Concorso - Entry 1

Feb 16, 2013 16:58

Entry 1

Titolo: Kairaku no Shounen
Gruppo: Arashi
Pairing: Matsumiya
Rating: NC-17
Genere: AU
Disclaimers: L'autrice di questo scritto pubblicato in forma anonima garantisce di non possedere diritti sulle persone e le cose realmente esistenti contenute in esso.
Note: Una festa in una grande villa, un uomo ricco con degli affari da fare e il suo bell'accompagnatore che gli darà una mano e non solo per gli affari…


-Dove si tiene questa sera il party?- chiese Jun mentre percorrevano con la limousine un lungo viale alberato che portava verso un enorme villa illuminata.
-Nella villa dell'ambasciatore russo, è il party per il suo compleanno- rispose Nino mentre svuotava il suo bicchiere di champagne; da quando erano partiti da casa sua in macchina aveva aperto una bottiglia di champagne e ne avevano già bevuta mezza.
-E tu sei qui per…?- chiese ancora Jun, mentre imitando l'altro svuotava anche lui il suo bicchiere, per poi riporlo.
-Perché sono stato invitato- rispose.
-Ahah, se non avessi un secondo fine non avresti portato me- rispose tranquillamente Jun.
-Diciamo… affari diplomatici-
Nino non si sbilanciava mai molto su quali erano gli scopi dei suoi affari, ed a Jun non importava alla fine, anche perché faceva quello per cui era pagato e seppur sapeva che Nino era un gran taccagno, pagava profumatamente per i suoi servigi e Jun spesso doveva ammettere che stare in sua compagnia poteva rivelarsi alquanto interessante, per non parlare che grazie a Nino aveva accumulato molti e molte clienti facoltose che chiedevano di lui. Jun infatti lavorava come accompagnatore, non faceva distinzioni tra donne o uomini, l'importante era che pagassero, sia pure per una semplice nottata di sesso, sia per eventi particolari come quello a cui si stava recando con Nino, l'importante era che pagassero, perché non era di quelli che si potevano considerare a buon mercato, aveva le sue esigenze, i suoi vizi ed erano piuttosto costosi da mantenere.
Arrivati davanti all'ingresso venne aperto lo sportello della limousine e Nino scese seguito da Jun, la villa sembrava essere enorme, salirono le scale e all'entrata due cameriere presero subito i loro cappotti.
-Ti sei messo in tiro oggi- commentò Nino guardando l'elegante e costoso completo nero di Jun con la cravatta fina e bordò che spuntava dalla giacca.
-Un un nuovo acquisto dopo il nostro incontro di martedì- disse per punzecchiarlo, gli piaceva fargli notare come sperperava tranquillamente i soldi che Nino pagava per lui.
Entrarono poi nel salone dove si svolgeva il ricevimento, era pieno di gente importante, gente famosa e molti stranieri.
-E' pieno di russe bionde e altissime, spero tu non miri ad una di loro per stasera, perché non credo tu abbia molte possibilità, a meno che non riesci a crescere di una ventina di centimetri- lo prese in giro Jun.
-Ma io ho i soldi, e a te non basterà il tuo bel faccino con quelle donne- rispose Nino.
-Dipende da con chi mi accompagno- rispose Jun puntualizzando che forse lui non aveva i soldi, ma era Nino che aveva bisogno di lui quella sera e finchè avrebbe fatto il lavoro per cui era pagato non aveva bisogno dei soldi per attirare le prede da Nino scelte, bastava essere in sua compagnia, lo stesso valeva per Nino essere in compagnia di Jun avrebbe portato ai risultati che desiderava.
Jun si guardò intorno studiando la gente, cercando facce conosciute, ne vide alcune da lui ben note, ma questo non avrebbe mai potuto essere un problema, le regole erano ben chiare al riguardo, se era in compagnia di un altro cliente, nessuno avrebbe mai fatto cenno di conoscerlo.
Oltre ai clienti però c'erano, quelli che potevano essere considerati dei "colleghi".
-Sembra che io non sia l'unico che lavora stasera- disse Jun a Nino, mentre questo fermava un cameriere e prendeva due bicchieri dal vassoio porgendone uno a Jun. Nino rivolse lo sguardo alla sala e Jun gli indicò alcune persone.
