visto che oggi sono di umore radioso (ciclo, ma vaffa un pochetto?), e che almeno a lavorare devo andarci, posto. Voglio tanti commenti quando tornooooo! XD
TITOLO: ai wa kizutsukiyasuku (l'amore è fragile) (o anche Attroiokuza, grazie a vampiretta XD)
AUTRICE: jinny
GENERE: angstino
GRUPPO: Arashi
PAIRINGS: matsuba, ohmiya
RATING: nc-17
NOTE: inizio ad essere brilla U_U
GIA' POSTATE:
1RINGRAZIAMENTI: alle Prime Lettrivi vampiretta e harin <3 <3 <3 *tanti cuoriiii*
Masaki guardò Jun. Erano le sette di mattina, era andato a dormire da due ore, ma Jun gli aveva telefonato, in preda ad una delle sue crisi di panico
<< Sono qui.>> disse semplicemente a Jun, che era in piedi davanti alla porta, in vestaglia bianca. Aveva i capelli scompigliati, ed i suoi occhi, così profondi, fecero sentire Masaki come la prima volta che l’aveva visto: pronto ad eseguire ogni anche più piccola richiesta pur di vederlo sorridere. Se Jun gli avesse chiesto di inchinarsi quando passava, Masaki l’avrebbe fatto…
<< Mi manchi…>> mormorò Jun, scostandosi dalla porta. Masaki rimase fermo
<< Mi hai lasciato tu.>> gli ricordò, con un sorriso amaro. Jun gli fece cenno di entrare e Masaki, con un sospiro, obbedì, ma rimase nell’ingresso
<< Non entri?>> chiese Jun, deluso
<< No, perché so come va a finire se salgo il gradino. Tu rimani sopra, io qui. E dimmi perché prima eri così agitato.>>
<< Perché pensavo di farcela, ma invece mi manchi da morire…>>
Masaki lo guardò negli occhi
<< Sarai di nuovo il mio ragazzo?>> gli chiese. Jun si morse le labbra, poi scosse la testa
<< Non ce la faccio… non sono abbastanza forte per vederti tornare fisicamente e moralmente distrutto ogni notte. Non ce la faccio a non poterti toccare perché ti faccio male. Non ce la faccio a sentire le mani di… quelli… ogni volta che mi tocchi.>>
Masaki abbassò lo sguardo, passandosi la lingua sulle labbra.
<< Non mi hai chiesto di aspettarti…>> lo accusò Jun. Masaki lo guardò dritto negli occhi
<< Aspettami, Jun, ti prego… un anno e… e questo…>> si indicò, e Jun vide i lividi sul collo ed i segni sui polsi
<< Un anno e questo sarà solo un brutto ricordo… >>
<< Masa, non credo di farcela…>> mormorò Jun. Masaki colpì forte il muro con un pugno
<< E allora non accusarmi di non averti chiesto di aspettarmi! Non dirmi che ti manco! Smettila di cercarmi! Perché adesso sono io a non farcela! Non… mi hai appena scaricato di nuovo!>> urlò. La voce gli si incrinò
<< Non piangere, Ma-chan…>> supplicò Jun
<< Fanculo, Matsumoto!>> singhiozzò Masaki. Poi uscì e se ne andò. Cretino lui ad essere corso dalla sua principessa in difficoltà. Imbecille a sciogliersi ogni volta che sentiva la sua voce… prese il telefono
<< Nino, sei a casa?>> singhiozzò al telefono.
Kazunari aprì la porta, e si rese conto che il suo migliore amico stava inesorabilmente crollando
<< Scusa per ieri sera… non volevo… >> biascicò
<< Ti ho già perdonato, e abbiamo anche cenato insieme, ricordi?>> chiese Masaki, sorridendo tra le lacrime che ancora gli rigavano il volto. Kazunari si svegliò completamente e capì la situazione
<< Masa! Perché ci sei andato?>> chiese, con una nota di rimprovero nella voce. Masaki gli posò la fronte sulla spalla, aggrappandoglisi forte
<< Perché lo amo…>> singhiozzò. Tremava forte. Stava cercando di mantenere il controllo, nonostante le lacrime che gli rigavano il volto ed i singhiozzi che ogni tanto lo scuotevano. Kazunari lo trascinò all’interno dell’appartamento. Poi lo guardò, terrorizzato che potesse fisicamente andare in pezzi da un momento all’altro.
<< Masa, lasciati andare, ti scongiuro… stai per esplodere…>> mormorò, accarezzandogli la schiena. Masaki cadde in ginocchio, trascinando Kazunari con sé, e si abbandonò ai singhiozzi. Kazunari lo tenne stretto, in silenzio. Lo lasciò sfogare, finchè Masaki, esausto, non gli si abbandonò contro, con un sospiro. Aveva esaurito le forze, ma le lacrime continuavano a rigargli il volto, scendendo silenziose. Kazunari gli asciugò gli occhi
<< Stai proprio crollando… ti vedo in questo stato per la seconda volta in due giorni…>> mormorò. Masaki abbassò il viso
<< Scusami…>> mormorò.
