Dopo ere *_* posto di nuovo!
Questa fic va un po' a rilento a dire il vero, ma prima o poi mi rifarò prendendo a scrivere veloce XDD anche perchè ho altre mille fict da finire XD.
Titolo: Be Only Mine
Fandom: Kis-My-Ft2
Genere: AU, Generale?XD
Raiting: Nc-17
Pairing: Kitayama Hiromitsu x Fujigaya Taisuke, Nikaido Takashi x Senga Kento (qualche accenno qua e là.)
Desclaimer: Non sono miei ecc. ecc.
Note:
Ch1.,
Ch2,
Ch3,
Ch4,
Ch5 “Taisuke, sei tu?”
“Che..che ci fai a casa?”
Ci vivo.
Glielo avrebbe detto se la voce del più piccolo non fosse stata strana, sembrava spaventato, Hiromitsu era sicuro che stesse tentando di trattenere le lacrime ora che sapeva della sua presenza.
Nel buio della stanza, e della casa, non riusciva a vederlo, così si avvicinò all’interruttore della luce con tutta l’intenzione di accenderlo, ma la voce del più piccolo lo bloccò.
“N-non accendere!”
“Ma non so dove sei..”
Anche se dalla vicinanza della sua voce supponeva fosse in soggiorno.
Aveva udito quella stessa paura nella voce dell’altro solo una volta prima di quel giorno, quando gli aveva raccontato di un cliente violento. Quella volta erano anche finiti a letto assieme, se non ricordava male era una delle prime volte in cui era successo.
“Ok, ma sei in soggiorno?”
“U-uhm”
Sospirando, il più grande si diresse in salotto notando la figura dell’altro sul divano.
Non riusciva a distinguere la sua espressione, probabilmente perché il volto gli sembrava nascosto contro un cuscino, vedeva solamente i lati del suo corpo nella penombra della stanza, di solito trovava la visione di Fujigaya illuminato solamente dalla luce della luna, una visione mozzafiato.
“Tai-chan?”
“N-non avvicinarti”
Come se potesse lasciarlo a piagnucolare tutto da solo, doveva essersi scordato quanto tenesse a lui.
Ignorò quella stupida frase ed accese pure la luce, voleva evitare di andarsi a schiantare contro qualcosa prima di raggiungere il più piccolo sul divano. Peccato che quello che vide non gli piacque come vedere l’altro bagnato dalla luna.
“Dio, Taisuke…”
Aveva il viso pieno di sgraffi e lividi, del sangue stava scivolando sul suo mento, probabilmente lo avevano colpito alla bocca. Ed il suo collo…il suo collo aveva dei segni, sembrava che avessero tentato di strangolarlo con le mani, come i vestiti strappati gli stavano suggerendo una violenza, sperava mancata a dire il vero.
“Taipi..”
Il suo tono era dolce, come il proprio sguardo, di certo non poteva dirgli che lo sapeva che sarebbe successo prima o poi, non era il caso in quel momento.
Mentre si stava avvicinando a lui, l’Escort cominciò a tremare come una foglia distogliendo lo sguardo da un’altra parte. I suoi capelli castani stavano coprendo una parte del volto, ma quei lividi erano ancora piuttosto visibili.
“Tai-chan”
Allungò una mano verso di lui ma lo vide scostarsi in malo modo, aveva paura anche di Hiro, eh?
“Cos’è successo?”
“Hi-Hiro-chan…”
In un attimo le braccia di Taisuke gettarono via il cuscino, che avevano tenuto stretto fino a quel momento, e si portarono al suo collo, si stava aggrappando al più grande come un disperato, come se ricercasse ancora una volta quel calore che solo lui sembrava potergli dare.
Non lo aveva mai visto tremare e piangere così.
Non si era mai aggrappato a lui come se fosse l’unica cosa che potesse fare.