-La donna in blu ed il ragazzo con la signora in bianco- disse con un cenno verso la destra della sala; -poi la donna con i capelli rossi vicino al piano- disse ancora.
-Non riesco a capire da cosa lo capisci- confessò Nino.
-Segreti del mestiere, e poi… come io ho notato loro, loro hanno già notato me, queste feste sono affari anche per noi, non solo per te- spiegò Jun sorseggiando il vino.
-Beh se pensano di poterti fare concorrenza si sbagliano, vieni ti presento un po' di gente- disse subito Nino guidandolo nella sala.
Passarono il tempo a conversare con uomini e donne diversi, Nino gli presentò più e più persone, ricche signore e uomini facoltosi e importanti. Venne sempre presentato come un amico, ma non serviva di certo dire chi era realmente e perché era lì per creargli degli agganci, sarebbe stato poi lo stesso Nino a farlo automaticamente per lui, le cose funzionavano così e ogni cliente si sentiva in dovere di farne conoscere un altro e il giro di voci si sarebbe allargato da solo e lui avrebbe fatto delle ottime e utili conoscenze.
Delle volte però durante quei party, Nino non si accontentava di occuparsi dei suoi affari, per quanto molto spesso finissero in nottate in compagnia di belle donne, nottate a cui a volte anche Jun aveva partecipato. C’erano delle volte in cui dentro di lui scattava qualcosa, potevano essere stati dei semplici gesti o delle parole che Jun aveva detto, ma all’improvviso il motivo per cui erano a quei party non aveva più importanza.
-Scusateci, andate pure a mangiare qualcosa, io e Jun dobbiamo occuparci di alcuni affari importanti- disse Nino congedandoli cosi dalle due donne, con cui stavano conversando.
Ed erano delle frasi come queste che facevano capire a Jun che era uno di quei comenti; ma non era mai infastidito, dopotutto era pagato per fare tutto quello che Nino gli chiedeva quella sera.
Si allontanarono e Jun segui obbedientemente Nino.
Nessuno si sarebbe accorto della loro assenza, Nino scelse una stanza ed entrarono entrambi, era una camera abbastanza grande anche se certo non era la stanza padronale, era arredata da un tocco estremamente maschile, vi era anche un tavolo da poker e un divano in pelle nera.
Nino che era entrato dopo Jun chiuse la porta a chiave dietro le sue spalle; si avvicinò a Jun che indietreggiò fino a sbattere contro il tavolo da poker.
-È da quando ti sei tolto il cappotto che ho voglia di toglierti quel completo di dosso!- disse Nino annullando i passi che ancora li tenevano lontani.
-Non mi sta abbastanza bene?- chiese Jun stuzzicandolo, sapendo perfettamente che quel completo gli stava divinamente.
-Non è il completo il problema, ma non mi piace come sperperi il mio denaro- replicò Nino facendo un altro passo obbligando così Jun a sedersi sul tavolo.
-Il tuo denaro?- ridacchiò Jun, la tirchieria di Nino delle volte superava ogni sua immaginazione, -Veramente è il mio…-
Ma Jun smise di parlare quando Nino portò le labbra sul suo collo cominciando a leccarlo e baciarlo lasciandoci anche piccoli morsi che lo facevano gemere, le mani già sul gilet che portava sotto la giacca, tentando di spogliarlo.
-Se fossi più paziente poi non dovremmo fare le cose di corsa- lo rimproverò Jun mentre lo aiutava sfilandosi la giacca e il gilet insieme, lascandoli poi cadere su una sedia.
-Non era in programma, sei stato tu a stuzzicarmi con la storia del vestito- disse Nino mentre gli sbottonava la camicia.
-Non ti ho stuzzicato, ho solo risposto alla tua domanda- rispose Jun mentre allentava la sua cravatta, ma in realtà era vero lo aveva stuzzicato apposta perché sapeva che non gli sarebbe piaciuto come aveva speso i suoi soldi.
-Dovresti smetterla di comprare cose futili e conservare i tuoi soldi- disse Nino mentre finalmente slacciava anche l’ultimo dei bottoni della camicia di Jun sfilandogliela poi dai pantaloni.