<< Non scusarti. Ti sei sfogato con il tuo migliore amico, non devi scusarti per questo! >>
<< Ma anche tu stai passando un periodo di merda, Nino-chan! Non posso piombarti addosso così…>>
Kazunari spalancò gli occhi, poi prese Masaki per le spalle
<< Ok, ho una relazione con un uomo sposato, che mi sta portando alla pazzia, ma… non sono stato scaricato. E riesco ad arrivare a sera… o a mattina… senza che nessuno mi picchi. Faccio il lavoro dei miei sogni. I miei mi sostengono. Tu, invece? Se non vieni da me, quando stai così, cosa fai?>>
Masaki abbassò il viso. Poi si arrese e si rannicchiò contro Kazunari
<< Nino, non dirlo a nessuno, ma… ho paura…>> mormorò << Ho paura di non riuscire ad andare avanti… e… non so se voglio… è che ormai devo reggere quest’anno, perché sennò se la prendono con te e Jun, ma dopo… se mollo tutto? Se… se sparisco? Posso? Sono stanco…>>
<< Mi dispiace, ma non puoi.>> disse Kazunari, serio, accarezzandogli i capelli << Non puoi. Io ne soffrirei moltissimo, la mia carriera andrebbe a rotoli, vanificando il tuo ultimo anno di lavoro… senti, e se mollo io? La carriera, intendo… mi sono messo via soldi per una vita, posso smettere anche adesso… così potresti liberarti…>>
Masaki si girò di scatto a guardarlo
<< Non potrei mai chiederti una cosa del genere! Se avessi potuto anche solo concepire un’idea simile, te l’avrei chiesto anni fa! E poi non è così semplice. Quando ho detto che vi hanno in pugno… non intendevo solo i vostri fottutissimi contratti. Siete sotto tiro. E non posso permettermi di perdere nessuno.>>
Kazunari impallidì
<< Sotto tiro? Che intendi dire?>> chiese, in un soffio
<< Io mollo, tu e Jun morite. Avevano previsto che avresti detto una cazzata del tipo “mi ritiro”, quindi hanno alzato la posta. E… sanno benissimo che piuttosto mi faccio sbattere per altri quindici anni…>> Masaki si fermò di botto, vedendo l’espressione di Kazunari farsi sospettosa
<< Quindici anni, Masa? Da quanto va avanti? Quando è cominciata questa storia?>>
Masaki sbuffò ed abbassò il viso
<< Avevo dodici anni… e il contratto è di quindici…>>
Kazunari si portò una mano alla bocca, spalancando gli occhi. Poi si infuriò, improvvisamente
<< Abbiamo fatto tutte le medie insieme e non mi hai mai detto niente!>>
<< E che ti dicevo? Ciao, sono Masaki, mio padre mi ha venduto e quando esco da scuola vado a farmelo mettere...>>
<< No, ok…>> sibilò Kazunari. Masaki sbuffò
<< Però… io non ho mai creduto alla balla delle scale… continuavi a rotolare giù, arrivavi con lividi strani.. e ti faceva male a sederti… pensavamo fosse tuo padre…>>
<< Lui era già andato via.>> disse Masaki. Kazunari batté un pugno a terra
<< Questo potevi dirmelo!>> sibilò
<< Nino, eri un mio kohai! Mi sentivo già privilegiato perché mi parlavi, al contrario del resto della scuola! Se ti avessi anche solo accennato qualcosa, saresti fuggito a gambe levate! Eri piccolo!>>
<< Eri piccolo anche tu! E non sarei andato proprio da nessuna parte! Avevo una mastodontica cotta per te! Scemo!>>
Masaki si morse forte le labbra
<< Non riesco a smettere… ti dispiace se mi appoggio ancora un po’?>> mormorò, mentre nuove lacrime gli rigavano il volto. Kazunari gli passò un braccio attorno alle spalle
<< C’è qualcos’altro che devo sapere? Chessò… sei incinto?>> chiese Kazunari. Masaki rise
<< No, tranquillo… beh, io ho avuto una giornata di merda, e tu?>> mormorò. Si stava addormentando
<< Beh, tanto bene questa non è iniziata… ho scoperto che il mio migliore amico sta crollando, che ha iniziato una vita di merda quando io giocavo ancora con le macchinine, che se molla il lavoro di merda che è costretto a fare io muoio…>>
Masaki sorrise, ma si fece subito serio
<< Mi consola il fatto che se davvero un giorno decidessi di mollare prima dello scadere del contratto, non avresti il tempo di arrabbiarti con me…>>
<< Credo che non mi arrabbierei, Masa. Non con te. Avrei paura. Ma quella passa. Guarda come ti hanno ridotto i polsi… ma che ti hanno fatto?>>
<< Non lo vuoi sapere davvero.>> mormorò Masaki, con gli occhi chiusi
<< Si, invece!>> ringhiò Kazunari
<< Mi hanno tenuto fermo in due, mentre il terzo…>>
<< Ok, non lo voglio sapere…>> gemette Kazunari. Masaki ridacchiò
<< Ti spiace se ti metto a letto? Questo pavimento tende ad essere scomodo…>> disse Kazunari. Masaki annuì. Si lasciò guidare verso la camera, intontito, con gli occhi semichiusi. Poi sentì il piumino su di lui. Si stiracchiò leggermente nel letto e si addormentò, tranquillo. Kazunari lo guardò dormire. Poi mandò un messaggio.
Satoshi guardò il cellulare
“ So che ieri eri con tua moglie, tranquillo. Oggi dovresti venire da me. La chiave sai dov’è. Se c’è ancora il mio amico, non ti spaventare. E’ un po’ casinista, ma ti ci puoi abituare. Mi aspetti li?”
Sorrise. Guardò il letto vuoto, e la stanza, dov’era rimasto solo l’armadio semi vuoto.
“ Ieri ero con lei per forza. Abbiamo parlato. E… beh, dopo ti racconto. Torna presto, ne! Ti amo.”