Bene bene, prima parte di una storiella piccina
TITOLO: Akemi
AUTORE: jinny
GENERE:Angst
FANDOM: Arashi
PAIRING: Ohmiya + OC
RATING:pg-13 (almno per ora)
DISCLAIMERS: Gli Ohmiya non mi appartengono, invece gli OC si, haha
NOTE: Che casino XD (ma questa è una parte triste!!)
Akemi si guardò intorno. Satoshi avrebbe dovuto uscire da scuola. Di solito era lui ad andarla a prendere, ma quel giorno lei aveva finito con un’ora di anticipo, visto che era l’ultimo giorno prima delle vacanze estive… riconobbe la scuola, e vide Satoshi uscire dal cancello. Guardò velocemente la strada e si mise ad attraversare, salutando Satoshi e chiamandolo. Lo vide voltarsi, riconoscerla, sorridere, felice della sorpresa. Poi sentì la frenata. Si vide stesa a terra, vide la persona che l’aveva investita. Un uomo sulla trentina, completamente ubriaco. Perché era passato con il rosso? Ah, già, era ubriaco, l’aveva appena visto… però non era giusto! Satoshi si sarebbe diplomato quell’anno, lei avrebbe potuto lasciare la casa degli zii ed andare a vivere con lui, perché subito dopo il diploma, si sarebbero sposati. Avevano avuto il permesso… non era giusto… guardò Satoshi, il suo Satoshi, chinarsi su di lei, e volle essere li. Volle ricambiare la stretta di quelle bellissime mani. Per un attimo ci riuscì. Riaprì un secondo gli occhi, per un istante guardò gli occhi di Satoshi riempirsi di lacrime. Vide le sue labbra incresparsi mentre tentava di sorriderle
<< Principessina…>> la chiamò. Akemi si sentì sciogliere. Non era giusto! Lei e Satoshi erano fatti per stare insieme! La sua vita era andata male finchè non l’aveva incontrato, e nell’ultimo periodo, a casa, era andata anche peggio. Perché doveva finire così? Perché non poteva essere felice nemmeno per un istante?
<< Voglio stare con te…>> sussurrò. Poi fu tutto buio.
Satoshi si rese conto solo vagamente delle mani sulle spalle che lo scuotevano, chiamandolo. Lui vedeva solo Akemi, la sua Akemi, stesa a terra. Un attimo prima gli aveva detto che voleva stare con lui, ora invece era immobile. Non voleva nemmeno pensare a cosa significasse, perché la vita senza Akemi era assolutamente impensabile… solo quando glie la tolsero dalle braccia, la verità lo colpì. Un uomo ubriaco aveva investito la sua vita, distruggendola. Akemi non c’era più. Se n’era andata, portandosi vis tutti i loro progetti per il futuro. Portandosi via la prima speranza di felicità in una vita che per lei era stata così difficile. Sentì il mondo sgretolarsi sotto di lui, e dovette appoggiare anche le mani sull’asfalto dov’era inginocchiato. Quando aprì gli occhi, si rese conto di aver messo le mani sul sangue di Akemi. Non riuscì a trattenere un urlo, lungo, acuto, rauco. Si portò le mani al viso, poi di nuovo sull’asfalto. Voleva prendere tutto quello che riusciva di Akemi, anche se si trattava solo del suo sangue. Rivoleva il suo amore. Rivoleva la sua vita… qualcuno lo tirò in piedi e lo trascinò via, qualcun altro gli portò la borsa dei libri. Ma erano tutte facce sconosciute. Per lui esisteva solo Akemi, e lei ora non c’era più. Nulla aveva più senso. Il test del giorno dopo, per cui era terrorizzato fino a qualche minuto prima, non aveva senso…
A marzo si diplomò, con voti ottimi. Non era più uscito di casa se non per il funerale di Akemi e per andare a scuola, ed ora si sarebbe finalmente potuto seppellire in pace in camera sua, per almeno due mesi. Suo padre gli aveva trovato un lavoro, ma sarebbe iniziato solo due mesi dopo, appunto… si trovò di nuovo davanti alla tomba di Akemi… si, anche quello era un motivo di uscita. L’unico per cui usciva anche di domenica… cambiò i fiori, rendendosi conto solo in quel momento di averli portati, e si sedette accanto alla lapide. Guardò la foto. L’aveva scelta lui. Era la sua foto preferita. Il sorriso speciale di Akemi, il sorriso che lei aveva solo per lui… al funerale si era trovato da solo, con i suoi, le amiche di Akemi, distrutte, ed un lontano parente, l’unico che era riuscito a contattare, un vecchietto insulso che si era limitato a dargli una pacca sulla spalla e a scusarsi perché non la conosceva bene… si era sentito tristissimo, quel giorno… baciò la foto sulla tomba, come faceva tutti i giorni…
<< Ancora qui a baciare la tomba?>> chiese una voce alle sue spalle. Satoshi si girò, per trovarsi faccia a faccia con Shiori, la migliore amica di Akemi. Anche lei passava tutti i giorni, e scriveva gli ultimi pettegolezzi della scuola e degli amici comuni su un quaderno che aveva messo apposta, in una scatola, sulla tomba. Satoshi provò a sorriderle, ma il sorriso, come al solito, non volle saperne di uscire.
<< Non sforzarti, O-chan… è molto dura per tutti, per te dev’essere praticamente impossibile… hey, ma quello è un diploma!>>
Satoshi annuì. Ammirava la capacità di Shiori di risultare comunque allegra, nonostante quello che era successo…
<< Vuoi scrivere tu, oggi? Credo che Ake-chan sarebbe contenta…>>
Satoshi scosse la testa
<< Sei tu quella che la deve tenere aggiornata. Non fare la scarica barile…>>
<< Una battuta, O-chan? Allora sei ancora vagamente vivo…>>
Satoshi fece una smorfia
<< Purtroppo si. >> disse. Poi si alzò e fece per andarsene, ma Shiori lo fermò, prendendolo per un braccio
<< Io conosco… beh conoscevo… Akemi da tre anni. Non avrebbe mai permesso che tu ti lasciassi andare così. Quindi vedi di darti una regolata, sennò prima o poi dovrò scrivere “Toshi-kun non si riprende” e allora non sarà contenta. Per nulla…>>
<< Smettila di parlare così! E’ morta! Non c’è più!>> urlò Satoshi, svincolandosi violentemente. Vide gli occhi di Shiori riempirsi di lacrime, il sorriso spezzarsi, sul suo volto, la calma, costruita con tanta maestria, scomparire, andare in frantumi.
<< Credi di soffrire solo tu? Si, era la tua fidanzata. Ma era la persona più importante che avevo a questo mondo! Lei! Solo con lei potevo essere me stessa, solo con lei! Lo capisci questo? Capisci cosa voglio dire? Era la mia migliore amica, era come una sorella… più di una sorella! Io non voglio pensare che non ci sia più! Non posso pensarlo! E non so come possa riuscire ad andare avanti tu pensandolo!>>
<< E’ solo un dato di fatto. La mia vita è finita il giorno in cui mi è morta tra le braccia. Il resto non ha importanza. Non ha più senso niente.>> detto questo, Satoshi si allontanò, lasciandosi alle spalle Shiori, accasciata sulla tomba di Akemi, in lacrime. La sentì singhiozzare fino quasi al cancello del cimitero. Non la vide più, per molto tempo.