-Tu sei un taccagno- rispose Jun sciogliendo del tutto la cravatta.
-E tu devi essere punito- disse Nino un istante prima di cominciare a leccare e succhiare il capezzolo destro di Jun che gemette immediatamente; Jun era andato a letto con decine e decine di persone, ma doveva ammettere che Nino era sia dannatamente sadico che dannatamente bravo.
Continuò quella tortura e Jun si poggiò con entrambe le mani sul tavolo inarcando la schiena rendendo a Nino più difficile arrivare al suo viso, ma più facile continuare la sua tortura, scendendo lungo il petto fino all’ombelico, infilandoci la lingua e facendo rabbrividire Jun.
Portò poi una mano tra le gambe di Jun che a quel tocco sussultò un secondo, era eccitato già ed era sicuro che lo era anche Nino. Nino continuò ad accarezzarlo, lentamente torturandolo ancora di più, mentre con la bocca vagava ancora sul suo addome lappando ogni centimetro di pelle che trovava sulla sua strada.
-Ni…no…- cercò di richiamare l’attenzione Jun sui suoi bisogni.
-Come sei impaziente- lo prese in giro Nino, mentre si alzava leggermente da lui cominciando a slacciare la cinta dei pantaloni di Jun, il rumore metallico della fibbia, poi il primo bottone che viene slacciato e l’inconfondibile suono della zip. Nino lo accarezzò di nuovo attraverso i boxer, con più decisione sta volta e Jun gemette più forte, ma quasi subito Nino decise che anche lui era stanco di quei giochetti e fece scivolare le dita sotto elastico dei boxer sfilandoli insieme ai pantaloni.
Ora Jun era nudo, eccezion fatta per la camicia che ancora teneva infilata, mentre Nino era ancora completamente vestito.
Jun si alzò a sedere sul tavolo e cominciò a baciare Nino sulle labbra, l’altro corrispose divertito e approfondì il bacio insinuando la propria lingua tra le labbra di Jun, che cominciò a slacciargli i bottoni della camicia sotto la giacca, scoprendone la pelle e accarezzandola pian piano con una mano, arrivò fino al bordo dei pantaloni e con decisione gliela sfilò da essi, cominciando poi a trafficare con la cinta slacciandogliela. Fece il tutto senza nemmeno staccarsi una volta dalle labbra dell’altro, e Nino lo lasciò fare, era proprio la tranquilla intraprendenza di Jun a piacergli, quindi si lasciò sbottonare i pantaloni che scivolarono poi giù lungo le gambe. Jun cominciò poi ad accarezzarlo lentamente attraverso il tessuto già stretto dei boxer; fu Nino che se li abbassò da solo, lasciando il bordo del tavolo su cui aveva poggiato le mani fino a quel momento. Era ora per Jun di concedergli molto di più che delle semplici e quasi fastidiose carezze.
Lo spinse sul tavolo in modo che ci posasse completamente la schiena e gli allargò le gambe per potersi posizionare tra di esse, tornò così a baciargli il petto, mentre poco delicatamente si introduceva dentro di lui con un dito. Il gemito sorpreso di Jun lo fece sorridere compiaciuto e cominciò a muovere la mano avanti e indietro in modo a volte lento e a volte veloce facendo gemere Jun a ritmo con i suoi movimenti.
-Le due belle signorine si staranno chiedendo che fine abbiamo fatto- disse poi d’un tratto Nino smettendo di prepararlo.
-Forse è il caso che ti dai una mossa allora- disse Jun ansimando leggermente e porgendo a Nino un preservativo.
-Sempre pronto ad ogni evenienza…- lo prese in giro Nino, -Mi chiedo dove lo tenevi, visto che sei tutto nudo-
-Segreti del mestiere- ribatté Jun.
Nino prese il preservativo e aprì l’involucro, notò subito appena lo toccò che Jun badava ad ogni dettaglio, soprattutto quando i dettagli riguardavano se stesso, non solo il fatto di preoccuparsi di usare sempre il preservativo, che comunque era una cosa più che saggia, ma anche quello di scegliere il preservativo adatto ad ogni occasione.
