, ma aveva difficoltà a trovare dove agganciarla e Jun gli guidò la mano.
-Grazie- disse Sho, ma Jun non rispose e mise in moto uscendo dal parcheggio.
Durante il tragitto rimasero in silenzio finché…
-Non hai ancora detto una parola- disse Sho.
-Scusa è che… sono ancora un po’ confuso dall’accaduto; non so bene cosa devo fare- spiegò.
-Non devi fare nulla! Mi spiace esserti d’impiccio- rispose con nel tono un lieve fastidio.
-Non mi dai fastidio sul serio e scusami tu per non averti chiesto come stai. Ma te lo chiedo ora- disse.
-Sto bene, mi sento a disagio e di peso, ma sto bene!- rispose secco.
Per il resto del tempo rimasero in silenzio, arrivati Jun scaricò la valigia e aiutò Sho a camminare fino all’ascensore, entrati in casa lo portò in camera sua cercando di indicargli ogni ostacolo che incontravano.
-Ho cambiato le lenzuola e sgombrato l’armadio- disse facendolo sedere sul letto.
Sho tastò il tessuto del letto, era morbido e liscio sotto le dita, era una bella sensazione, ma di che colore era?
-Sulla tua sinistra c’è l’armadio, vuoi che ti aiuto a sistemare la tua roba?- chiese Jun poco dopo.
-No, faccio da solo- rispose.
Jun rimase per un po’ in silenzio, non sapeva bene come comportarsi, Sho sembrava un po’ arrabbiato, però chiedergli se aveva bisogno di aiuto era l’unica cosa che poteva fare.
-Allora io intanto ti preparo un bagno- disse.
Sho vide quell’ombra che doveva essere Jun, avvicinarsi alla porta e richiuderla dietro di se.
Si alzò dal letto e tastò l’aria alla ricerca della sua valigia, quando la trovò l’aprì e cominciò a tirarne fuori il contenuto cercando di capire di cosa si trattava e dividendole sul letto; quando si accertò che aveva tirato fuori tutto, si mosse verso l’armadio, camminare non era facile e andò a sbattere contro il bordo del letto, quando si rialzò si diresse con cautela verso la sua sinistra portando le mani in avanti per prevenire l’incontro di ostacoli arrivando fino all’armadio.
Vedere Sho in quello stato lo faceva stare male e non sapeva come comportarsi, oltretutto Sho non sembrava entusiasto di trovarsi lì e questo lo faceva soffrire ancora di più, purtroppo nonostante quello che dicevano gli altri tra loro non poteva esserci altro che il tempo di una notte passata insieme.
Preparò il bagno e andò a bussare alla camera di Sho per avvisarlo che era pronto; quando aprì lo trovò davanti all’armadio a sistemare le sue cose.
-Ho preparato il bagno, ti faccio vedere dov’è- disse con gentilezza.
Sho chiuse le ante e si diresse verso Jun, ma inciampò di nuovo contro il bordo del letto, però Jun fu pronto a sorreggerlo; quando Sho lo lasciò qualche istante dopo, Jun lo riprese per il braccio guidandolo fuori dalla camera, illustrandogli sempre a voce da che parte andare, poi quando furono in bagno cominciò a spiegargli dove erano le cose.
-Ti ho messo il bagnoschiuma sulla sinistra e lo shampoo sulla destra, ma se hai bisogno chiama, io sono in cucina a preparare la cena- aspettò qualche secondo, ma Sho non rispose quindi uscì dal bagno chiudendo la porta alle sue spalle.
Rimase qualche minuto fuori dalla porta, sentiva Sho muoversi e ogni tanto qualcosa cadere seguita da qualche imprecazione, ma decise che era meglio non entrare così si diresse verso la cucina; poco dopo sentì squillare il telefono.
-Moshi moshi-
<> spiegò.
-Ok- rispose soltanto.
<> chiese Masa turbato dal suo tono di voce piatto.
-Si tutto bene, però credo che non sia stata una buona idea far venire qui Sho- rispose.
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-Ok- rispose Jun anche se non credeva affatto che la loro situazione sarebbe cambiata anche dopo; - ci vediamo domani- disse concludendo la telefonata.
Dopo una mezz’ora Sho comparve in cucina…
-Ho quasi finito, spero ti piaccia- disse Jun cominciando a mettere in tavola.
-E’ riso al curry?- chiese Sho.
-Si! Ma come..-
-Si sentiva il profumo fino di là- spiegò.
-Ah giusto, scusa-; sembrava più tranquillo, di prima e Jun ne fu felice.
Sho si sedette e posò la mano alla sua destra, dove sentì a contatto con la pelle il freddo metallo del cucchiaio.
Mangiò un po’ svogliatamente, non perché non gli piacesse, Jun cucinava bene; è solo che già il semplice fatto che non avrebbe saputo quando aveva finito gli dava fastidio, e poi non aveva fame.
Jun si accertò che Sho prendesse la medicina e poi anche se presto andarono a letto entrambi.
Spero vi stia piacendo, fatemi sapere, per il momento la storia procede tranquilla ma presto comincerà a complicarsi