“V-voleva farmi bere, ma non mi andava e lui…lui mi ha dato uno schiaffo dicendomi che mi aveva pagato. Ho continuato a dirgli di no perché tu mi hai detto di non bere con gli sconosciuti, solo che ha perso la pazienza ed ha iniziato a picchiarmi. Mi…mi sono sentito morire Hiro, n-non ho mai avuto così tanta paura”
La stretta sul suo collo era aumentata, come se a quel modo si sentisse sicuro, come se stringere il più grande lo facesse stare meglio.
Hiromitsu aveva cominciato a passargli le mani sulla schiena, accarezzandolo dolcemente, stava provando a tranquillizzarlo.
“Ha cercato di strangolarmi mentre tentava di baciarmi, c-continuava a dire che mi aveva pagato e che se voleva uccidermi lo avrebbe potuto fare…Ho chiamato il tuo nome, sai? Speravo che arrivassi a salvarmi”
Lo vide allontanarsi leggermente, gli stava sorridendo ma era un sorriso amaro, di quelli che raramente vedeva sul volto di Taisuke. Sembrava essersi reso conto che sperare nel suo aiuto era stato futile, probabilmente aveva fatto arrabbiare quel cliente ancora di più.
“Prima che mi strappasse i vestiti di dosso, sono scappato”
“Taisuke…”
Non sapendo come consolarlo per bene, continuò a stringerlo a sé, sussurrandogli parole dolci all’orecchio.
Voleva fargli passare quel dolore.
Voleva prendere la sua paura e gettarla via.
Purtroppo non sapeva come fare e quello lo faceva sentire inutile.
“Non volevo litigare con te Hiromii, non volevo trattarti male”
“E’ tutto ok Tai-chan, non dovevo chiederti i motivi per cui…”
“Sono cresciuto povero, voglio dire, era una vita di stenti e solo mio padre lavorava. In famiglia siamo in cinque e qualcuno doveva aiutare i miei, capisci?”
“Come hai fatto ad entrare nel giro?”
Fujigaya si allontanò da lui abbassando lo sguardo, forse Hiro ne stava approfittando un po’, ma l’altro sembrava più aperto rispetto alla volta del litigio, poteva sapere finalmente i reali motivi.
Insomma, non gli dava l’impressione di volergli gridare addosso o mandarlo a quel paese, quindi poteva superare il limite di nuovo, stavolta senza rischiare di litigare.
“Un mio amico mi disse che un suo parente faceva questo lavoro da un po’ di tempo e mi avrebbe potuto dare una mano. Io volevo studiare per avere un futuro migliore, ma i primi tempi sono stati duri e non riuscivo a lavorare e studiare assieme, così ho mollato l’università e mi sono dedicato a questo.”
Era triste, Hiromitsu trovava quella cosa…triste.
Uno come Fujigaya meritava qualcosa di più in quella vita, meritava molto di più di quello che la vita gli stava offrendo e vederlo piangere, perché aveva iniziato a fare anche quello, gli stava spezzando il cuore.
In un attimo lo avvolse di nuovo tra le braccia, non gli piaceva l’idea di farlo rimanere laggiù a piangere, tra l’altro non era mai riuscito a resistere al suo volto rigato dalle lacrime, lo trovava più carino e tenero del solito.
“S-sono sempre stati tutti gentili con me, tu però…”
“Io cosa?”
“Mi tratti gentilmente anche senza pagarmi”
Perché io ti amo.
Non era sicuro di poter resistere ancora per molto senza dirglielo, andando avanti sarebbe diventato sempre più difficile, il suo auto-controllo sarebbe sparito prima o poi e a quel punto la loro amicizia sarebbe andata a puttane.
“Facciamo il bagno Tai-chan?”
“Insieme?”
“Se vuoi si..”
Alla sola idea di vederlo nudo, qualcosa dentro il più grande si era acceso, era come un fuoco, si, un fuoco che appariva quando l’Escort gli stava vicino.
Lo vide sorridergli in modo felice stavolta, prima di prenderlo per mano e trascinarlo in bagno.