-Lubrificato, geniale- disse Nino mentre se lo metteva facendo attenzione.
-Non sei mai molto delicato in certe occasioni, quindi mi sono premunito questa volta- rispose Jun piccato.
Quella di Jun non era una critica, in realtà Nino non gli aveva mi fatto male sul serio, però delle volte non badava molto alle necessità degl’altri, preoccupandosi principalmente delle sue, in più la sua vena sadica, per quanto a Jun piacesse, lo spingeva a fare l’esatto contrario di quello che gli si chiedeva.
Quindi ben sapendo che non avrebbe sprecato molto tempo a prepararlo, Jun aveva avuto la brillante idea di portarsi dietro qualcosa di utile.
Nino tornò a posizionarsi tra le gambe di Jun, cercando con le dita la sua entrata, stuzzicandola ancora un po’.
-Sei pronto?- gli chiese con un sorrisetto sghembo.
-Se non ti sbrighi potrei anche addormentar… AAAH- ma non riuscì a finire la frase che Nino lo penetrò del tutto con un'unica spinta che lo fece gridare, per fortuna la musica alta nella sala del ricevimento avrebbe coperto qualsiasi altro rumore da loro provocato.
Nino cominciò immediatamente a muoversi dentro di lui, alternando ritmi veloci a spinte lente ma decise. Jun gemeva sotto di lui ad ogni piccolo movimento e ogni suono che emetteva, lo faceva eccitare sempre di più. Non sapeva quanto ogni gemito di Jun fosse autentico, lui sperava lo fossero tutti, perché era dannatamente eccitante quando lo sentiva gemere così, sentiva il desiderio di possederlo sempre più forte.
Si fermò poi un momento, facendo riprendere fiato a Jun per un istante, distendendosi verso di lui, verso le sue labbra, Jun capì immediatamente cosa voleva e si alzò leggermente con la testa dal tavolo e lo baciò, insinuando la lingua nella bocca di Nino, famelico e voglioso.
-Non ti fermare- gli sussurrò poi a pochi centimetri dalle labbra.
Nino non se lo fece ripetere e ricominciò a spingersi in Jun, il quale andò a cercare con le mani la sua erezione, ma Nino fu più veloce e lo afferrò facendolo quasi urlare, cominciando a stimolarlo a ritmo con le sue spinte, Jun era già al limite e venne velocemente sulla mano di Nino che aumentò di nuovo il ritmo per liberare anche se stesso qualche secondo dopo.
Uscì da Jun e si tolse il preservativo buttandolo in un cestino, prese poi dei fazzoletti posati poco distante e si pulì le mani. Jun era ancora disteso sul tavolo e tentava di riprendere fiato, Nino si avvicinò e gli porse dei fazzoletti aiutandolo a pulirsi.
-Devo dirtelo, fare sesso con te mi dà sempre un grande appagamento- gli confessò Nino mentre si rivestivano.
-Sono un professionista non te lo dimenticare, se non sapessi fare il mio lavoro non sarei dove sono ora- rispose Jun, fingendo indifferenza, ma in realtà quel “complimento” gli aveva fatto molto piacere.
-Un professionista che grida un po’ troppo però, meno male che la musica è alta e la gente è impegnata nella festa- lo prese in giro Nino.
-La prossima volta mi tratterrò allora, anche se avevo intuito che sentirmi era una cosa che ti piaceva- rimbecco Jun con un pizzico di imbarazzo che però riuscì a celare.
-E mi piace infatti- rispose porgendogli la giacca.
Jun la infilò, fortunatamente in quella stanza c’era anche un bagno e poterono darsi una ripulita veloce ed ora erano pronti per tornare alla festa.
-Bene andiamo a recuperare quelle due ragazze che ci stavamo lavorando- disse Nino girando la chiave nella serratura della porta.
-Posso chiederti che mire hai su di loro?- chiese Jun seguendolo mentre usciva dalla stanza.
-Ti basti sapere J che la serata è ancora lunga, e per stanotte avrò ancora tempo per sentire la tua bella voce, spero che tu ne abbia una bella scorta di preservativi nell’oscuro posto in cui li tieni- disse ridacchiando mentre varcavano la soglia per rientrare nel salone della festa.

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