Hiro era sicuro che chiunque li avesse visti in quel momento, avrebbe pensato a loro come ad una coppia, peccato che poi non lo fossero affatto, anche se a lui sarebbe piaciuto più di ogni altra cosa.
“Insieme Hiromii~”
Annuì avvicinandosi al più piccolo, gli accarezzò le spalle per tranquillizzarlo, dopo quello che aveva subito non poteva di certo strappargli i vestiti.
Aveva infilato una mano sotto la sua camicia in modo che scivolasse dalle braccia, i bottoni erano andati già da un pezzo quindi non aveva trovato ostacoli.
Taisuke lo stava guardando intensamente, talmente tanto che Kitayama si sentì sciogliere in un attimo; avrebbe voluto baciarlo in quell’istante.
“Hiro-chan…”
Il volto del più piccolo era pericolosamente vicino al suo, che volesse la stessa cosa?
Che volesse quel contatto almeno quanto lui?
Lentamente chiudeva gli occhi, esattamente come le sue labbra si stavano avvicinando a quelle dell’altro.
“Taisuke..”
Con una mano gli accarezzò una guancia delicatamente, poi passò il pollice sul suo labbro inferiore.
Sentiva il respiro di Fujigaya morirgli sulla bocca; era così vicino.
Erano rare le volte in cui si baciavano senza dover fare altro dopo, per quanto Hiro volesse averlo, sapeva di non poterlo fare, non quando l’Escort aveva subito un’aggressione.
Nonostante quello però non poteva fare a meno di muovere la propria lingua contro la sua.
Non poteva fermare le mani dal toccare il suo busto ormai nudo.
E in tutto quello, Taisuke gli stava accarezzando il petto, dopo aver infilato le dita sotto la sua maglia. Quando avvertì i suoi capezzoli venire stuzzicati, il più grande si allontanò di scatto da Fujigaya.
“E’…è meglio se ti fai il bagno”
“Da solo?”
“Io..io vado a prepararti qualcosa da mangiare”
Stava cercando una scusa per allontanarsi da lì, sapeva che rimanere in quella stanza lo avrebbe fatto cedere, il più piccolo sembrava essere a proprio agio in quella situazione, come se quello che aveva subito non ci fosse, e Hiro non riusciva a capire. Forse cercava un modo per riprendersi facilmente dal tutto?
“Mi fai i tuoi hamburger Hiro?”
“Certo”
E gli sorrise prima di uscire dal bagno, una volta chiusa la porta si appoggiò contro di essa sospirando.
Un altro minuto in più dentro quel bagno e gli sarebbe saltato addosso dicendogli quanto lo amasse.
“Mi tratti gentilmente anche senza pagarmi”
Lo aveva detto con un certo velo di tristezza, Hiro non aveva sbagliato a pensare che in fondo al più piccolo non piacesse quel lavoro, lui sapeva che gli pesava essere considerato un oggetto.
Cominciò a preparare la cena cercando di non pensare all’amico dentro la vasca.
Ogni tanto avevano fatto il bagno assieme, Kitayama si era sempre limitato a lavarlo, tranne una volta in cui erano finiti a fare sesso tra le bollicine.
“Hiromii~”
“Hai già fatto?”
“Da solo non era divertente”
“Dai siediti, il cibo è quasi pronto”
Un secondo dopo, la bocca di Taisuke si posò sulla sua guancia; era il suo modo per ringraziarlo, un tempo mica credeva che un insulso bacio sulla guancia gli avrebbe fatto così tanto piacere.
Cenarono in tranquillità, parlando del più e del meno, sembrava una cena normale, come se la violenza subita o quasi si fosse cancellata dalla mente del più piccolo.
“Andiamo a dormire?”
“Uh, sist-“
“Fallo domani.”
Era così deciso che il più grande non potè fare a meno di annuire lasciando i piatti in cucina.
Sentì la mano di Taisuke avvolgere la sua mentre lo trascinava verso una camera da letto, quella di Hiromitsu per la precisione.